Nessuna Condanna
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Nessuna Condanna
I pianeti ruotano e questa sera li sento
Ho deciso di ruotare anch'io nella mia stanza vuota
mentre il mondo rimane in silenzio
un soffio mi accarezza gli occhi
ed io volteggio sono un pianeta
che ruota senza sosta in una pineta
Anche se piango non provo più nulla
perché ho imparato a volteggiare come un pianeta
lo faccio è questo mi basta
sono libero dai miei sentimenti
sono una roccia fredda con l'animo di milioni di persone
Ed ora in rima!
Ho sempre ignorato l'ovvio fino a quando
non ci ho sbattuto la faccia
non c'è nulla che devo capire sto tornando
solo silenzio mentre seguo la traccia
nulla può più fermarmi, sento caldo
sono il proiettile sbagliato nella giusta battuta di caccia
Visto, non è difficile, so fare solo questo. Naturalmente questa non è una storia, ma ti garantisco che potrei scriverne almeno cinque partendo da quelle frasi. Penso sia una questione di libertà, il diventare il mezzo e non più il creatore. Non c'è nessuna condanna in questo, è una forma di intimità anche le storie hanno bisogno di un posto in cui sfogarsi e ripararsi, ed io l'ho imparato in fretta. A dire il vero ora, sento un gran mal di testa, non mi capitava da un sacco di tempo, ho quasi sonno…
Adham si alzò, camminò piano verso il suo cassetto, lo aprì, prese tutti quei fogli impazziti che sembravano piccoli moscerini in una giornata afosa, li mise sul tavolo. Li guardò, sparì in un altra stanza e poi tornò con un piatto un coltello ed una forchetta. Posizionò i fogli ed i suoi racconti sul piatto nero ed incominciò a tagliarli, li fissava incredulo era forse questa la loro volontà? Stava succedendo davvero? Quei pensieri scomparirono in fretta e calmo e felice come non lo era mai stato iniziò a mangiarli, avevano un sapore unico mai provato prima, ne era certo sapevano di sogni.
Prima di accorgersene li divorò tutti. Tutte le sue storie scorrevano nella sua testa era un cinema impossibile da non seguire. Un improvviso freddo salì inesorabile dalle punte dei piedi fino alla testa. Un pensiero, solo uno.
"Sono forse diventato lo show di qualche persona annoiata? Se qualcuno di più intenso di quanto io lo sia mai stato, stesse scrivendo di me?"
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commento
personalmente darei una revisione al testo; ci sono parecchie d eufoniche da eliminare e la punteggiatura da sistemare.
per quanto riguarda la storia, è ben esposta come descrizioni, sebbene, ripeto, me ne resti oscuro il significato.
probabilmente non arrivo a recepirla.
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Ho notato una differenza di registro tra la prima e la seconda parte, un po' come se fosse stato scritto da due persone diverse, non so se sia stato voluto o meno, intendo anche dal punto di vista della punteggiatura, la prima parte, quando parla Adham, credo sia impeccabile, nella seconda invece, va rivista molto.
Qualche stupida precisazione:
Una "bolla" di ossigeno sarebbe un'embolia, meglio che non si unisca a nulla
"... prese tutte quei fogli..."
2-3 d eufoniche da togliere.
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Re: Commento
Grazie mille, Lodovico! Mi è piaciuta molto la tua visione del racconto Matrioska, in un certo senso doveva essere anche così, ancora grazie per le belle parole mi hanno fatto davvero piacereLodovico ha scritto: 07/01/2020, 20:50 Profondo, originale, spiazzante, ermetico. Come suggerisce l'autore "ha influito sulle mie emozioni". Una sorta di Matrioska in cui un racconto contiene un altro racconto, almeno, così l'ho visto. In ogni caso mi è piaciuto molto.
