La rivelazione
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La rivelazione
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L'impressione è l'orgoglio di aver scritto questo racconto divino
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Re: Commento
Rispondo in particolare ad Eleonora: mi sembrava ovvio che la mia fosse solo una rivisitazione e che probabilmente (leggasi sicuramente) le cose non sono andate così, ma a quanto pare non era così scontato da capire per tutti...se cercava un resoconto della Storia, come la chiama lei, le consiglio di andarsi a vedere un documentario e di non leggere opere di fantasia.Eleonora2 ha scritto: 29/09/2024, 11:17 Il racconto è scritto bene e ben condotto. Voto 3. L'idea di ricostruire una storia è valida ma, secondo me, favolosa. La realtà è molto più complessa. Il tuo è un punto di vista, molto personale e legato alle favole, per questo non mi soddisfa fino in fondo. Hai interpretato la Storia, secondo me, in modo troppo personale.
Un saluto
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Ho passato alcuni interessanti anni in vari gruppi che debunkava le panzane creazioniste sul web, per cui Darwin lo conosco bene e lo amo, il che mi porterebbe a dare un voto alto a un racconto, pure ben scritto, su di lui.
Mi suonano male però un paio di punti che mi portano a pensare che come si dice non hai fatto tutti i compiti a casa.
Il Beagle era un brigantino… allora nessuno inglese del 1830 avrebbe mai usato l'espressione generica "veliero" esattamente come un italiano non direbbe mai "maccheroni" ma ti direbbe l'esatto formato. Un piccolo dettaglio che avrebbe creato molta atmosfera.
La ferrovia… qui pure ho un dubbio. La prima ferrovia commerciale a vapore (la manchester liverpool) è del 1830… improbabile che nel 1836 la rete ferroviaria permettesse a Darwin di tornare a casa… soprattutto descrivendolo come un fatto normale senza meraviglia (aveva lasciato l'Inghilterra nel 1831! come se tu oggi partissi per un paio di anni e tornando a casa trovassi che hanno costruito l'Hyperloop di musk che collega roma e milano in 40 minuti… )
Poi ovviamente potremmmo discutere sull'evoluzione del pensiero di Darwin… che non fu una rivelazione improvvisa ma un processo che si basava anche su gli studi di altri. Ad esempio già Linneo, quasi un secolo prima, aveva classificato l'uomo nella stessa famiglia delle scimmie per la loro sommiglianza… e si era già beccato le critiche della chiesa svedese, insomma quella non era proprio una novità
Ma vabbene sono un rompiscatole oggi lo so.
Hai parlato di Darwin, è scritto bene mi basta per un cinque. E vai
- Marino Maiorino
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il racconto è ben scritto. Il tema mi ha fatto pensare a mia figlia, che si sta accostando "pericolosamente" alla biologia e che avrebbe potuto in alcuni tratti gridare al "lamarckismo!" né più né meno di come un vescovo cattolico ai tempi di Darwin avrebbe gridato all'eresia, ma io sono già dall'altra parte, e so che le idee hanno bisogno di tempo per maturare persino in chi le... idea: il giovane Darwin certamente aveva un'idea solo approssimativa della sua teoria. Fin qui, tutto Ok.
Il punto che mi manca, perché in realtà il tuo racconto è ben scritto, è lo sfondare la pagina, mi manca la passione. Uno scienziato non è molto razionale quando decide di proporre una teoria come l'evoluzione: sa che dovrà affrontare modi di pensare molto radicati, sa che potrebbe subire uno stigma sociale (ai tempi di Darwin? Non solo! La relatività di Einstein venne messa al bando nella Germania nazista, bollata come pseudo-scienza! Toh, quando ho già sentito queste cose?).
Cosa gli fa trovare il coraggio di continuare la sua battaglia, è la convinzione di aver ragione? No.
Galileo ha dimostrato cosa fa chi è convinto di aver ragione: subisce il processo, abiura le proprie teorie in tribunale, pronuncia la frasetta da libro Cuore "eppur si muove" come gol della bandiera, ma porta a casa la pelle (e anche la cattedra...)
La battaglia si continua per amore alla scienza, perché sai che ti costerà tutto, e a Darwin costò tutto.
