Karen, la voce della Luna
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Karen, la voce della Luna
Quella partenza, con l’incarico più importante da Capitano, aveva messo a dura prova la loro vita familiare, l’armonia che normalmente vi regnava era assai compromessa dall’ansia che quella missione comportava.
Alcuni dei loro amici, e di lui colleghi, avevano già perso la vita durante le esercitazioni nello spazio. Per ciò, per i pericoli incombenti e l’angoscia che ne derivava, avevano anche litigato proprio prima che lui partisse.
Lei non sopportava l’idea di poterlo perdere; era diventata troppo alta la tensione da contenere e sopportare, non ce la faceva più, aveva perso il sonno, era dimagrita e portava sul volto i segni di una sofferenza che la logorava ormai da tempo.
Lo obbligò, pertanto, a qualcosa di molto difficile per lui.
Gli disse: “Parla tu ai nostri figli, diglielo che potrebbero non rivederti mai più, che potresti non tornare, che potresti morire. Diglielo, devi…”.
A lui non restò che affrontare quel triste argomento davanti ai suoi due bambini. Fu una scena straziante, fu molto difficile trovare le parole giuste per dirlo. Lo sguardo smarrito dei propri figli e i loro occhi pieni di lacrime, colti durante la spiegazione che cercò di dargli, sarebbero rimasti impressi nella sua mente e lo avrebbero accompagnato, con una stretta al cuore, durante quel volo al di fuori dalla Terra.
I giorni, lunghi e difficili dal momento della sua partenza, passarono. E lui tornò.
Andò tutto bene e fu accolto sul nostro pianeta tra onori e gloria, celebrato e osannato in tutto il mondo: era stato il primo uomo a mettere piede sulla Luna.
Adesso erano lì, uno di fronte all’altra, si vedevano senza potersi toccare.
Li divideva una parete di vetro trasparente, all’interno della quale lui era rinchiuso. Era una protezione obbligatoria. Doveva restare in quarantena, a scopo precauzionale gli dissero: non fosse mai che la Luna lo avesse contagiato da chissà quali malattie...
Dopo essersi accarezzati sovrapponendo le loro mani attraverso quella insolita parete, si guardarono a lungo negli occhi, entrambi senza parlare. Ma i loro sguardi dissero più di mille parole: parlava per loro la voce del cuore attraverso il linguaggio dei loro occhi. Poi lei se ne andò, dovette andarsene.
Era consentito un tempo assai breve per quell’incontro tanto atteso e immediatamente successivo all’impresa spaziale appena compiuta.
Doveva stare solo e tranquillo, dissero, si doveva riprendere da quel volo sulla Luna, al di là della comprensione umana.
Lei comprese l’utilità di quella forzata prigionia.
Adesso era in pace nell'avviarsi verso casa, dai loro figli. Lui era tornato e stava bene. Il pericolo era ormai superato e allontanato a forza dalla memoria.
“Karen, bambina mia, dove sei? Ti sento più che mai vicina a me, sento il tuo respiro. So che sei qui. Sì, tienimi per mano, cammina lievemente con il tuo papà, restami accanto”.
Neil ricordò bene che quello fu il suo primo pensiero non appena posò i piedi sulla Luna e compì i primi passi su di essa.
Ricordò l’incontenibile emozione di quei lenti spostamenti. Il terreno era soffice e polveroso sotto di lui.
Il nulla lo circondava. Tutto era uguale, il suolo era terroso. Ogni tanto si scorgevano dei crateri di modesta grandezza. Non c’era alcuna forma di vita apparente, non un filo d’erba, non un albero in lontananza, niente. Rivide, con la magia del ricordo, la Terra: ricca di ogni bellezza e colore, non paragonabile a ciò che lo circondava.
Ma quel pensiero non diminuì l'entusiasmo, unico e indimenticabile, che stava vivendo: era sulla Luna, su quel pianeta d’argento che illuminava le notti di ogni essere umano, e che, birichina, cambiava forma e, talvolta anche colore, per scomparire poi del tutto.
Però poi tornava, gli uomini lo sapevano che sarebbe sempre ritornata: faceva parte dell'alchimia di quell’astro lontano e luminoso.
Registrò e fotografò ciò che lo circondava. Il mondo era in trepida attesa di quelle immagini che lui avrebbe inviato sulla Terra, direttamente da lassù.
