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Lo chiamiamo amore

(poesia altro, brevissimo - per tutti)
Tempo di lettura: meno di 1 minuto
721 visite dal 28/10/2022, l'ultima: 3 mesi fa.
3 recensioni o commenti ricevuti
Autore di quest'opera:







Descrizione: da definire...

Incipit: Cos'è… questo coraggio che nasce dai pensieri plasmato dai sentimenti che ci promette eden incantati…


Lo chiamiamo amore
file: opera.txt
size: 411,00 Bytes
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Recensioni: 3 di visitatori, 6 totali.
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recensore:

user deleted
Recensione o commento # 1, data 13:55:29, 26/11/2022
Ottima poesia Sandro, comunque per rispondere alla tua domanda:

Mappature conscie emozionali del corpo sul corpo, questo è quello che tu, io e chiunque altro definiamo amore. Amore è la definizione sulla comprensione personale e soggettiva (ma anche oggettivamente riconosciuta e definita come tale) di un emozione. L'emozione quando è piacevole, ma non necessariamente, è ciò che ci porta poi a pensare, riflettere e agire a sostegno e mantenimento su ciò che essa definisce o và a definire al meglio. L'emozione è originata in/da queste mappature del corpo tramite la comprensione sub-conscia e inconscia di un sentimento primordiale definito "piacere", ciò che noi evoluzionisticamente associamo a quello che possiamo invece definire "ricompensa"(evolutiva), quindi ciò che porta il corpo a mantenersi in uno stato di omeostasi ottimale, chiaramente poi lo stesso può diventare e mutare facilmente anche in "punizione" (evolutiva) inconsciamente/sub consciamente dal corpo compresa come "dolore", quindi emozionalmente letta e consciamente definita in tutte le sue derivate declinazioni emozionali possibili: infelicità, odio, tristezza, angoscia, paura ecc. Tutto quindi si costruisce e definisce poi sempre più sullo specifico, nel bene o nel male, in "piacere" ( le varie, amore, pace, gioia, senso di felicità, allegria, spensieratezza, ecc) o "dolore" (paura, odio, spavento, angoscia, insicurezza, ecc) mediante
continue e costanti comprensioni del corpo su più livelli, inconscie, sub conscie e infine conscie, su di sé.

Immagino Sandro che non fosse questa la risposta che cercavi, ma tant'è…



recensore:

risposta dell'autore, data 14:45:34, 26/11/2022
Immagini bene Gabriele… beato tu che hai compreso… io ancora barcollo nel buio delle mie sensazioni… in balia degli istinti e razionalità… insomma per risponderti in maniera poetica…

sfidando la morte
ho vissuto
guardando l'immenso
ho smarrito la strada
amando intensamente
ho odiato
cercando la ragione
ho incontrato la follia

Un Caro Saluto
-Sandro-



recensore:

user deleted
Recensione o commento # 2, data 15:56:42, 26/11/2022
"sfidando la morte
ho vissuto
guardando l'immenso
ho smarrito la strada
amando intensamente
ho odiato
cercando la ragione
ho incontrato la follia"

Questa ancora meglio della precedente, delinea veramente molto bene il percorso sovrapponibile ad ognuno, ognuno di noi è salito e sceso nella e dalla comprensione esatta di e su queste emozioni derivate da sentimenti di piacere e dolore.

Esaminiamo:

"sfidando la morte
ho vissuto"

Sovrapponibile personalmente alla passione (qualsiasi natura abbia) che per definizione è tanto forte, tanto quanto pericolosa, dato che essa più che la vita, rasenta proprio la morte per essere pienamente vissuta.

"guardando l'immenso
ho smarrito la strada"

Questo succede perché l'immenso o l'infinito, ciò che ci sovrasta, ci sfugge in comprensione, ci porta per ovvi motivi a guardare oltre il corpo, oltre ciò che definiamo reale, oltre ciò che può essere reale, ma questa è una strada senza risposte, ma solo lastricata, da e su, domande inattese.

'amando intensamente
ho odiato"

Ciò che amiamo di più è e rimarrà, volenti o meno (salvo casi estremi, come il suicidio), sempre noi stessi, tutto viene relazionato in base a ciò che comprendiamo, ciò che comprendiamo realmente è ed è derivato sempre dal corpo, corpo che definisce e si definisce su ciò che quindi chiamiamo "io". Perciò se qualcosa che amiamo entra in diretto conflitto con la propria consapevolezza, con la propria comprensione di e su di sé, diventa poi veramente labile la linea che separa l'amore dall'odio. Se si perde questa comprensione, l'amore stesso può diventare odio, odio per ciò che non si riesce più a comprendere o verso cui non arriva o non ci perviene più questa comprensione.

"cercando la ragione
ho incontrato la follia"

Questa è la chiave di volta, il ribaltamento.
Ciò che ci appare più logico, più ragionevole, è anche ciò su cui ci troviamo spesso emozionalmente più in contrasto, ciò che ci può apparire ragionevole ci appare anche come riduttivo in molti casi, soprattutto sulle questioni esistenziali, ci appare perciò inaccettabile ancora più della nostra immaginazione o percezione di ciò che definiamo o possiamo poi definire personalmente e singolarmente come più o meno reale a seconda delle nostre stesse percezioni che, data dalla loro incomprensibilità, se rivolte come dicevo verso qualcosa di "Oltre", ci portano potenzialmente appunto oltre a tutto…ci rasserenano (quindi sentimento di "piacere"), mentre ciò che sarebbe invece per definizione più reale o realistico, non riusciamo poi però quasi mai mentalmente ad accettarlo come una reale e realistica risposta data, e appunto per questo poi, a sua volta, ci appare o può apparire invece, come totalmente folle.

Queste almeno sono le mie considerazioni a riguardo, spero non averti dato o portato a noia nella loro esposizione.

Sei davvero a parte le mie elucubrazioni, un ottimo poeta. Complimenti Sandro.



recensore:

risposta dell'autore, data 17:03:11, 26/11/2022
No caro Gabriele non mi sono annoiato… le tue analisi sono interessanti in gran parte condivisibili e motivo di riflessione… grato per l'apprezzamento… ti vorrei salutare con una poesia a cui sono molto legato…
Un Rinnovato Saluto…
-Sandro-

Chi Sono? di "Aldo Palazzeschi"

Son forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell'anima mia:
«follìa».
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell'anima mia:
«malinconìa».
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non c'è che una nota
nella tastiera dell'anima mia:
«nostalgìa».
Son dunque… che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell'anima mia.



recensore:

Recensione o commento # 3, data 14:24:41, 26/11/2022
Ciao Sandro, paragonare l'amore ad un alleato è molto poetico. Se non è poesia questa…
La poesia è (anche) creare delle analogie che a sua volta creano a chi legge delle immagini mentali, delle proiezioni, di quello che si sente dentro. Seppur con un testo relativamente corto sei riuscito a trasmettere con apprezzabile stile la tua idea di amore come alleato di due persone che sia amano. Immagine molto bella. Ciao!



recensore:

risposta dell'autore, data 15:18:09, 26/11/2022
Ciao Mauro… grazie per il commento innanzitutto e per la comprensione del testo… un alleato invisibile… che si percepisce ma che è sfuggevole alla razionalità… ma che rappresenta il collante delle relazioni… sulla lunghezza hai ragione… prediligo le cartoline ai poster…
Un Affettuoso Saluto
-Sandro-





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