Quello che ci aspetta a casa
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Diciamo che sembra una "lirica" amorosa (uno scritto a metà tra prosa e poesia) di un uomo d'arme al suo ritorno in patria dai campi di guerra. Ambientazione forse antica, o comunque medievale. Ma il termine "capomanipolo" o "capo manipolo" suggerisce anche qualcosa che ha a che fare con le "camice nere", confluite nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e poi accorpate al Regio Esercito. Oppure il termine si riferisce solo a un "principalis" di un'ipotetica antica milizia? Mi sciogli questo dubbio?
Ciao, Ombrone (e benvenuto!)
Antonio
A una prima impressione, vale 5 nel suo genere di "elogio d'amore", anche se alcuni termini "decadenti" e l'ambientazione potrebbero in parte penalizzarlo nel suo complesso.
Re: Quello che ci aspetta a casa
In verità credo che il colpo di scena nelle10 righe finali, possa risolvere il tuo dubbio sul ambientazione. Non spoilero per eventuali altri lettori
Come molte storie brevi in causa venenum e il gusto sta tutto, solo, lì!
Re: Quello che ci aspetta a casa
Altrimenti sarebbe stato:Ombrone ha scritto: 25/08/2024, 17:16 Ciao! Grazie del commento
In verità credo che il colpo di scena nelle10 righe finali, possa risolvere il tuo dubbio sul ambientazione. Non spoilero per eventuali altri lettori
Come molte storie brevi in causa venenum e il gusto sta tutto, solo, lì!
"Lei mi accoglie, le nostre bocche si baciano, ci assaporiamo a vicenda, mi perdo nella sua mielata dolcezza, e rabbrividisco mentre mi accarezza il dorso.
E sono felice, immerso nel mio unico vero amore."
Quindi sono alieni se hanno "antenne" e "placche".
Ho solo frainteso, capita!
Voto 5/5 (Mi piace, malgrado sia un po' troppo "romantico")
Tante belle cose, Ombrone
Antonio
Re: Quello che ci aspetta a casa
Il racconto lo avevo scritto per un concorso di fantascienza tempo fa. Si piazzò pure piuttosto bene
Grazie del voto!
Roberto
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Originalità e brevità sono le cose che mi hanno fatto apprezzare questo racconto.
Sembrava un'ambientazione medioevale… uomini in armatura e borghi antichi ma… ma in realtà erano insetti con il loro esoscheletro e i borghi i loro nidi.
C'è fantasia! Complimenti!
Jacopo
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Alle volte, quando Massimo pubblica i bandi NASF mi viene lo stimolo di rispondere, di scrivere, ma proprio non ce la faccio.
Dunque bravo, al quadrato.
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Bravo, comunque.
Re: Quello che ci aspetta a casa
Contento che ti sia piaciuto.
Roberto
Re: Quello che ci aspetta a casa
Grazie del tuo commento.
Si l'impostazione non è originalissima, ampiamente ispirata a Sentinella di Brown, per dirne una, ma come dici giustamente tu è uno schema classico dei "cortissimi" per dargli un po' di pepe e mi sono divertito a scriverlo.
Re: Quello che ci aspetta a casa
Grazie del commento! Contento ti sia piaciuto
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In un racconto che deve stupire con un effetto a sorpresa, lasciar capire le cose con un minimo di anticipo rovina gran parte del divertimento.
Un po' di "Sentinella", un po' di altra sci-fi erotica degli anni '50/'60, la mia preferita. Per un momento ho temuto che il protagonista sarebbe tornato a casa per essere divorato dalla sesso-compagna; gli è andata bene.
Cosa stonava? Non perché io vada in cerca di stonature, ma per spiegare (ci mancherebbe) la mia mancanza di trasporto.
1) Gioia, gloria, guerra, vittoria: il racconto comincia con queste quattro parole (e credo altre) ripetute così spesso da dare la nausea. Sembra una velina ucraina.
2) "In guerra le memorie amorose, il ricordo del volto amato, sono un sogno lontano che ti stimola e ti spinge a dare il meglio, per meritare il suo amore" - In nemmeno due righe compaiono tre variazioni di "amor---" C'è un che di fastidiosamente mieloso in un gioioso glorioso guerriero vittorioso innamorato.
3) l'espressione "vedere i nostri figli in procinto di venire al mondo" è quella che ha rotto l'illusione: normalmente, gli esseri umani non mettono al mondo figli (al plurale) e non li vedono in procinto di venire al mondo. Per te era già ovvio che si potessero vedere, come poi spieghi quando lui incontra lei, ma non per il lettore. A questo punto non siamo ancora a metà del pur breve racconto, e già possiamo chiuderlo.
Credo che il punto 3 sia il nodo del mio commento: se vuoi tenere il lettore all'oscuro del plot-twist, devi riuscire a farlo bene. Il linguaggio andava curato per renderlo più realista, meno euforico, meno leggero: il protagonista torna da una guerra, ok, vinta, ok, ma sembra far parte del sentimento della folla, non tanto dei suoi compagni di battaglia. Soprattutto con quello che stiamo vivendo per l'Ucraina (mi perdonino quei popoli tribolati se li menziono per questo nostro divertissement privato), doveva essere più ovvio attingere ai sentimenti di un guerriero che torna a casa dopo aver visto la morte in faccia innumerevoli volte, dopo aver sentito i morsi della paura, dopo aver affrontato le indicibili armi del nemico (che, siccome, si parla di guerra planetaria, supponiamo sia della sua stessa specie, sebbene avrebbe potuto essere tranquillamente descritto come un'altra specie ancora, con tutto il ribrezzo che ne deriva, e così alimentare l'illusione che fosse un umano, a narrare).
