Fastidio

Spazio dedicato alla Gara stagionale di primavera 2025.

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Bobinsy
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Fastidio

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leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Capita anche a voi, come a me, di accomodare un quadro un po' storto ?
Oppure, a tavola, di allineare le posate, perché non sono parallele ?
Che dire ? Quella asimmetria disturba... dà fastidio.

Ma ci sono molte altre cose che possono dare fastidio: suoni che non vorremmo sentire, come quello delle posate che stridono sul piatto. A qualcuno danno fastidio i discorsi infarciti di parole straniere, ad altri certe situazioni, certe persone.
Se avessimo la bacchetta di Mary Poppins, sparirebbero.

Ma cos'è che non funziona, quando proviamo fastidio ? Qual é, esattamente, il difetto ?

A questo pensavo l'altro giorno, e non trovavo una risposta.
Roba da perderci il sonno.
Eh no: dovevo assolutamente capire.
Dovevo osservare più attentamente.

Allora ho messo storto di proposito un quadro.
E mi sono messo a contemplarlo.

Beh, certo: pende !
Ma che danno fa ?
Il lato più basso non sembra lamentarsi dello svantaggio.
Quello più alto un po' si pavoneggia, ma la cosa al massimo fa sorridere.
Per un istante ho immaginato che l'inclinazione si accentuasse, che il quadro cominciasse a roteare.
Ma era solo una fantasia: non era accaduto niente.
Guardando più a lungo, l'immagine impressionava la retina, ed il quadro storto mi seguiva guardando un punto diverso del muro, ma, se riportavo lo sguardo sul quadro, le due immagini sovrapposte quasi si annullavano a vicenda. Come se il quadro, stanco di farsi osservare, volesse scomparire.
Dopo un po' mi sono rassegnato: non riuscivo a trovare proprio nulla di male nell'essere storto.

Allora sono andato via.
Ma prima l'ho rimesso a posto.
Mica per me.
Per me poteva benissimo restare storto.
Ma metti che arrivasse qualcuno: "Guarda questi qui, che tengono in casa i quadri storti"
Eh, ci fai brutta figura, no?

A meno che...
[#IdeaGeniale]
Se mettessi storte tutte le cose appese al muro ?
Nello stesso verso, così si capisce che è fatto apposta.
Non sarebbe più sciatteria, ma stile, come quelli che i quadri li appoggiano, senza appenderli, e ne vedi due sulla credenza, uno per terra, uno sul giro scale: le cose storte avrebbero riacquistato dignità.

Mi sono messo all'opera: ci ho messo un po' perché fossero inclinate con lo stesso angolo; qualcosa infatti non voleva assolutamente restare storto e ci ho dovuto mettere un pesetto.

Alla fine... Santo Cielo: inguardabile. Il tavolo sembrava storto; il pavimento ? inclinato da fare fatica a stare in piedi: per centrare la porta ho dovuto appoggiarmi agli stipiti.

Mi sono seduto frastornato.
Che idea balorda avevo avuto.

Ho fatto un respiro profondo ed ho iniziato a rimettere tutto a posto, rassegnato.

Non avevo ancora finito, e qualcuno suona il campanello.
Un vicino di casa, non ricordo neppure cosa volesse.
Ricordo solo che appena entrato ha fissato quell'unico quadro che non avevo ancora raddrizzato.

E l'ha fatto.

