La gallina e l'uomo

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'autunno 2024.

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Eleonora2
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La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

La giornata era cominciata male.
Camminava sul marciapiede.
La difficoltà non stava nella riva che si presentava davanti, a pochi passi, ma nel buio che avvolgeva ogni costruzione.
Di mattina non avrebbe dovuto essere scuro. In nessun posto; il sole scaldava, come al solito; la luna raffreddava, come al solito; sole e luna facevano a gara a chi si vedeva di più, come al solito; a intermittenza, mandavano segnali di fumo ai pochi villeggianti rimasti a godersi il freddo o il caldo del paese.
Non c’erano più le mezze stagioni e la giornata era cominciata male, specialmente per chi non si alzava con il piede giusto.
I viventi, anche i vegetali, avevano delle teste.
Le teste crescevano, diventando sempre più ingombranti, negli esemplari di sesso maschile.
Il sesso femminile aveva la testa piccola, non essendo piena di pensieri, opinioni, considerazioni o suggestioni.
Chi possedeva entrambi i sessi, a seconda dei momenti, aveva testa piccola o estremamente grossa; così imparava.
Si arieggiavano i locali prima di soggiornarvi e si faceva di ogni erba un fascio ma si pensava che non tutto il male viene per nuocere.
Tutti, tubi e vivande comprese, sopravvivevano nella confusione e si aiutavano a stare a galla nel marasma che circondava idee o conversazioni.
Ognuno se la cavava come poteva.
Lei andava. Sul marciapiedi prestava attenzione e si guardava alle spalle, per il terrore di abbandonarsi all’amicizia.
L’amore imperversava.
Il buon cuore anche.
Il vuoto lasciato dagli atti di generosità doveva, in qualunque modo, venire colmato.
La scritta LEGGERE ATTENTAMENTE LE AVVERTENZE lampeggiava e lei ripensava ai fatti.
Procacciarsi cibo e garantire la continuazione della specie. Ma quale specie? Si interrogava su cosa fosse giusto o sbagliato. Ogni opportunità si doveva valutare e considerare di rimodulare i comportamenti creando nuove regole.
Molte domande. Istanze. Richieste. E la giornata era cominciata male.
Le galline, chiuse al buio, non si trasformavano più in prede per le volpi. La catena alimentare era diventata una corda per saltare.
Dal suo cervello di gallina non avrebbe potuto uscire un’idea.
Dopo aver camminato per quasi un’ora su quel marciapiedi, dall’altro lato della strada, la gallina, che canta ha fatto l’uovo, si trasformò in uomo, avvisato mezzo salvato.

Con il suo strumento, un violino nella custodia, l’uomo tornava dalle prove.
Era tardi e qualcuno lo aspettava nella gabbia.
Era una notte buia e tempestosa ma si preannunciava un buon giorno.
I fogli erano pronti, il lavoro filava e la storia scorreva che era un piacere.
Continuava, la storia, da sola; la notte incombeva e la musica, la solita, si diffondeva.
- Era, hai dimenticato era.
- Di proposito. L’ho fatto di proposito. Uno scrittore davvero abile non fa degli errori. Non si ripete!
- Vero. Tu sei uno scrittore?
- Sì.
Così dissero e non c’era niente di male nelle parole.
Parole lecite.
Autonomo il nome dell’uomo e Devota il nome della donna.
Donna costruita a misura.
Misura lunga, troppo lunga.
Lunga la strada. E i componimenti?
Componimenti troppi.
Troppi grilli per la testa.
E adesso, basta!
Basta con le moine.
Le moine vanno bene per le finzioni.
Tutto vero: donna, gabbia, gallina, giornata, inizio, mattinata, uomo.
Domande. Tante, troppe domande. E dubbi che nascono, crescono, salvano da certezze.
L’uomo si mette nella gabbia e racconta: dei giorni andati, delle ore trascorse nei boschi, delle lunghe camminate in montagna; ma, soprattutto, delle speranze; scrive di sé come una persona rispettosa degli spazi altrui, responsabile delle proprie azioni, indulgente, molto indulgente, e comprensiva.

Difetti? Non ne riconosceva. Erano legati alla sua natura, e comuni. Tipici della predisposizione umana. Quale predisposizione?
Non facciamoci troppe domande!
Continua a scrivere.
Autonomo continua a scrivere.

