Tre androidi cosmonauti
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Tre androidi cosmonauti
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Re: Commento
Ciao Diego, contento che ti sia piaciuto, la fantascienza di solito fa storcere il naso.
I tre fanno parte di uno dei miei universi, che ho in mente. Un romanzo sul giovane Mr. Pink c'è già, ha partecipato l'anno scorso al premio Urania, ma purtroppo non sono rientrato tra i finalisti, per questo ho deciso di rivederlo, farlo editare e spero nel 2020 autopubblicarlo, su Kindle credo.
In futuro, se sarò fortunato come autore, usciranno diversi romanzi, brevi o lunghi, con gli androidi protagonisti.
Grazie per avermi letto
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Certamente il racconto è scritto bene, correttamente, ma l'insieme di numeri e sigle non hanno, secondo me, reso scorrevole la lettura. Ma, ripeto, è solo una questione personale; sono certa che piacerà molto, invece, soprattutto, ai commentatori uomini. Ciao Eliseo
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Re: Commento
Grazie per avermi letto. Il tuo commento mi serve da spunto per poter rendere la mia scrittura sci-fi più accessibile e apprezzabile, m'impegnerò di più.Laura Traverso ha scritto: ↑09/10/2019, 15:03 Premetto che l'argomento non è il mio preferito. Sarà che abbiamo appena finito di scrivere su "LUNA" (antologia sui 50 dallo sbarco) e pertanto mi è sembrato molto simile ai tanti pubblicati sul tema.
Certamente il racconto è scritto bene, correttamente, ma l'insieme di numeri e sigle non hanno, secondo me, reso scorrevole la lettura. Ma, ripeto, è solo una questione personale; sono certa che piacerà molto, invece, soprattutto, ai commentatori uomini. Ciao Eliseo
Buona giornata
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Quello che ho apprezzato di più è la caratterizzazione dei personaggi. Gli androidi saranno pure d’acciaio ma hanno un comportamento molto “umano”, in poche battute hai fatto ben intuire il rapporto che c’è fra di loro: M-000, Ronald, sembra il più razionale, quello che prende veramente sul serio la missione e riporta all’ordine i colleghi che battibeccano.
Solo una perplessità di carattere tecnico: perché attivare una gravità artificiale su un veicolo spaziale che fa un viaggio di poche ore? E solo per un brevissimo periodo in cui i cosmonauti sono svegli.
Ti segnalo un punto di troppo nell’ultima frase.
Mi piacerebbe leggere il seguito di questo breve racconto.
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Re: Tre Androidi Cosmonauti
Era il loro primo viaggio in orbita, semplicemente per provare l'ebrezza dell'assenza di gravità. Se ti interessa, M-000 è il protagonista del racconto "Checkpoint" selezionato nell'antologia di braviautori "Non spingete quel bottone", leggendo quel racconto li e anche "Sesto senso" contenuta nell'antologia, sempre di BraviAutori "256k" credo che ti possa fare un'idea sula natura degli androidi.
Sicuramente leggerai altro su loro.
A presto.
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Ma queste cose credo che tu le sappia benissimo.
La forma va bene, solo questo periodo: " Saldati i freni alle ruote del carrello, M-000, M-001 e M-002 si distanziarono e posizionarono una stella d'argento ciascuno sul suolo grigio, pigiarono un tasto rosso, tre raggi schizzarono in alto unendosi in una cupola. Gli androidi guidarono il carrello all'interno dei raggi, impugnarono le stampanti 3D, le accesero e iniziarono a creare l'involucro della cupola. Raggiunta la loro altezza massima, fissarono le stampanti alle porzioni di parete già stampata lasciandole lavorare in autonomia." mi pare troppo lungo e arzigogolato per un racconto di quattromila battute e meno. Ma, appunto, in un contesto più ampio…
Un nota: le regole grammaticali del discorso diretto e di quello indiretto sono identiche; altrettanto nei passaggi dall'uno all'altro.
