L'ignoto Punto della Creazione
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L'ignoto Punto della Creazione
«Sire, Signore del Male, il Vostro fiero avversario Dio, Signore del Bene, ha giusto appena compiuto un enorme prodigio: dopo la Terra, il Sole e la Luna, le acque e le strutture verdeggianti che da ieri l'altro li adornano, ha messo mano alla creazione di novelli esseri. Essi sono mobili come noi, hanno la facoltà di spostarsi lungo il terreno e ad alcuni, alati come gli angeli, è stato persino concesso di staccarsi dal suolo e librarsi sopra i monti. Ne ha creati a milioni, di mille e mille tipi assai differenti in forma e dimensioni. Alcuni sono umili, miti, perlopiù minuscoli, e si nutrono delle verzure appena create. Altri più grandi, forti e altezzosi, li ha concepiti per soggiogare i più piccoli, tanto da consentire loro di cibarsene. Alcuni sono mollicci e striscianti sul terreno; molti duri e scorzosi; i più si elevano su sottili arti che consentono grande velocità».
Alla notizia Satana, Signore del Male, salì in Terra per verificare se quanto riferito corrispondesse a realtà e rimase stupito quanto ingegno, grazia e perfezione fossero instillati in ciascuna bestiola, che ben presto iniziò a colonizzare quanto compiuto poco prima. Rimase ancor più stupito di quanta armonia regnasse sovrana, nulla era eccessivo in alcun essere, tutto perfettamente funzionale alla sua sopravvivenza. Dio aveva dotato i più grandi di forza bastante ad agguantare e divorare i più piccoli, ai quali erano state invece concesse agilità e prestezza per fuggire agli attacchi: la nobiltà della caccia pareggiava così la nobiltà della fuga, talché né predatore né preda apparivano vili o ridicoli.
Addentrandosi in boschi e prati, rimpicciolitosi quanto una foglia, Satana constatò che pure il suolo pullulava di esseri minuscoli, meno appariscenti e piuttosto informi, tutti altrettanto utili alla cura della Terra e dei vegetali da poco creati. Parimenti, tuffandosi tra i flutti e scendendo nelle profondità marine, notò che nulla era lasciato al caso nemmeno nelle regioni sommerse, contenenti una straordinaria varietà di viscide creature dai corpi affusolati, forgiati per scivolare nelle acque.
Tornò quindi nella sua cavernosa Sala del Trono:
«Bathalon, mio fido scudiero, quali mirabili creature ed esseri popolano oggi la Terra e dominano sulla vegetazione! Giusto ieri discutevamo di quanto risulterebbe utile, nella nostra opera di diffusione del Male e di distruzione del Creato, se terrificanti strutture, quei "draghi" di cui ti ho parlato, avessero la facoltà di muoversi. In me, tuttavia, non ho ancora scovato l'alito di vita e pertanto ogni ideazione è vana. Ormai è troppo tardi, Dio mi ha preceduto e io Satana, Signore del Male, riconosco che non avrei potuto fare opera altrettanto completa e aggraziata. Mi resta solo il rammarico di non poter dare il mio tocco a tale eccelsa perfezione, per minarne l'armonia».
«Satana, Signore mio, spero non si scateni su di me la Vostra superba ira se oso rammentarVi che Dio, Signore del Bene, è buono e misericordioso. Non si dimostra rancoroso con Voi, sono certo che la Vostra estrema malvagità e sottigliezza Vi sarà da guida nel trovare il modo per farVi affidare una parte della creazione di questi esseri mobili»
«Sia, Bathalon, i tuoi consigli mi paiono saggi. Ti affido l'ambascia. Avvisa Dio, Signore del Bene, che il suo nemico Satana, Signore del Male, chiede udienza presso di Lui».
L'udienza fu accordata qualche ora più tardi, quando Dio tornò in Cielo dopo essersi sincerato che nulla stonasse nei novelli esseri mobili e che l'uomo, ultima e più importante tessera della Sua creazione, ricevesse in dono un giardino felice dove prosperare e lodarlo giorno e notte, per tutta la vita e oltre.
«Buon Dio, Signore del Bene, resto ammirato e stupefatto di quanta grazia e bellezza risplendano nella tua creazione. Io stesso Satana, Signore del Male, assuefatto a scovare sempre e solo deformità e bruttezza, trovo tutto ineccepibile. Di grazia, quale segreto hai infuso nelle creature mobili per renderle così leggiadre e svelte?»
«Di che parli, degli animali? Ammetto che son grande cosa, ma mai quanto previsto per stasera!»
«Eppure a me pare già tutto perfetto e sublime, mi resta giusto il rammarico di non aver contribuito a tanta magnificenza. Non posso creare anche io un animale, come tu chiami le mobili creature?»
