Sogno islandese

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Jacopo Serafinelli
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Sogno islandese

Messaggio da leggere da Jacopo Serafinelli »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Mi sembrava di sentire la voce dei 139 875 abitanti di Reykjavik ma non era, era invece il Vento delle Cime, che a quell'ora passava accompagnato dal suo amico di sempre…il Freddo -40. Indivisibili!
Solo raramente uno dei due restava da solo, sulle Cime…a meditare.
Era l'ora della Lunga Sera in cui il Paesaggio si sposava col Cielo ed insieme giocavano ad indossare la seta luminosa delle Aurore, si scambiavano i ruoli capovolgendo il Mondo…ridevano forte!
Era anche l'ora del Silenzio immusonito…perché il Vento delle Cime col suo sibilo gli toglieva un po' del suo ruolo…e che
cavolo!… lo sentivo mugugnare…in silenzio chiaramente! eheheh… quando il Vento se ne stava sulle Cime Lui imperava maestoso!
La Fiamma si accaniva sul Ceppo gelato, appena prelevato dalla legnaia, tentando di scaldarlo ma cosciente che lo avrebbe ridotto in cenere.
L'Amore tra Elementi trasforma nel contatto lo stato primitivo.
Questo pensavo… mentre con le mani raccoglievo il Calore prodotto dai due "amanti", ormai accomunati nel Rosso
consumarsi.
Fuori lo scricchiolio del Ruscello…scricchiolava giuro…dava manforte al Vento delle Cime ad indispettire il Silenzio.
Eccolo…il tremolio delle assi del pavimento, leggero, carezzevole… tenevo apposta i piedi nudi, poggiati, in attesa del massaggio che puntualmente arrivava regalatomi dal Geyser della Valle, brontolone ma prodigo nel permettermi bagni caldi, alla faccia del Freddo -40.
Era gustoso il sapore della þurrkaöir kjöt ammorbidita al vapore, accompagnata dal morbido giallo delle kartöflur…cena da Re… chiusa con un ricamato e gustoso laufabrauö…nonché una sorsata di Brennivin…ma sii…anche due!
Vedevo il riflesso del Fuoco nei cristallini dei miei occhi.
Mi sentivo parte di una Totalità Corporea che non permetteva distinzione tra Fuori e Dentro…ma solo appartenenza ad una misteriosa Unità.
Prendevo Sonno nel Sonno del Mondo. Una sera di mezzo tempo nel Tempo di Mezzo.

Driiinnnn…la realtà mi assale…il Tempo Presente mi assale è un assalto totale che vuole abbattermi…che non vuole il Sogno!

Ho in bocca il sapore della carne secca, del giallo delle patate e…il calore del Brennivin nello stomaco…forse ho lasciato l'uscio socchiuso, -certamente passerà Gáttaþefur*-, debbo tornare a chiuderlo.
Buonanotte.

*(Personaggio delle credenze popolari islandesi) Gáttaþefur ha un naso insolitamente lungo e ipersensibile. Usa questa capacità per individuare il laufabrauð (pane di foglie) e altri deliziosi prodotti da forno appena sfornati. Tuttavia, il pane di foglie è il suo preferito in assoluto.
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Lodovico
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Messaggio da leggere da Lodovico »

Beh, come dire, proprio un sogno islandese. In fondo è rilassante il caldo deella casa che si oppone ai -40 dell'esterno e il brusco risveglio con la paura del "babau" islandese. (in fondo meglio chiudere l'uscio anche per i -40). Oltra questo però il racconto non ha una vera e propria trama, niente di male, ne esistono. Che invece proprio non mi piace è l'uso indiscriminato dei puntini di sospensione che dovrebbero essere ridotti al minimo (e in ogni caso dopo i tre punti ci vuole sempre lo spazio) e quello delle lettere maiuscole dove non ci vogliono. Ripulito da queste cose non è male. Ciao! :smt006

P.S. il Brennivin lo assaggerei volentieri, mentre il pane di foglie mi ispira poco... :D :D
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Jacopo Serafinelli
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Re: Sogno islandese

Messaggio da leggere da Jacopo Serafinelli »

@Lodovico
… ehhh lo so… a molti non piacciono quei puntini ma è un mio uso da sempre… lo so che non è ortodosso ma a me piace e di virgole ne uso poche… quei tre… sono piccole sospensioni del pensiero che non fanno male a nessuno :-D.
Ma che dici… leggere si legge? … beh allora li mantengo… mi fanno compagnia come le piccole fissazioni!
Grazie della lettura e del voto!
Jacopo
Yakamoz
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Messaggio da leggere da Yakamoz »

Ciao Jacopo,

più che un racconto, è più una "piccola cronaca" di un'esperienza vissuta. La scrittura è abbastanza personale e anche un po' "spigolosa" per via di molti "stop", in particolare per l'uso troppo frequente dei "… " che ci sono tra vari periodi. Sei molto più bravo a scrivere poesie; nella prosa sembri più svogliato, oppure vuoi fondere i due generi: prosa e poesia. Racconto/cronaca breve e significativo; ma significativo più per l'autore che per il lettore.