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Re: Commento
Ti ringrazio per le precisazioni, non sono affatto stupide anzi mi servono! Hai colto nel segno per quel che riguarda il racconto, la seconda parte è appositamente "rotta" volevo che si perdesse quella sensazione di linearità, mi piaceva l'idea di un racconto a più strati se così si può definire. Sono felice che ti sia piaciuto!Eliseo Palumbo ha scritto: 08/01/2020, 10:27 Il racconto è bello. Un racconto senza quarta parete, se si può dire, il protagonista alla fine prende consapevolezza di poter essere lui stesso frutto dell'imaginazione altrui o di poter essere uno di quei fogli divorati.
Ho notato una differenza di registro tra la prima e la seconda parte, un po' come se fosse stato scritto da due persone diverse, non so se sia stato voluto o meno, intendo anche dal punto di vista della punteggiatura, la prima parte, quando parla Adham, credo sia impeccabile, nella seconda invece, va rivista molto.
Qualche stupida precisazione:
Una "bolla" di ossigeno sarebbe un'embolia, meglio che non si unisca a nulla: )
"… prese tutte quei fogli…"
2-3 d eufoniche da togliere.
Piccola precisazione:
Hai perso una m in "imaginazione", capita scrivendo tanto, grazie ancora
Commento: Nessuna Condanna
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Re: commento
Ti ringrazio per il commento, mi chiedo solo come si possa dare una valutazione ad un qualcosa che non si è capito. Detto questo, ognuno ha la sua sensibilità ed è giusto così, grazie per il tempo dedicato a me ed al mio piccolo lavoro oscuroFausto Scatoli ha scritto: 08/01/2020, 9:34 se devo essere sincero, mi è rimasto piuttosto oscuro. Non ho capito molto soprattutto alla fine.
Personalmente darei una revisione al testo; ci sono parecchie d eufoniche da eliminare e la punteggiatura da sistemare.
Per quanto riguarda la storia, è ben esposta come descrizioni, sebbene, ripeto, me ne resti oscuro il significato.
Probabilmente non arrivo a recepirla.
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Re: Commento: Nessuna Condanna
Grazie mille! L'abbandono della prima persona è voluto, l'idea di creare in poche righe una contrapposizione di emozioni (per es. Prima parte affascinante, seconda quasi fastidiosa) penso riesca a dare una certa sensazione di libertà, dove si hanno dubbi su ciò che è stato volontariamente scritto o meno (es. Te/tu be/beh). Spero di essere riuscito a trasmettere un emozione, qualsiasi essa sia, in un mondo in cui il creatore e mezzo non sono molti distanti così come l'opera ed il lettoreElianaF ha scritto: 08/01/2020, 13:38 Mi è piaciuta la prima parte, peccato avere abbandonato la prima persona per il finale. Scrittura affascinante a parte la frase iniziale che riporta (volutamente?) un "te" al posto del "tu" e un be senza h (ecco la frase: Se anche te ti sei mai chiesto cosa ci fosse al di là, be stai per scoprirlo.)
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Re: commento
beh, il fatto che non mi sia chiaro il significato di una storia non mi impedisce di valutarla per altri versi.Simone_Non_é ha scritto: 08/01/2020, 13:45 Ti ringrazio per il commento, mi chiedo solo come si possa dare una valutazione ad un qualcosa che non si è capito. Detto questo, ognuno ha la sua sensibilità ed è giusto così, grazie per il tempo dedicato a me ed al mio piccolo lavoro oscuro
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se devo essere sincera il linguaggio è banale come fosse un testo comico ma scavando si trova un senzo di profondo belli
Lodovico ha scritto: 07/01/2020, 20:50 Profondo, originale, spiazzante, ermetico. Come suggerisce l'autore "ha influito sulle mie emozioni". Una sorta di Matrioska in cui un racconto contiene un altro racconto, almeno, così l'ho visto. In ogni caso mi è piaciuto molto.
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Re: se devo essere sincera il linguaggio è banale come fosse un testo comico ma scavando si trova un senzo di profondo b
Sera Alessia, penZo che lei abbia scritto il commento al posto del titolo, la casella più grande serve per commentare. La ringrazio comunque infinitamente per questo suo penZiero è per aver dato un senZo alla mia opera, non avrei mai penZato di ricevere una descrizione così bella mi ha colpito molto questa parte in particolare "scavando si trova un senzo di profondo belli" una piccola poesia, onesta e struggente
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Questo pezzo:
“Ho scritto storie assurde di alberi parlanti con orologi al posto delle foglie, di amori mai sbocciati, di follia ed infine le mie preferite quelle in cui solo alla fine capisci il senso di tutto.”