Quello che voglio dire è che una grande mente AMA innanzitutto quello che fa, ed è quel sentimento, non quel ragionamento, che lo spinge a continuare.
Ora, nel tuo racconto, quello che ho letto è il ragionamento: "cercherò di convincere i miei, e se ci riesco con loro..."
'O core 'e mamma te dice sì a tutte cose, pure si sì 'nu delinquente. Mi manca la madre, seriamente preoccupata per il pericolo al quale si esponeva il figlio. Ma mi manca soprattutto lui, che sa (come hai ben intuito) che deve cominciare dai genitori perché il vincolo filiale li renderà più ricettivi. E perché dovrebbero, se non per amore?
Ecco, questo è quello che mi è mancato di più: lo strazio, la paura di tradire la fiducia dei cari, l'eccitazione per aver carpito questo segreto alla Natura, il desiderio incontenibile di volerlo comunicare. Sentimenti, che sono ciò di cui dovremmo sempre scrivere, perché sono quelli che ci distinguono dalle macchine.
O forse sono io che sto diventando (finalmente) troppo sentimentale con gli anni.
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Re: Commento
Ciao, grazie per il commento.Ombrone ha scritto: 30/09/2024, 15:57 Ok qui ho un attimo di lotta interiore.
Ho passato alcuni interessanti anni in vari gruppi che debunkava le panzane creazioniste sul web, per cui Darwin lo conosco bene e lo amo, il che mi porterebbe a dare un voto alto a un racconto, pure ben scritto, su di lui.
Mi suonano male però un paio di punti che mi portano a pensare che come si dice non hai fatto tutti i compiti a casa.
Il Beagle era un brigantino… allora nessuno inglese del 1830 avrebbe mai usato l'espressione generica "veliero" esattamente come un italiano non direbbe mai "maccheroni" ma ti direbbe l'esatto formato. Un piccolo dettaglio che avrebbe creato molta atmosfera.
La ferrovia… qui pure ho un dubbio. La prima ferrovia commerciale a vapore (la manchester liverpool) è del 1830… improbabile che nel 1836 la rete ferroviaria permettesse a Darwin di tornare a casa… soprattutto descrivendolo come un fatto normale senza meraviglia (aveva lasciato l'Inghilterra nel 1831! come se tu oggi partissi per un paio di anni e tornando a casa trovassi che hanno costruito l'Hyperloop di musk che collega roma e milano in 40 minuti… )
Poi ovviamente potremmmo discutere sull'evoluzione del pensiero di Darwin… che non fu una rivelazione improvvisa ma un processo che si basava anche su gli studi di altri. Ad esempio già Linneo, quasi un secolo prima, aveva classificato l'uomo nella stessa famiglia delle scimmie per la loro sommiglianza… e si era già beccato le critiche della chiesa svedese, insomma quella non era proprio una novità
Ma vabbene sono un rompiscatole oggi lo so.
Hai parlato di Darwin, è scritto bene mi basta per un cinque. E vai
In realtà avevo scritto "brigantino" all'inizio, poi l'ho cambiato in "veliero" per paura che molta gente non sapesse cosa sia un brigantino e per evitare di essere troppo specifico (come avrai notato, l'intenzione era quella di non rivelare immediatamente chi fosse il protagonista della storia).
Riguardo la ferrovia magari hai ragione tu, ma un errore di qualche decennio per un racconto del genere (non proprio un bestseller diciamo...) penso sia passabile...anche per quanto riguarda la meraviglia che ci sarebbe dovuta essere, non penso fosse utile ai fini della storia e non avrebbe aggiunto niente, solo qualche riga. Comunque grazie per le osservazioni!
