Spacc!
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Spacc!
Effettivamente spacc ebbe sempre un significato vacante. Non voleva dire solo colui che prende i cazzotti. Cambiò significato quando lo Zanchi morì in un incidente con la moto. Eravamo in cerchio intorno al suo corpo, non mi ricordo se all'obitorio o all'ospedale. Lo guardavamo senza dire nulla. Poi uno disse: "È spacc!" E allora proseguimmo per tutta la sera. "È spacc, aui, killo, kitti, afaa, Kev, zdrg". Adesso spacc non significava più picchiato a sangue ma morto a cazzo. E tutti ridevamo contenti. Tutti tranne quello stronzo di Agostino.
"Ma perché se non ti diverti non te ne vai via?" gli chiedevamo.
Ma lui ci guardava imperterrito e diceva: "Spacc non vuol dire morto a cazzo"
"Allora cosa vuole dire idiota?"
"Non lo so"
Allora giù, cazzotti a non finire. Tornava a casa bello pesto. Intanto il Carrari era sparito. Da più di due mesi nessuno ne sapeva nulla. Credevamo fosse andato in Colombia perché era un demente appassionato di Escobar. Pensavamo che fosse spacc. Una sera camminando sotto l'arco di San Pierino lo vedemmo uscire da un cunicolo con gli occhi rossi e abbastanza fuori dalle orbite. Come ci vide ci venne incontro.
"Ragazzi c'ho il business, venite a vedere". Ci infilammo in uno sgabuzzino. Il business era logicamente vendita di droga. Dopo qualche mese andammo a trovarlo in prigione. Gli avevano dato cinque anni. Aveva messo su uno spaccio esagerato, non si contavano più le persone che passavano da quello sgabuzzino. Nell'uscire dalla sala degli incontri non so chi disse: "È spacc". E tutti iniziammo a ridere e a dire: "Spacc, aui, aitto, afaa". Da quel momento chi finiva in galera era Spacc. Non vi dico la reazione di quel deficiente di Agostino.
"No, spacc vuol dire altro"
"E tua madre maiala cosa vuol dire?" E giù botte.
Poi toccò a me. Avevo conosciuto una ragazza. Suonava il violino e mi faceva vedere film d'amore in bianco e nero. Ai ragazzi dicevo: "Mi tocca passare tutti i fine settimana a guardare questi film, mi stronco le palle".
Quelli ridevano e mi prendevano per il culo, dicevano che ero un cafone. Che non mi meritavo una donna come quella. Ma che ci potevo fare se i concerti di canto gregoriano mi scioglievano le palle come candele? Il Rimba mi appoggiò una mano sulla spalla, ci fu una pausa poi disse: "Sei spacc". E allora tutti insieme, me compreso: "Spacc, aui, afaa, all'inche, avvea". Eh sì! Spacc aveva nuovamente un altro significato: cafone, ignorante, sottosviluppato, bestia. Comunque la lasciai. Una sera fu organizzata una festa. Era una specie di addio al celibato, anche se per la verità nessuno si sarebbe sposato, ma avevano dato gli arresti domiciliari al Carrari, perciò era baldoria. Nel gruppo furono invitate quattro prostitute. Due non erano male, ma per risparmiare ce n'erano altre due ai limiti della decenza. A turno o insieme ci alternavamo in un tour de force pornografico. Agostino riprendeva tutto con una telecamera. Quella ripresa sarebbe stata il nostro vanto. Alla fine della serata riproducemmo le nostre peripezie, ma la sorte ci aveva giocati. Non si vedeva niente. Non una minchia, non un seno, niente.
"Ragazzi ho fatto del mio meglio, non è facile mentre voi fottete, starmene qui con la telecamera" si giustificò il pezzente. Però notammo che non era colpa della telecamera. Era stato l'idiota a non aver premuto il tasto rec. Mettemmo Agostino nel mezzo e lo riempimmo di cazzotti. Lo pestammo per bene finché non andò in coma. Lo caricammo in auto e lo portammo in un bosco. Lo gettammo in una specie di foiba, poi il gruppo si sciolse. Avevo un presentimento… Cambiai città. Incontrai una donna. Vissi con lei per un po'. Una sera tornando a casa la trovai con una lettera in mano.
"Che cos'è?" chiesi
"Non so, ci sono scritte incomprensibili"
La lessi. Una frase: "Sei spacc"
Fu lì che mi venne il primo capello bianco. La scrittura era quella di Agostino. Provai a contattare gli altri del gruppo ma non erano rintracciabili. Poi arrivarono le prime notizie. Matteo era morto durante una pesca subacquea infilzato da un pesce spada. Il Carrari di overdose. Il Rimba folgorato su un traliccio. A Ivan gli erano scoppiati i timpani e la scatola cranica. Ed io… penso che prima o poi toccherà anche a me. Penso ad Agostino. Forse aveva ragione, forse spacc vuol dire morto per mano di Agostino, o ucciso dallo spirito di Agostino, o forse Agostino vaffanculo!
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commento : Spacc!
Quella ripresa sarebbe stato il nostro vanto --- Meglio? -- Quella ripresa sarebbe stata il nostro vanto
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Racconto surreale. Personalmente ci sono troppi cazzotti, ma senza cazzotti il racconto perderebbe il suo fascino.