Non mi convince, scusami non so giustificare molto bene il perché, semplicemente mi sembra un po’ autoreferenziale. Forse formulato in un altro modo mi suonerebbe meglio.
E l’ultima frase secondo me è di troppo, banalizza un po’ la bella immagine descritta appena sopra.
Globalmente il racconto è bello, voto 4.
Ps: ho letto diverse volte il racconto ma non riesco a legarlo al titolo, problema mio probabilmente
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Re: Commento
Mi è piaciuto molto questo tuo commento, oserò e le darò del tu, uno degli scopi del racconto doveva essere quello di far nascere delle domande nel lettore in modo tale da creare una sorta di scambio, ciò che dici è perfetto. Per quanto riguarda la frase che non ti convince è possibile che ci sia una nota autoreferenzialità ma l'ultima parte era per me importante ai fini del racconto. Infine per quanto riguarda il titolo è possibile che non abbia un senso come è possibile che ci sia, non trovo corretto spiegare le opere in quanto perdono la loro ragion d'essere, almeno per me. Grazie mille ancora per aver letto questo mio piccolo lavoro, farò tesoro dei tuoi suggerimenti, grazie ancoraSelene Barblan ha scritto: 08/01/2020, 20:56 Mi piace il fatto che inizialmente il modo di parlare del narrante sembri sottintendere di voler porre fine alla propria vita, intendo nelle prime tre righe. Per lo meno, è quello che è venuto in mente a me. Ed in un certo senso forse, divorando le proprie opere, “muore” per davvero. Trovo bella l’immagine del divoratore di storie/sogni. Non mi disturba il fatto che il racconto sia un po’ criptico, penso infatti che sia sempre interessante stimolare il lettore a farsi qualche domanda.
Questo pezzo:
“Ho scritto storie assurde di alberi parlanti con orologi al posto delle foglie, di amori mai sbocciati, di follia ed infine le mie preferite quelle in cui solo alla fine capisci il senso di tutto.”
Non mi convince, scusami non so giustificare molto bene il perché, semplicemente mi sembra un po’ autoreferenziale. Forse formulato in un altro modo mi suonerebbe meglio.
E l’ultima frase secondo me è di troppo, banalizza un po’ la bella immagine descritta appena sopra.
Globalmente il racconto è bello, voto 4.
Ps: ho letto diverse volte il racconto ma non riesco a legarlo al titolo, problema mio probabilmente
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Re: Nessuna Condanna
Buona scrittura!
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Re: Nessuna Condanna
Ottimo, buona serata e scrittura anche a teSelene Barblan ha scritto: 08/01/2020, 21:21 Certo dammi pure del tu . Contenta di esserti stata utile! Per il titolo, proverò a rileggerlo fra qualche tempo, magari mi scatta la scintilla ;)
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Re: Commento
Ahahah che grande! In effetti si, quando scrivo i commenti non li rileggo mai, quindi nella foga scappa qualcosaSimone_Non_é ha scritto: 08/01/2020, 13:37
Piccola precisazione:
Hai perso una m in "imaginazione", capita scrivendo tanto, grazie ancora
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Re: Commento
Ahah avevo immaginato bene, grande anche te e grazie ancora per il tuo commento, buona giornataEliseo Palumbo ha scritto: 09/01/2020, 0:50 Ahahah che grande! In effetti si, quando scrivo i commenti non li rileggo mai, quindi nella foga scappa qualcosa
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La prima, una specie di flusso di coscienza dove dici un po' tutto e il suo contrario. "Se anche te ti sei mai chiesto cosa ci fosse al di là…", di là dove? "Per farti capire meglio sappi che non ho mai avuto particolari talenti o qualcosa degno di nota ed è per questo che ho iniziato a scrivere…", non avere particolari talenti e quindi scrivere: scarsa considerazione per questa attività? "…amo però credere che siano le storie a scegliere di essere scritte, io sto solo aspettando che mi dicano di voler essere pubblicate", e poi "Voglio dire il più grande dei doni, non è la capacità di avere una propria volontà?" Mi sembra contraddittorio.
