Antudo
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Antudo
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A proposito di bizantini! Porto un esempio, mi piace sempre fare esempi per dare forza ai miei ragionamenti: tempo fa… passava in un TG della RAI una notizia di un attentato a Istanbul e una mia prozia mi chiese dove mai fosse questa Istanbul; le dissi, molto brevemente, che quella città prima si chiamava Costantinopoli, capitale dell'Impero Romano d'Oriente, e ancora prima era Bisanzio. Famosa nel mondo per la basilica di Santa Sophia, che non è una santa (cosa che tu sai meglio di me) ma la Sapienza di Dio. Ma spiegarle perché poi in quella città non siano più di religione cristiana e non parlino più greco, non essendo io Alessandro Barbero, sarebbe stato molto più arduo, in poche parole, farlo. E la mia prozia non è una vecchia, parla un italiano buono, migliore pure del mio, ed è anche diplomata.
Magari ho esagerato in questa mia premessa, ma penso che, anche se solo in parte, possa essere vera/possibile.
Fatta questa premessa, il racconto è come una sorta di allegoria, soprattutto dialogica (essendo un racconto fatto principalmente di dialoghi), in cui si mette in evidenza/rilievo due modi di esercitare il potere: quello angioino, straniero, oppressivo ed espansionista, contrapposto a un'idea di governo, che nasce dai Vespri siciliani, più identitaria, di ribellione/protesta e propria del territorio siculo e del Mezzogiorno di quei tempi lontani.
È un po' difficile, Namio (e scusa se ti chiamo per nome), fare un commento appropriato in poco spazio, perché molti, e complessi, sono i temi storici/sociali/culturali, e anche dei protagonisti "umani", evocati/toccati nel tuo "Antudo".
Apprezzata molto la scena finale dell'anello, visto come simbolo di "oltraggio/sprezzo e tradimento da parte di Manfredi". In una fede (simboleggiata appunto dall'anello) non religiosa o di valori, ma solo di brama e potere.
Chiudo qui… per non annoiarti.
Tante belle cose, Namio Intile
Antonio
Voto 5/5, perché è un racconto che può invogliare a riscoprire il passato. E solo studiando il passato possiamo capire meglio il nostro presente (frase fatta e un po' banale ma vera).
Voto pieno, nonostante l'ambientazione storica del racconto, all'epoca del dominio svevo e francese in Sicilia, potrebbe risultare (anche per me) alla lettura un po' complessa, impegnativa e "poco attuale", per alcuni lettori.
Al prossimo racconto me la metti una virgoletta sbagliata? Solo una! Ti prego! Giusto per scriverti "ma la punteggiatura è un po' da rivedere".
A rileggerti/ci…
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Re: Antudo
Grazie per la recensione, sono lusingato dal tuo apprezzamento.
Provo a contestualizzare il racconto. Il periodo è quello della Guerra del Vespro. Dopo i noti Vespri siciliani e la cacciata degli angioini da Palermo nel 1282, il vecchio Regnum Siciliae viene spezzato in due. La nobiltà siciliana chiama in aiuto gli Aragona, a cui offre la Corona del Regno. Gli Aragona accettano e inizia coi francesi una guerra che durerà oltre cento anni e distruggerà l'economia e la demografia del Mezzogiorno. Alla fine vinceranno gli Aragona, che si impossesseranno del Regno, ma che lasceranno diviso nelle due partizioni di Napoli e Sicilia. Quando la dinasita Aragona si fonderà con quella Castigliana un secolo più tardi, il Sud diventerà spagnolo e sarà governato da viceré e non da sovrani propri.
In realtà la pace di Caltabellotta poteva essere un punto di svolta, per sancire la partizione e le due dinastie a Palermo e Napoli, ma non lo fu e la guerra del Vespro continuò facendo a pezzi la prosperità dell'Italia meridionale. Mi fermo qui per non essere pedante. Il racconto è in realtà la quarta parte di sei racconti, di cui tre pubblicati in gara, a iniziare da Babi Yar, che mi pare abbia vinto una edizione. A seguire Nostoi, Ritorni e La colonna Diamanti. Torna Manfredi -è proprio lui?- e l'alter ego di Ludovico, Tancredi. E torna l'ourobouros. Un simbolo, hai detto bene, anzi il simbolo dell'Eterno Ritorno, ma anche della Necessità qui. Che sono un po' i temi dei racconti. Mancano due parti, Il Contratto e un altra ancora senza nome. Una sorta di mini romanzo ancora da legare se non muoio prima.