Credo non abbia capito come mai l'ho trattato in modo così scortese.
Ed in effetti non l'ho capito nemmeno io.
Ma forse, non c'è niente da capire.
Ultima modifica di Bobinsy il 09/04/2025, 20:57, modificato 1 volta in totale.
Vittorio Felugo
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Racconto molto divertente e profondo al tempo stesso. Sì, abbiamo tutti un innato desiderio di ordine, di precisione (non necessariamente maniacale), ma più riguardo agli altri (o alle cose) che a noi stessi. Che magari siamo i più storti di tutti.
Assegno il voto massimo, perchè mi è piaciuto tantissimo.
Stefano M.
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Racconto particolare, molto interessante per come viene gestita la storiella, apparentemente surreale ma che racchiude un fondo di verità, il "perché" certe cose non piacciono proprio a nessuno. La conduzione è semplice, pulita, senza intoppi e scorre bene fino alla fine. Dopo le prime righe ho temuto che il resto si articolasse su qualche dissertazioni filosofiche, ecc... Invece sono stato felice di scoprire che si trattava di una narrazione in piena regola. Giusto anche il taglio: se fosse stato più lungo avrebbe forse stancato. Complimenti per la fantasia, insomma!
La scrittura familiare, quasi colloquiale, è perfettamente funzionale alla conduzione, giusta anche nella scelta nel lessico ma senza mai scadere nel banale. L'unico piccolo appunto che faccio all'autore è forse l'eccessiva prevedibilità del finale: quando il vicino bussa alla porta, già mi sentivo dove si sarebbe andati a parare.
Per me, in conclusione, un voto "4" ben meritato.
Yakamoz
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Ciao, Bobinsy,

Il racconto (che non ha una trama) è un pretesto per parlare, e in invitare a riflettere, sulla "percezione estetica dell'ordine", migliore definizione per il tuo racconto in questo momento non mi viene. Ma è un aspetto innato nell'uomo stesso avere/crearsi un ordine, anche se sarebbe più giusto parlare di regole che disciplinano un ordine. Perché senza ordine ci sarebbe il caos. Poi, esiste un ordine innato, a prescindere anche dall'uomo, in tutto ciò che esiste. Pensa a un albero che cresce: ha delle regole "naturali" che dettano l'ordine della sua crescita. Pure la scrittura, quella che sto usando ora, ha delle regole, grammatica, sintassi e tanto altro, e non può essere altrimenti.

Il quadro inclinato, credo che simboleggi un momento di "tensione" tra ordine e caos, come dicevo prima, e la voglia di esplorarlo. Porto un esempio: installo una maniglia di una porta non a portata di mano ma a 20 cm sopra livello del pavimento, per utilizzarla quindi devo schiacciare il piede sopra. Senza però una valida ragione, avendo braccia e mani funzionanti, che senso avrebbe farlo? Costruiamo il mondo per come pensiamo e per come siamo fatti fisicamente. Poi, magari se sei un'artista, puoi anche inventare pure una tazza di caffè (parlo dell'oggetto) con il manico sotto la tazza, o una bici che ha i pedali al posto del manubrio e viceversa: difficile da portare se non ha gli occhi sotto i piedi.

A prescindere dagli esempi bizzarri che ti ho fatto: penso, e non mi sbaglio, che il tuo racconto è un invito a guardare le cose da più prospettive, cercando di non focalizzarsi troppo su quella più scontata e logica. Racconto semi-filosofico, originale e ironico per come è narrato, che però con un po' più di trama (una motivazione non dettata dalla semplice curiosità del protagonista) sarebbe stato di certo molto più incisivo.

Saluti,

Antonio

A rileggerci…
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Vittorio Felugo ha scritto: 03/04/2025, 11:10 Racconto molto divertente e profondo al tempo stesso. Sì, abbiamo tutti un innato desiderio di ordine, di precisione (non necessariamente maniacale), ma più riguardo agli altri (o alle cose) che a noi stessi. Che magari siamo i più storti di tutti.
Assegno il voto massimo, perchè mi è piaciuto tantissimo.
Ma che bello che ti piaccia, e che lo trovi divertente: non è affatto scontato. Il protagonista è un po' Fantozzi, che per tanti è solo patetico.
Mi piacerebbe molto invece approfondire assieme a chi legge le tante cose che lascio tra le righe.
Ad esempio il fatto che la nostra attenzione, se prolungata, fa sparire le cose (forse sta succedendo per Gaza ?).
O il fatto che i nostri comportamenti spesso sono fatti non per nostre esigenze, ma per quelle degli altri.
O la nostra fissazione per le simmetrie.
Cose che condizionano i nostri pensieri, e delle quali magari siamo poco consapevoli.
L'intenzione di questo breve è in effetti quella: comprendere noi stessi, attraverso la condivisione di significati.

