Etnogenesi

Spazio dedicato alla Gara stagionale di primavera 2024.

sondaggio

1 - non mi piace affatto
1
33%
2 - mi piace pochino
0
Nessun voto
3 - si lascia leggere
2
67%
4 - mi piace
0
Nessun voto
5 - mi piace tantissimo
0
Nessun voto
 
Voti totali: 3

Giovanni p
rank (info):
Correttore di bozze
Messaggi: 321
Iscritto il: 13/10/2021, 17:38

Author's data

Etnogenesi

Messaggio da leggere da Giovanni p »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Etnogenesi



Gerad guardò fuori dalla finestra, faceva un caldo insopportabile e la terra espelleva l’umidità creando nuvole di afa che si incollavano su ogni superficie in vetro della sua magione. La sua fronte si aggrottò, non sarebbe uscito di casa nemmeno quel giorno. Fissò la carta da parati che copriva interamente la parete più grande della stanza, ritraeva il planisfero. Quasi quaranta metri quadri di mondo, un lavoro di finissima fattura dato che non si vedeva un’attaccatura fra un foglio e l’altro neanche a prendere una lente d ingrandimento.
Quando arrivò su quel pezzo di foresta e fece costruire la sua magione Gerad volle quel planisfero sulla parete per ricordargli che esistono mille realtà da depredare, ma ora che vive incollato sulla sua poltrona di pelle gonfio di cortisone e segnato dal diabete quella carta da parati serve solo a ricordargli quanto casa sua sia lontana.
Era chiuso in casa ormai da una settimana, per fortuna l’ambiente era enorme, fresco e soprattutto ben sorvegliato dall’esterno. Incollato alla sua poltrona guardava la brocca di tè verde che sudava gocce simili a rugiada, aveva sete ma la fatica era molta.
Per fortuna in suo soccorso venne Ninive, la ragazza che lo assisteva la quale oltre a versargli il tè in un bicchiere coprì la distanza di bene quattro metri per porgerglielo.
Gerard sorrise tenendo le labbra serrate come un bambino imbarazzato, lei lo illuminò col suo sorriso candido senza però scioglierlo. Prima di andarsene Ninive comunicò a Gerad che il signor Finnik chiedeva di parlare con lui. Lui acconsentì sapendo che Finnik era già dentro la sua magione e che non se ne sarebbe mai andato senza prima aver chiesto il suo dotto parere sui recenti fatti quotidiani. Ninive se ne andò facendo sfoggio della sua bellissima schiena nuda, Gerard non perse nessuno dei suoi movimenti e mentre sorseggiava il tè sorrise di se stesso e di come alcune cose non finiscano mai di riempirgli gli occhi.
Dopo aver finito il bicchiere di tè si prese una manciata di secondi per godersi la tranquillità che regnava sapendo che da lì a poco sarebbe finita.

-Gerad! Gerad!

Finnik stava trottando nel corridoio col suo passo esagitato, Gerad non lo vedeva ma lo sapeva.

-Finnik sono nel mio studio…

La porta di spalancò come se fosse stata colpita da un ariete, nella stanza entrò un omino alto un metro e sessanta, pallido, emaciato e tremebondo.

-Finnik la prengo di non agitarsi, fa già un caldo infernale…
-Un caldo infernale- urlò l’omino sputando piccoli puntini di saliva- Lei pensa al caldo?
-Vede Finnik…

-Qua rischiamo tutti l’osso del collo Gerad, lei compreso!

Incollato sulla sua poltrone Gerad sospirò mentre Finnik si asciugava sudore e saliva.

