Puccini e la luna
- Nunzio Campanelli
- rank (info):
- Necrologista
- Messaggi: 256
- Iscritto il: 18/12/2012, 12:34
-
Author's data
Puccini e la luna
Ansedonia, comune di Orbetello, Settembre 1922. Torre della tagliata. Lungo il ciglio del canale scavato nella pietra dalle mani di antichi scalpellini oltre ventidue secoli prima, passeggia solitario un uomo vestito d'un completo leggero. Si ferma per godere di un po' ombra fornita da una piccola rupe, la testa imperlata di sudore. Con un fazzoletto cerca di asciugarsi, ma subito altre gocce sostituiscono quelle appena deterse. Approfittando di un leggero rialzo vi si siede sopra, lasciando le gambe ciondolare all'interno del canale, dove la risacca spinge l'acqua marina in una vorticosa risalita fin sotto ai suoi piedi, per fermarsi alcuni istanti come preda di un'illusione d'infinito, e poi precipitare nella ridiscesa al mare.
- Maestro!
L'uomo, immerso nelle sue meditazioni, sembra non sentire la voce che lo sta chiamando.
- Maestro Puccini!
Il secondo richiamo giunge a segno. Il celebre compositore si volta verso la persona la cui insistenza sembra non volersi arrendere.
- Che c'è?
- Il signor Adami, Maestro!
- Che vuole?
- Ma... lo abbiamo chiamato noi!
- Sì, sì. Digli di aspettare.
Il domestico, soddisfatto della risposta si avvia verso la torre. Poi, come preso da un dubbio improvviso, si volta di nuovo per chiedere.
- Scusi Maestro. Aspettare... quanto?
- Ma... vi siete coalizzati? Quanto, quanto... digli che, se vuole, può raggiungermi qui.
Il servitore si allontana in direzione della villa, una vecchia torre di guardia del sedicesimo secolo rimessa a posto, dove negli ultimi tempi Puccini aveva preso ad abitare.
"Bianca al pari della giada, fredda come quella spada, è la bella Turandot!"
Quei versi gli giravano in testa da alcuni giorni, ed erano il suo cruccio, il dilemma che non riusciva a sciogliere. Come poteva rendere in pieno la metamorfosi della principessa, da algida sanguinaria a tenera innamorata. I librettisti poi non lo aiutavano certo, lui parlava, parlava, e loro sempre ad annuire, ma non capivano... quel mondo così lontano, così... cinese!
Si rimette in piedi. Il sole ha preso con decisione la via di ponente, e alta nel cielo si può distinguere una pallida luna che tenta di confondersi con un gruppo di nuvole. Il mare sembra più gonfio, e le onde entrano nel canale con fragore.
- Maestro! Maestro!
Puccini si volta verso il punto da cui proviene la voce, scorgendo un uomo che agita le braccia nel tentativo di richiamare la sua attenzione.
- Chi è?
- Maestro, sono io! Adami!
Come sorpreso da quella apparizione, Puccini segnala all'uomo di raggiungerlo. Questi si avvicina con una cartella in mano, visibilmente preoccupato per il fatto di dover percorrere quel sentiero così accidentato.
- Maestro, ho portato l'ultima stesura. Questa volta ci siamo!
- No.
- Ma... almeno le dia un'occhiata. Come fa a rifiutarla se non l'ha nemmeno letta!
- Certo, la leggerò con cura, ma ora mi ascolti. Lei sa da quanto tempo lavoro per riuscire a concludere quest'opera. Ogni ora, ogni minuto del mio tempo ormai la dedico a Turandot. Sono arrivato al punto che tutta la mia musica finora scritta non mi piace più. Perché?
- Ma... non saprei.
- Certo che no. Io stesso l'ho capito solo pochi minuti fa, guardando quella luna, quella stessa luna tante volte invocata da Turandot. Chi come lei? Forse Mimì, Manon, Tosca, Minnie, Suor Angelica? Ho cercato nel mio universo, ma una come la principessa cinese non c'è. Allora ho capito che finisce qui.
- Cosa?
- L'opera. La Turandot, no?
- Scusi, ma non la seguo.
- È finita. L'opera è finita proprio nel punto in cui mi sono fermato, dove si racconta del compianto per la morte della schiava Liù. Oltre non posso andare, lì ho raggiunto il massimo splendore. Scriverò subito una lettera a Ricordi.
Adami lo guarda sconsolato. Le sue mani stringono l'ennesima versione del finale del libretto della Turandot, e Puccini sostiene che non solo non va bene, ma che addirittura non serve più.
- Vede, Adami, Una donna come Turandot non l'avevo mai incontrata. La morte, gli enigmi, il rifiuto del matrimonio, il pensiero incessante dello stupro subito dalla sua antenata, il piacere di vedere decapitati i suoi pretendenti, la rivalità con il padre e la volontà di sfidare il popolo. Turandot è una ribelle, una donna in rivolta. Turandot è nel mito, è un mito. Turandot è Medea. E, con Medea condivide la stessa angoscia, ferocia, fragilità. E una donna come questa volete che io la rappresenti mansueta come un agnellino, come voi avete fatto nel finale? Non posso. Non esiste musica che possa farlo. Guardi la luna, Adami, ora che il sole va spegnendosi nell'imminenza della notte, guardi come dilaga la sua luce smorta. Noi possiamo solo ammirarla da lontano. Come la bella Turandot.
