Il pianeta dei sordi
- Daniele Missiroli
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Il pianeta dei sordi
Io parlo e la gente non sente ciò che dico.
Non mi ascoltano, sono sordi.
Io mando mail e la gente non le legge.
Poi mi chiamano per sapere che cosa ho scritto.
Io telefono e la gente non capisce le mie parole.
Parlo un italiano corretto, forse il problema è questo.
Non uso il dialetto.
Non uso frasi fatte, non faccio esempi inconsistenti.
Spesso resto in ascolto.
Ore e ore in ascolto, senza pronunciare una parola.
Tanto non riuscirei comunque a interromperli.
Fanno delle domande e propongono loro stessi le risposte.
Un sacco di risposte.
Tutte sbagliate.
Io cerco di fermarli per dare la risposta corretta, ma loro che fanno?
Parlano sopra la mia voce.
Allora aumento il tono per farmi sentire.
E loro mettono giù.
Scelgono da soli la risposta sbagliata.
E poi mi ringraziano.
Sono io, o è il mondo che è impazzito?
Io uso il congiuntivo, non l’imperfetto.
Preferisco: “Non disse nulla che io non sapessi già” alla frase: “Non disse nulla che io non sapevo già”.
Uso il futuro quando nella frase c’è la parola “domani”.
“Domani farò quel lavoro” non “Domani faccio quel lavoro”.
Il problema dev’essere questo.
Oppure gli alieni hanno ricreato la Torre di Babele.
Hanno studiato le nostre leggende e hanno scelto quella.
Perché sprecare soldi in inutili bombe?
Qualcuno si salva sempre dalle bombe.
Ma dall’ignoranza no, non si salva nessuno.
Il mondo è condannato.
D’altronde, perché prendersi il disturbo di negoziare?
E poi con chi, con i politici di adesso?
Con persone che hanno la valigetta della terza guerra mondiale sotto il culo e affermano che l’ambiente non è in pericolo?
Che sono tutte fandonie e che bisogna tornare a bruciare il carbone?
Ma fammi il piacere.
No, il pianeta è finito e siamo stati noi a provocare la sua fine.
Un giorno gli alieni scenderanno su un pianeta deserto e finalmente il Creatore potrà affermare che... sì: ora c’è vita intelligente sulla Terra!
- Isabella Galeotti
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- Daniele Missiroli
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Re: Il pianeta dei sordi
E' talmente autobiografico che non ho pensato di inserirlo in una storia, come fa notare Draper.
Forse non è indicato per una gara letteraria? Può essere. Forse però qualcuno si sta accorgendo del problema e questo brano potrebbe essere motivo di riflessione. Si può fare qualcosa? La mia risposta, per ora, è no! E ho scritto "per ora". La speranza non muore mai.
- Daniele Missiroli
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Re: Il pianeta dei sordi
Come ho detto a Isabella, non ho inserito il brano in una storia, perchè lo trovo più incisivo così.
Mi piacerebbe ci fosse una soluzione al problema, però al momento non la vedo.
Avanti così e speriamo bene.
- Laura Traverso
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Re: Il pianeta dei sordi
A distanza di giorni da quando l'ho scritto, ora mi sembra un po' amaro.
Però la sostanza è quella. Si vuole affermare la propria idea, la propria immagine, essere presenti da attori principali in qualunque circostanza e questo, alla fine, logora i rapporti umani.
- Daniele Missiroli
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Re: Il pianeta dei sordi
Ultimamente mi sto orientando verso frasi corte e incisive.
Ho letto autori americani che scrivono così e mi piace questa forma.
Fra qualche decennio, forse, li raggiungo.
- Laura Traverso
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Re: Il pianeta dei sordi
Amaro dici? Ma no, è reale direi. Hai scritto come ti sentivi e penso che vada bene così.Daniele Missiroli ha scritto: ↑28/12/2018, 22:22 Grazie Laura.
A distanza di giorni da quando l'ho scritto, ora mi sembra un po' amaro.
Però la sostanza è quella. Si vuole affermare la propria idea, la propria immagine, essere presenti da attori principali in qualunque circostanza e questo, alla fine, logora i rapporti umani.
- Fausto Scatoli
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in sostanza è una riflessione sulla deriva cui stiamo andando incontro. anzi, in cui siamo finiti, visto che ci siamo dentro in pieno.
giuste tutte le osservazioni sull'impiego dei tempi verbali, corrette.
ma, come fai osservare, pare che oggi non freghi più niente a nessuno delle regole, comprese quelle della lingua italiana.
http://scrittoripersempre.forumfree.it/
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Re: Il pianeta dei sordi
Purtroppo è quello che vedo ogni giorno.
Speriamo nel 2019, dai
- Daniele Missiroli
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Re: Il pianeta dei sordi
mi fa piacere che non sia stato il solo a notare questo trend.
Le frasi brevi o anche brevissime cominciano a piacermi.
Anche se concordo sul fatto che riescono meglio nelle poesie.