Arrivato a pagina tre. smise.
Smise di inventare, smise di crogiolarsi nei tormenti, smise di pensare. Bel risultato, anzi ottimo! far correre il tempo nella gabbia, e avere la mente vuota, completamente libera da preoccupazioni, ansie o visioni che consolano.
E, non volendo lasciare niente al caso, aveva in tasca la soluzione per i mali, tutti i mali.
Tenendola ben stretta, la soluzione, non aveva intenzione di condividerla con nessuno; – tre pagine, pfui! – .
L’uomo si accontentò e la donna si eclissò.
Dove?
Nella gabbia.

Vivere in gabbia non è gradevole. O, magari, è allettante se c’è chi provvede al tuo sostentamento e se c’è chi pensa a trasformarti in quel che sei.
Cosa significa? La trasformazione. Non saperlo rientra nei canoni della vita in gabbia: allo stretto e costretti a figliare.
Breve periodo e poi via, a rincorrersi nei campi di grano, promesse o delusioni, spighe in sfighe, uomini e donne, vincitori e vinte, come in una gara.
Senza coppe o trofei, con la pelle troppo esposta per bruciare
.
In gabbia la giornata era cominciata male.
E niente, proprio niente, si metteva in atto per cambiare la situazione.
Yakamoz
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Messaggio da leggere da Yakamoz »

Ciao, Eleonora,

il tuo stile di scrittura presenta caratteri post-modernisti, in particolare nella dimensione visiva piuttosto che in quella letteraria. La tua narrazione appare disgregata e scomposta, e potrebbe non risultare gradita a tutti. È come un racconto costruito su frasi frammentarie, con un'assenza di coerente linearità temporale tra le azioni.
In effetti, il testo suscita una certa angoscia in chi lo legge, simile all'esperienza di osservare un quadro composto da immagini disordinate. Mi ricorda molto il programma televisivo "Blob" di RAI 3. Sembra che tu voglia rappresentare il mondo in cui viviamo: un luogo dove le persone sono come galline rinchiuse nelle loro gabbie, intrappolate tra luce e ombra, con teste di dimensioni variabili a seconda del sesso. Ci sono anche riflessioni sulla scrittura, nonostante lui sia un violinista, ci si poi imbatte in domande prive di risposta… e tutto avviene in questo caos che, appunto, definiamo "mondo".

Voto 4/5 (nel suo valore distruttivo, anche nella narrazione, post-modernista)

Tante belle cose

Antonio

P.S. Classiche domande post-moderniste: Cos'è l'arte? Chi decide cosa è arte e cosa non lo è? Qual è il ruolo dell'artista nella società?
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Eleonora2
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Grazie Antonio! Per l'attenta lettura, per il voto, il commento. Il testo fa parte di una delle mie tante ossessioni, cioè di coinvolgere chi legge facendo uno sforzo, non limitandosi a vedere ma mettendoci del suo, non guidandolo per mano fino al finale, C'è, poi, una ricerca della parola. Una chiama l'altra e stravolgo tutto l'ordine del racconto e i tempi verbali. C'è qui la costruzione di un mondo. Per me, la gallina ha un significato, che non deve essere necessariamente lo stesso per tutti così, pure l'uomo, la gabbia, la strada, ecc. Non so se ho trasmesso qualcosa. Spero di sì. Il tuo giudizio, opinione o riflessione, mi onora in modo sublime. Ti ringrazio ancora per la fatica!
Vittorio Felugo
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Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

Un racconto originale, parole e pensieri in libertà, che si formano via via e camminano con le proprie gambe. Per dove, non si sa, il bello è proprio questo. Una storia non deve necessariamente avere un inizio e una fine, qui ravviso una ciclicità nella vita di queste galline, galli, uomini, donne, tra proverbi e giochi di parole. Testo bizzarro e simpatico, voto 4.
Saluti
Vittorio
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Eleonora2
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Grazie Vittorio! Per lettura e commento.
Andr60
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Messaggio da leggere da Andr60 »

Mi pare una composizione in stile dadaista e a questo punto alzo le mani, essendo del tutto impreparato alla letteratura di avanguardia (del '900). Apprezzo lo sforzo dell' autrice perciò do il voto 3
Ultima modifica di Andr60 il 29/09/2024, 11:14, modificato 1 volta in totale.
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Eleonora2
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Grazie! Andr06, ho tentato di stravolgere la struttura del racconto costruendo un mondo ma, per me, la strada è ancora lunga e accidentata.Si tratta di vedere se e come funziona. Ho cercato strade nuove ma non so se ci sono riuscita. Il risultato non mi convince ancora. Continuerò a cercare..... Niente di super-moderno o artistico ma ricerca nella scrittura e divertimento, reciproco.
Jacopo Serafinelli
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Messaggio da leggere da Jacopo Serafinelli »