Un saluto
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Re: Commento
Ciao Marino, grazie per l'intervento. Capisco le tue osservazioni e in larga parte le condivido (anzi, mi hai fatto venire quasi voglia di fare qualche modifica al racconto). Diciamo che sono ottimi spunti per un approfondimento sul tema, su cui si sarebbe potuto scrivere veramente tanto.Marino Maiorino ha scritto: 02/10/2024, 23:56 Ciao Valerio,
il racconto è ben scritto. Il tema mi ha fatto pensare a mia figlia, che si sta accostando "pericolosamente" alla biologia e che avrebbe potuto in alcuni tratti gridare al "lamarckismo!" né più né meno di come un vescovo cattolico ai tempi di Darwin avrebbe gridato all'eresia, ma io sono già dall'altra parte, e so che le idee hanno bisogno di tempo per maturare persino in chi le... idea: il giovane Darwin certamente aveva un'idea solo approssimativa della sua teoria. Fin qui, tutto Ok.
Il punto che mi manca, perché in realtà il tuo racconto è ben scritto, è lo sfondare la pagina, mi manca la passione. Uno scienziato non è molto razionale quando decide di proporre una teoria come l'evoluzione: sa che dovrà affrontare modi di pensare molto radicati, sa che potrebbe subire uno stigma sociale (ai tempi di Darwin? Non solo! La relatività di Einstein venne messa al bando nella Germania nazista, bollata come pseudo-scienza! Toh, quando ho già sentito queste cose?).
Cosa gli fa trovare il coraggio di continuare la sua battaglia, è la convinzione di aver ragione? No.
Galileo ha dimostrato cosa fa chi è convinto di aver ragione: subisce il processo, abiura le proprie teorie in tribunale, pronuncia la frasetta da libro Cuore "eppur si muove" come gol della bandiera, ma porta a casa la pelle (e anche la cattedra...)
La battaglia si continua per amore alla scienza, perché sai che ti costerà tutto, e a Darwin costò tutto.
Quello che voglio dire è che una grande mente AMA innanzitutto quello che fa, ed è quel sentimento, non quel ragionamento, che lo spinge a continuare.
Ora, nel tuo racconto, quello che ho letto è il ragionamento: "cercherò di convincere i miei, e se ci riesco con loro..."
'O core 'e mamma te dice sì a tutte cose, pure si sì 'nu delinquente. Mi manca la madre, seriamente preoccupata per il pericolo al quale si esponeva il figlio. Ma mi manca soprattutto lui, che sa (come hai ben intuito) che deve cominciare dai genitori perché il vincolo filiale li renderà più ricettivi. E perché dovrebbero, se non per amore?
Ecco, questo è quello che mi è mancato di più: lo strazio, la paura di tradire la fiducia dei cari, l'eccitazione per aver carpito questo segreto alla Natura, il desiderio incontenibile di volerlo comunicare. Sentimenti, che sono ciò di cui dovremmo sempre scrivere, perché sono quelli che ci distinguono dalle macchine.
O forse sono io che sto diventando (finalmente) troppo sentimentale con gli anni.
Un saluto!
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Re: Commento
Per me hai fatto male, per due ragioni principali:Valerio Geraci ha scritto: 08/10/2024, 11:59 In realtà avevo scritto "brigantino" all'inizio, poi l'ho cambiato in "veliero" per paura che molta gente non sapesse cosa sia un brigantino...
1- non ti puoi "permettere" di supporre cosa noi tutti sappiamo o non sappiamo;
2- se vuoi narrare di un brigantino, narra di un brigantino. Se non conosciamo la parola, sta a noi informarci.
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Re: Commento
Ma no, non volevo supporre niente, solo ho pensato che "veliero" anzichè "brigantino" mi permettesse di accedere a un maggior numero di persone senza che la lettura venisse interrotta per andare a cercare la parola, il tutto senza inficiare la trama in alcun modo. Rasoio di Occam: più semplice è, meglio è. Nient'altroMassimo Baglione ha scritto: 08/10/2024, 14:08 Per me hai fatto male, per due ragioni principali:
1- non ti puoi "permettere" di supporre cosa noi tutti sappiamo o non sappiamo;
2- se vuoi narrare di un brigantino, narra di un brigantino. Se non conosciamo la parola, sta a noi informarci.
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Rasoio di cosa?!
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Quanto Darwin ha visto e capito nel suo viaggio infatti non è stato visto e capito del tutto dalla maggior parte della gente neanche oggi. Incompreso, travisato (il darwinismo sociale e tanto altro) usato per altri fini.