La seconda, affidata a un criptico nonsense in versi. Sbagliando una rima: "caldo", al limite è un'assonanza, ma questo penso che tu lo sappia già.
Una terza, scritta, appunto, in terza persona. La parte migliore, secondo me: l'immagine dello scrittore che mangia le sue pagine è molto potente.
Infine la chiosa dove, forse, emerge l'anima più genuina di questo racconto e ne racchiude il senso. Scusa se te lo dico ma in gran parte della lettura ho avuto una sensazione di artefatto, anche se comprendo l'intenzione di andare oltre la consueta formula del racconto/narrazione.
Qualche imprecisione nella punteggiatura, se hai già fatto editing ti segnalo solo "un'altra" che necessita dell'apostrofo. Il "te" mi sembra un vezzo, opinione personale; lo dico da toscano che lo usa in maniera colloquiale ma che non lo mette nero su bianco, almeno in un testo in italiano standard.
Credo che il tuo potenziale non sia stato del tutto espresso in questo brano.
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Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Re: Commento
Premetto che vista l'ora probabilmente risponderò in un italiano non perfetto, ma ci tengo comunque a farlo. Partiamo.Roberto Bonfanti ha scritto: 09/01/2020, 22:50 Testo che vive di tre atmosfere diverse.
La prima, una specie di flusso di coscienza dove dici un po' tutto e il suo contrario. "Se anche te ti sei mai chiesto cosa ci fosse al di là…", di là dove? "Per farti capire meglio sappi che non ho mai avuto particolari talenti o qualcosa degno di nota ed è per questo che ho iniziato a scrivere…", non avere particolari talenti e quindi scrivere: scarsa considerazione per questa attività? "…amo però credere che siano le storie a scegliere di essere scritte, io sto solo aspettando che mi dicano di voler essere pubblicate", e poi "Voglio dire il più grande dei doni, non è la capacità di avere una propria volontà?" Mi sembra contraddittorio.
La seconda, affidata a un criptico nonsense in versi. Sbagliando una rima: "caldo", al limite è un'assonanza, ma questo penso che tu lo sappia già.
Una terza, scritta, appunto, in terza persona. La parte migliore, secondo me: l'immagine dello scrittore che mangia le sue pagine è molto potente.
Infine la chiosa dove, forse, emerge l'anima più genuina di questo racconto e ne racchiude il senso. Scusa se te lo dico ma in gran parte della lettura ho avuto una sensazione di artefatto, anche se comprendo l'intenzione di andare oltre la consueta formula del racconto/narrazione.
Qualche imprecisione nella punteggiatura, se hai già fatto editing ti segnalo solo "un'altra" che necessita dell'apostrofo. Il "te" mi sembra un vezzo, opinione personale; lo dico da toscano che lo usa in maniera colloquiale ma che non lo mette nero su bianco, almeno in un testo in italiano standard.
Credo che il tuo potenziale non sia stato del tutto espresso in questo brano.
"Se anche te ti sei mai chiesto cosa ci fosse al di là…"
Ciò che è il "di là" sta al lettore dedurlo, al di là di ciò che si legge? Al di là di ciò che si fa? Al di là di ciò che si mangia? Al di là di ciò che si pensa? Non sta a me dirlo, ci sono infinite possibilità. Certo se non ci si è mai fatti troppe domande, o almeno quelle che l'opera vuol far trasparire, trovo sia ostico anche solo immaginare.
Credo sia importante ai fini di una critica costruttiva e veritiera riportare le frasi per intero, per cui:
"Per farti capire meglio sappi che non ho mai avuto particolari talenti o qualcosa degno di nota ed è per questo che ho iniziato a scrivere, perché per una volta le cose potevano andare come volevo."