Un elogio alla magistratura: “Dopo due mesi lo andammo a trovare in prigione. Gli avevano dato cinque anni.” Indagine, processo e condanna in due mesi: ottimo.
Scherzi a parte, un bel tentativo di uscire dagli schemi tradizionali. Fantasia e umorismo non difettano in questo racconto ed è un merito importante.
commento: Spacc!
Il ritmo è giusto, come pure la lunghezza, ma, sorry, non è il mio genere
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uno spaccato di una certa società espresso molto bene.
buone scrittura ed esposizione, ottimo l'utilizzo dei neologismi.
ritmo notevole che fa leggere la storia d'un fiato, senza pause. e si legge con piacere, scivola via benissimo.
buona anche la caratterizzazione dei personaggi; Agostino alla fine diviene quello centrale dopo essere stato per anni lo scarto del gruppo. e la fa pagare.
bel lavoro
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E si dà anche un proprio gergo, un proprio dizionario. Bello spacc-ato nemmeno tanto inconsueto di una società spacc-iata.
Racconti alla Luce della Luna
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PS: ma quel “prostitute” stona davvero, potevi anche usare qualcosa di più incisivo!
- Domenico Gigante
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Ottimo!
- Roberto Bonfanti
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Bella la resa del linguaggio gergale che nasce nel gruppo di amici, che poi, amici fino a un certo punto, viste le dinamiche fra loro… un lessico mutevole e indecifrabile anche per chi lo ha creato.
Nel finale vira verso il metafisico, con Agostino o il suo fantasma a compiere la vendetta.
Interessante, mi piace.
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La Gara 36 - De Rerum Scientia
A cura di Monica Porta may bee.
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La Gara 10 - Dreaming of a Weird Christmas
A cura di CMT.
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GrandPrix d'inverno 2023/2024 - Terrazze d'aprile - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
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Biblioteca labirinto
Cinque scaffali di opere concatenate per raccontare libri, biblioteche e personaggi letterari
Riportare la lettura e la biblioteca al centro dell'attenzione dovrebbe essere un dovere di ciascuno di noi. Se in qualche misura ci riesce una raccolta di racconti non si può che gioirne, nella speranza che possa essere contagioso, come deve esserlo tutto ciò che ci spinge a riflettere e a interrogarci sull'essenza del nostro esistere.
A cura di Lorenzo Pompeo e Massimo Baglione.
introduzione del Prof. Gabriele Mazzitelli.
Contiene opere di: Alberto De Paulis, Monica Porta, Lorenzo Pompeo, Claudio Lei, Nunzio Campanelli, Vittoria Tomasi, Cristina Cornelio, Marco Vecchi, Antonella Pighin, Nadia Tibaudo, Sonia Piras, Umberto Pasqui, Desirée Ferrarese.
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L'Animo spaziale
Tributo alla Space Opera
L'Animo Spaziale è un tributo alla space opera. Contiene una raccolta di racconti dell'autore Massimo Baglione, ambientati nella fantascienza spaziale. Un libro dove il concetto di fantascienza è quello classico, ispirato al Maestro Isaac Asimov. La trilogia de "L'Animo Spaziale" (Intrepida, Indomita e Impavida) è una storia ben raccontata con i giusti colpi di scena. Notevole la parentesi psicologica, in Indomita, che svela la complessa natura di Susan, elemento chiave dell'intera vicenda. "Intrepida", inoltre, ha vinto il primo premio nel concorso di letteratura fantascientifica "ApuliaCon 2006" (oggi "Giulio Verne"). I racconti brevi "Mr. Sgrultz", "La bottiglia di Sua Maestà" e "Noi, sorelle!" sono stati definiti dalla critica "piccoli capolavori di fantascienza da annoverare negli annali.
Di Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (1,68 MB scaricato 320 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Luna 69-19
antologia di opere ispirate al concetto di "Luna" e dedicata al 50° anniversario della storica missione dell'Apollo 11
Il 20 luglio 1969 è la data che segna per sempre il momento in cui il primo essere umano ha posato per la prima volta i piedi sul suolo lunare. Quel giorno una parte di voi era d'avanti ai televisori in trepidante attesa del touch-down del lander, altri erano troppo piccoli per ricordarselo e altri ancora non erano neppure nati, tuttavia ne siamo stati tutti coinvolti in molteplici maniere.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Alessandro Mazzi, Andrea Coco, Andrea Messina, Angelo Ciola, Cristina Giuntini, Daniele Missiroli, Enrico Teodorani, Francesca Paolucci, Franco Argento, F. T. Leo, Gabriele Laghi, Gabriele Ludovici, Gabriella Pison, Iunio Marcello Clementi, Laura Traverso, Marco Bertoli, Marco Daniele, Maria Emma Allamandri, Massimo Tessitori, Namio Intile, Pasquale Aversano, Pasquale Buonarotti, Pietro Rainero, Roberta Venturini, Roberto Paradiso, Saji Connor, Selene Barblan, Umberto Pasqui, Valentino Poppi, Vittorio Serra, Furio Bomben.
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