Dottor Jekyll e mister Hipe
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Voto 5.
Saluti
Vittorio
Re: Dottor Jekyll e mister Hipe
Sul fatto di ambientare dei racconti in un universo fittizio per varie esigenze, concordo che sia una ottima soluzione (adottata a volte pure da me) per vari motivi, non ultimi quelli di evitare denunce per diffamazione
Che ne sarà di Jekyll/Hipe? Chi lo sa, Miami è grande e ci sono molti bar...
Grazie del commento, saluti
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Che posso aggiungere di più al mio commento?
Aggiungo solo questo: voto 5/5
Tante belle cose, caro Andr60
Antonio
Re: Dottor Jekyll e mister Hipe
Negli ultimi mesi mi è venuta voglia di scriverne altri, e Vi prometto che arriveranno...
Effettivamente ho scritto anche romanzi brevi, e un elenco incompleto è scritto nella pagina di questo sito riservata a ciascun autore, se avrai la curiosità di andare là. Saluti, e in bocca al lupo per la gara
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Parere personale. Obiezioni sono lecite e so di provocare il ma di stomaco perciò sono pronta ad espiare qualunque penalità, anche corporale. Scusa, non son capace di aggiungere l'emoticon che strizza l'occhio!
Re: Dottor Jekyll e mister Hipe
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Re: Dottor Jekyll e mister Hipe
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Re: Dottor Jekyll e mister Hipe
Certo si, non so neppure cosa sia il programma che citi. Me li evito...Andr60 ha scritto: 05/10/2024, 17:56 Cara Laura, il dr. Jekyll è un chirurgo plastico e non può essere molto impressionabile, altrimenti non sarebbe così bravo nel suo lavoro... Immagino che la serie TV Nip/Tuck non fosse tra le tue preferite:) Grazie del commento, saluti
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Il tema è quello del doppio, o del bisogno del doppio. L'antinomia Jekyll Hipe in realtà qui sembra vivere in perfetto equilibrio, instaurando una sorta di nuovo ritmo circadiano, dove la veglia di Jekyll è una specie di sonno della vitalità e della emotività, che invece si ritrova nella veglia di Hipe (notturna) che può definirsi come il suo contrappasso, ossia la veglia della ragione. Fin qui il richiamo a Stevenson, romanzone dai toni cupi e drammatici diviso tra bene e male.
Ma secondo me il tuo racconto ha parentele più recenti. Mi è sembrato di intravedere, per molti versi, il Dov'è Mario di Corrado Guzzanti. In cui l'integerrimo professor Mario Bambea, illustre letterato e professore e scrittore, di fede rigorosamente piddina, ma ahimè solitario (a parte qualche altro professore pari suo che non lo vede ma lo sente e una consorte non pervenuta anzi stronza), il quale, dicevo, cede il posto la notte al cabarettista battutista frequentatore di teatri notturni Bizio, di fede opposta. E proprio Bizio riesce a essere ricercato dalle persone, persino amato, osannato dal popolo (per come il popolo osanna il cretino di turno suo pari) e ambito tra le donne, tra cui la sua manager, interpretata dalla bravissima Fanelli, che si danna per lui, come invece la moglie di Bambea non è mai riuscita a fare interessata solo a una certa vita sociale e al denaro. Anche in Dov'è Mario il professore viene superato dall'attore comico sgrammaticato, almeno come capacità di apprezzare la vita, di relazionarsi. Vi è quasi un contrasto tra l'autentico, Bizio, e l'inautentico, Bambea. L'uno vivo e nazional popolare, l'altro ingessato e citato dalle élite. Ed è come se per Guzzanti la destra popolar rimminchionita sia in grado di decifrare e rappresentare il popolo, mentre la sinistra della ZTL si sia rintanata nei salotti a compilar saggi che nessuno legge e a preoccuparsi unicamente del conto in banca. Ma mentre in Guzzanti il contrasto tra i due assume toni quasi drammatici, una crasi forte e irrisolvibile, nel tuo racconto la partizione viene accettata dai due protagonisti, come una cosa sana e giusta, anzi portatrice di vantaggi per entrambi. In pratica operi una sintesi sincretica delle due anime. E direi che ci può stare, anche alla luce degli ultimi anni, dall'ascesa pentastellata e dai vari Bonaccini, Renzi e Schlein che non mi sembrano proprio di sinistra e si confondono con il trio quartetto Meloni Tajani Salvini Vannacci. Il duo Jekyll Hipe mi è sembrato dunque una metafora della realtà italiana, che tutto mischia e tutto digerisce ed elabora non buttando via niente. Oggi governano i gattopardi, diceva don Fabrizio Salina (non Bizio) e domani toccherà agli sciacalli, anzi alle iene ridens.