Buona serata
Dan
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Un po' di amarezza c'è, anche se non è sufficiente a distruggere la speranza, molte situazioni esposte coincidono con le esperienze dei lettori e questo aiuta a focalizzare l'attenzione, a comprendere il disagio.
Lo stile di quelle frasi brevi e secche aiuta a fare il punto, senza perdersi in fuorvianti descrizioni, e la concisione, il ritmo avvicina il testo alla struttura della poesia.
Il mio punto preferito: "Qualcuno si salva sempre dalle bombe./Ma dall’ignoranza no, non si salva nessuno."
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Re: Il pianeta dei sordi
Hai centrato lo spirito con una parola: "disagio".
Mi ci ritrovo in pieno, bravissima.
Quella frase mi è uscita così e tale è rimasta.
- Seira Katsuto
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Penso che il tema che hai trattato sia già usato spesso e soprattutto molto lungo da descrivere.
Mi spiego meglio: il fatto che questa storia sia breve mi lascia con un senso di fastidio o disagio perché sento come se mancasse qualcosa.
Condivido e mi sono piaciute alcune frasi che hai scritto, altre un po' meno.
Forse perché mi sembra descritto in modo troppo "duro" o semplicemente perché il mio pensiero si differenzia dal tuo per alcune affermazioni che hai dato.
Ritengo che il mondo non sia mai del tutto perduto e che si possano sempre curare le ferite che la storia ha creato nel tempo.
Certo, rimarranno sempre le cicatrici, e ancora più ovvio ci saranno sempre persone che ricascheranno negli stessi errori commessi dai nostri antenati, però ci saranno sempre altre persone invece che cercheranno di far ragionare quegli stessi incoscienti.
Poi la prima parte di cui parli dell'italiano mi urta un po', è come se tu dicessi che una persona che non sa bene l'italiano è per forza stupida.
Non penso sia proprio quello il senso che volevi dare al discorso, ma ci tengo comunque a precisare: non tutti nascono con l'innata passione della lettura (che è ciò che migliora maggiormente il lessico, soprattutto a livello grammaticale) e pretendere che fin dalla tenera età un bambino sia tanto interessato alla lingua italiana mi sembra esagerato, anche contando la possibile dislessia del ragazzo.
Inoltre una persona giovane sarà sempre meno acculturata e con un vocabolario più limitato di qualcuno che ha vissuto il doppio di lui, ma questo non significa per forza che quest'ultimo sia più intelligente del primo.
Molto spesso vedo questi tipi di discorsi trattati con rabbia e frecciatine verso qualcuno, penso che proprio perché sono temi importanti bisogni trattenersi da certe affermazioni (date per lo più per frustrazione verso persone conosciute realmente che altro) e cercare di essere il più ragionevoli e razionali possibili.
- Daniele Missiroli
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Re: Il pianeta dei sordi
Le cose che dici sono tutte condivisibili.
L'unica cosa che forse ti è sfuggita (a causa mia, perchè non ho trasmesso bene il concetto) è che siamo in una gara di scrittura. Le idee espresse nei racconti possono essere condivise o meno, ma questo non dovrebbe contare. Altrimenti non si potrebbero fare racconti su persone che maltrattano gli animali o abbandonano bambini. O su rapine in cui la legge viene sconfitta. Purtroppo questo brano sembra più uno sfogo che un racconto e questo non aiuta ad avere il necessario distacco. Per esempio: quando parlo di "ignoranza" lo faccio volutamente per colpire chi "vuole" esserlo anche se potrebbe non esserlo. Oggi c'è più "distrazione", più "protagonismo" e poichè il tempo è sempre quello (24 ore al giorno per tutti) si tralasciano altre cose, che così diventano sempre di più meno importanti, fino a scomparire.
Per quanto riguarda le ferite della storia, invece, certamente vengono curate, ma solo se si tratta di ferite materiali.
Il cambiamento non si cura perchè non c'è niente da curare. Le diligenze sono scomparse, ora ci sono le auto e non si torna indietro. L'italiano è cambiato e continuerà a cambiare. Non si parlerà mai più come Dante e Boccaccio. Giusto? Sbagliato? Non è questo che importa. Importa rendersene conto e sapere cosa sta succedendo, la direzione che sta prendendo la società. Lo sappiamo tutti? E' un po' come dire "Sta per piovere, ragazzi, avete visto le nuvole nere?" e molti diranno "Ma no dai, cosa vuoi che sia!" ma forse qualcuno dirà anche: "Cavoli è vero, ora vado a comprare un ombrello".