Saluti,

Antonio

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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Ho sempre apprezzato la poesia nella tua prosa, e questa volta ancora di più.
Alle volte, però, sembri non credere nelle tue qualità: 139 875 abitanti? Perché non "centocinquantamila"? Mica ce li farai conoscere uno a uno! Oppure "Vedevo il riflesso del Fuoco nei cristallini dei miei occhi." Nei cristallini? Davvero dobbiamo studiare anatomia per seguirti in un racconto? E ancora, sei stato molto delicato fino "alla faccia del Freddo -40", e abbiamo già capito di essere in Islanda, col Freddo ("F" maiuscola) fuori e tepore dentro, ma poi ti lanci in un "Era gustoso il sapore della þurrkaöir kjöt ammorbidita al vapore, accompagnata dal morbido giallo delle kartöflur…cena da Re… chiusa con un ricamato e gustoso laufabrauö…nonché una sorsata di Brennivin"... Italiani: pensano solo a due cose, e la prima è mangiare! No, non ce l'ho col mangiare, ma con la sequenza serrata di ricette islandesi che, così all'improvviso, in così rapida sequenza, fanno stralunare.
Il che, in un brano di così grandi capacità evocative ("Mi sentivo parte di una Totalità Corporea che non permetteva distinzione tra Fuori e Dentro…ma solo appartenenza ad una misteriosa Unità."), è un vero peccato.
Tempi! È prosa, non un articolo di Frikipedia, di TrippaAdvisor! Rischi di bruciare tutto il sovrasensibile che sei riuscito a evocare! Armonizza, visto che ne sei più che capace!
E a rileggerti presto.
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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Jacopo Serafinelli
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Re: Sogno islandese

Messaggio da leggere da Jacopo Serafinelli »

Grazie @ Yakamoz e Marino Maiorino
Ragazzi… io sono quel che sono… un po' mediocre prosatore e un po' di più Poeta (notare la maiuscola) :-)
Faccio fagottello delle opinioni e consigli poi… magari continuo come il mio solito ma… ma vi prego continuate a leggermi… che bene o male mi ritengo interessante!
Perdonate il mio scherzoso narcisismo!
Jacopo :-)
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Marino Maiorino
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Re: Sogno islandese

Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Jacopo,
personalmente, non potrei mai smettere di leggerti, perché la poesia riesce sempre a scapparti tra le dita, anche nella prosa.
Il mio commento è in gran parte motivato proprio dall'apprezzamento per le tue qualità, e da un certo gusto per la bellezza in ciò che leggo: se m'imbatto in uno scrittore come te, PRETENDO che le parole siano curate come in un poema.
Insomma, il mio commento è dovuto alla fiducia nelle tue capacità di poter fare meglio, molto meglio, ma non voglio restare così vago.
Usa la tua capacità nel trovare le parole giuste al posto giusto. Non dividere il racconto in "stanze" (come hai fatto, ad esempio, per la sfilza di cibi e bevande islandesi, una strofa a parte, cosa che non faresti nemmeno in una poesia). Poesia e prosa, in fin dei conti, sono molto simili; hanno solo equilibri, ritmi diversi (io non ho la tua capacità poetica, ma ritengo che quella sia a un livello più alto della prosaica, non viceversa).
Insomma, considerata la mia ossessione per la ricerca della parola giusta al posto giusto (concetto che probabilmente qualche retore greco avrebbe espresso con un monosillabo...), mi esce naturale aspettarmi di più da te e invogliarti a provare a raggiungere il livello che, secondo me, ti compete.
A presto!
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Yakamoz
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Re: Sogno islandese

Messaggio da leggere da Yakamoz »

