Il "Giorno della Memoria"
- Teseo Tesei
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Il "Giorno della Memoria"
- Tutto chiaro comandante: presidiare il monumento e mantenere l’ordine.
Tutto procedeva lentamente, nel freddo invernale, scandito dallo sciabordio del mare e da qualche raggio di sole che di tanto in tanto faceva capolino tra le nubi.
Innegabilmente, la situazione era rilassante per i nostri “caimani”, abituati a ben altri ritmi e situazioni.
- Antò, quest’anno il comando ha paura che i gabbiani si portino via il monumento?
- No Giò, è per via delle manifestazioni filo-palestinesi.
- Ho capito Antò, ma che diavolo! Mettono qui noi armati di tutto punto? Mica siamo forze dell’ordine.
- Vero Giò, siamo professionisti del caos: addestrati a operare in esso con l'obbiettivo di ritrovare il bandolo della matassa.
Un sorriso malizioso delinea l’espressione dei due marinai.
All’improvviso un rumore acuto e stridulo anticipa l’arrivo di un bambino in bicicletta che frena di colpo davanti ai due militari, avvicinandosi dopo aver lasciato cadere la bici in terra.
- Che fate?
- La guardia al monumento, ragazzino.
- Che, avete paura che ve lo freghino?
- Circolare, ragazzino, circolare!
Il ragazzino si allontana, poco soddisfatto della risposta.
- Giò, ci pigliano per i fondelli anche i ragazzini.
Nuovamente si ode quel rumore acuto e stridulo. Lo stesso bambino si avvicina.
- Che fate?
- Siamo qui per il giorno della memoria, facciamo la guardia e manteniamo l’ordine.
- Anche la nonna dice che deve mettere in ordine le idee perchè ha problemi con la memoria.
Neanche il tempo di dirlo e sparisce.
- Antò, se questo torna gli sparo.
- Ma dai è un ragazzino, al limite lo sculacciamo.
Dopo una mezz’ora torna quel rumore acuto e stridulo. E’ancora lui: il piccolo.
- Che fate?
- Ragazzino, tu sai cosa è il giorno della memoria?
- No!
- E’ un giorno dell’anno in cui tutto il mondo commemora le vittime dell'Olocausto.
- Ah!
- Ragazzino, sai cosa è l'Olocausto?
- Si, lo racconta sempre la nonna, lei è stata in un posto in Germania dove ammazzavano tutti. Ma siete qui per fare la guardia in modo che quegli uomini cattivi non tornino ad ammazzare tutti? E per far tornare la memoria?
- In un certo senso: si è così!
- Ah ok! Fate buona guardia, ciao.
In un lampo il ragazzino sparisce ancora.
- Giò, vedi che adesso ha capito?
- Speriamo Antò, speriamo.
Il tempo passa lentamente: i due marinai quasi rimpiangono quel piccolo rompiscatole.
Tutto sommato ad entrambi mancano le sue incursioni.
Ad un tratto i due si accorgono di uno strano essere, appena sbucato da un vicoletto, in avvicinamento, con fare furtivo e quasi strisciante che li punta da circa cento metri alla loro dritta.
Istintivamente le loro mani si appoggiano sincronizzate sull’impugnatura del gladio di ordinanza.
Un riflesso condizionato.
I due, continuano a tenere d’occhio quello strano fagotto semovente che pian piano si avvicina.
Giunto davanti a loro, il fagotto si alza, raddrizzando la schiena: è una signora anziana.
- Buongiorno, giovani!
- Buongiorno signora, possiamo esserle utili?
- Credo di si. Matteo, il mio nipotino mi ha detto che siete qui per la memoria.
- Un ragazzino con una bicicletta azzurra, alto circa un metro e mezzo, con una giacca gialla?
- Si, mi sembra, il mio nipotino.
- Certo signora siamo qui proprio proprio per la memoria.
- Oh, sia ringraziato il Signore!
- Signora, Matteo ci ha detto che lei è stata prigioniera in Germania.
- Mi chiamo Miriam, si è vero ho visto tutto quell’orrore. Voi giovani non potete neanche immaginare.
- Signora Miriam, parecchio di quell’orrore lo vediamo ancora oggi, sarà stata dura…
Pian piano un capannello di curiosi si forma attorno alla signora Miriam e ai due militari.
Intanto la signora Miriam racconta, con dovizia di particolari, tutto quel che ricorda della sua infanzia.
Mentre racconta vive nuovamente quelle sensazioni, sembra tremare di paura, tremare di freddo, avere crampi per la fame, chiude gli occhi quando descrive gli spari, li sbarra mentre descrive situazioni che gelano il sangue nelle vene dei presenti.