Gli umani, nelle loro case, erano davanti alla televisione, attoniti e in spasmodica aspettativa di quella diretta dallo spazio che avrebbe regalato ai loro occhi quella visione che pareva fantascienza.
Dissero che le persone che seguirono l’evento furono almeno 450 milioni: quindi in tantissimi a osservare le sue esplorazioni, a vederlo camminare su quel pianeta misterioso e lontano, che tanto, e da sempre, aveva ispirato poeti e innamorati, che tutti aveva incantato.
Neil ascoltò anche la voce della Luna, sembrava quasi un canto.
Un canto triste e melodioso. La registrò e la trasmise al mondo.
Per tutti coloro a cui giunse quella fu la voce della Luna,
Per lui, invece, era la voce di Karen.
L’aveva amata tanto la sua piccola bambina ma dovette rassegnarsi a lasciarla andare a soli due anni. Una malattia se la portò via per sempre. Ma nel cuore di quel intrepido padre continuò a vivere: la vedeva sovente, le appariva e le dava forza. Fu così anche durante un’esercitazione. Ricordò quando la situazione si fece disperata durante alcune manovre molto azzardate, ma si salvarono, miracolosamente, tutti.
E anche in quella circostanza attribuì il buon esito di quell’evento drammatico alla protezione di Karen.
Rinchiuso nella sua stanza di vetro, in quella situazione di riposo forzato, Neil poteva dare libero spazio ai suoi pensieri. Era ormai da tanto tempo che non poteva più concedersi quell’intimità con se stesso in quanto era sempre troppo concentrato al suo lavoro da astronauta.
Ripercorse la sua vita, ricordò la passione che da sempre aveva, già da bambino, per i voli. Divenne, pertanto, ingegnere aeronautico e fu, per alcuni anni, aviatore nella Marina militare. Successivamente si specializzò, conseguendo il master in ingegneria aerospaziale. Divenne quindi pilota collaudatore. Ricordò la sua emozione quando, proprio durante quelle mansioni di collaudo, venne scelto dalla NASA per diventare membro del corpo degli astronauti.
Fu il primo americano non militare.
I precedenti, invece, provenivano dalle forze armate.
Lì incominciò per lui un duro lavoro di addestramento, preparatorio per le imprese spaziali.
Ad un certo punto, però, volle mettere fine a quei pensieri e ricordi.
Il ripercorrere con la mente quegli avvenimenti gli causava troppo turbamento e tensione. Gli pareva di rivivere anche l’ansia e il timore che quegli eventi avevano comportato; al punto da sentire una accelerazione dei propri battiti cardiaci.
Un’infinita stanchezza lo colse. Si passò una mano sulla fronte come a voler allontanare quelle riesumazioni, la sentì madida di sudore; nonostante la temperatura ottimale all’interno dello spazio in cui era costretto.
Si sentì esausto, come se, nel ripercorrere la sua vita, e soprattutto la sua carriera, rivivesse anche l’enorme impegno e fatica che ne erano derivati.
Pregò di potersi addormentare ma non ci riuscì. Era stata troppo intensa l’emozione di quel 20 luglio. Il cuore continuava a lavorare intensamente, troppo intensamente. I sui battiti accelerati, molto più del dovuto, gli fecero comprendere che doveva assolutamente calmarsi e cercare di trovare requie nel sonno; anche se non era certo facile contenere una simile, prorompente, energia.
E intanto, suo malgrado, continuò a ricordare…
Erano in tre sul LEM, usci per primo in quanto ricopriva il ruolo di Capitano, seguito da Buzz Aldrin. Il collega Collin, invece, rimase sempre all’interno del Modulo di Comando.
Pensava con sincero affetto ai suoi amici, c’era affiatamento tra di loro, anche perché assieme avevano sfidato l’impossibile.
Infine riuscì a rilassarsi, ma mentre era quasi sul punto di addormentarsi ebbe l'impressione di essere sfiorato, percepì su di sé una mano lieve che lo accarezzava con molta delicatezza. “Karen, sei qui? - riuscì a dire - Mi sei vicino? Ti sento, sento il tuo respiro. Resta con me, ti prego. Non abbandonarmi mai, ti voglio bene mia piccola adorata”.
E con l’incanto di quella sensazione dolcissima, in cui Karen era presente, riuscì ad addormentarsi.