Grazie per l'ottima valutazione.
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Stefano M. ha scritto: 04/04/2025, 13:34 Racconto particolare, molto interessante per come viene gestita la storiella, apparentemente surreale ma che racchiude un fondo di verità, il "perché" certe cose non piacciono proprio a nessuno. La conduzione è semplice, pulita, senza intoppi e scorre bene fino alla fine. Dopo le prime righe ho temuto che il resto si articolasse su qualche dissertazioni filosofiche, ecc... Invece sono stato felice di scoprire che si trattava di una narrazione in piena regola. Giusto anche il taglio: se fosse stato più lungo avrebbe forse stancato. Complimenti per la fantasia, insomma!
La scrittura familiare, quasi colloquiale, è perfettamente funzionale alla conduzione, giusta anche nella scelta nel lessico ma senza mai scadere nel banale. L'unico piccolo appunto che faccio all'autore è forse l'eccessiva prevedibilità del finale: quando il vicino bussa alla porta, già mi sentivo dove si sarebbe andati a parare.
Per me, in conclusione, un voto "4" ben meritato.
Grazie per la tua attenta scansione del testo, che ho molto apprezzato. Ti confesso che nella prima versione era proprio che temevi che fosse: una introspezione sulla nostra predilezione per le cose simmetriche. Poi ho realizzato che era una "pippa" indigesta. Della chiave umoristica un po' abuso (nella vita quotidiana) per aggirare gli ostacoli, e così è accaduto anche questa volta. L'ingresso del vicino di casa, invece, non era premeditato, è come se fosse entrato di sua iniziativa nel racconto, e non potessi fare a meno di riferirlo ;-)
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Yakamoz ha scritto: 04/04/2025, 14:17 Ciao, Bobinsy,

Il racconto (che non ha una trama) è un pretesto per parlare, e in invitare a riflettere, sulla "percezione estetica dell'ordine", migliore definizione per il tuo racconto in questo momento non mi viene. Ma è un aspetto innato nell'uomo stesso avere/crearsi un ordine, anche se sarebbe più giusto parlare di regole che disciplinano un ordine. Perché senza ordine ci sarebbe il caos. Poi, esiste un ordine innato, a prescindere anche dall'uomo, in tutto ciò che esiste. Pensa a un albero che cresce: ha delle regole "naturali" che dettano l'ordine della sua crescita. Pure la scrittura, quella che sto usando ora, ha delle regole, grammatica, sintassi e tanto altro, e non può essere altrimenti.

Il quadro inclinato, credo che simboleggi un momento di "tensione" tra ordine e caos, come dicevo prima, e la voglia di esplorarlo. Porto un esempio: installo una maniglia di una porta non a portata di mano ma a 20 cm sopra livello del pavimento, per utilizzarla quindi devo schiacciare il piede sopra. Senza però una valida ragione, avendo braccia e mani funzionanti, che senso avrebbe farlo? Costruiamo il mondo per come pensiamo e per come siamo fatti fisicamente. Poi, magari se sei un'artista, puoi anche inventare pure una tazza di caffè (parlo dell'oggetto) con il manico sotto la tazza, o una bici che ha i pedali al posto del manubrio e viceversa: difficile da portare se non ha gli occhi sotto i piedi.
. .
Uh, grazie per aver fatto germinare alcuni significati che ho seminato nel testo.
Ad esempio, osservando come la natura presenta quegli aspetti -ad esempio, di simmetria- che noi riconosciamo come "buoni".
O che ci danno fastidio se negati.
La simmetria che a me è venuta in mente per prima, è la mitosi cellulare.
Ora c'è proprio un gran discutere sulla "giustezza" di comportamenti / orientamenti che collidono con la logica riproduttiva umana (LGBT per capirsi).
Il desiderio del protagonista di "capire" l'accettabilità del quadro storto, attiene proprio quella cetagoria di dubbi.
Il paradosso che tutti diventiamo "storti" è evidentemente improponibile, ed è un timore che è assurdo avere.
Ma quell'unico storto che il protagonista avrebbe tranquillamente accettato, è stato istintivamente corretto da vicino.