Pertanto quando scrivi: "«Wow, non mi sembra vero.» disse M-002
«Siamo nello spazio Youssuf!» rispose M-001
«Datti una calmata, Mao.»
«Ronald, rilassati.» obiettò M-001" dovresti inserire una virgola dopo vero, e rilassati, (o nulla, prima della chiusura dei caporali è consentito). Altrimenti, dopo il punto, ma lì è un errore, il disse e l'obiettò vanno in maiuscolo. Nel secondo rigo, dopo Youssuf eviterei l'esclamativo, e invece di rispose opterei per un esclamò.
Alla prossima
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P.S. Un bel 4 ci sta
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Re: Commento
Lodo ma come fai a ricordarti di Kutaki Arikumo, che grande!Lodovico ha scritto: ↑10/10/2019, 21:17 Credo di non sbagliare se suppongo che questo racconto faccia parte, come già ipotizzato da altri, di una storia più lunga e articolata. In realtà nel racconto attuale non accade nulla, si sta creando una base spaziale sulla luna e, chi la sta creando sono sia umani che androidi. Come sempre è ben scritto,ma manca un po' di trama. Ormai ci conosciamo da un bel numero di anni (Kutaki Harikumo o qualcosa del genere ), se non ho capito un tubo non sentirti in colpa a dirmelo)
P.S. Un bel 4 ci sta
Si la storia è nel mio cervello, fanno parte di uno dei 4 Universi che mi girano in mente al momento, prima o poi arriverà il loro momento
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Re: Commento
Ciao Namio, grazie per le dritte ma per essere sicuro di aver capito faccio un esempio:Namio Intile ha scritto: ↑10/10/2019, 11:37 Racconto difficile da inquadrare, perché sembra faccia parte di un contesto più ampio. Bada bene, pur avendo tutto ciò che occorre a un racconto: dei protagonisti, un'intreccio e una trama (seppur resa evidente, in modo fugace, nell'ultimo periodo) e anche di una certa gradazione ascendente, ti lascia un certo amaro in bocca; una insoddisfazione, come di aver condotto qualcuno in un certo posto senza un vero perché.
Ma queste cose credo che tu le sappia benissimo.
La forma va bene, solo questo periodo: " Saldati i freni alle ruote del carrello, M-000, M-001 e M-002 si distanziarono e posizionarono una stella d'argento ciascuno sul suolo grigio, pigiarono un tasto rosso, tre raggi schizzarono in alto unendosi in una cupola. Gli androidi guidarono il carrello all'interno dei raggi, impugnarono le stampanti 3D, le accesero e iniziarono a creare l'involucro della cupola. Raggiunta la loro altezza massima, fissarono le stampanti alle porzioni di parete già stampata lasciandole lavorare in autonomia." mi pare troppo lungo e arzigogolato per un racconto di quattromila battute e meno. Ma, appunto, in un contesto più ampio…
Un nota: le regole grammaticali del discorso diretto e di quello indiretto sono identiche; altrettanto nei passaggi dall'uno all'altro.
Pertanto quando scrivi: "«Wow, non mi sembra vero.» disse M-002
«Siamo nello spazio Youssuf!» rispose M-001
«Datti una calmata, Mao.»
«Ronald, rilassati.» obiettò M-001" dovresti inserire una virgola dopo vero, e rilassati, (o nulla, prima della chiusura dei caporali è consentito). Altrimenti, dopo il punto, ma lì è un errore, il disse e l'obiettò vanno in maiuscolo. Nel secondo rigo, dopo Youssuf eviterei l'esclamativo, e invece di rispose opterei per un esclamò.
Alla prossima
«Siamo nello spazio Youssuf!» Rispose M-001 oppure «Siamo nello spazio Youssuf!», rispose M-001
Dimmi che ho capito altrimenti ho bisogno di una ulteriore spiegazione
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Re: Commento
Fanne un romanzo, secondo me tu hai bisogno di uno spazio che non siano i 10.000 caratteri, buttati sul racconto lungo, secondo me vai bene. Sì, mi ricordo di Kutaki Arikumo, quello che metteva recensioni cattivissime (non a me)!Eliseo Palumbo ha scritto: ↑10/10/2019, 21:46 Lodo ma come fai a ricordarti di Kutaki Arikumo, che grande!