In un contesto simile, non vi è spazio per le considerazioni in quanto l'esigenza espressiva che sfocia in scrittura è figlia di una necessità. Come si può avere scarsa considerazione di ciò che è essenziale per il protagonista del racconto? Questa è una contraddizione.
"Potrai pensare che è un comportamento egoistico, probabilmente hai ragione, amo però credere che siano le storie a scegliere di essere scritte, io sto solo aspettando che mi dicano di voler essere pubblicate."
Ciò che per lei appare contraddittorio credo in realtà sia chiaro, le storie usano lo scrittore per prendere vita, il quale cosciente di questo meccanismo decide di rispettare la volontà dello scritto e quindi di attendere che sia quest'ultimo a decidere di essere pubblicato o meno. Ciò che è inanimato non ha volontà, per questo motivo il potere decisionale diventa un dono.
Il tutto naturalmente ha un senso hai fini della chiusa.
Il nonsense tale non è, potrebbe esserlo a seconda della sensibilità del lettore. Su questa parte è inutile dilungarsi ulteriormente.
Per quanto riguarda l'ultima parte, quella da lei definita "terza", è stata la meno apprezzata dalla maggior parte dei lettori che hanno poi deciso di lasciare un commento, quindi sono piacevolmente sorpreso nel leggere questa sua opinione.
Non mi soffermerò sulle scelte stilistiche in quanto lo trovo superfluo.
Detto questo l'opera di base ha un suo scopo, suscitare domande nel lettore, visto il suo commento credo ci sia riuscita. La ringrazio per aver commentato e letto il mio lavoro e spero di averle chiarito alcuni dubbi a riguardo; è stato comunque un piacere leggerla e mai avrei pensato di dover fare una "parafrasi" su un mio testo, ciò mi ha divertito. Ancora grazie e buona scrittura
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Per il resto pur avendo, penso, compreso l'intenzione non mi ha entusiasmato e questo è una cosa molto soggettiva. Chissà perchè a volte ci emozionano alcune cose, certi scritti e altri meno. È la cosa che adoro della scrittura: la molteplicità di visioni e pensieri che può esprimere, ed è quello che mi piace di questo sito. Ogni sensibilità trova spazio di espressione.
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Grazie Stefyp, se ti va ed hai tempo, mi farebbe piacere leggere, secondo te, come potrei mettere in evidenzia tutto il potenziale del racconto, ciò mi aiuterebbe. Piccolo momento spam, attualmente ho pubblicato un altra opera sul sito, se ti va di dargli una letta ora sai della sua esistenza. Grazie per aver commentatoStefyp ha scritto: 10/01/2020, 7:42 Ripeterò un pensiero già espresso in un altro commento: c'è del potenziale, non evidenziato in questo racconto. Mi piace lo stile, il passaggio tra la prima e la terza persona pure, il testo è fluido e si legge con piacere.
Per il resto pur avendo, penso, compreso l'intenzione non mi ha entusiasmato e questo è una cosa molto soggettiva. Chissà perchè a volte ci emozionano alcune cose, certi scritti e altri meno. È la cosa che adoro della scrittura: la molteplicità di visioni e pensieri che può esprimere, ed è quello che mi piace di questo sito. Ogni sensibilità trova spazio di espressione.
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Nel periodo successivo: "Se anche te ti sei mai chiesto cosa ci fosse al di là" è un periodo ipotetico. Pertanto devi usare il congiuntivo, se anche ti fossi mai chiesto cosa ci sia...
E cosine del genere, nulla che una buona rilettura non possa modificare.
Trovo sempre poco opportuno, invece, il rivolgersi al lettore del protagonista, che spesso poi diventa l'autore, con ammiccamenti che non creano certo confidenza, e mi sembrano sempre fini a se stessi.
A ogni modo, il vero punto debole, a mio modo di vedere, sono i muri portanti del racconto, ossia le riflessioni del protagonista. In quanto contraddittorie o confusionarie.