I due uomini s'incamminano verso la torre. Il mare sempre più grosso s'incunea nella tagliata etrusca muggendo come un toro. Nella torre Puccini una macchia di luce disegna i contorni di una porta, che pian piano si chiude.
Bruxelles, Novembre 1924. Giacomo Puccini muore di infarto, stremato da un tumore alla gola. La Turandot rimarrà incompiuta. Al musicista Franco Alfano fu commissionata dall'editore Ricordi la stesura delle ultime due scene.
Autore presente nei seguenti ebook di BraviAutori.it:
- Marino Maiorino
- rank (info):
- Terza pagina
- Messaggi: 830
- Iscritto il: 15/10/2012, 0:01
- Località: Barcellona
- Contatta:
-
Author's data
Commento
È difficile riuscire a comunicare il tormento di Puccini se non facendolo vivere al lettore in quegli stessi momenti.
Ed è così tristemente banale, vuota di senso, l'insistenza di Ricordi che volle far concludere la Turandot: crediamo di vedere oggi il peggio del capitalismo, ma cos'è quell'affidare un'opera d'arte a un altro se non affannarsi a cercare denaro privato della ragione stessa che lo genera? Bene fa dunque, Toscanini, quando ferma l'orchestra, e il tuo racconto chiude così il proprio ciclo: l'opera NON doveva finire diversamente, ma solo chi sia dotato di una certa sensibilità può apprezzarne il senso.
Puccini mentalmente innamorato della Turandot, ossessionato da una donna così speciale, una donna DONNA, una compagna. In un'Italia che si affacciava al fascismo, una donna capace di tener testa e far tremare gli uomini, capace di vendicarsene. L'hai ben descritta tu.
Nunzio... Mi fermo qui. Continua a creare.
Racconti alla Luce della Luna
Autore presente nei seguenti libri di BraviAutori.it:
Autore presente nei seguenti ebook di BraviAutori.it:
- Marino Maiorino
- rank (info):
- Terza pagina
- Messaggi: 830
- Iscritto il: 15/10/2012, 0:01
- Località: Barcellona
- Contatta:
-
Author's data
Re: Puccini e la luna
Altra cosa che deve rispettare, è che il suo titolo deve essere "Commento" e basta.
Il tuo commento ha come titolo "Re: Puccini e la luna" (e puoi editarlo).
Non so se raggiunge i 200 caratteri.
Racconti alla Luce della Luna
Autore presente nei seguenti libri di BraviAutori.it:
Autore presente nei seguenti ebook di BraviAutori.it:
-
- rank (info):
- Terza pagina
- Messaggi: 756
- Iscritto il: 07/03/2019, 11:31
-
Author's data
Commento
Non mi ha fatto impazzire questo dover per forza reinterpretare, per forza dire qualcosa di nuovo; a dire il vero Puccini non mi fa mai luccicare gli occhi.
Quella di Turandot è una favola trasposta da un racconto persiano che somiglia un po' all'enigma della Sfinge di mitologica memoria. Il sacrificio della schiava salva i due futuri amanti in un trionfo di buoni propositi a venire e poco importa del sacrificio della povera Liù. Certo, né Khalaf né Turandot ne escono bene. La storia è semplice, una contrapposizione tra amore e morte in cui però affiora il carattere ossessivo della principessa, decisa a sfuggire alla stupro matrimoniale, e quello temerario del suo futuro marito, disposto a tutto pur di conquistarne il cuore (e il trono perso dal padre).
Anche a mio avviso l'opera termina con la morte di Liù. Il trionfo matrimoniale dei due reali viziati pargoli perde importanza difronte al sacrificio della schiava. Un sacrificio che non ha altro fine se non quello di evitare al proprio padrone un lutto, pure se da un certo punto di vista, quello religioso moralistico, quella che viene rappresentata è la redenzione attraverso il sacrificio. Pure se è il sacrificio di una povera schiava. Ma, ça va sans dire, i reali raramente pagano di tasca loro. Si sono sacrificati per interposta persona, ecco, ma si sono redenti di persona.
Con Liù termina la Turandot anche per me, ma non perché la Turandot somiglia a Medea, come l'autore ci propone nel finale messo in bocca a Puccini, ma proprio perché non le somiglia affatto. È un personaggio privo di un vero spessore tragico. Come anche Liù, d'altra parte, simile a una delle tante vergini martiri dall'iconografia colma di seni asportati e mani mozzate per un'idea, per sopravvivere a se stesse attraverso l'apocalisse del proprio corpo (reale e vivente) per la sublimazione del proprio spirito (irreale e immaginario). Una sorta di santa laica, Liù, un'eroina se vogliamo. D'altra parte la maggior parte delle opere pucciniane ha per protagoniste donne che si sacrificano per salvare un uomo: la Tosca, la Fanciulla del West, e via discorrendo.