«Mai! Sarebbe sufficiente un tuo semplice gesto, per piccolo che sia, a rovinare l'armonia che oggi regna sulla Terra. Guarda, ho plasmato anche questo animale ma poi l'ho scartato, convinto che possa risultare pernicioso per gli altri».
Condusse così Satana in un antro più oscuro delle sue Tenebre dove, fra bagliori accecanti, una dozzina di possenti sbarre contenevano a stento la foga di un essere enorme e grandioso, dal lungo collo e che sputava tanto fuoco da poter ardere la Terra con un solo respiro. Il Signore del Male si accorse presto che la creatura era in tutto e per tutto simile al "drago" che avrebbe voluto creare egli stesso. Dio riprese:
«Son certo che tu avresti pensato a un animale pericoloso e terrificante come quello che stai ora ammirando, pertanto ti vieto di contribuire alla mia creazione con animali da te ideati».
Satana tornò infuriato nell'oltretomba e, sedutosi irato sullo scranno da cui soggiogava il suo esercito di demoni, urlò minaccioso al fido scudiero:
«Bathalon, sia tu maledetto fra tutti i miei servi! La tua proposta è stata ignobilmente rigettata. Dio, Signore del Bene, ha già plasmato ciò che avevo in mente, il mio "drago", e lo ha scartato perché troppo avventato. Così non mi ha concesso di creare alcunché!»
«Vostra Malvagità, signore mio Satana, forse le dimensioni non sono tutto, la Vostra capacità di generare caos è tanto smisurata che sarebbe sufficiente una Vostra minuscola creatura per interrompere l'armonia del creato di Dio. A volte basta poco per produrre grandi danni!»
Bathalon e Satana discussero a lungo, il primo con sussiegoso rispetto, il secondo infiammato da concupiscente gioia. Il Signore del Male si presentò da Dio il Settimo Giorno, sorprendendolo in riposo a contemplare il creato. Recò con sé una minuscola gabbietta, tanto fragile da poter essere divelta da una bava di vento.
«Dio, Signore del Bene, ieri mi hai giudicato male, non volevo irrompere nella tua creazione con spaventose creature o mostri in grado di danneggiarlo. Ecco a cosa avevo pensato, eccolo. Un piccolo dono per impreziosire il creato e ricordare a tutti che anche io Satana, Signore del Male, posso creare qualcosa di buono e innocuo».
I soliti occhi di bragia, affinati dai secoli a scrutare bassezza ed incitare distruzione, si erano ora raddolciti, rasserenati, placidi e innocui come quelli di un puttino. Sul fondo della gabbietta a fatica si scorgeva la forma di un minuscolo essere, simile a quello chiamato "mosca", ma ancor più piccolo ed esile, con zampette tanto sottili da parere sul punto di staccarsi ad ogni balzo; il corpo, snello e leggiadro, sosteneva due alette trasparenti e quasi eleganti. Solo la testa, con quella lunga e robusta proboscide, destava qualche perplessità.
Fugati i residui dubbi, infine Dio, Signore del Bene, valutò che un'elegante animaletto così piccolo e insignificante non avrebbe potuto generare gran danno alla sua creazione.
«Tu Satana, Signore del Male, non possiedi l'alito di vita che io Dio, Signore del Bene, uso con giustizia per far germogliare la Terra. È per questo che ti sono superiore e che sempre lo sarò. Il tuo unico potere risiede nel corrompere e ammalare qualsiasi cosa da me creata, nulla può venire da te fin dal principio. Eppure la mia misericordia è grande e il tuo sguardo triste e invidioso della mia Creazione mi dimostra che forse, per questa volta, mi posso fidare di te. Oggi è giorno di festa grande per me e per le mie creature: la nostra momentanea tregua non può che esserne il degno suggello».
Il Signore del Bene soffiò delicatamente su quell'esserino, prestando la massima attenzione a non spazzarlo via.
La creatura prese vita, ronzò con tono acerrimo e andò presto a posarsi sul capo di Dio, succhiando una goccia della sua rossa linfa vitale e cagionandogli una nuova, molesta sensazione, tanto tediosa da costringerlo, per placarla, a passare più volte dita e unghie sulla porziuncola di pelle appena trafitta.
«Satana, mi hai ingannato! Per quanto sia piccolo, questo animale non ha nulla di buono e aggraziato; nonostante le dimensioni minuscole, sono certo che potrebbe mettere a repentaglio l'armonia e la perfezione che ora regnano nel creato!»