Per esempio scrivi: " Mi sono da sempre sentito allergico alla vita, un alieno in un posto sconosciuto. Per farti capire meglio sappi che non ho mai avuto particolari talenti o qualcosa degno di nota ed è per questo che ho iniziato a scrivere,"
Chi è allergico alla vita, si sente alieno alla vita, dovrebbe desiderare il contrario della vita: la morte. Invece la tua spiegazione parla della mancanza di talenti, che è altra questione ancora. Pertanto la spiegazione non spiega nulla, anzi confonde.
Questa confusione continua per tutto il racconto: "Penso sia una questione di libertà, il diventare il mezzo e non più il creatore."
Quando mai il mezzo è stato più libero del creatore, mi chiedo io.
E via di questo passo.
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Grazie mille, felice di sapere che nel complesso è piaciuto, spero che sia riuscito a lasciare qualcosa anche se di piccolissimo. Buona scrittura e grazie ancora per essere passataLaura Traverso ha scritto: 01/02/2020, 16:15 E' particolare questo racconto che inserisce molti esempi di scrittura tra cui quella rimata. Di conseguenza si comprende bene, e si apprezza, (almeno per me è stato così) l'impegno dell'autore. Complessivamente mi è piaciuto.
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Di lì in avanti scivolo sulle parole, godendo e ignorando “d” eufoniche e quant’altro, magari me le sono divorate come il testo: tanto prima o poi, conoscendoti, la loro fine sarebbe stata la stessa. Il finale da scatola cinese non è nuovo ma, scritto così, è come se lo leggessi la prima volta. Ricomincio e il pezzo mi piace ancora di più, poi leggo il commento di Marcello “Profondo, originale, spiazzante, ermetico”, e condivido in parte. L’unica cosa ermetica per me sono i voti bassi, per il resto penso di aver capito tutto: magari sono sulla tua stessa lunghezza d’onda. Molti complimenti, vado a mangiarmi un po’ dei miei racconti per vedere di cosa sanno. Non c'è nessuna condanna neppure per questo.
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Facile riconoscere in questo racconto (intendo per me, poi magari il racconto intende altro) la metafora del travaglio quotidiano che comporta dare anima e corpo a una passione artistica, che spesso equivale a nuotare controcorrente rispetto al contesto in cui viviamo. Ha più il carattere di una riflessione, piuttosto che di una storia vera e propria, ma credo non a caso comincia qualificandosi proprio come un diario personale. Si avverte, comunque, l'autenticità di quanto espresso. Mi hanno un po' disorientato i cambi di registro e punto di vista - prima persona, terza, storia dentro la storia -, magari non sono riuscito io a inquadrarli nella giusta ottica.
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Re: Commento
Ho letto il tuo commento 37 minuti dopo che l'avevi scritto. Mi è piaciuto così tanto che ho deciso di aspettare un po' prima di risponderti, volevo che ci fosse il clima giusto. Probabilmente sì, ti è arrivato tutto o almeno credo, non penso lo sapremo mai, ma non c'è nessuna condanna neanche in questo. Semplicemente grazie per essere passato ed aver allungato ancora un po' questo piccolo viaggio, cercherò di migliorare la forma nel mentre, buona scrittura e letturaGiorgio Leone ha scritto: 09/02/2020, 20:37 Giornale di bordo. Inizio e Adham con l’”h” mi dà subito fastidio, anche se Wikipedia mi conferma che esiste ed è un nome maschile arabo che significa “shiny black stallion”. Buono a sapersi. Non faccio neanche in tempo a rilassarmi che leggo “Se anche te ti” e mi innervosisco, le mani si contraggono sui braccioli della mia fedele poltroncina da computer. Con la coda dell’occhio vedo qualcosa che assomiglia a un paio di poesie e mi rabbuio, in quanto difficilmente mi entusiasmano; poi capisco che chi scrive scrive di uno scrittore che scrive, e la cosa mi piace ancor meno.