Ti va se ti passo il testimone ?
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Bobinsy ha scritto: 04/04/2025, 15:15 Uh, grazie per aver fatto germinare alcuni significati che ho seminato nel testo.
Ad esempio, osservando come la natura presenta quegli aspetti -ad esempio, di simmetria- che noi riconosciamo come "buoni".
O che ci danno fastidio se negati.
La simmetria che a me è venuta in mente per prima, è la mitosi cellulare.
Ora c'è proprio un gran discutere sulla "giustezza" di comportamenti / orientamenti che collidono con la logica riproduttiva umana (LGBT per capirsi).
Il desiderio del protagonista di "capire" l'accettabilità del quadro storto, attiene proprio quella cetagoria di dubbi.
Il paradosso che tutti diventiamo "storti" è evidentemente improponibile, ed è un timore che è assurdo avere.
Ma quell'unico storto che il protagonista avrebbe tranquillamente accettato, è stato istintivamente corretto da vicino.

Ti va se ti passo il testimone ?
Sono ancora qui! Non l'ho votato perché ero indeciso sul voto; più a 4 che a un 5, per essere sincero. Testimone per svilupparlo? :)
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Yakamoz ha scritto: 04/04/2025, 15:27 Sono ancora qui! Non l'ho votato perché ero indeciso sul voto; più a 4 che a un 5, per essere sincero. Testimone per svilupparlo? :)
Ti ho visto spesso dedicare del tempo per approfondire spunti e condividere punti di vista.
Diciamo che "ti viene bene".
Per questo mi sono permesso di provare a passarti il testimone, ma avviamente solo se ti va.
Non per completare il racconto (sarebbe troppo, anche se da giovane ci divertivamo un sacco dipingendo a più mani) ma per confrontarci
Sviluppare le idee
Leggevo ieri Faggin (vabbè, non so se lo stimi...), ma mi ha colpito il concetto che la conoscenza è una forma di creazione.
Dallo scambio di significati raggiungere uno "stato" completamente nuovo, dove non eravamo ancora.
Strafiga come avventura, no ?
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Racconto divertente e alla lunga sorprendente. Unica nota: non mi piace l'inizio forse perchè mi ha richiamato la canzone di Cremonini e Carboni (San Luca) che ha come ritornello "Capita anche a te?"… e mi sono distratta!
Il gesso sulla lavagna è un esempio ormai fuori tempo…
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Re: Fastidio

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Sono passato per il voto (3), perché il racconto, anche se scritto bene, è emotivamente poco coinvolgente. E io cerco sempre l'"uomo" quando leggo. Uomo nel senso di genere umano.

Saluti…

Antonio
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Re: Commento: Fastidio

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ElianaF ha scritto: 08/04/2025, 19:55 Racconto divertente e alla lunga sorprendente. Unica nota: non mi piace l'inizio forse perchè mi ha richiamato la canzone di Cremonini e Carboni (San Luca) che ha come ritornello "Capita anche a te?"… e mi sono distratta!
Il gesso sulla lavagna è un esempio ormai fuori tempo…
Quel gesso dà la misura della mia età. Eh già: quando sono nato, nelle locomotive bruciavano carbone per mandare in pressione il vapore; abitavamo vicino alla stazione, e ne ricordo l'odore acre. Fino alle medie sui banchi c'era il calamaio. Comunque grazie per la segnalazione: vado a rettificare: di cose che danno fastidio ce n'è a bizzeffe. Riguardo alle citazioni, in effetti ce ne sono molte. Prima -scusa il gioco di parole - l'ultima, che è di De Gregori. Credo che le canzonette abbiano contribuito non poco a formare il nostro linguaggio comune, così come una volta faceva, che so, il latino ascoltato in chiesa, o citato da chi "aveva studiato".
Come mai quella citazione (involontaria) ti ha "dato fastidio"?
Comunque grazie davvero per il tuo feedback e la tua valutazione
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Re: Fastidio