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Commento a: Karen, la voce della Luna
"Poi lei se andò"
Questa riga contiene tre avverbi in ...mente
"Rivide mentalmente la Terra, ricca di ogni bellezza e colore, certamente neppure lontanamente paragonabile"
Nelle ultime cinque righe ci sono due "finalmente"
Passiamo al racconto in se. Non posso certo dire che non sia ben scritto, anzi. È l'ispirazione che ha mosso le tue doti di brava autrice a deludermi. Con le tue indubbie qualità perché non provi a scrivere qualche cosa di vissuto in prima persona (o di vita reale, ma anche, se proprio devi, di autentica fantascienza o altro) e non ti limiti a fantasticare (magari anche no, non sono documentato in materia) sulla vita di Armstrong?
Per quanto mi riguarda ne sarei molto più catturato e "finalmente" ti potrei dare quel voto massimo che ti meriti, non ho dubbi.
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Re: Commento a: Karen, la voce della Luna
Ciao Alberto, come sempre sei stato precisissimo nella tua analisi, ti ringrazio molto perché faccio sempre tesoro dei suggerimenti ricevuti. Non mi ero accorta delle ripetizioni che segnali e andrò a porvi rimedio. Circa la mia scelta sul racconto, mi piaceva ricordare un grande personaggio, che fu tale anche dal punto di vista umano. La storia è vera, nel senso che Karen è stata veramente la sua bambina, che mori a 2 anni. Ebbero, da quel fatto tragico, altri due figli. Certo, la voce che lui sente sulla luna, e che attribuisce a Karen, è una mia fantasia, mi piaceva così...Non so da quanto tempo tu sia qui su "Bravi Autori", ma in passato ho scritto molto in prima persona, e anche di fantascienza vera. Ti ringrazio ancora molto per il tempo che hai dedicato alla lettura del mio racconto. Una caro saluto, ciaoAlberto Marcolli ha scritto: 24/03/2022, 15:37 Un refuso:
"Poi lei se andò"
Questa riga contiene tre avverbi in ...mente
"Rivide mentalmente la Terra, ricca di ogni bellezza e colore, certamente neppure lontanamente paragonabile"
Nelle ultime cinque righe ci sono due "finalmente"
Passiamo al racconto in se. Non posso certo dire che non sia ben scritto, anzi. È l'ispirazione che ha mosso le tue doti di brava autrice a deludermi. Con le tue indubbie qualità perché non provi a scrivere qualche cosa di vissuto in prima persona (o di vita reale, ma anche, se proprio devi, di autentica fantascienza o altro) e non ti limiti a fantasticare (magari anche no, non sono documentato in materia) sulla vita di Armstrong?
Per quanto mi riguarda ne sarei molto più catturato e "finalmente" ti potrei dare quel voto massimo che ti meriti, non ho dubbi.
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Re: Commento
Ti ringrazio moltissimo per le belle parole Domenico, sei davvero molto gentile. Sono contenta che il mio racconto ti sia piaciuto, grazie ancora. CiaoDomenico Gigante ha scritto: 25/03/2022, 20:22 Ciao Laura! Bello e poetico questo racconto. Ricordo che nella precedente stagione avevi dedicato la tua attenzione alla piccola Laika. Questa tua opera mi sembra migliore. Indubbiamente hai una grande capacità narrativa e una preziosa sensibilità nel descrivere le emozioni dei tuoi personaggi. Complimenti!
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Re: Commento
Ti ringrazio molto per il positivo commento e voto. Mi fa molto piacere che tu abbia colto l'aspetto intimo della vicenda. Del resto, dell'impresa spaziale, tutto il mondo è a conoscenza... Grazie ancora, ciaoMithril ha scritto: 28/03/2022, 14:13 Bel racconto, ben scritto, il lato umano di un momento epico nella storia dell'umanità. Guardando il film di Chazelle ero rimasto un po' deluso dal taglio così intimo dato alla vicenda, forse per le mie aspettative, ma viceversa in questo caso lo trovo un valore aggiunto
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Re: Commento
Grazie davvero Alycetta, sono contenta che tu abbia apprezzato il mio racconto. Si certo, la storia si riferisce ad Armstrong, e ebbe davvero una bambina che morì all'età di 2 anni, si chiamava Karen. Grazie ancora, ciaoAlycetta7 ha scritto: 31/03/2022, 18:24 Ciao. Non amo i racconti di fantascienza o comunque di questo genere, ma tu sei riuscita a dare un tocco in più a questa storia, rendendo sentimentale e toccante questo viaggio sulla luna. L'ho apprezzato, soprattutto la parte in cui il protagonista (Armstrong?) associa il suono presente sulla luna alla voce di Karen, la sua bambina morta. Bell'idea, inoltre è scritto molto bene.