-Qua c’è poco da stare tranquilli Gerad, stanotte ne hanno ammazzati tre! Una cazzo di famiglia! Queste bestie non hanno riguardi neppure per i bambini!
-Finnik, sapevamo benissimo…
-No, Gerad, no! – lo interruppe Finnik cercando di dominare il tremore – Noi non sapevamo nulla, noi siamo qua per estrarre manganese e coltivare campi. Questi da quando hanno avuto il bell’esempio di quei pecorai a nord hanno deciso di ammazzarci a tutti come bestie!
-Finnik, noi…
-Noi niente! Noi niente, Gerad! – urlò smanacciando Finnik – Noi Gerad rischiamo di morirci come cani qua!
-Finnik mi lasci spiegare….
-Questi sono tanti Gerad, sono tanti e sono incazzati! Come faremo?
-Senti Finnik, se mi lasci spiegare bene…altrimenti levati pure dalle scatole io non ho tempo da perdere.

Finnik si blocco smettendo persino di tremare, poi disse smanacciando:

-Sono curioso!
-Sapevamo benissimo, e lo sapevamo prima di arrivare, che qua saremmo stati una minoranza contro moltissimi indigeni. Avevamo dalla nostra i soldi e per fortuna ce li abbiamo ancora, anzi quelli li abbiamo moltiplicati. Sapevamo anche che nel nord del continente sarebbe saltata in aria la situazione e che ci sarebbero state delle rivolte, come sapevamo che i rivoltosi del nord pregano lo stesso dio di quelli che abbiamo sotto la nostra influenza, quindi era plausibile che i più giovani di questi avrebbero preso spunto da loro per rivoltarsi contro di noi. D’altronde la religione è anche un mezzo di aggregazione.
-Bene Gerad, qual è la soluzione. Domandò Finnik avvicinandosi a Gerad
-La soluzione è la creatività – rispose Gerad con aria bonaria – come sempre. Noi siamo dei creativi Gerad non scordartelo mai.
-Io…Io sono troppo preoccupato per capire simili fantasie.
-Ma non sono fantasie Finnik, questa è realtà e sono alcuni mesi che è in gestazione e io, modestamente, ne detengo la paternità.
-Spiegati Gerad!
-Etnogenesi.
-Etno che?
-Etnogenesi, ovvero creazione di un etnia.
-Eh?!
-Noi sappiamo o almeno abbiamo capito una cosa, questi numerosissimi indigeni arrabbiati e sanguinari non sono uniti fra di loro. Su questo pezzo di terra che occupiamo esistono ben due gruppi, non chiedermi i nomi perché non li so pronunciare. Ad ogni modo ho deciso di puntare sul gruppo che è in minoranza. Da alcuni mesi ho inviato dei missionari allo scopo di convertirli e istruirli ai nostri valori. Le nostre istituzioni faranno il resto dando loro i mezzi per poter sovrastare l’altra etnia. Noi creeremo un etnia che combatterà l’altra credendosi superiore, perché in questo pacchetto c’è anche l’obbiettivo di dare una storia a questa gente, di nobilitarli.
-Nobilitare queste bestie?
-Gli uomini hanno nobilitato bestie per tutto il corso della storia, bestie come cavalli, cani o gatti. Riusciremo a nobilitare pure loro, diremo loro ad esempio che discendono dall’eroe di turno e non glielo diremo e basta, ma gli faremo credere che sia così. Perché loro sono un popolo evoluto, un popolo che merita di governare al nostro fianco su chiunque.
-Quindi – disse Finnik ridendo- faremo credere a questi deficienti trogloditi che noi siamo qua per loro…
-Non proprio Finnik, noi saremo i loro padri, noi li creeremo. Nessuno figlio disubbidisce al padre, neanche se lo sfrutta. Nessun figlio si ribella al padre, neanche se lo picchia. Loro in qualità di nostri figli uccideranno tutti i restanti indigeni e lo faranno credendo di fare la cosa giusta.
Ultima modifica di Giovanni p il 17/04/2024, 10:27, modificato 1 volta in totale.
Giovanni p
rank (info):
Correttore di bozze
Messaggi: 321
Iscritto il: 13/10/2021, 17:38

Author's data

Re: Etnogenesi

Messaggio da leggere da Giovanni p »