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Yakamoz ha scritto: 08/04/2025, 23:50 Sono passato per il voto (3), perché il racconto, anche se scritto bene, è emotivamente poco coinvolgente. E io cerco sempre l'"uomo" quando leggo. Uomo nel senso di genere umano.

Saluti…

Antonio
In effetti anch'io, quando sono incerto tra 4 e 5, prendo in considerazione il 3. Cosa avrà mai fatto, per essere così poco usato ?
Che in realtà 1 e 2 sarebbero anche più trascurati, ma non voglio far venire brutte idee

Scherzo, dai... Mi spiace che non ti piaccia, e anche più il fatto di non aver capito perché.
Ma de gustibus... (non ricordo bene la sentenza, citata spesso dal mio babbo). Magari andrà meglio la prossima.
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

la storia in sé è divertente e fa riflettere, peccato che non sia un racconto.
nel senso che non c'è una trama, una storia vera.
certo, si tratta di riflessioni atte a far pensare il lettore, e questo va bene, però un racconto deve contenere una trama, a mio parere.
detto ciò, si legge comunque con piacere
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Autore presente nei seguenti libri di BraviAutori.it:
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Fausto Scatoli ha scritto: 10/04/2025, 20:48 la storia in sé è divertente e fa riflettere, peccato che non sia un racconto.
nel senso che non c'è una trama, una storia vera.
certo, si tratta di riflessioni atte a far pensare il lettore, e questo va bene, però un racconto deve contenere una trama, a mio parere.
detto ciò, si legge comunque con piacere
In effetti nei brevi la trama è ridotta all' osso. Qui la storia è di una persona che vuole capire perché certe cose sono giudicate male, e non ne trova un motivo razionale, per cui diventa tollerante. Si scontra però con l'opinione comune. Il quadro storto potresti sostituirlo con qualsiasi cosa su cui abbiamo pregiudizi radicati.
Questa brevità può lasciare insoddisfatti, ma a mio parere non ostacola la comunicazione con il lettore, nel senso che si riesce ugualmente a focalizzare i significati, che viaggiano su "istanti" e non hanno bisogno di molta prosa.

Ti aggiungo un dettaglio; questo (e altri miei scritti) sono fatti per essere raccontati. Prova ad immaginarlo recitato davanti ad un pubblico. In effetti non so se questo tipo di composizioni sarebbero escluse dalla gara. Bisognerebbe chiederlo a @[Massimo Baglione]; certo che c'è molta letteratura che è stata scritta con quell'intento...

Comunque grazie davvero per la tua lettura per le osservazioni, sempre utilissime.
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Re: Fastidio

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Bobinsy ha scritto: 09/04/2025, 21:09 In effetti anch'io, quando sono incerto tra 4 e 5, prendo in considerazione il 3. Cosa avrà mai fatto, per essere così poco usato ?
Che in realtà 1 e 2 sarebbero anche più trascurati, ma non voglio far venire brutte idee