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Re: Tre Androidi Cosmonauti
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Re: Tre Androidi Cosmonauti
Grazie per la delucidazioneNamio Intile ha scritto: ↑11/10/2019, 11:05 Buona la prima, nel senso che dopo il punto esclamativo non va la virgola, ma comunque il maiuscolo.
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Per quanto riguarda il resto, vado anch'io sull'onda di chi mi ha preceduto ma, per non essere monotono, te lo dico in un altro modo. Leggendo, direi dopo metà, ho cominciato a chiedermi: "chissà cosa succederà adesso: demonio di un Eliseo, deve aver preparato qualcosa di straordinario!". Le premesse per farmi la domanda c'erano infatti tutte. A parte la legittima aspettativa sempre esistente nel leggere ogni storia, la descrizione e il tratteggio dei personaggi (o mezzi personaggi perché si tratta di androidi) induceva l'attesa di qualcosa, di tragico o anche di umoristico. Verso la fine la mia tensione era ormai al diapason, ho iniziato a sudare e a tremare e mi sono detto: "sicuramente la bravura di Eliseo starà nel costringere l'avvenimento sospeso addirittura nell'ultima riga, onde ottenere il massimo dell'effetto."
Macchè, nell'ultimo periodo non è successo niente e sono rimasto come un ciula. Come leggere: "oggi siamo andati al mare, abbiamo fatto il bagno e siamo tornati". Vabbè, questo sarà anche solo l'incipit di uno sterminato romanzo, ma qualche piccola anticipazione potevi darcela!
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Re: Tre Androidi Cosmonauti
Passando al racconto attuale in effetti hai ragione pure in questo caso, avrei potuto dedicare qualche riga in più e far accadere qualcosa oppure strutturare la trama in modo differente o anticipare qualcosa, mi dispiace se ho "deluso" le aspettative che si erano create durante la lettura e di averti lasciato con l'amaro in bocca, un autore(o aspirante tale) non dovrebbe mai farlo. Allo stesso tempo però devo dire che aver suscitato qualcosa in te mi fa molto piacere, lo prendo come un passo avanti.
A presto Giorgio, un abbraccio
PS grazie per aver dedicato del tempo al mio racconto
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La tematica fantascientifica poi ovviamente può piacere o meno, ma al di là dei pareri soggettivi, il racconto nel suo complesso è di piacevole lettura.
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Re: Commento
Magari! Sarebbe un sogno, un produttore si ritrova per caso questo stralcio e mi contatti per farne una pellicola, ma appunto resterà solo un sogno. Intanto sto lavorando al mio primo romanzo da autopubblicare, in futuro arriverà qualcosa sugli androidi pureStefyp ha scritto: ↑15/10/2019, 23:16 Ripeto sicuramente ciò che è stato detto in precedenza. Così come appare in questo contesto il racconto perde parecchio del suo potenziale. Parte in quarta, ma non porta a nulla. Ha bisogno di essere ampliato magari fino a diventare un romanzo. A me personalmente non piace leggere libri di fantascienza, mentre amo il film di fantascienza, quindi chissà magari se diventasse anche un film potrei apprezzarlo.