Anche il dramma, accennato in Guzzanti, qui sparisce perché il tono del tuo racconto è umoristico, e ne è la prova la battuta finale. Li ha fatti tutti uguali e somigliano a Eminem. Che è un gran finale e una pietra tombale, come dicevo, ma anche l'indizio, insieme alla musica, che segna lo sconfinamento di Hipe, la sua vittoria, sul lungo periodo, rispetto al compassato Jekyll. Niente più Beethoven o Schubert, ma Eminem (già troppo intellettuale) meglio il tatuato mafioso Fedez e compagnia cantante. Oddio, non so proprio se canti questo.
Insomma, la mia impressione, per metafora, è che per te raccontare il nostro paese sia possibile esclusivamente con un racconto umoristico dove il Fedez pensiero ha già la meglio su tutto il resto. Non il dramma e tantomeno la tragedia, ma neanche la farsa, che pure ha una sua dignità, ma la dimensione dell'umorismo, dove una battuta scioglie qualsiasi situazione.
La scrittura è la tua solita, ma già dirlo è riduttivo. Perfetta, senza sbavature, scorrevole, accattivante. E il finale è un colpo da maestro. E la politica, la società, se tu non hai voluto farla entrare dalla porta io gliel'ho fatta passare dal finestrone.
Re: Dottor Jekyll e mister Hipe
Un caro saluto
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Sul piano del remake hai rischiato coraggiosamente e quindi apprezzo
Il problema dei remake di qualsiasi livello è… l'originale!
Detto questo, due parole sull'argomento: non esistenziale ma formale.
Il dramma di Stevenson è esistenziale, secondo me inimitabile come è stato scritto.
Ascolta, se tu avessi dato una piega più ironica e parodistico al tuo racconto secondo me, avresti ben centrato l'opera!
Re: Dottor Jekyll e mister Hipe
Grazie comunque del commento
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Ma se devo essere sincero vedo un po' di opportunità sprecate, sarebbe stato molto ma molto più piacevole e divertente fossi rimasto più interno del protagonista, con meno racconto e più flusso di pensieri ed emozioni.
Tipo il dolore di quando si trova tradito o il cambio di personalità dopo l'iniezione.
Gli avrebbe dato molto molto più calore
Re: Dottor Jekyll e mister Hipe
Grazie del commento, saluti
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Re: Dottor Jekyll e mister Hipe
Grazie del commento, saluti
- Marino Maiorino
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e complimenti per la trama! Tutto molto avvincente, davvero, però non capisco proprio il finale.
Era un modo per chiudere il racconto in qualunque modo? C'è un brano di Eminem che dovrei conoscere per capire il senso del finale? Ok, Hype, un rapper, ha dato la faccia di Eminem a tre disgraziati. Vuoi dire qualcosa su Eminem (tipo che è un nazista/sionista)? Mi spiace, mi manca la conoscenza del personaggio, dal momento che non ne ascolto volentieri le 90 sillabe al minuto (i miei ragazzi citano il dato confrontandolo con altri rapper, come se il virtuosismo tecnico fosse l'unico metro di giudizio nel rap).
Per il resto, il racconto mi è piaciuto moltissimo. A presto!
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Re: Commento
Siccome la maggior parte dei rapper americani sono neri, ho scelto Eminem. Ah, già, l' altro motivo è che è l' unico rapper bianco che conosco Sul finale: è un racconto in tono satirico, ho pensato a quella conclusione ancora prima di iniziare a scriverlo. Che dici, si sarà capito che detesto il rap? Ciao, Marino e grazie del commentoMarino Maiorino ha scritto: 15/12/2024, 8:02 Ciao Andr60,
e complimenti per la trama! Tutto molto avvincente, davvero, però non capisco proprio il finale.
Era un modo per chiudere il racconto in qualunque modo? C'è un brano di Eminem che dovrei conoscere per capire il senso del finale? Ok, Hype, un rapper, ha dato la faccia di Eminem a tre disgraziati. Vuoi dire qualcosa su Eminem (tipo che è un nazista/sionista)? Mi spiace, mi manca la conoscenza del personaggio, dal momento che non ne ascolto volentieri le 90 sillabe al minuto (i miei ragazzi citano il dato confrontandolo con altri rapper, come se il virtuosismo tecnico fosse l'unico metro di giudizio nel rap).
Per il resto, il racconto mi è piaciuto moltissimo. A presto!
La Gara 28 - L'ultima notte
A cura di Lodovico.
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La Gara 15 - Risorse a piccoli sorsi
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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