@Eleonora2
Gran bel caos caoticamente descritto ma… ma in fondo se gettiamo gli occhi di gallina fuori dalla gabbia quello che vediamo è quello che leggiamo in questa lettura che… senza un filo logico… si srotola dentro e fuori la gabbia.
Si sente l'odore sgradevole di ammassamento numerico… quello che… se allertiamo le narici si sente nelle aree metropolitane.
Mi è piaciuto! Un bel 4.
Jacopo
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Eleonora2
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Grazie Jacopo! Ognuno deve trovare la propria, personale, soluzione. Ripeto. Dirò il mio tentativo, alla fine della Gara d'Autunno. Progetto ambizioso? Può darsi. Mi interessa conoscere i vostri pareri.
Namio Intile
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

Luoghi comuni, domande, gabbie, finzioni, scrittori che terminano a pagina tre. Sembra un sogno, anzi un incubo. La materia di cui sono fatti i sogni è evanescente, e nei sogni la razionalità può venire meno. Non so se hai mai letto il Don Chisciotte di Cervantes. È il primo romanzo della storia, il primo romanzo europeo, e accadono fatti insoliti, incontri improbabili, coincidenze impossibili. Il romanzo barocco è onirico senza esserlo, è irrazionale senza esserlo. Il secolo dei lumi ci ha ancorato alla realtà, alla razionalità. Da quel momento l'irrazionale è stato bandito dalla vita come dalla letteratura e relegato alle visioni oniriche, o alle rimembranze a occhi aperti, o alle esperienze allucinatorie indotte da qualche droga o da qualche accadimento neurale e informatico insieme, il genere cyberpunk presumo. A trionfare nel secolo di Voltaire è stato il principio di realtà, la consequenzialità irrinunciabile di causa ed effetto. Così la visione del mondo del Don Chisciotte, limpida e potente irrazionale e illogica (ma non magica), è svanita per sempre ed è stata relegata a una lettura difficile per gente come noi abituata fin dalla nascita alla relazione tra causa ed effetto.
Ecco, forse la sensazione di straniamento di fronte al tuo stesso scritto è data da questa impossibilità ormai genetica, nell'incomprensibilità del romanzo originario europeo. L'umanità ha percorso un'altra strada, quella di Bacone, di Hume, di Galileo, degli illuministi.
A mio avviso l'antica strada, quella dell'irrazionale, è ormai impercorribile, a meno di non scendere nell'onirico(Broch a inizio Novecento), nel magico (ricordi il realismo magico di Marquéz? Ma appunto realismo), o in esperienze allucinatorie varie (Matrix e il cyberpunk in generale). Tentativi di aggirare la dittatura della realtà.
Il racconto per me è valido così com'è. Un tentativo, dici bene. Il mio consiglio è di attingere alla fonte, al don Quixote dove, ti garantisco, ti perderai dentro le sue infinite gabbie.
Un caro saluto
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Eleonora2
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Grazie Namio. Per la mia presunzione è un onore ricevere tuoi commenti. Ho provato tante volte a leggere il Don Chisciotte, l'uitima volta circa dieci anni fa, quando mi è stato regalato un manifesto in cui mi si paragonava a una che lotta contro i mulini a vento, ma non sono arrivata oltre le prime pagine. Magari è arrivato il suo momento. Trovo che la strada dell'irrazionalità sia sempre percorribile e mi lascio più che mai invischiare, altrimenti la realtà mi ridurrebbe in pezzi. Le mie scarse conoscenze, filosofiche e non solo, portano a cercare nelle esperienze di quelli che mi circondano il conforto alle mie mancanze. Un caro saluto a te.
Namio Intile
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Re: La gallina e l'uomo

Messaggio da leggere da Namio Intile »

Se devi riprendere il Don Chisciotte (quant'è vero che ogni opera ha il suo tempo nel nostro personale tempo) non impostare la lettura come faresti con un'opera moderna o contemporanea. Lascia perdere chi ha fatto cosa e quando. Lasciati trasportare da un Don Chisciotte che non è un folle, né un mago, né un sognatore, ma solo lo spirito del barocco. Forse per me, da siciliano, abituato ad avere tutti i giorni davanti i fiori di marmo di Casa Professa o i galeoni tra le nuvole di Santa Caterina, Villa Palagonia coi suoi mostri o i mascheroni altrettanto fuori di testa di Palazzo Nicolaci di Villadorata è più facile entrare dentro allo spirito barocco; mi basta una passeggiata per fare un bagno di irrazionale, di caos, di forme cariche fino all'inverosimile e quella sensazione di troppo, che a me non stanca, a cui sono abituato, ma che so in molti, al di là del Faro, detestano fino alla nausea.
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