Scherzo, dai… Mi spiace che non ti piaccia, e anche più il fatto di non aver capito perché.
Ma de gustibus… (non ricordo bene la sentenza, citata spesso dal mio babbo). Magari andrà meglio la prossima.
Purtroppo ho poco tempo per scrivere, Bobinsy. Volevo però dirti che sei bravo con le parole: un po' un mix di cose diverse. Non te la prenderai per un 3, vero? La mia "critica" riguardava solo l'assenza di una vera trama in un racconto che mi è sembrato un po' fine a se stesso, soprattutto se paragonato alle suggestioni di "Sarà molto bello" (dove il "nulla" era una forma di empatia) della volta scorsa. I giudizi, d'altronde, sono sempre soggettivi. Io ho la massima stima per tutti qui. Ma sarei stato disonesto con me stesso, e con te, se avessi dato un voto diverso. Non sono incoerente: per me un 3 è fisso se non vedo una trama o almeno qualcosina di "poetico", al di là dalla simpatia/stima/confidenza che posso avere per qualcuno. Inoltre, il quadro nel racconto mi fa pensare molto a Archimede e alle sue leve. Perché, riflettendoci, un quadro appeso è una "leva statica" (che non muove niente), simile a una bilancia con due pesi uguali (e contrapposti) su entrambi i piatti. Quindi, non si tratta solo di simmetria, che comunque esiste, ma più di forze che si "bilanciano" tra loro, o sbaglio? E questo non viene detto nel tuo racconto.

Saluti, Bobinsy, :)

Antonio
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Re: Fastidio

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Yakamoz ha scritto: 11/04/2025, 12:39 Purtroppo ho poco tempo per scrivere, Bobinsy. Volevo però dirti che sei bravo con le parole: un po' un mix di cose diverse. Non te la prenderai per un 3, vero?
...
Tranquillo Antonio. Sarei falso a nascondere la delusione, ma, credimi, lavoro molto per superare i miei "attaccamenti" e questa piccola prova cade proprio a fagiolo: quindi grazie, davvero !

Apprezzo molto il tuo riprendere il filo del discorso, per associazioni libere.
È, a mio parere, una forma di creazione, spesso sottovalutata. Non vorrei sembrare enfatico, ma è una delle cose belle del vivere.
Dunque Archimede.
Punto di equilibrio; se il quadro è storto, manca l'equilibrio.
Ecco una possibile causa di fastidio.
...
Che sia per questo che Trump mi dà così fastidio? ;-)

Roberto
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Re: Fastidio

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Bobinsy ha scritto: 11/04/2025, 13:19
Che sia per questo che Trump mi dà così fastidio? ;-)
Mr. President è un narciso! Parlando papale papale… pieno di soldi, fortunato, belle donne, bei palazzi, belle auto: tutto bello (tranne lui!). È normale che sia così! Il "Biscione" era simile a lui, come vocazione, ma non "cattivo" come lui. :) Era più umano il Cavaliere. Preciso che io manco voto, perché non mi riconosco in nessun partito che esiste in Italia. Da sottolineare anche il fatto che Il nonno di Mr. President era un immigrato bavarese che ha iniziato a fare soldi nel West con le "donnine allegre": un puttaniere. 8) :shock:
A rileggerci…
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Credo che l'esigenza di trovarsi in un ambiente il più possibile simmetrico abbia a che fare con l'armonia delle forme, che siano architettoniche o viventi, tanto è vero che lo stesso Leonardo da Vinci coi suoi disegni grotteschi ha indagato la forma del volto umano e di come possa essere deformato, per rappresentare la bruttezza, o la vecchiaia.
Anche la pendenza negli oggetti è un elemento di disturbo, e il protagonista del racconto ne è ben consapevole: tenta di mettere di proposito dei quadri storti, ma poi si arrende. C'è già abbastanza caos nella vita quotidiana, che non sembra il caso di aggiungerne altro, di proposito.
P.S. Non sapevo che il nonno dell'attuale Mr. President fosse un lenone: ora capisco molte cose :)
Yakamoz
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Re: Fastidio

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Ho scritto questa cosa folle, leggila, se ti va.

