Descrizione: Questo racconto prende lo spunto dal famoso "flusso di coscienza" o "stream of consciousness" tanto caro a Joyce ed Eliot, ma allo stesso tempo se ne discosta a causa di piccole, ma fondamentali differenze.
incipit: "Uno utile non me l'hai mai dato!" urlò Jim con rabbia. Da mesi quella frase vagabondava e si rifugiava nel suo cervello, ma Jim non ebbe mai il coraggio di stanarla dal suo rifugio. Ma quella sera il coraggio lo trovò, inaspettatamente, all'improvviso, come un qualcosa di spaventoso e che non ti aspetti; come un vulcano ancora in attività pronto a vomitare fuoco e a distruggere tutto ciò che lo circonda e come unica preoccupazione l'incertezza…
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Descrizione: da definire...
Descrizione: Una rivisitazione strettamente personale della Genesi, oppure un buon modo per dire a qualche fondamentalista di farmi saltare in aria.
incipit: Mi annoio. Mi annoio, mi annoio. "Prenditi una pausa, dicono. Fatti una vacanza, trovati un hobby, dicono, sei stressato." Che ne vogliono sapere. A me il lavoro su in sede piace, mi diverto. Non dovevo stare ad ascoltarli. E pure mi era sembrata una buona idea, all'inizio. "Vattene a caccia fuori dal centro per un paio di cicli" mi fa il capo "non finirà mica l'universo se non vieni in ufficio per un po'. Ultimamente sei troppo nervoso, ragazzo mio". Ragazzo mio. Alla mia età.
Descrizione: Mia nobile Sofia, il dialogo che con te condivisi qualche anno fa…
incipit: Pietraperzia 21 giugno 2010 Mia nobile Sofia, il dialogo che con te condivisi qualche anno fa, riportato nel mio libro - Accenti d’amore e di sdegno -, avrei desiderato tanto oggi poterlo proseguire ancora, seduto di fronte a te, ma motivi di salute, purtroppo, mi impediscono il salutare incontro, che dà immediata vitalità alla mia mente, perché, fatta la domanda, la tua risposta è pronta. Non potendo fare altro, ti scrivo, esponendoti i miei pensieri e il mio progetto, nonché il mio patema a causa delle difficoltà, in tutti i settori della vita sociale, che tutti noi incontriamo quotidianamente per colpa di disonesti reggitori, che si arricchiscono da parassiti sulle sofferenze del debole popolo. Anelo ad annientare con i miei poveri mezzi, la disperazione, mia cara Sofia, e gli atti insani conseguenti che l’uomo a forza commette a causa dell’incertezza di potersi guadagnare con il lavoro onesto e produttivo e col sudore un pezzo di pane e una casa. Spero, inoltre, che l’uomo possa vivere in pace, con fratellanza, con onestà e con giustizia sociale nel rispetto di madre natura. Io abito, come sai, in questa parte della terra chiamata Italia, della quale uomini d’illustre pensiero hanno ben descritto tutte le bellezze naturali ed artistiche, che altri uomini di gran talento ci hanno nei secoli donato. Ma oggi, purtroppo, a parte una sparuta minoranza, non emergono più grandi geni in tutti i settori delle attività, ma, invece, prolifera già da molti anni il malcostume, l’idiozia, la depravazione in senso lato, la corruzione, la concussione, il latrocinio: il denaro innanzitutto, il denaro soprattutto; la micro e la macro delinquenza, l’ignoranza, la sopraffazione, la prostituzione fisica e mentale, il nepotismo, la schiavitù etc. Chi vuole un posto di lavoro deve conquistarselo con la sottomissione e l’asservimento alla chiesa, al politicante o al mafioso, cioè alle tre istituzioni delinquenziali. Dilaga la paidobìa (dal greco pais - paidos che significa fanciullo e bia o biazo che rispettivamente significano violenza e far violenza, quindi far violenza ai bambini, ai fanciulli e agli adolescenti; infatti, quella che viene chiamata da tante persone istruite erroneamente pedofilia significa tutt’altro e precisamente amore verso i bambini, come filosofia: amore per la sapienza et cetera filos = amico, cioè qualcosa di sublime, di spirituale. Ho voluto dare la spiegazione per coloro che non conoscono la lingua greca e sommessamente chiedo venia se sono stato cattedratico, ma ho ritenuto giusto farlo per far capire come tutto viene distorto a piacimento dai cosiddetti sapienti plutocrati e ierocrati in tutte le espressioni della vita umana a discapito del popolo debole ed ignorante. Parassiti! Voi siete quelli che traete salute dalla malattia degli altri. Non mi dispiace insistere in quanto in maniera umoristica voglio ricordare che il termine spagnolo “pedo” in italiano significa scoreggia, peto, e in siciliano “piditu”. Quindi, come si può essere pedofilo, cioè amico del peto? Anche voi, talenti della cattiva stampa, siete i peggiori divulgatori della scorretta lingua italiana. La lingua italiana non può sposare la lingua greca in maniera distorta per formare spesse volte anche vocaboli italiani di significato diverso e cacofonici. Voi, sapienti, che vigilate sulla purezza e sulla correttezza