A rileggerti
Daniele
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Re: Il pianeta dei sordi
Parlando di come mi sembra che tutti si rendano conto del modo in cui il mondo stia lentamente andando allo sfacelo penso sia dovuto anche al fatto che nel mio ambiente, o comunque la compagnia che frequento, capita di essere interessati a questo tipo di argomenti (qualche mese fa mi è capitato di parlare con un'amica proprio del fatto che avessero messo una legge sull'inquinamento che voleva impedire che un certo tipo di macchine, che causavano molto inquinamento apputno, di circolare, quando però questa la legge è entrata in atto tutti hanno alzato un polverone assurdo così l'hanno subito ritirata)
Il punto focale che ho centrato con questa mia amica è più che altro il fatto che nella nostra società tutti si sono adagiati sugli allori, in sostanza si sono impigriti.
Ci sono molti modi per poter risolvere problemi come questo, ad esempio usando una bicicletta o semplicemente scegliere di camminare al posto di prendere la macchina, certo, dipende dalle distanza che si deve percorrere, ma troppo spesso la motivazione per cui si sceglie la macchina è più per comodità che altro, inoltre in generale la risposta che danno tutti a questo problema è "intanto quando ci saranno seri problemi col pianeta sarò già morto" fregandosene del futuro delle generazioni successive.
Questo per dire che il fatto che mi sembrasse un argomento "scontato" fosse per lo più un mio errore di valutazione perché sono personalmente interessata all'argomento e anche la maggior parte delle persone con cui mi capita di parlare lo sono, così non ho badato troppo al fatto che, pensandoci meglio, generalmente le altre persone non si interessano o semplicemente ignorano certe cose.
Quindi sì, probabilmente non è mai troppo scontato come argomento.
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Re: Il pianeta dei sordi
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Re: Il pianeta dei sordi
Riguardo al fatto di disimparare a parlare, confermo che stava succedendo anche a me.
Me ne sono reso conto parlando con un editor professionista che mi ha spiegato bene la differenza fra "italiano standard" e "italiano neo-standard". Ti ricopio qui la definizione di quest'ultimo:
"L'italiano neo-standard è una forma semplificata e più o meno colorita regionalmente dell'italiano standard; esso è anche una varietà stilisticamente aperta dell'italiano: a differenza di quest'ultimo, infatti, esso verrebbe infatti comunemente impiegato - sia nell'oralità che nella scrittura - da qualsiasi italiano normalmente scolarizzato per l'espressione e la comunicazione quotidiane a tutti i livelli di formalità, sia nello scritto che nel parlato."
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Più che un racconto è una sorta di "invettiva" come ha sottolineato qualcuno, ma nell'ambito della narrativa breve (o brevissima) ci può stare. Il ritmo, enfatizzato dai numerosi capoversi, permette di apprezzare tutti i passaggi del ragionamento fino in fondo.
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Re: Il pianeta dei sordi
Spero che la frase finale faccia comunque sorridere e risollevi il morale del lettore.
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Mi sarebbe piaciuto vedere gli stessi temi sviluppati in una vicenda vera e propria? Sì, certo, ma non mi posso lamentare nemmeno di questa "invettiva", come l'ha già definita qualche altro utente sopra di me.
PS. Noi del club "uso il congiuntivo, non l'imperfetto" siamo una via in specie d'estinzione ma teniamo duro!
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Re: Il pianeta dei sordi
Andare a capo spesso dovrebbe dare l'dea, a chi legge, che chi parla mediti un secondo su ciò che ha appena detto e trovi qualcosa da aggiungere che suffraga maggiormente il periodo precedente.
Consideriamo questa sequenza (il padre deve punire una marachella del bambino):
Vai in camera tua.
Subito.
Non uscirai per una settimana.
oppure
Vai in camera tua. Subito. Non uscirai per una settimana.
Scrivendolo sulla stessa riga, a me sembra che il padre abbia già pensato tutto e lo dica senza soffrire un po' per queste decisioni. Andando a capo, sembra che ci pensi e aggiunga ciò che gli dispiace aggiungere.
Forse sono idee tropo elaborate? Il lettore non le nota?
Boh, non so. Ai lettori l'ardua sentenza.
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Re: Il pianeta dei sordi
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Re: Il pianeta dei sordi
Bello il tuo esempio.
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Calendario BraviAutori.it "Writer Factor" 2016 - (in bianco e nero)
A cura di Tullio Aragona.
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Gara d'autunno 2020 - Beu, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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Human Takeaway
(english version)
What if we were cattles grazing for someone who needs a lot of of food? How would we feel if it had been us to be raised for the whole time waiting for the moment to be slaughtered? This is the spark that gives the authors a chance to talk about the human spirit, which can show at the same time great love and indiscriminate, ruthless selfishness. In this original parody of an alien invasion, we follow the short story of a couple bound by deep love, and of the tragic decision taken by the heads of state to face the invasion. Two apparently unconnected stories that will join in the end for the good of the human race. So, this is a story to be read in one gulp, with many ironic and paradoxical facets, a pinch of sadness and an ending that costed dearly to the two authors. (review by Cosimo Vitiello)
Authors: Massimo Baglione and Alessandro Napolitano.
Cover artist: Roberta Guardascione.
Translation from Italian: Carmelo Massimo Tidona.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.