La notte che Sigfrido ha ucciso il drago

[Roberto Bonfanti]

Una breve digressione: il nemico di “Sigfrido” non dovrebbe essere il “Drago”, ma piuttosto chi lo comanda. Fra l’altro un sabotaggio potrebbe essere, sempre per i padroni del vapore di cui sopra, un ottimo alibi invece che un danno, l’occasione per dismettere un impianto che, oggi come oggi, è sicuramente più una fonte di problemi che di guadagno, e dislocare in posti dove la tutela della salute di lavoratori e cittadini è ancora meno importante.
Detto questo, un mostro che sputa veleno è sicuramente più romantico di un CDA che approva la capitalizzazione degli utili, quindi comprendo e approvo la tua scelta letteraria.
Il racconto è ben scritto, ha pathos ed emoziona, affronta un argomento difficile e di grande attualità senza scadere nella retorica, perciò il mio giudizio è molto positivo. Anche secondo me c’è qualcosa da rivedere nella punteggiatura.
Infine una curiosità: se non sbaglio è il secondo racconto dei tuoi che leggo in queste gare, in entrambi alla fine il protagonista si propone di fare un ultimo salto… niente, è solo che la cosa mi è saltata all’occhio.

[Nuovoautore]

Una breve digressione: il nemico di "Sigfrido" non dovrebbe essere il "Drago", ma piuttosto chi lo comanda. Fra l'altro un sabotaggio potrebbe essere, sempre per i padroni del vapore di cui sopra, un ottimo alibi invece che un danno, l'occasione per dismettere un impianto che, oggi come oggi, è sicuramente più una fonte di problemi che di guadagno, e dislocare in posti dove la tutela della salute di lavoratori e cittadini è ancora meno importante.
Detto questo, un mostro che sputa veleno è sicuramente più romantico di un CDA che approva la capitalizzazione degli utili, quindi comprendo e approvo la tua scelta letteraria.
Il racconto è ben scritto, ha pathos ed emoziona, affronta un argomento difficile e di grande attualità senza scadere nella retorica, perciò il mio giudizio è molto positivo. Anche secondo me c'è qualcosa da rivedere nella punteggiatura.
Infine una curiosità: se non sbaglio è il secondo racconto dei tuoi che leggo in queste gare, in entrambi alla fine il protagonista si propone di fare un ultimo salto… niente, è solo che la cosa mi è saltata all'occhio.

Hai ragione, in ambedue i racconti, alla fine il protagonista prende il volo… Rammentando il bellissimo film di Vittorio De Sica, si potrebbero definire: racconti affetti dalla sindrome del Miracolo a Milano al contrario. Ovvero: con finale drammatico. Ti ringrazio. Ciao, Roberto.

[Marino Maiorino]

Ormai ti tengo sott'occhio: mi è piaciuto moltissimo.
Qualche virgola di troppo interrompe una narrazione altrimenti fluida e al punto, ben messa a fuoco, capace di comunicare i sentimenti e di coinvolgere.
Bisognerebbe averlo prima dei 70 anni, il coraggio del tuo Sigfrido.

[Nuovoautore]

Un racconto, con tematica annosa e attuale più che mai, reso ancora più interessante per come articolata la storia e i suoi personaggi. La scrittura è fluida, ma la punteggiatura andrebbe un po' rivista e l'uso dei puntini sospensivi limitato, secondo me. Comunque, un buon lavoro. Voto 4 Fra

La punteggiatura è un po' la mia bestia nera, cerco di migliorarla continuamente, ma ci devo lavoarare ancora. Ti ringrazio. Ciao, Fra Free

[Nuovoautore]

Ormai ti tengo sott'occhio: mi è piaciuto moltissimo.
Qualche virgola di troppo interrompe una narrazione altrimenti fluida e al punto, ben messa a fuoco, capace di comunicare i sentimenti e di coinvolgere.
Bisognerebbe averlo prima dei 70 anni, il coraggio del tuo Sigfrido.

Le virgole, e i punti, e pure i punti e virgola… insomma, la punteggiatura mi fa impazzire; leggo e rileggo i testi venti volte, e tutte le volte tolgo o aggiungo qualche virgola… ma la perfezione è ancora ben lungi dall'essere raggiunta. Ti ringrazio. Ciao, Mario.