Proprio per questo mi sarei aspettato che la rivelazione causasse una più forte opposizione nei genitori. Gli avrebbero dovuto dire che era pazzo, che la smettesse con queste idee folli e via discorrendo. Invece si sono arresi subito, come se le loro convinzioni non valessero nulla, del tutto simili a molti genitori moderni pronti ad assecondare i figli e ad andargli incontro pur perché contraddire i figli è l'unico vero tabù. Ecco, forse lì avresti potuto osare un contrasto più sostanzioso anche per dare sostanza alle idee del piccolo Charles. Più forti dovevano essere le convinzioni dei genitori più forte doveva essere l'idea del figlio.
Per le cose di mare sono un po' pignolo: il parapetto di una nave a vela è la falca, che di solito sormonta la murata. Quindi o murata o falca, non certo parapetto.
Per il resto è un buon testo e io ti faccio i miei complimenti.
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Re: Commento
Ciao Namio, grazie per i complimenti.Namio Intile ha scritto: 11/10/2024, 14:13 Mi è piaciuta l'idea. E la rivelazione che giunge alla fine di un lungo viaggio, come sempre. Spesso quel viaggio si chiama vita e siamo noi i primi a dover fare i conti con le rivelazioni, gli svelamenti, che questo viaggio ci impone come prezzo da pagare per averlo intrapreso. E i viaggi sono sempre personali, ed è difficile che altri possano vedere e capire ciò che noi abbiamo visto e capito nel mentre.
Quanto Darwin ha visto e capito nel suo viaggio infatti non è stato visto e capito del tutto dalla maggior parte della gente neanche oggi. Incompreso, travisato (il darwinismo sociale e tanto altro) usato per altri fini.
Proprio per questo mi sarei aspettato che la rivelazione causasse una più forte opposizione nei genitori. Gli avrebbero dovuto dire che era pazzo, che la smettesse con queste idee folli e via discorrendo. Invece si sono arresi subito, come se le loro convinzioni non valessero nulla, del tutto simili a molti genitori moderni pronti ad assecondare i figli e ad andargli incontro pur perché contraddire i figli è l'unico vero tabù. Ecco, forse lì avresti potuto osare un contrasto più sostanzioso anche per dare sostanza alle idee del piccolo Charles. Più forti dovevano essere le convinzioni dei genitori più forte doveva essere l'idea del figlio.
Per le cose di mare sono un po' pignolo: il parapetto di una nave a vela è la falca, che di solito sormonta la murata. Quindi o murata o falca, non certo parapetto.
Per il resto è un buon testo e io ti faccio i miei complimenti.
Per quanto riguarda la reazione dei genitori non posso che darti ragione, in effetti anche secondo me è la parte più debole del testo, ma ho cercato di renderla meno pesante possibile. Per quanto riguarda invece le "cose di mare", alzo le mani, non ne so abbastanza e in ogni caso non penso siano importanti ai fini del racconto.
Un saluto
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Lodo lo sforzo non indifferente fatto dall'autore nell'immaginare il viaggio di un idolo della scienza.
Il finale non mi piace,il resto si lascia leggere.
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Lo stile della narrazione trasforma il lettore in osservatore.
La prosa, molto lineare, ed il tono che usi per la speigazione di Darvin mi hanno ricordato certi documentari, certe divulgazioni per ragazzi.
Forse è proprio quello il target a cui pensavi... non so.
Se fosse un cibo (ma non lo è), direi che potrebbero mancare un po' sale e pepe.
E comunque anche i cibi leggeri piacciono molta gente.
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commento: La rivelazione
Per me uno scrittore, anche se amatoriale, dovrebbe cercare di raccontare una storia sua, magari prendendo spunto da fatti di cronaca o storici, e poi aggiungendoci qualche cosa di suo: ad esempio una vicenda da lui immaginata, o autobiografica, o di attualità.