D'altra parte, l'aria finale e più conosciuta, Nessun dorma, recita: Il mio mistero è chiuso in me, il nome mio nessun saprà. L'egoismo di Khalaf, che pensa solo all'amore di Turandot, a cui ha rilanciato la sfida mortale, passa sopra la povera Liù senza un pensiero, la donna che si sacrifica per lui senza niente in cambio.
Quindi con Liù doveva terminare l'opera e non con la fredda Turandot, penso io. Perché le opere pucciniane finiscono con la morte della protagonista o con il suo sacrificio salvifico.
La tua ricostruzione pur apprezzandola non la condivido dunque.
Ciò nonostante, il racconto è molto piacevole, con qualche imprecisione qua e là. Non è la testa, ad esempio, ad essere imperlata di sudore, ma la fronte. Bazzecole.
Ottimo lavoro, a rileggerti.
-
- rank (info):
- Pubblicista
- Messaggi: 99
- Iscritto il: 25/11/2018, 0:46
-
Author's data
Commento
-
- rank (info):
- Correttore di bozze
- Messaggi: 338
- Iscritto il: 13/10/2021, 17:38
-
Author's data
Commento
Inizio col dirti che il tuo racconto mi ha ricordato Buzzati e il suo terrore alla Scala, lo considero un complimento.
Sicuramente mi piace, non ci sono refusi e lo stile ed il ritmo mi piacciono.
Voto 4 complimenti.
Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2020 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
Scarica questo testo in formato PDF (4,73 MB) - scaricato 127 volte..
Lascia un commento.
Calendario BraviAutori.it "Writer Factor" 2016 - (in bianco e nero)
A cura di Tullio Aragona.
Scarica questo testo in formato PDF (5,44 MB) - scaricato 158 volte..
Gara d'autunno 2020 - Beu, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
Scarica questo testo in formato PDF (543,51 KB) - scaricato 74 volte.
oppure in formato EPUB (354,64 KB) (vedi anteprima) - scaricato 56 volte..
Lascia un commento.
Il Bestiario del terzo millennio
raccolta di creature inventate
Direttamente dal medioevo contemporaneo, una raccolta di creature inventate, descritte e narrate da venti autori. Una bestia originale e inedita per ogni lettera dell'alfabeto, per un bestiario del terzo millennio. In questa antologia si scoprono cose bizzarre, cose del tutto nuove che meritano un'attenta e seria lettura.
Ideato e curato da Umberto Pasqui.
illustrazioni di Marco Casadei.
Contiene opere di: Bruno Elpis, Edoardo Greppi, Lucia Manna, Concita Imperatrice, Angelo Manarola, Roberto Paradiso, Luisa Gasbarri, Sandra Ludovici, Yara Źagar, Lodovico Ferrari, Ser Stefano, Nunzio Campanelli, Desirìe Ferrarese, Maria Lipartiti, Francesco Paolo Catanzaro, Federica Ribis, Antonella Pighin, Carlotta Invrea, Patrizia Benetti, Cristina Cornelio, Sonia Piras, Umberto Pasqui.
BReVI AUTORI - volume 1
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale
La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Fausto Scatoli. Giorgio Leone, Annamaria Vernuccio, Luca Franceschini, Alphaorg, Daniel Carrubba, Francesco Gallina, Serena Barsottelli, Alberto Tivoli, Giuseppe C. Budetta, Luca Volpi, Teresa Regna, Brenda Bonomelli, Liliana Tuozzo, Daniela Rossi, Tania Mignani, Enrico Teodorani, Francesca Paolucci, Umberto Pasqui, Ida Dainese, Marco Bertoli, Eliseo Palumbo, Francesco Zanni Bertelli, Isabella Galeotti, Sandra Ludovici, Thomas M. Pitt, Stefania Fiorin, Cristina Giuntini, Giuseppe Gallato, Marco Vecchi, Maria Lipartiti, Roberta Eman, Lucia Amorosi, Salvatore Di Sante, Valentina Iuvara, Renzo Maltoni, Andrea Casella.
Human Takeaway
(english version)
What if we were cattles grazing for someone who needs a lot of of food? How would we feel if it had been us to be raised for the whole time waiting for the moment to be slaughtered? This is the spark that gives the authors a chance to talk about the human spirit, which can show at the same time great love and indiscriminate, ruthless selfishness. In this original parody of an alien invasion, we follow the short story of a couple bound by deep love, and of the tragic decision taken by the heads of state to face the invasion. Two apparently unconnected stories that will join in the end for the good of the human race. So, this is a story to be read in one gulp, with many ironic and paradoxical facets, a pinch of sadness and an ending that costed dearly to the two authors. (review by Cosimo Vitiello)
Authors: Massimo Baglione and Alessandro Napolitano.
Cover artist: Roberta Guardascione.
Translation from Italian: Carmelo Massimo Tidona.
Vedi ANTEPRIMA (494,48 KB scaricato 257 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.