della lingua italiana, voi che nei vocabolari italiani ripetete gli errori e li perpetuate, dando l’imprimatur, non siete dei cultori del patrimonio linguistico italiano, ma della gente che “tira a campare”. Un tempo, mia cara Sofia, scrittori, giornalisti et cetera, come ben m’insegni, scrivevano e parlavano correttamente e si sforzavano sempre di più a descrivere notizie vere e costruttive, a migliorare il lessico. Manzoni, il grande poeta e scrittore milanese, decise financo di “ lavare i panni in Arno”. Oggi vi è una completa degenerazione non solo del pensiero, ma anche del linguaggio scritto e parlato. Inoltre, dulcis in fundo, molte penne asservite scrivono, infatti, il pensiero del plutocrate pagante ed anche la loro lingua rispecchia il disonesto cervello dello stesso. La maggior parte dei quotidiani, settimanali et cetera o trasmissioni televisive spesso non rispettano la corretta lingua italiana; anzi a correggere gli errori, si finisce per fare brutte figure. “Arti, lettere, onor, tutto è stoltezza in quest’età dell’indorato sterco, che il subitaneo lucro unico apprezza. Tracce d’amor di gloria invan qui cerco”. Oggi, infatti, purtroppo, è tutto giustificato nella forma e nella sostanza, come in materia ecclesiale, di giustizia, di politica e così via: gli orrori e gli errori più gravi si possono redimere e possono essere assolti. Così continuando, gli insegnamenti che si danno alle generazioni sono quelli che producono e produrranno i malesseri sociali più devastanti e degli stessi ne siamo tutti a conoscenza da gran tempo. Io penso che, pur vivendo in mezzo al fango, ognuno di noi deve sforzarsi a qualsiasi costo di scostarsi dalla massa. Chi ha una mente benpensante, ciò che dice o scrive è corretto nella lingua, nonché nella forma, nella sostanza e nell’operato quotidiano. Non ricordo chi disse che chi sa parlare bene e correttamente, sa pensare ed agire bene e correttamente, ma certamente aveva ragione. La lingua, come qualsiasi pensiero, idea ed altro è in continuo divenire e, pertanto, è giusto accettare le innovazioni e i neologismi, ma gli stessi prima di essere immessi nella lingua italiana devono essere accuratamente sottoposti ad uno studio etimologico con riguardo alla fonetica, alla morfologia e alla semantica; i neologismi non devono essere distorsioni linguistiche, come ho anzidetto, e neanche cacofonici, ma eufonici in senso lato. Alla stessa stregua si può dire anche dell’amministrazione della cosa pubblica: tutto si può e si deve innovare, ma in meglio, adeguando il tutto ai tempi ed alle circostanze in cui si vive, ma soprattutto alle esigenze del popolo. Ho detto riformare in meglio e non in peggio come da molti anni, purtroppo, avviene in Italia per colpa della feccia della delinquenza politica ed ecclesiastica, che, a parte una piccola minoranza, governa dolosamente malissimo “ le genti del bel paese là dove il sì suona”, traendone vantaggi e privilegi a discapito del popolo, che per la sua passività ed indifferenza in maniera diretta o indiretta colposamente contribuisce negativamente alla buona riuscita di qualsiasi progetto amministrativo, anzi diventa, talvolta, il comburente o il combustibile, di cui si servono poi i feticci della pubblica delinquenza, sopra menzionata. Svegliati, popolo italiano! Sii cosciente e responsabile! Non strisciare mai ai piedi di coloro che tu hai reso potenti con la tua debolezza. Sii uomo e non un giullare. Non essere un numero di vile pecorame. Non abbassare mai la fronte, cammina eretto e non curvarti mai davanti a nessuno: chi ti sta di fronte è un tuo simile, che ha il tuo stesso sembiante, che sulla terra ha gli stessi bisogni, nonché gli stessi diritti e doveri. Rifletti! Applica il detto di Dante: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”. Sii resipiscente, popolo italiano! Mia nobile signora, mi piange il cuore, notando da tanti anni quanto è dannoso, infatti, per l’Italia e certamente per qualsiasi nazione candidare e poi eleggere individui indagati, condannati o anche sospettati di avere amicizie losche ed altro di poco onesto e poco dignitoso. Il candidato deve essere candido, pulito…
Descrizione: Grazie a T.A. per l'involontario aiuto.
incipit: La tua Mela non piaceva. Allora mi racconti di quella volta che seduto su i cocci della tua anima hai rinnegato te stesso credendo a una tregua salvifica? Mi spieghi come mai anche se era tutto al contrario non sei andato avanti.
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Descrizione: Invece rimango qui, intrappolata nei miei pensieri. Ho tracciato un confine sulla sabbia intorno a me e aspetto solo che il mare la venga a spazzare via.
incipit: È primavera. Il cielo luminoso, azzurro; gli alberi con grandi chiome; le prime margherite nei prati. Tutto è in contrasto con ciò che sta succedendo dentro di me.