Una piccola notazione. I siciliani ritengono la dominazione normanna una sorta di età dell'oro. La fu, per certi versi, ma per altri no. Gli Altavilla, e le altre famiglie scandinave, adoperarono il Regnum come base per allargare e incrementare le proprie ambizioni con una serie ininterrotta di guerre. Verso Sud, verso Est, verso Nord. A loro merito va la capacità di sincretizzare le culture che incontravano, ed è forse questo il tratto saliente dei due secoli scarsi in cui governarono il Mezzogiorno.
Un'altra piccola notazione sul nome Istanbul, da te richiamato. In realtà gli Ottomani mantennero il toponimo Costantinopoli, Kostantinobolis per la loro capitale. Dopo la caduta dell'Impero, solo dopo la prima guerra mondiale, col cambio di capitale venne anche cambiato il nome alla città, per spezzare ogni legame col passato, nel turco Istanbul. Che però pare nasca o da una corruzione del nome Costantinopoli stesso o addirittura dalla corruzione di Is ten polis, in greco la città, l'Urbe, come era sempre stata chiamata: la città per eccellenza. I turchi pronunciano la p come b, come gli arabi: Palermo, Baalarm.
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Re: Antudo
La decapitazione di Corradino segna la fine della Casa Staufen e l'inizio della guerra con l'arrivo di francesi e spagnoli. Se tutti conosciamo la guerra dei centanni, se non altro perché anglosassoni e francesi ci costruiscono su i loro bei filmoni, nulla si sa della guerra dei centanni italiana. Se quella anglo francese inciderà molto sul carattere dei due popoli e sulla storia europea, su quella nostrana si tace. Eppure la guerra del Vespro segnò la fine di quel regno di Sicilia che poteva, che sarebbe sicuramente stata, la base su cui edificare una unità nazionale con le identiche modalità degli altri grandi stati nazionali europei: Spagna, Francia, Inghilterra. Ma segnò anche una involuzione culturale, demografica, economica del sud peninsulare e della Sicilia, che diverrano colonie spagnole e rimarranno estranee alla storia.
Ecco, è questo il punto. Il Mezzogiorno è stato strappato dalla propria storia, intesa come capacità di costruire il proprio futuro. I popoli meridionali sono diventati eso storici. Nel senso che sono divenuti incapaci di costruire il proprio destino, ma lasciano che siano gli altri a farlo.
È un male del Mezzogiorno, causato dalla propria sconfitta, ma anche italico. Anche l'italia di oggi ha rinunciato alla propria storia, ha deciso di lasciare agli altri il compito di decidere per lei. Il disamore -e la disistima- italico per la propria storia, e la storia in generale, è il riflesso del nostro esser precipitati in un mondo esostorico. L'italia ha accettato tanti di quei vincoli esterni da essere priva di qualsiasi capacità di influenzare il proprio futuro. Il vincolo esterno della NATO, della difesa e della geopolitica in generale, il vincolo esterno della UE in materia monetaria, fiscale, di bilancio, in modo da non poter contare su risorse proprie e su una propria moneta. Un vincolo legislativo, in quanto i regolamenti UE hanno valenza costituzionale, per nostra scelta, e si pongono sopra ogni norma costituzionale. Regolamenti emanati dalla Commissione, eletta dal Consiglio d'Europa, su indirizzo del Consiglio stesso.
Il vincolo esterno è la cifra della nostra perdita di contatto con la storia. L'italia si è, per così dire, sicilianizzata.
Rifletti sulle date, Andr. L'adesione al trattato di Maastricht, all'epoca ritenuta salvifica come ogni novità venuta dall'esterno, è del 1992, formalizzata nel 1993. Non sono date casuali.
Re: Antudo
In conclusione, si può dire che non solo l'Italia ma l'intera UE si è sicilianizzata: Mattarella ne può andare orgoglioso.
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Re: Antudo
Quanto alla baronessa, suvvia. Gli italiani hanno smesso di votare per quella pagliacciata delle elezioni parlamentari europee. L'unico parlamento al mondo senza potestà legislativa. Il re è nudo, e la sua rielezione/nomina ne è la prova. La commissione è un organo privo di testa, Andr, in quanto il suo presidente viene eletto dal consiglio europeo, ossia dai capi di stato e di governo dei paesi membri. Ossia da Francia e Germania. La sua nomina viene ratificata dal parlamento sotto forma di elezione, ma alla fine l'unica cosa che elegge il parlamento europeo è il suo presidente. La commissione viene nominata dal consiglio della Ue, che ne nomina i singoli membri. Ossia la commissione è nominata dai ministri dei paesi membri della UE e non è soggetta a ratifica del parlamento. La commissione, e non il presidente, ha potestà legislativa. Come nella Nord Korea insomma. E in alcuni stati in cui più forte è il vincolo esterno, come l'italia, le norme comunitarie prevalgono non solo sulle norme di legge ordinarie, statali e regionali, ma anche di fatto su quelle costituzionali. Perché nella nostra costituzione esistono degli articoli che funzionano come dei cavalli di Troia e permettono la cessione di sovranità a pari condizioni. Che poi pari sono sempre e solo sulla carta.