Di lì in avanti scivolo sulle parole, godendo e ignorando “d” eufoniche e quant’altro, magari me le sono divorate come il testo: tanto prima o poi, conoscendoti, la loro fine sarebbe stata la stessa. Il finale da scatola cinese non è nuovo ma, scritto così, è come se lo leggessi la prima volta. Ricomincio e il pezzo mi piace ancora di più, poi leggo il commento di Marcello “Profondo, originale, spiazzante, ermetico”, e condivido in parte. L’unica cosa ermetica per me sono i voti bassi, per il resto penso di aver capito tutto: magari sono sulla tua stessa lunghezza d’onda. Molti complimenti, vado a mangiarmi un po’ dei miei racconti per vedere di cosa sanno. Non c'è nessuna condanna neppure per questo.
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Re: Commento
Intanto grazie mille per il tuo commento, mi ha fatto davvero piacere. Continuerò a seguire la linea di non spiegare eventuali metafore o quant'altro, anche se probabilmente la tua è stata un ottima osservazione. Capisco che i cambi di registro possano non essere facilmente digeribili e farò tesoro di questo e altri spunti di riflessione che mi hai lasciato, nel tentativo di trovare la giusta forma. Grazie ancora per essere passato, buona lettura e scritturaRoberto Ballardini ha scritto: 11/02/2020, 9:15 Mi riconosco in molti passaggi, o meglio riconosco quell'affetto e quel rispetto che si prova per il proprio lavoro, anche quando rimane confinato nell'ambito privato. Quel riconoscere alle storie che inventiamo, una loro identità\dignità, una loro realtà, se vogliamo. L'antidoto per eccellenza, credo, a tutte le critiche sbrigative (necessariamente sbrigative), a volte saccenti, a volte oculate, che si ricevono sul web.
Facile riconoscere in questo racconto (intendo per me, poi magari il racconto intende altro) la metafora del travaglio quotidiano che comporta dare anima e corpo a una passione artistica, che spesso equivale a nuotare controcorrente rispetto al contesto in cui viviamo. Ha più il carattere di una riflessione, piuttosto che di una storia vera e propria, ma credo non a caso comincia qualificandosi proprio come un diario personale. Si avverte, comunque, l'autenticità di quanto espresso. Mi hanno un po' disorientato i cambi di registro e punto di vista - prima persona, terza, storia dentro la storia -, magari non sono riuscito io a inquadrarli nella giusta ottica.
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Re: Commento
Parto ringraziandoti per aver commentato e per avermi suggerito diversi accorgimenti "tecnici", se così si possiamo definirli, di cui farò tesoro. Per quanto riguarda il gusto sulle scelte narrative trovo siano soggettive, per me avevano un significato anche quelle al fine del racconto. Non sono d'accordo invece sulle criticità dello scritto, i muri portanti, non sempre è la riga sottostante a spiegare il significato di ciò che viene espresso. Detto questo sono felice di avere avuto modo di leggere un altra visione ed apprezzo il tempo speso a lasciare un commento, probabilmente anche questa è un altra forma nella quale un racconto può arrivare. Grazie ancora, buona scrittura e letturaNamio Intile ha scritto: 04/02/2020, 11:09 Ho trovato errori di vario tipo: "Benvenuto nel mio diario caro lettore," dove caro lettore, essendo un complemento vocativo, va tenuto separato da una virgola dal resto.
Nel periodo successivo: "Se anche te ti sei mai chiesto cosa ci fosse al di là" è un periodo ipotetico. Pertanto devi usare il congiuntivo, se anche ti fossi mai chiesto cosa ci sia...
E cosine del genere, nulla che una buona rilettura non possa modificare.
Trovo sempre poco opportuno, invece, il rivolgersi al lettore del protagonista, che spesso poi diventa l'autore, con ammiccamenti che non creano certo confidenza, e mi sembrano sempre fini a se stessi.
A ogni modo, il vero punto debole, a mio modo di vedere, sono i muri portanti del racconto, ossia le riflessioni del protagonista. In quanto contraddittorie o confusionarie.