Ciao Jacopo,

le parole sono come le note su un pentagramma. Devono essere giuste, precise e scelte con cura; altrimenti la musica stona. Così accade anche alle frasi, che possiedono una loro musicalità (te ne accorgi quando le leggi ad alta voce): devono avere le parole giuste per essere efficaci. Le parole compongono frasi, paragrafi, capitoli e riempiono, pagina dopo pagina, fino alla fine. Poi si cuciono i fasci di pagine tra loro. Si mette un velo di colla, una copertina e un titolo (che, anche se non ha nulla a che vedere con il contenuto del libro, va bene lo stesso; l'importante è che stuzzichi l'attenzione del possibile lettore). Si avvolge il tutto in una controcopertina con una bella donna. Non intera, ma solo il volto. La cosa importante è lo sguardo: deve essere un po' vago, anche pensieroso, ma ammiccante va bene comunque. Come Kate Moss sulla copertina di gennaio/febbraio 2014 di PLAYBOY. Tranquilli! Non sfoglio riviste di donnine nude, ma solo perché non le vendono più: se una cosa non la vendono, dove cavolo la compro? Mi sono perso! Uffa! Devo sempre rileggere le cose che scrivo per capire a che punto sono. Un attimo! Rileggo e poi ritorno di nuovo sul rigo.

Sì, rieccomi. Condivido quanto ha scritto Marino Maiorino. Ho soltanto cambiato esempio: lui, il barbuto retore greco di duemila anni fa; io, Kate Moss, che è duemila anni più avanti. Quindi con gli anni siamo là, o qui. O qui pro quo! O qui quo qua! O il ballo del qua qua! Non sono ubriaco: ho bevuto solo 5 birre. Ma perché allora leggo 55? Mi sa che vedo doppio. Diplopia, triplopia, quadriplopia… tutta la birrotroplia! Ma d'altronde lo dice anche Charles:

"Per essere un grande scrittore – C. Bukowski –

Ti devi fottere un gran numero di donne, belle donne e scrivere qualche decente poesia d'amore. E non preoccuparti degli anni e/o per i nuovi talenti. Bevi solo più birra ancora e ancora birra e vai alle corse almeno una volta alla settimana e vinci se puoi. Imparare a vincere è duro; qualsiasi fesso può essere un buon perdente. Non dimenticare il tuo Brahms e il tuo Bach e la tua birra. Non fare troppa pratica; dormi fino a mezzogiorno. Evita le carte di credito e di pagare alcunché per tempo. Ricorda che in questo mondo non c'è un culo che valga di più di 50$ (nel 1977) e se hai la capacità di amare, ama innanzitutto te stesso ma sii sempre consapevole della possibilità di una sconfitta totale che la ragione di quella sconfitta ti sembri giusta o sbagliata. Un prematuro assaggio di morte non è necessariamente una brutta cosa. Stai lontano da chiese, bar e musei e come il ragno sii paziente; il tempo è la croce di ognuno oltre all'esilio, alla sconfitta, al tradimento, a tutto quel ciarpame. Stai con la tua birra; la birra è sangue continuo, un'amante continua. Procurati una grossa macchina da scrivere e mentre i passi vanno avanti e indietro fuori dalla tua finestra picchia quella cosa, picchiala dura, fanne un combattimento da peso massimo. Fanne il toro quando carica la prima volta. E ricordati dei vecchi cani che hanno combattuto bene: Hemingway, Céline, Dostoevskij, Hamsun. Se pensi che non siano diventati matti nelle loro stanzette, proprio come sta succedendo a te adesso, senza donne, senza cibo, senza speranza, allora non sei pronto, bevi altra birra; c'è tempo. E se non ce n'è, va bene lo stesso."

Charles Bukowski

Da: "L'amore è un cane che viene dall'inferno"

Quindi bevete!

Cin cin!

Tante belle cose,

Antonio
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Dentro la birra

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Complice di serate e di risate, veicolo per vecchie e nuove amicizie, la birra ci accompagna e ha accompagnato la nostra storia. "Dentro la birra", abbiamo scelto questo titolo perché crediamo sia interessante sapere che cosa ci sia di così attraente nella bevanda gialla, gasata e amarognola. Perchè piace così tanto? Che emozioni fa provare? Abbiamo affidato questa "indagine" a Braviautori, affinché trovasse, tramite l'associazione e il portale internet, scrittori capaci di esprimere tali sensazioni. E infatti sono arrivati numerosi racconti: la commissione ne ha scelti 33. Nemmeno a farlo apposta, 33 è la quantità di centilitri di un gran numero di bottiglie (e lattine) di birra; una misura nota a chi se n'intende.
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