Trama di un racconto non scritto che ho pensato ispirandomi a un racconto letto su BraviAutori:

Mettiamo che il quadro raffiguri la vita di una persona e che nel quadro ci sia il passato, il presente e il futuro, il destino: insomma, tutta la vita di questa persona. Che sia dunque un quadro astratto, forse un Kandinsky o qualcosa di più tetro nei colori. E che nello spigolo in basso a destra, quando il quadro pende verso il basso, appaiano dei segni, macchie; potrebbero essere come quelle di Rorschach. In cui il protagonista intravede qualcosa di brutto, di molto brutto: ad esempio, la morte (la fatal quiete). Superata solo dal dolore, come sofferenza, la Morte. Infatti, ci sono persone, pensa a quelle madri, che dicono, causa magari di morte cruenta di un figlio giovane, una frase tipo questa: "Sono viva, ma è come se fossi morta dentro!" Ma quando il quadro torna in equilibrio, l'infausta immagine scompare. Mettiamo anche che, sempre il quadro, si sposti quasi di propria volontà a destra o sinistra. Hai presente la croce ortodossa russa che ha tre barre orizzontali? Soffermiamoci adesso sulla barra che sta più in basso: Disma e Gesta; uno simboleggia l'ascesa verso la salvezza e l'altro la discesa e la dannazione. E ogni volta che sta sollevato verso sinistra, perché il quadro è posto sulla parete di un corridoio, dove a sinistra c'è la luce (di una finestra reale) e a destra le tenebre (una porta reale d'ingresso della casa, fatta di legno molto scuro: noce o ebano o altro), succede qualcosa di bello; se l'opposto: qualcosa di brutto. Anche piccoli avvenimenti belli: una non troppo grande vincita al gioco (esempio); e come esempio brutto: magari una ragazzina, figlia del protagonista, che si rompe una gamba durante uno spettacolo scolastico di danza artistica su pattini a rotelle a cui la piccola teneva tanto. Quindi, una visione del quadro come simbolo del bene e del male: prodigioso o infausto, e del quale il protagonista, a un certo punto della storia, è ossessionato, andando sempre a controllare come sta messo il quadro per sapere, più o meno, come andranno gli eventi. Eventi che lo riguardano, ovvio! Considerando anche che nel dipinto del quadro c'è sempre quella sentenza finale di morte/sciagura, che solo attraverso un punto di equilibrio, cioè quando il quadro sta dritto, può essere annullata. Perciò, il racconto che ne verrebbe fuori, anche se sembra più una trama molto da romanzo o racconto lungo, riguarderebbe il cercare di mettere in equilibrio il quadro, cosa che non si può fare spostandolo semplicemente con un dito, ma cercando di capirne le ragioni e, di conseguenza, trovarne la soluzione: che stanno forse nel passato o in altri eventi che dovranno avvenire. Pertanto, la metafora del quadro rappresenterebbe la vita dello stesso protagonista, con i suoi alti e bassi, il bene e il male, il fato, il passato, il presente e il futuro, che darebbero alla storia un'ampissima gamma di possibilità narrative.

Ciao, Bobinsy,

Antonio

P.S. L'ho scritta di getto, ieri sera. Ho molta fantasia!

Aggiungo una cosa:
Destra o Sinistra (che potrebbero apparire come riferimenti politici) in realtà sono aspetti relativi: per chi osserva frontalmente la Dx diventa Sx e viceversa.
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Re: Fastidio

Messaggio da leggere da Bobinsy »

Così mi piace... briglie sciolte !
Quel meccanismo diabolico di correlazione tra sbilanciamento del quadro, e squilibrii della vita, mi ha ricordato i barometri. Uno lo guarda, lo vede basso, e dice "Caspita: viene brutto".
Ed è proprio così !
Questo attiene al fatto che una cosa che non capiamo, può risultare diabolica o casuale, ma è solo la nostra ignoranza.
La Natura ha le sue leggi inesorabili.
Il contenuto dell'immagine del quadro, mi ha ricordato i poncho di doña Añada, credo ne "La vampata", i cui disegni sono profetici.
Ci sono ingredienti, più che per un racconto, per una sceneggiatura (anche se in effetti l'iter più frequente è: romanzo > idea > sceneggiatura > film).
In verità mi trovo a mio agio nei monologhi ("Sarà molto bello" è il collage di 2 monologhi, trasposti in terza persona).
Mi fa paura cimentarmi con composizioni lunghe (temo di "non venirne a capo")
Però, proprio per il gusto di lavorare a più mani, quasi quasi... quasi quasi...