Dopo due ore di racconto lucido, anche se talvolta ripetitivo, il capannello comincia a diradarsi, ormai siamo entrati nel periodo del crepuscolo e il freddo è sempre più pungente.
Di colpo la signora Miriam si ferma col racconto e smette di parlare.
I due marinai, credendo che la signora stia per congedarsi, si guardano e schizzano sull’attenti rivolgendole il saluto militare portandosi all’unisono la mano alla fronte e battendo i tacchi.
- Signora Miriam, grazie per aver condiviso con noi quei brutti momenti. Ora torni a casa che è tardi, fa freddo e tra poco sarà anche buio.
La signora Miriam, dopo aver udito quelle parole, diventa scura in viso e con un’ espressione tutt’altro che serena replica:
- Giovani, pensate che io abbia tempo da buttare? Mi avete fatto perdere più di due ore con le vostre chiacchiere, ma non crederete che io me ne vada così: a mani vuote?!
I due militari si guardano in faccia l’un l’altro senza capire, minimamente, cosa voglia intendere quell’anziana signora e dove voglia andare a parare:
- Signora Miriam, cosa vuole da noi?
- Lo sapete giovanotti, non fate i furbi, me lo avete detto voi, confermando quel che mi aveva riferito il mio Matteo. Avete promesso e ogni promessa è debito.
- Cosa le abbiamo promesso, signora Miriam?
- Siete proprio due marinai, fate promesse e non le mantenete. Volete farmi fessa!
- Ma signora, non ci permetteremmo mai.
- E allora datemi quello per cui sono venuta.
- Ok, calmiamoci tutti. Ma tu Antò hai capito cosa vuole la signora?
- No, non ci ho capito davvero nulla Giò. Signora Miriam, per cortesia potrebbe descrivere cosa spera di ottenere da noi?
- Ma la memoria, giovani, e cosa sennò. Matteo mi ha detto che qui avrei trovato la memoria, voi avete confermato che era il giorno giusto per la memoria: ora la rivoglio.
- Signora Miriam, lei non ha bisogno: ha una memoria di ferro.
- No! Non è così! Mi ricordo di quando ero giovane, ma non ricordo sempre quel che è appena accaduto.
All’improvviso un rumore acuto e stridulo rompe quella conversazione assurda:
- Che fate? Lasciate andare la mia nonna! Nonna ti ho cercato da tutte le parti cosa fai qui che è freddo e buio.
- Non mi ricordo, Matteo. Non mi ricordo proprio.
- Vieni che andiamo a casa nonna.
- Buongiorno giovinotti!.
- Ciao, fate bene la guardia così quegli uomini cattivi non tornano più.
I due Caimani si guardano l’un l’altro salutando nonna e nipote mentre si allontanano.
- Capito, Antò?
- Giò, qualche volta dimenticare è un bene.
- Sicuramente chi dimentica può apparire meno "rompiscatole". Ma ricordare è comunque sempre meglio.
- Questo è sicuro.
- E’ bene ricordare quel che è successo in passato, ma anche quel che succede nel presente, Antonio.
- Giovanni, ricordare è importante assai.
https://www.youtube.com/watch?v=HTRHL3yEcVk
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Commento: Il "Giorno della Memoria"
Un paio di virgole in più mi è parso servissero.
A parte queste inezie, il racconto mi è piaciuto. La faccenda del gladio non mi è sembrata importante. I due marinai accennano anche alla possibilità di sparare, quindi le armi da fuoco la dovevano avere.
La nonna è credibile: ricorda il passato remoto e si perde il presente. Tipico direi.
Voto 4
- Marino Maiorino
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devo dire che è stato un racconto divertente, brillante, in certi punti, accattivante e ben scritto.
Non posso veder male se hai trattato con "leggerezza" l'argomento: non sei stato il primo e non sarai l'ultimo, ma la memoria della signora Miriam è davvero l'oggetto del racconto? Un po' cattiva, come cosa, soprattutto a ridosso dell'autentico giorno della memoria.
Se volevi sottolineare quanto tutto sia diventato una farsa per pulirsi la coscienza mentre in Palestina succede il finimondo, perché non farlo?
Per il resto, vedo solo un po' tontoloni i due "caimani" che non sanno come assumere quello che succede. Ma alla fine, questa memoria, è importante o no?
Racconti alla Luce della Luna
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Concordo che sia un racconto divertente ma che solleva certi interrogativi ben poco graditi, soprattutto ululà (cfr. : Mel Brooks)
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Va beh, mi taccio.
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certo, la memoria è essenziale, ma pare si stia dissolvendo poco a poco e vengano riabilitate figure davvero indegne di venire definite esseri umani.
è un periodo critico.
racconto comunque piacevole. c'è qualche errore ma nulla di particolare.
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la normale vita quotidiana così come dovrebbe essere
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