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Descrizione: da definire...
incipit: Storia della Felicità Attimo di vita. Emozione. Vuoto riempito. Sul viso solo lei. Sorriso contagioso.…
(poesia narrativa, brevissimo)
di
Circasso
Descrizione: da definire...
incipit: M'hai deluso ! Com'hai potuto fare sto sopruso a carico de n'omo che t'amava e che da te proprio nun…
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(racconto narrativa, breve)
di
Athosg
Descrizione: Anche se il mondo è invaso dalle polveri sottili di mandragora, e le reazioni dei suoi abitanti diventano ogni giorno sempre più strane c'è, forse, una via d'uscita.
incipit: Polveri sottili di mandragora Tanti anni fa, nella città di Milano, accade un fatto molto particolare. Una famiglia composta di padre, madre e due figlioli dopo aver mangiato una confezione di spinaci, durante la fase della digestione, cominciò a non sentirsi bene. Il padre cominciò a barcollare silenzioso, la madre, sempre integerrima ed esemplare nei comportamenti, prese a male parole tutti i vicini di casa, mentre i due figlioli stralunati.
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Descrizione: Quando tu sei l'unica persona ad avere le chiavi della tua prigione.
incipit: "Marta… Marta… Marta! Sono le 10, 30, alzati! Tra un'ora arriva il dottore e devi metterti un po'…
Descrizione: Un tradimento spinto non dal desiderio ma soltanto dalla ripicca, in risposta ad una delusione. Un tradimento che è sofferenza anche per chi lo commette. Un tradimento non classico, una complicità nel tradire un'amicizia.
incipit: Forse non avremmo mai dovuto affrontare quel discorso, ma del resto fu inevitabile finire col parlarne.…
Descrizione: da definire...
incipit: Lo so, la vita ha un inizio ed una fine scivola come fiume lungo il pendio e vortica attorno agli os…
Descrizione: Storia breve di uno 'spretato' in lotta con la propria coscienza di uomo, prima ancora che di prete.
incipit: Dieci di fiori. Maledizione, pensò Jimmi. Il progetto di full andava a farsi fottere. Tenne ancora un attimo le carte in mano, poi provò. "Vedo" e avanzò un paio di banconote al centro del tavolo. "Tris" predicò Dinone. Jimmi bestemmiò davanti alla sua inutile doppia coppia. "Non si bestemmia qui dentro!" intervenne il Palo. "Fate quello che vi pare ma non si bestemmia!" Ma cosa ne sai tu di bestemmie, di dio e di madonne! penso Jimmi.
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Descrizione: Storia di una vita, di una donna nello scorrere del suo tempo.
incipit: Vecchiaia, giovinezza, donna, madre, vita, amore, rughe, tristezza.
Descrizione: da definire...
incipit: Non Sei L'aria si è fatta ovattata mentre la sera nel suo blu pastello laconica saluta la mia pelle timida e chiara rabbrividita al vento, e i miei capelli morbidi e lucenti ne fanno da cornice ribelli nelle sue forme danzanti al suo sfiorarmi parlandomi dritto.
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Descrizione: Togliere la spina, cliccare esc, e chiudere un amore.
incipit: Game over, gioco terminato finito, passato così come il tempo del nostro amore.
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Descrizione: da definire...
incipit: Uomo bianco disilluso, hai smarrito la tua strada nei giorni migliori. Hai insegnato ai tuoi figli che eri il più forte, mostrando la mascella. Cosa posso dirti amico mio, io che sono.
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Descrizione: da definire...
incipit: Che delusione! Ero convinto che i sentimenti fossero il meglio nella vita delle persone, che fossero…
Descrizione: Riflessione in versi su pensieri e delusioni.
incipit: Nel girar nel tempo il mondo un poco i cattivi miei pensieri e le delusioni tante mie pensavo d'aver per sempre in paesi luoghi assai lontani abbandonati: lasciai al vento provenzale i più leggeri, poi i più scuri e neri nelle sabbie infuocate di un deserto, quelli più vecchi antichi.
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#recenti(2)
#piramide(13)
#quattro(182)
(poesia rosa, brevissimo)
di
Roby87
Descrizione: Bellezza, vita, emozione, dedica, poesia,
incipit: "Volgo lo sguardo sulla luce dei tuoi occhi, ricordandomi quanta speranza possa esserci alla fine di un passo nel buio, cosicché, prendo in prestito una piuma d'arcangelo, per descrivere di te e dell'immensità eterea che sei…
Descrizione: Parole, pensieri e righe.
incipit: Non esiste incipit Non esiste incipit Non esiste incipit Non esiste incipit Non esiste incipit Non esiste incipit Non esiste incipit Non esiste incipit.
Descrizione: Parole, pensieri e righe.
incipit: Non esiste incipit Non esiste incipit Non esiste incipit.