Mi puoi indicare i refusi per favore?Isabella Galeotti ha scritto: ↑19/10/2019, 18:53 Bel racconto, che si lascia leggere. Ho trovato qualche refuso, ma di immediata soluzione. Come ho letto altri commenti, sembra un capitolo, tratto da un libro di racconti di fantascenza. Onestamente non mi ha trasmesso nulla, forse perchè i brani di questo genere non mi appassionano poi tanto. voto 3
Nell'universo che ho creato per loro diciamo che è un futuro lontano sì, ma non troppo, per questo mi sono fermato "solo" sulla LunaGiada.Trix ha scritto: ↑14/11/2019, 21:59 Ciao Eliseo, sono molto appassionata di questo genere di racconti, per cui a mio parere è molto bello, mi piace l'atmosfera. Sarebbe stato molto interessante secondo me, visto che credo si tratti di un futuro molto lontano, se gli androidi fossero andati oltre la luna,molto più lontano, ma magari è solo l'inizio
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Re: Commento
Grazie, ovviamente faccendo ammenda per non aver scritto un racconto autoconclusivoAlessandro Mazzi ha scritto: ↑17/10/2019, 19:39 Innanzitutto scusami se ti sembrerò ripetitivo, ma come già segnalato da altri, anche secondo me il racconto potrebbe benissimo essere la base per un'argomentazione più ampia. Sia chiaro che questa non è assolutamente una nota a sfavore del testo, che trovo sia scritto davvero bene. La cronaca della partenza e del successivo allunaggio è scritta in maniera ineccepibile.
La tematica fantascientifica poi ovviamente può piacere o meno, ma al di là dei pareri soggettivi, il racconto nel suo complesso è di piacevole lettura.
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Prima o poi arriverà il seguito, grazie per aver lettoSelene Barblan ha scritto: ↑04/12/2019, 6:58 Buon racconto secondo me, senza particolari scossoni ma che mi lascia la voglia di leggere il prossimo capitolo. Sono curiosa di sapere cosa combineranno questi cosmonauti... . L’unica frase che non mi ha convinto è: “le stampanti alle porzioni di parete già stampata”, non mi suona bene. Invece la frase finale è molto bella. Voto 4.
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Re: COMMENTO
Contento che ti sia piaciuto e contento di aver colto la personalità di Pink.Giampiero ha scritto: ↑09/12/2019, 18:34 Mi unisco al coro di chi ha immaginato il racconto parte di un lavoro più ampio. In ogni caso mi sembra un buon incipit, e avrei proseguito volentieri con la lettura. Le descrizioni hanno infatti plasticità e lo scenario è alquanto dinamico. Sembra quasi di vederli i tre cosmonauti che, schiacciati ai loro schienali, si aggrappano al tubo d’acciaio. Bella anche la scena di Mr. Pink che si avvicina al vetro, facendo finta di schiacciare le “formichine” contro la parete trasparente. Ho pensato a una specie di personalità deviata del ricco magnate.
Grazie per la lettura.
La Gara 35 - Zombie & Incipit
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La Gara 20 - L'insolita bellezza delle piccole cose
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La Gara 19 - Un incipit da Re
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Carosello
antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura
Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, Enrico Teodorani, Cristina Giuntini, Maria Rosaria Spirito, Francesco Zanni Bertelli, Serena Barsottelli, Alberto Tivoli, Laura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi, Angela Catalini.
Vedi ANTEPRIMA (357,78 KB scaricato 100 volte).
Downgrade
Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (2,50 MB scaricato 282 volte).
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FEMILIA - abbiamo sufficienti riserve di sperma
In seguito a un'escalation di "femminicidi", in tutto il mondo nasce il movimento "SupraFem", ovvero: "ribellione delle femmine che ne hanno abbastanza delle violenze dei maschi". La scintilla che ha dato il via al movimento è scattata quando una giornalista ben informata, tale Tina Lagos, ha affermato senza mezzi termini che "nei laboratori criogenici di tutto il mondo ci sono sufficienti riserve di sperma da poter fare benissimo a meno dei maschi. Per sempre!". Le suprafem riescono ad avere un certo peso nella normale vita quotidiana; loro esponenti si sono infatti insediate in numerosi Palazzi, sia politici che economici, e sono arrivate al punto di avere sufficiente forza da poter pretendere Giustizia.
Copertina di Riccardo Simone
di Mary J. Stallone e Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (2,48 MB scaricato 210 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.