Re: Karen, la voce della Luna
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Re: Commento
Grazie Myname (ma quale è il tuo nome???) per il commento molto preciso e per l'ottima valutazione. Mi ha fatto sorridere il suggerimento della potatura primaverile, però non saprei cosa potare... mi è venuto così... Grazie ancora, ciaoMyname ha scritto: 15/04/2022, 20:12 Raccontare biograficamente la vita di una persona è un' impresa da apprezzare.Nel contempo presenta aspetti di immaginazione e "proiezioni" psicologiche personali che vanno misurate e ben dosate.Ho l'impressione che Laura l'abbia fatto.Per quanto riguarda la lunghezza,vedrei una "potatura" primaverile lasciando l'essenziale.
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Ho spesso pensato che i racconti non parlano mai di guerre, eventi, luoghi o quant'altro, ma parlano sempre di persone: noi raccontiamo di persone a persone. Quando manca l'umanità, il racconto diventa freddo report di un qualche tipo, ma non ha la scintilla (divina, perché contiene vita) per insegnare, solo per istruire.
Ma Neil era personaggio troppo noto per appartenere ancora al mondo umano, quindi hai trovato Karen: superbo! Forse manca solo un po' più di lei per rendere davvero impeccabile questo racconto.
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Re: Commento
E' molto bello il tuo commento che parla anche di umanità: del distinguo che fai tra la scintilla (divina, perché contiene vita) e il solo istruire... Ti ringrazio davvero tanto per aver apprezzato il mio racconto. Circa Karen, che fu veramente la sua bambina e morì a due anni, è facile immaginare il dolore che dovettero (lui e la moglie) sopportare. In merito al ripercorrere un po' la sua carriera, di Neil, mi era parso doveroso farne cenno, vero è che ciò può risultare un po' enciclopedico. Grazie ancora anche per l'ottima valutazione. Ciao, a rileggerciMarino Maiorino ha scritto: 17/04/2022, 9:04 Molto dolce, sei stata capace di umanizzare in maniera eccellente quella titanica impresa di ingegneria. Solo ad un tratto ti perdi più nell'enciclopedismo, quando Neil ripercorre la propria carriera (il passaggio è più freddo).
Ho spesso pensato che i racconti non parlano mai di guerre, eventi, luoghi o quant'altro, ma parlano sempre di persone: noi raccontiamo di persone a persone. Quando manca l'umanità, il racconto diventa freddo report di un qualche tipo, ma non ha la scintilla (divina, perché contiene vita) per insegnare, solo per istruire.
Ma Neil era personaggio troppo noto per appartenere ancora al mondo umano, quindi hai trovato Karen: superbo! Forse manca solo un po' più di lei per rendere davvero impeccabile questo racconto.
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Grazie molte per la lettura e il commento e la valutazione, ciaoRobertoBecattini ha scritto: 19/04/2022, 0:11 Interessante, hai raccontato un episodio "nascosto", privato, della vita di un eroe americano, che lo rende molto più "umano" e vicino a noi. Non c'è dubbio che sia commovente, il parallelo tra il rapporto con Karen e la storia dell'impresa è bilanciato, anche se io l'avrei "sbilanciato" più sul versante familiare, in quanto la Storia è nota e si rischia di essere un po' didascalici. Qualche refuso già segnalato in precedenza, non aggiungo altro, è un buon lavoro
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Andare sulla luna in quelle condizioni e con un'informatica ridicola, secondo me, è stato un fatto principalmente politico e un azzardo per me incomprensibile.
Il tuo racconto lo fa capire, in un certo senso, evidenziando gli aspetti umani della vicenda.
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grazie per aver letto, valutato e commentato il mio racconto, ciaoApa777 ha scritto: 26/04/2022, 14:07 Gli astronauti sono i moderni esploratori e, come quelli antichi, rischiano parecchio.
Andare sulla luna in quelle condizioni e con un'informatica ridicola, secondo me, è stato un fatto principalmente politico e un azzardo per me incomprensibile.