Quindi gli italiani hanno capito da un pezzo che votare per l'europa non serve a nulla. E difatti manifestano il loro dissenso nell'unico modo possibile. Molte belle menti di sinistra mi accusano di qualunquismo quando dico che mi rifiuto di andare a votare. Ma di fronte a un partito unico che copre l'intero arco parlamentare fautore di tutte le istanze possibili del turbo capitalismo finanziario, quale scelta mi rimane se non di rifiutarmi di avallare scelte a cui io non acconsento? Anche votare per i vari Rizzo o Cremaschi o Santoro, non è che un modo per essere consenzienti e approvare i risultati del regime.
La gente non va a votare perché è viziata, ma perché ne intuisce l'inutilità. Il voto francese ne è un esempio plastico. Vince il Ressemblement della Le Pen, vince la sinistra comunista di Melenchon, no vince Macron e il partito che rappresenta gli interessi di quel capitalismo e lo fa con un manciata di voti. Macron raccomanda al suo primo ministro Attal di non dimettersi. Governa, non ti preoccupare. E la democrazia? Mi sono perso qualcosa?
Mi pare che anche negli Stati Uniti la democrazia rappresentativa stia mostrando il suo vero volto. Biden rinuncia a candidarsi a fine luglio e il candidato è già bell'e pronto. E tutta quella sceneggiata delle primarie con cui inebetiscono il popolo consumatore per un anno intero? Se ne fa a meno? Ma sì, a che servono le primarie, la priorità è vincere Trump. Che solo per questo avrebbe ragione su tutta la linea, se non fosse che anche lui, anzi proprio lui, è il principale esponente di quel turbo capitalismo che a parole vuole affossare per premiare il popolo. Se Biden è il piano A del capitalismo, Trump è il piano B.
Per concludere, io non sono un qualunquista. Io lo so benissimo chi è il nemico. Ma so pure che il sistema non è emendabile col solo voto. Abbiamo visto tutti le manifestazioni di dissenso pro Gaza come sono state represse. A Palermo due studentelli hanno protestato buttandosi nella nuova fontana (ma ormai già lurida) del Molo Trapezoidale. La polizia gli ha comminato un divieto di dimora in città (a due studenti universitari) per due anni. Due anni. E in quella cazzo di fontana si vanno a buttare tutti i ragazzotti della città un giorno sì e l'altro pure facendo sfracelli. Ma a loro niente. È stato punito quindi il dissenso, non il gesto in sé, totalmente irrilevante, ma il dissenso manifestato pubblicamente e a favor di telecamere.
Non sono prove generali di regime, come qualcuno blatera, ma è il regime che ogni tanto si mostra per quel che è sempre stato.
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Re: Antudo
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Re: Antudo
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Bella la voce e il tono dei protagonisti che da la sensazione dell'epoca
Come appassionato di storia medievale e soprattutto bizantina, ha particolarmente fatto vibrare le mie corde.
Se devo proprio andare a trovare un dubbio è solo che certe parti del discorso potrebbero sembrare un po' anacronistiche, riecheggiando evoluzione molto successive del pensiero politico, decisamente più illuministiche che medievali.
Comunque mi è piaciuto, massimo dei voti.
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Re: Antudo
Come te anch'io sono un cultore di storia bizantina (per la quale il termine medievale è improprio), non credevo ve ne fossero in giro, se non nascosti in qualche facoltà. La storia europea, vista dall'angolazione del Corno d'Oro, si impregna di una sostanza nuova che illumina fatti già noti con una luce differente. La storia del Regnum Siciliae, ad esempio, vista dal Bosforo riporta l'età dei Normanni su di un terreno meno epico, e tragico, e mette in luce l'uomo moderno, con tutte le sue pochezze, uomo moderno che il nostro medioevo stava contribuendo a far nascere.
Grazie per il passaggio.
Re: Antudo
Beh ti assicuro che ce ne sono e pure soprendentemente numerosi. Diciamo che uno dei lati positivi del Web è la possibilità di incontrare interessi simili.
Personalmente sono attivo in una associazione che prova a fare cose interessanti in materia di divulgazione, pur senza la pretesa di essere "storici" o "studiosi" accademici, e da una possibilità di confrontarsi chiacchierare su argomenti che la maggior parte della gente ti prederebbe per pazzo.
Tentiamo anche di pubblicare ogni paio di anni una antologia di racconti a tema, per autofinanziarci, due anni fa scrissi un racconto ambientato in Armenia durante il regno di Basilio II, quest'anno, per quella in uscita, ne ho scritto uno ambientato nel Ducato di Benevento nel VII secolo.