Sulla relatività di destra-sinistra ho in cantiere un monologhetto; gli do una botta e lo pubblico, please wait...
Intanto grazie per il tempo dedicato (e rubato ai sogni)

edit: l'ho pubblicato, ma non so come mettere qui il link. Lo trovi tra le mie opere, e si chiama "Echi". Diciamo che è un work in progress.
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Gare letterarie stagionali - annuario n° 2 (2019 - 2020)

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Le Gare letterarie stagionali sono concorsi a partecipazione libera, gratuiti, dove chiunque può mettersi alla prova nel forum di BraviAutori.it, divertirsi, conoscersi e, perché no, anche imparare qualcosa. I migliori testi delle Gare vengono pubblicati nei rispettivi ebook gratuiti i quali, a ogni ciclo di stagioni, diventano un'antologia annuale come questa che state per leggere.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwRoberto Bonfanti, nwGiampiero, nwLodovico, nwGiorgio Leone, nwAthosg, nwCarol Bi, Diego.G, nwMassimo Centorame, nwNamio Intile, nwAlessandro Mazzi, Frdellaccio, nwTeseo Tesei, nwStefyp, nwLaura Traverso, nwEliseo Palumbo, nwSaviani, nwAndr60, nwGoliarda Rondone, nwRoberto Ballardini, nwGiampiero, nwFausto Scatoli, nwSonia85, nwSperanza, nwMariovaldo, nwMacrelli Piero, nwAndrepoz, nwSelene Barblan, nwRoberto, Roberto Virdo'.

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Antologia visual-letteraria (Volume uno)

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Collage di opere grafiche e testuali pubblicate sul portale www.BraviAutori.it

Il libro è un collage di opere grafiche e testuali pubblicate sul portale www.BraviAutori.it e selezionate tenendo conto delle recensioni ricevute, del numero di visualizzazioni e, concedetecelo, il nostro gusto personale. L'antologia non segue un determinato filone letterario e le opere sono state pubblicate volutamente in ordine casuale.
A cura di Massimo Baglione.

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Se io fossi... scriverei!

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Ognuno di noi ha un proprio autore preferito.
Cosa scrivereste se voi foste loro?
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A cura di Massimo Baglione.
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Gara d'inverno 2018-2019 - La soffitta, e gli altri racconti

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(inverno 2018 - 2019, 45 pagine, 781,63 KB)

Autori partecipanti: Stefano Giraldi, nwTeseo Tesei, nwNamio Intile, nwDaniele Missiroli, nwMarco Daniele, nwFabrizio Bonati, nwFausto Scatoli, nwNunzio Campanelli, nwSeira Katsuto, nwAngelo Ciola, nwCarol Bi, nwLaura Traverso, nwIda Dainese, nwDraper, nwGabriele Ludovici, nwRoberto Bonfanti,
A cura di Massimo Baglione.
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GrandPrix d'estate 2022 - La qualità della vita - e le altre poesie

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(estate 2022, 18 pagine, 480,99 KB)

Autori partecipanti: nwRoberto Bonfanti, nwNunzio Campanelli, nwFausto Scatoli, nwDomenico Gigante, nwNuovoautore, FraFree, nwLetylety, nwNamio Intile, nwMacrelli Piero, nwPiramide, Francesco Pino,
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 69 - Le parole che non ti ho mai detto

La Gara 69 - Le parole che non ti ho mai detto

(marzo 2018, 31 pagine, 956,10 KB)

Autori partecipanti: nwLodovico, nwPatrizia Chini, nwAngela Catalini, nwDaniele Missiroli, nwAlberto Tivoli, nwRoberto Bonfanti, nwMicolFusca, nwDavid Cintolesi, nwFabrizio Bonati, nwEnrico Gallerati,
A cura di Lorenzo Iero.
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