Gli occhi di Satana, Signore del Male, furono di nuovo pervasi dall'ardente passione che solo la più viva cattiveria sapeva infondergli:
«Dio, Signore del Bene, ora questa creatura ha in sé parte della tua rossa linfa vitale, pertanto la sua stirpe sarà immortale come noi. Potrai ucciderne una, cento, mille, forse milioni, ma la sua genìa proseguirà imperitura nella storia ed accompagnerà il creato nelle infinite tribolazioni che gli infliggerò. Essa si assopirà in inverno, quando le mie Tenebre e il freddo già attanagliano creature e verzure. Ma essa rispunterà ogni primavera a pungolare i viventi, a ricordare loro che io Satana, Signore del Male, ho il potere di rendere deprecabile qualsiasi giorno della loro vita, per quanto lieto e felice possa apparire».
Saggezza e decoro spinsero Dio a non rivelare agli uomini l'increscioso inghippo occorso il Settimo Giorno, talché oggi non è tramandato in alcuna Scrittura.
Fu così che la zanzara, pungente nome che iniziò a designare la vile creatura, colonizzò ogni parte della Terra, resistendo immutata per ere ed eoni, sopravvivendo a cataclismi, glaciazioni, grandi estinzioni e alla mano distruttrice dell'uomo. Ogni suo acutissimo battito d'ali e ogni sua urticante puntura restano gli unici, immondi testimoni che anche Satana, Signore del Male, e Bathalon, suo fido scudiero, furono gli artefici di una parte della Creazione.
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Buona la forma e adeguato il linguaggio con sapiente satira a strizzare l'occhio alle auliche virtù del bello scrivere.
Bravo
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Re: L'ignoto Punto della Creazione
Commento: L'ignoto Punto della Creazione
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Re: L'ignoto Punto della Creazione
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o satana e i contrasti con dio.
di contro, devo dire che il finale mi sorprende positivamente, spiazzando il lettore con la creazione della zanzara.
non che questo mi riappacifichi con la bibbia o con dio, ma perlomeno fa sorridere.
in ogni caso il testo è abbastanza ben scritto, ci sono pochissimi refusi.

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Re: L'ignoto Punto della Creazione
Re: L'ignoto Punto della Creazione
In effetti anche la zanzara non scherza, da questo punto di vista.
Bel racconto
- Domenico Gigante
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E' scritto molto bene. Non saprei che difetto trovargli. Hai reso quello che forse è un luogo comune o una frase fatta (certamente un pensiero venuto a molti di noi: come può Dio aver creato la zanzara?!) in una commedia mordace.
Complimenti sinceramente
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Re: L'ignoto Punto della Creazione
PS: Per rendere valido il Vs. gradito voto, dovreste configurare la risposta all'argomento come "commento", cliccando sull'apposito bottone "CLICCA QUI" sopra alla casella di inserimento del testo...
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Un bel 5 non può non seguire come ringraziamento!
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Re: L'ignoto Punto della Creazione
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Certo che l'Altissimo non ci fa una bella figura a farsi gabbare così dal Principe delle Tenebre.
In effetti l'esistenza delle zanzare deve avere per forza un'origine diabolica.
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Personalmente preferisco toccare certi personaggi con maggior rispetto: in Satana mi sembra tu abbia ripreso l'Alboino interpretato da Lello Arena in "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno", e anche lo "scudiero" sembra attingere a un immaginario medievale più che biblico.
Quello che hai è spirito: mettilo a fuoco e ne usciranno capolavori.


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Antologia visual-letteraria (Volume uno)
Collage di opere grafiche e testuali pubblicate sul portale www.BraviAutori.it
Il libro è un collage di opere grafiche e testuali pubblicate sul portale www.BraviAutori.it e selezionate tenendo conto delle recensioni ricevute, del numero di visualizzazioni e, concedetecelo, il nostro gusto personale. L'antologia non segue un determinato filone letterario e le opere sono state pubblicate volutamente in ordine casuale.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Dino Licci, Annamaria Trevale,
Sara Palladino, Filippo C. Battaglia,
Gilbert Paraschiva, Luigi Torre, Francesco Vespa, Luciano Somma, Francesco Troccoli,
Mitsu, Alda Visconti Tosco, Mauro Cancian,
Dalila, Elisabetta Maltese, Daniela Tricarico,
Antonella Iacoli, Jean Louis,
Alessandro Napolitano, Daniela Cattani Rusich, Simona Livio,
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Giorgio Burello, Antonia Tisoni,
Carlo Trotta, Matteo Lorenzi,
Massimo Baglione, Lorenzo Zanierato, Riccardo Simone, Monica Giussani,
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Luigi Milani, Michele Nigro,
Paolo Maccallini,
Maria Antonietta Ricotti, Monica Bisin, Gianluca Gendusa, Cristiana, Simone Conti,
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Cosimo Vitiello, Mauro Manzo.
Carosello
antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura
Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.
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