L'hanno scorso abbiamo pure tradotto e ripubblicato in Italia una serie di albi a fumetti greci su Niceforo Foca.
TI metto il link se vuoi venire a trovarci
https://assobyzantion.wixsite.com/assobyzantion
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Re: Antudo
Sono andato a vedere e ci ho visto un gran lavoro dietro le quinte.Ombrone ha scritto: ↑27/08/2024, 9:17 TI metto il link se vuoi venire a trovarci
https://assobyzantion.wixsite.com/assobyzantion
Complimenti a tutta l'associazione!
(se vuoi, metti link, logo e descrizione in "Link interessanti" o "Altri concorsi e iniziative".)
Re: Antudo
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Re: Antudo
Incredibile. Ci faccio un salto, grazie. .Ombrone ha scritto: ↑27/08/2024, 9:17 ...
TI metto il link se vuoi venire a trovarci
https://assobyzantion.wixsite.com/assobyzantion
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Re: Antudo
Per quanto riguarda la punteggiatura, e scrivendo quasi prettamente poesie, io al posto tuo, probabilmente avrei fatto ancora più caos
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Re: Antudo
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Massimo, ma potremmo fare a meno dei 200 caratteri per commentare Namio? Cioé: oltre a "Eccellente", che gli vuoi scrivere?
Una gioia per gli occhi, davvero!
Questo a parte, solo uno dei miei pallini (o fissazioni): "Jaime" (KHaime) è spagnolo (castigliano), mentre Giacomo era aragonese, ovvero doveva usare quello che oggi è il catalano, quindi il suo nome era Jaume (Giauma).
Così come Pietro era "Pere" (Pera) e Federico era "Frederic", ma si sarebbe potuto latinizzarli, visto che chi parla sono due normanni. Insomma, una scelta da armonizzare nel testo.
Piuttosto, il sogno di Tancredi: quello di una pacifica nazione multietnica! Imparasse la storia, qualcuno a Roma...
Racconti alla Luce della Luna
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Re: Antudo
Un caro saluto
BReVI AUTORI - volume 5
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
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Noir + Drammatico + Psicologico
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La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Marco Bertoli, Angela Catalini, Francesco Gallina, Liliana Tuozzo, Roberto Bonfanti, Enrico Teodorani, Laura Traverso, Antonio Mattera, Beno Franceschini, F. T. Leo, Fausto Scatoli, Alessandro Chiesurin, Selene Barblan, Giovanni Teresi, Noemi Buiarelli, Maria Rupolo, Alessio Del Debbio, Francesca Gabriel, Gabriele Iacono, Marco Vecchi, SmilingRedSkeleton, Alessandro Pesaresi, Gabriele Iacono, Gabriele Laghi, Ilaria Motta.
Vedi ANTEPRIMA (263,51 KB scaricato 89 volte).
Antologia visual-letteraria (Volume uno)
Collage di opere grafiche e testuali pubblicate sul portale www.BraviAutori.it
Il libro è un collage di opere grafiche e testuali pubblicate sul portale www.BraviAutori.it e selezionate tenendo conto delle recensioni ricevute, del numero di visualizzazioni e, concedetecelo, il nostro gusto personale. L'antologia non segue un determinato filone letterario e le opere sono state pubblicate volutamente in ordine casuale.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Dino Licci, Annamaria Trevale, Sara Palladino, Filippo C. Battaglia, Gilbert Paraschiva, Luigi Torre, Francesco Vespa, Luciano Somma, Francesco Troccoli, Mitsu, Alda Visconti Tosco, Mauro Cancian, Dalila, Elisabetta Maltese, Daniela Tricarico, Antonella Iacoli, Jean Louis, Alessandro Napolitano, Daniela Cattani Rusich, Simona Livio, Michele Della Vecchia, Giovanni Saul Ferrara, Simone De Foix, Claudia Fanciullacci, Giorgio Burello, Antonia Tisoni, Carlo Trotta, Matteo Lorenzi, Massimo Baglione, Lorenzo Zanierato, Riccardo Simone, Monica Giussani, Annarita Petrino, Luigi Milani, Michele Nigro, Paolo Maccallini, Maria Antonietta Ricotti, Monica Bisin, Gianluca Gendusa, Cristiana, Simone Conti, Synafey, Cicobyo, Massimiliano Avi, Daniele Luciani, Cosimo Vitiello, Mauro Manzo.
Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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GrandPrix d'inverno 2023/2024 - Terrazze d'aprile - e le altre poesie
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Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2017 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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La Gara 45 - Due personaggi in cerca d'autore
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