Questo è il limite del tuo racconto. Secondo me, avresti potuto (o dovuto) metterci qualche cosa di tuo, giusto per dimostrare che non hai solo raccontato di Darwin.
voto 3
L'Altro
antologia AA.VV. sulle diversità del Genere Umano
Attraverso il concorso "L'Altro - antologia sulle diversità del Genere Umano", gli autori erano stati chiamati a esprimersi sulle contrapposizioni fra identità, in conflitto o meno, estendibili anche a quelle diversità in antitesi fra di loro come il terreste e l'alieno, l'Uomo e l'animale, l'Uomo e la macchina, il normale e il diversamente abile, il cristiano e il musulmano, l'uomo e la donna, il buono e il cattivo, il bianco e il nero eccetera. La redazione cercava testi provocatori (purché nei limiti etici del bando), senza falsi moralismi, variegati, indagatori e introspettivi. Ebbene, eccoli qua! La selezione è stata dura e laboriosa, ma alla fine il risultato è questo ottimo libro.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Furio Bomben.
Contiene opere di: Furio Bomben, Antonio Mattera, Maria Letizia Amato, Massimo Tivoli, Vespina Fortuna, Thomas M. Pitt, Laura Massarotto, Pasquale Aversano, Ida Dainese, Iunio Marcello Clementi, Federico Pavan, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Giorgio Leone, Giovanna Evangelista, Alberto Tivoli, Anna Rita Foschini, Francesco Zanni Bertelli, Gabriele Ludovici, Laura Traverso, Luca Valmont, Massimo Melis, Abraham Tiberius Wayne, Stefania Fiorin.
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256K
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Raccolta delle migliori opere che hanno partecipato alla selezione per l'antologia 256K. Ci sono 256 racconti da non più di 1024 battute. A chiudere l'antologia c'è un bellissimo racconto del maestro della fantascienza italiana Valerio Evangelisti. Ogni pagina, è corredata da una cronologia dei vecchi computer dagli anni '50 agli '80. A ogni autore è stato inoltre assegnato un QR Code. Da non perdere!
A cura di Massimo Baglione e Massimo Fabrizi
con la partecipazione di: Alessandro Napolitano e Paolo Oddone.
Contiene opere di: Alberto Tristano, Roberto Guarnieri, Ramona Cannatelli, Ser Stefano, Giorgio Aprile, Gianluca Santini, Matteo Mancini, Giorgia Rebecca Gironi, Mariella Vallesi, Tommaso Chimenti, Diego Salvadori, Giulia Conti, Beatrice Traversin, Maria Cristina Biasoli, Massimiliano Campo, Il Cazzaro di 6502, Polissena Cerolini, Patrizia Birtolo, Paolo Capponi, Paolo Cavicchi, Luca Romanello, Igor Lampis, Diego Di Dio, Leonardo Boselli, David Parronchi, VS, Antonella Tissot, Sam L. Basie, Annamaria Trevale, Bruno Ugioli, Ilaria Spes, Bruno Elpis, Massimiliano Prandini, Andrea Marà, Riccardo Fumagalli, Joshi Spawnbrød, Daniele Picciuti, Gian Filippo Pizzo, Flavio Valerio Nervi, Ermanno Volterrani, Manuela Costantini, Matteo Carriero, Eva Bassa, Lorenzo Pompeo, Andrea Andreoni, Valeria Esposito, Stefano Caranti, Riccardo Carli Ballola, Stefano Pierini, Giuseppe Troccoli, Francesco Scardone, Andrea Cavallini, Alice Chimera, Cosimo Vitiello, Mariaeleonora Damato, Stefano Mallus, Sergio Oricci, Michele Pacillo, Matteo Gambaro, Angela Di Salvo, Marco Migliori, Pietro Chiappelloni, Sergio Donato, Ivan Visini, Ottavia Piccolo, Ester Mistò, Alessandro Mascherpa, Gianmarco Amici, Raffaella Munno, Michele Campagna, Diego Bortolozzo, Lorenzo Davia, Marco Solo, Gianluca