Ho avuto modo di leggere i tuoi commenti in questa gara, e vedo che hai ottime basi sulle quali fare bene: quello che scrivi è sempre ben argomentato. Quindi spero che queste mie righe non ti sembrino del tutto fuori luogo.
A presto!
Racconti alla Luce della Luna
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Re: Quello che ci aspetta a casa
Hai perfettamente colto la principale fonte di ispirazione, ovviamente Sentinella, che era proprio l'idea che volevo imitare.
Io in verità ho appositamente puntato e spinto veramente molto sul linguaggio esaltato e magari addirittura melenso per distogliere l'attenzione del lettore e provare a distrarlo, da alcuni dei commenti che ho letto qui e in altre occasioni dove l'ho condiviso il trucchetto ha avuto un certo successo con parecchi lettori.
La guerra… non ho di certo niente da contestare alla tua posizione che personalmente condivido, ma questa che abbiamo è una sensibilità moderna.
Tralasciamo che ovviamente qui si parla di creature aliene e con una mentalità diversa, ma anche nelle società umane nel passato la gloria bellica aveva una funzione e una posizione molto diversa dalla nostra.
Parlando solo del mondo greco, da cui traggo parecchi degli stilemi del racconto, ancora in epoca classica, come in tante società fino ai nostri giorni, lo svolgere i propri compiti in battaglia era dovere e un punto di onore di un cittadino (persino Socrate e Platone lo puntualizzano) e in epoca precedente, come, in tantissime società fino a tempi recentissimi, la guerra era considerata un impegno ambito ed eroico, e spesso unico modi di elevazione sociale ed economica, e il guerriero ritenuto un personaggio assai più nobile e con un maggiore riconoscimento sociale del pacifico agricoltore.
Questo è lo spirito che andavo a descrivere. Francamente non trovo i pensieri del mio alieno protagonista di quelli che avrebbe provato un qualunque oplite ateniese o legionario romano ad essere celebrato dopo una campagna vittoriosa e ricca di preda.
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Re: Quello che ci aspetta a casa
grazie mille del commento e dei complimenti, sono contento che ti sia piacciuto e di aver raggiunto l'obbiettivo che mi ero prefissato!
- Massimo Baglione
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Re: EDITED
Ottimo, grazie!Ombrone ha scritto: 23/09/2024, 15:59 Ho rivisto il testo corretto un paio di refusi e rieditato un paio di frasi.
B.A.L.I.A.
Buona Alternativa alla Lunga e Illogica Anzianità
Siamo nel 2106. BALIA accudisce gli uomini con una logica precisa e spietata, in un mondo da lei plasmato in cui le persone nascono e crescono in un contesto utopico di spensieratezza e di bel vivere. BALIA decide sul controllo delle nascite e sulle misure sanitarie da adottare per mantenere azzerato l'incremento demografico e allungare inverosimilmente la vita di coloro che ha più a cuore: gli anziani.
Esiste tuttavia una fetta di Umanità che rifiuta questa utopia, in quanto la ritiene una distopia grave e pericolosa.
BALIA ha nascosto il Passato ai suoi Assistiti, ma qualcuno di questi ha conservato i propri ricordi in un diario e decide di trascriverli in una rischiosa autobiografia. Potranno, questi ricordi, ripristinare negli Assistiti quell'orgoglio di vivere ormai sopito? E a che prezzo?
Di Ida Dainese e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Intellinfinito
Questo libro è il seguito di "Un passo indietro". Come il primo, è autoconclusivo.
"Esistevano davvero, gli dèi. Ma non erano dèi. Non lo erano stati per un'oscura volontà divina, ma lo erano semplicemente diventati mediante un'accanita volontà terrena di sopravvivenza".
L'Evoluzione umana (e non) come non l'avete mai immaginata.
Un romanzo postumano e transumano che vi mostrerà un futuro che forse non tarderà a divenire.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
L'anno della Luce
antologia ispirata all'Anno della Luce proclamato dall'ONU
Il 2015 è stato proclamato dall'Assemblea generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) Anno internazionale della luce e delle tecnologie basate sulla luce. Obiettivo dell'iniziativa adottata dall'ONU è promuovere la consapevolezza civile e politica del ruolo centrale svolto dalla luce nel mondo moderno. Noi di BraviAutori.it abbiamo pensato di abbracciare questa importante iniziativa proponendo agli autori di scrivere, disegnare o fotografare il loro personale legame con la luce, estendendo però la parola "luce" a tutti i suoi sinonimi, significati e scenari.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Alessandro Carnier, Amelia Baldaro, Andrea Teodorani, Angelo Manarola, Anna Barzaghi, Annamaria Vernuccio, Anna Rita Foschini, Antonella Cavallo, Camilla Pugno, Cinzia Colantoni, Claudia Cuomo, Daniela Rossi, Daniela Zampolli, Domenico Ciccarelli, Dora Addeo, Elena Foddai, Emilia Cinzia Perri, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Francesca Paolucci, Francesca Santucci, Furio Detti, Gilbert Paraschiva, Giorgio Billone, Greta Fantini, Ianni Liliana, Imma D'Aniello, Lucia Amorosi, Maria Rosaria Spirito, Maria Spanu, Marina Den Lille Havfrue, Marina Paolucci, Massimo Baglione, Mauro Cancian, Raffaella Ferrari, Rosanna Fontana, Salvatore Musmeci, Sandra Ludovici, Simone Pasini, Sonia Tortora, Sonja Radaelli, Stefania Fiorin, Umberto Pasqui.
La Gara 58 - A volte ritornano
A cura di Lodovico.
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Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2018 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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Calendario BraviAutori.it "Writer Factor" 2015 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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