Per esempio scrivi: " Mi sono da sempre sentito allergico alla vita, un alieno in un posto sconosciuto. Per farti capire meglio sappi che non ho mai avuto particolari talenti o qualcosa degno di nota ed è per questo che ho iniziato a scrivere,"
Chi è allergico alla vita, si sente alieno alla vita, dovrebbe desiderare il contrario della vita: la morte. Invece la tua spiegazione parla della mancanza di talenti, che è altra questione ancora. Pertanto la spiegazione non spiega nulla, anzi confonde.
Questa confusione continua per tutto il racconto: "Penso sia una questione di libertà, il diventare il mezzo e non più il creatore."
Quando mai il mezzo è stato più libero del creatore, mi chiedo io.
E via di questo passo.
La Gara 36 - De Rerum Scientia
A cura di Monica Porta may bee.
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La Gara 10 - Dreaming of a Weird Christmas
A cura di CMT.
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GrandPrix d'inverno 2023/2024 - Terrazze d'aprile - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
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Biblioteca labirinto
Cinque scaffali di opere concatenate per raccontare libri, biblioteche e personaggi letterari
Riportare la lettura e la biblioteca al centro dell'attenzione dovrebbe essere un dovere di ciascuno di noi. Se in qualche misura ci riesce una raccolta di racconti non si può che gioirne, nella speranza che possa essere contagioso, come deve esserlo tutto ciò che ci spinge a riflettere e a interrogarci sull'essenza del nostro esistere.
A cura di Lorenzo Pompeo e Massimo Baglione.
introduzione del Prof. Gabriele Mazzitelli.
Contiene opere di: Alberto De Paulis, Monica Porta, Lorenzo Pompeo, Claudio Lei, Nunzio Campanelli, Vittoria Tomasi, Cristina Cornelio, Marco Vecchi, Antonella Pighin, Nadia Tibaudo, Sonia Piras, Umberto Pasqui, Desirée Ferrarese.
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L'Animo spaziale
Tributo alla Space Opera
L'Animo Spaziale è un tributo alla space opera. Contiene una raccolta di racconti dell'autore Massimo Baglione, ambientati nella fantascienza spaziale. Un libro dove il concetto di fantascienza è quello classico, ispirato al Maestro Isaac Asimov. La trilogia de "L'Animo Spaziale" (Intrepida, Indomita e Impavida) è una storia ben raccontata con i giusti colpi di scena. Notevole la parentesi psicologica, in Indomita, che svela la complessa natura di Susan, elemento chiave dell'intera vicenda. "Intrepida", inoltre, ha vinto il primo premio nel concorso di letteratura fantascientifica "ApuliaCon 2006" (oggi "Giulio Verne"). I racconti brevi "Mr. Sgrultz", "La bottiglia di Sua Maestà" e "Noi, sorelle!" sono stati definiti dalla critica "piccoli capolavori di fantascienza da annoverare negli annali.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Luna 69-19
antologia di opere ispirate al concetto di "Luna" e dedicata al 50° anniversario della storica missione dell'Apollo 11
Il 20 luglio 1969 è la data che segna per sempre il momento in cui il primo essere umano ha posato per la prima volta i piedi sul suolo lunare. Quel giorno una parte di voi era d'avanti ai televisori in trepidante attesa del touch-down del lander, altri erano troppo piccoli per ricordarselo e altri ancora non erano neppure nati, tuttavia ne siamo stati tutti coinvolti in molteplici maniere.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Alessandro Mazzi, Andrea Coco, Andrea Messina, Angelo Ciola, Cristina Giuntini, Daniele Missiroli, Enrico Teodorani, Francesca Paolucci, Franco Argento, F. T. Leo, Gabriele Laghi, Gabriele Ludovici, Gabriella Pison, Iunio Marcello Clementi, Laura Traverso, Marco Bertoli, Marco Daniele, Maria Emma Allamandri, Massimo Tessitori, Namio Intile, Pasquale Aversano, Pasquale Buonarotti, Pietro Rainero, Roberta Venturini, Roberto Paradiso, Saji Connor, Selene Barblan, Umberto Pasqui, Valentino Poppi, Vittorio Serra, Furio Bomben.
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