Gendusa, Caterina Venturi, Lorenzo Crescentini, Silvia Tessa, Simona Aiuti, Chiara Micheli, Anna Tasinato, Valentina Giuliani, Giulio D'Antona, Maria Francesca Cupane, Veruska Vertuani, Giacomo Scotti, Chiara Zanini, Lorenzo Fontana, Tiziana Ritacco, Margherita Lamatrice, Aurora Torchia, Luigi Milani, Maurizio Brancaleoni, Gloria Scaioli, Filomena, Piergiorgio Annicchiarico, Morik Chadid, Chiara Perseghin, Massimo Ferri, Simone Messeri, Davide Dotto, Serena M. Barbacetto, Roberto Bernocco, Anthony Strange, Cristian Leonardi, Fabiola Lucidi, Roberto Bommarito, Antonio Russo De Vivo, Giacomo Gailli, Giovanni Duminuco, Federico Pergolini, Fabrizio Leonardi, Amigdala Pala, Natale Figura, Celeste Borrelli, Francesca Panzacchi, Andrea Basso, Giacomo Inches, Umberto Pasqui, Mario Frigerio, Luigi Bonaro, Luca Romani, Anna Toro, Giuseppe Varriale, Maria Lipartiti, Marco Battaglia, Arturo Caissut, Stefano Milighetti, Davide Berardi, Paolo Secondini, Susanna Boccalari, Andrea Indiano, Alexia Bianchini, Penelope Mistras, Anna Grieco, Samantha Baldin, Serena Bertogliatti, Valentina Carnevale, Gloria Rochel, Andrea Leonelli, James Carroll Wish, Marco Ferrari, Giovanni Ferrari, Mew Notice, Maurizio Vicedomini, Paride Bastuello, Alessandra Lusso, Mirko Giacchetti, Francesco Manarini, Massimo Rodighiero, Daniela Piccoli, Alessandro Trapletti, Marco Tomasetto, Conrad, Giovanni Sferro, Morgana Bart, Omar Spoti, Massimo Conti, Andrea Donaera, Roberto Alba, Libeth Libet, Angela Rosa, Valentina Coscia, Antonio Matera, Fabio Brusa, Stefano Olivieri, Isabella Galeotti, Chiara de Iure, Ilaria Ranieri, Lorenzo Valle, Francesco Fortunato, Valentina Tesio, Elena Pantano, Maria Basilicata, Antonio Costantini, Riccardo Delli Ponti, Giovanna Garofalo, Eliseo Palumbo, Federica Neri, Alessandro Napolitano, Stefano Valente, Linda Bartalucci, Luisa Catapano, Diego Cocco, Riccardo Sartori, Dario Degliuomini, Gianni Giovannone, Nicola Fierro, Federico Marchionni, Romeo Mauro, Francesco Azzurli, Filippo Pirro, Luca Marinelli, Triptil Pazol, Marco Sartori, Iunio Marcello Clementi, Maria Lucia Nosi, Valentina Vincenzini, Jacopo Mariani, Diletta Fabiani, Lodovico Ferrari, Paolo Franchini, Tullio Aragona, Davide Corvaglia, Davide Figliolini, Beniamino Franceschini, Roberto Napolitano, Valeria Barbera, Federico Falcone, Stefano Meglioraldi, Eugenia Bartoccini, Andrea Gatto, Sonia Galdeman, Filomena Caddeo, Dario D'Alfonso, Chantal Frattini, Viola Cappelletti, Maria Stella Rossi, Serena Rosata, Francesco Di Mento, Giuseppe Sciara, Mario Calcagno, Tanja Sartori, Andrea Giansanti, Lorenzo Pedrazzi, Alessio Negri Zingg, Ester Trasforini, Daniele Miglio, Viola Killerqueen Lodato, Delos Veronesi, Giuseppe De Paolis, Diego Capani, Stefano Colombo, Aislinn, Marco Marulli, Sanrei, Emanuele Crocetti, Andrea Borla, Elena Noseda, Anna Notti, Andreea Elena Stanica, Marina Priorini, Lucia Coluccia, Simone Babini, Fiorenzo Catanzaro, Francesco Mastinu, Cristina Cornelio, Roberto Paradiso, Andrea Avvenengo, Maria Boffini, Mara Bomben, Alex Panigada, Federico Iarlori, Marika Bernard, Alessandra Ronconi, Francesco Danelli, Gabriele Nannetti, Salvatore Ingrosso, Paolo Oddone, Valerio Evangelisti.
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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La Gara 28 - L'ultima notte
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