Il tuo racconto lo fa capire, in un certo senso, evidenziando gli aspetti umani della vicenda.
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Bel racconto, concreto, senza fronzoli, va diretto al bersaglio.
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Re: Commento
Grazie Namio, il tuo positivo e preciso commento mi è particolarmente grato, non sbagli affatto in merito al film che citi. Ed è proprio da quel film, che vidi alcuni anni orsono, che ho preso l'ispirazione per il mio racconto. Mi piacque molto quella biografia che parlò di Armstrong non solo come grande astronauta. Un caro saluto e grazie ancoraNamio Intile ha scritto: 06/05/2022, 15:36 Se non sbaglio il film di Chazelle è tratto da una biografia autorizzata di Neil Armstrong. Erano uomini di grande tempra quelli del progetto Apollo, ex combattenti, piloti, selezionati per i programmi Gemini e Apollo. Il più longevo di loro, John Young, fu anche il comandante di due missioni Shuttle negli anni Ottanta. E quindi su di loro si sarebbe potuto scrivere di tutto. Ma la tua sensibilità si è soffermata nel rapporto tra il comandante e la piccola figlia morta prematuramente. Una perdita che per l'uomo è stata molto significativa. Il racconto ritrae con sapienza i momenti in cui l'uomo, il primo uomo a camminare su un corpo celeste diverso dalla Terra, cercava conforto nel ricordo della piccola Karen.
Bel racconto, concreto, senza fronzoli, va diretto al bersaglio.
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Carissimo Bravoautore, grazie molte per il bellissimo commento, e per l'ottima valutazione assegnata. Non sapevo che fosse sceso sulla luna Aldrin per primo... Si ha sempre da imparare... Grazie ancora, ciaoBravoautore ha scritto: 08/05/2022, 18:36 Hai messo un bel po' del tuo: nota che ho scritto "bel" !
Una biografia romanza con accenti emotivi che solo una donna sensibile sa capire.
Forse non sai una cosa: Armstrong non é stato il primo a scendere, il primo é stato Aldrin per poter sistemare ad hoc la videocamera che ha poi filmato la discesa di Armstrong!
Ti metto un 4
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Re: Karen, la voce della Luna
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Re: Karen, la voce della Luna
E va beh! non è molto importante, adesso. Grazie per la precisazione, comunque.Marino Maiorino ha scritto: 11/05/2022, 7:22 Infatti, Aldrin non scese per primo. https://airandspace.si.edu/stories/edit ... irst-steps
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Grazie Laura, sei stata molto carina nel tuo commento, ho apprezzato molto le tue parole. CiaoLaura Gallerani ha scritto: 17/05/2022, 12:21 Sei entrata nel personaggio noto con delicatezza mostrando un aspetto emotivo, personale. Anche gli astronauti sono persone con la loro umanità. Mi piace molto il titolo, fra l'altro, e la situazione emotiva nel finale.
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Veramente toccante il momento in cui Armstrong, il primo uomo a mettere piede sul suolo lunare, una figura eroica e leggendaria, al culmine della sua impresa mette in mostra tutta la sua umanità con il ricordo della figlia scomparsa prematuramente: un istante veramente catartico, l'accettazione del dolore e la riconciliazione con la propria coscienza.
Ottimo lavoro, Laura. Un caro saluto.
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Re: Commento
Mi fa davvero piacere che ti sia piaciuto il mio racconto, e sì, anche questa volta ero "nello spazio", mi sono ispirata a due storie vere e molto tristi. Grazie Roberto per averne colto l'essenza, per l'ottima valutazione e per il tuo commento, come sempre attento e mai superficiale, grazie molte. Un caro saluto, ciaoRoberto Bonfanti ha scritto: 26/05/2022, 21:22 Molto bello e poetico questo racconto, che fa il paio con quello della scorsa gara, dedicato alla cagnetta dello spazio.
Veramente toccante il momento in cui Armstrong, il primo uomo a mettere piede sul suolo lunare, una figura eroica e leggendaria, al culmine della sua impresa mette in mostra tutta la sua umanità con il ricordo della figlia scomparsa prematuramente: un istante veramente catartico, l'accettazione del dolore e la riconciliazione con la propria coscienza.
Ottimo lavoro, Laura. Un caro saluto.
La spina infinita
"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
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BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
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Noir + Drammatico + Psicologico
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La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
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