Buongiorno a tutti, questa storia è stata ricavata dagli esercizi dell'Officina del racconto.
Andr60
rank (info):
Terza pagina
Messaggi: 503
Iscritto il: 15/11/2019, 15:45

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Andr60 »

Una storia antica quanto i Romani (e oltre), che ai giorni nostri si chiamerebbe rivoluzione colorata o arcobaleno :)
Ci sono numerosi refusi e consiglio all'Autore una revisione attenta del testo.
Voto 3, saluti
Jacopo Serafinelli
rank (info):
Pubblicista
Messaggi: 79
Iscritto il: 16/10/2023, 13:50

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Jacopo Serafinelli »

@Giovanni p
Un racconto che racconta una storia raccontata. I colonizzatori ed occupanti di territori altrui sono maestri e non sempre usano mezzi e modi come quelli descritti qui.
Guardandoci intorno… oggi… ne abbiamo esempi in atto… anzi… in atto da quasi 80 anni con mezzi che non si possono proprio definire etnogenesi ma etnoestinzione sì.
Jacopo
Giovanni p
rank (info):
Correttore di bozze
Messaggi: 321
Iscritto il: 13/10/2021, 17:38

Author's data

Re: Commento

Messaggio da leggere da Giovanni p »

Jacopo Serafinelli ha scritto: 17/04/2024, 18:46 @Giovanni p
Un racconto che racconta una storia raccontata. I colonizzatori ed occupanti di territori altrui sono maestri e non sempre usano mezzi e modi come quelli descritti qui.
Guardandoci intorno… oggi… ne abbiamo esempi in atto… anzi… in atto da quasi 80 anni con mezzi che non si possono proprio definire etnogenesi ma etnoestinzione sì.
Jacopo
Buongiorno, Jacopo

grazie per avermi letto.
Giovanni p
rank (info):
Correttore di bozze
Messaggi: 321
Iscritto il: 13/10/2021, 17:38

Author's data

Re: Commento

Messaggio da leggere da Giovanni p »

Andr60 ha scritto: 17/04/2024, 16:50 Una storia antica quanto i Romani (e oltre), che ai giorni nostri si chiamerebbe rivoluzione colorata o arcobaleno :)
Ci sono numerosi refusi e consiglio all'Autore una revisione attenta del testo.
Voto 3, saluti
Buongiorno,

grazie per aver letto il racconto, proverò a rileggerlo.
Yakamoz
rank (info):
Foglio bianco
Messaggi: 35
Iscritto il: 04/03/2024, 10:51

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Yakamoz »

Letto! Il racconto non è malaccio come idea. Ma poi nella sua messa su carta/video non è scritto altrettanto bene. Si nota - e come non notarlo? - una notevole (minimo 40) mancanza di punteggiatura e troppe "ripetizione", esempio dal testo:

"(Sapevamo) benissimo, e lo (sapevamo) prima di arrivare, che saremmo stati una minoranza contro moltissimi indigeni. Avevamo dalla nostra i soldi e per fortuna ce li (abbiamo) ancora, anzi quelli li (abbiamo) moltiplicati. (Sapevamo) anche che nel nord del continente sarebbe saltata in aria la situazione e che ci sarebbero state delle rivolte, come (sapevamo) che i rivoltosi del nord pregano lo stesso dio di quelli che (abbiamo) sotto la nostra influenza, quindi era plausibile che i più giovani di questi avrebbero preso spunto da loro per rivoltarsi contro di noi. D'altronde la religione è anche un mezzo di aggregazione."

Quattro "sapevamo", tre volte "abbiamo" (+ altre cosette che non vanno) e tutti molto vicini tra loro (ridondanza) e un incalzare delle frasi poco armonioso: tipico del linguaggio parlato, ma in un racconto va sempre "addolcito" questo aspetto.

Mi permetto, senza presunzione, di riscriverla:

"Sapevamo benissimo, prima ancora di arrivare, che saremmo stati in minoranza rispetto agli indigeni. Avevamo però dalla nostra parte il denaro e per fortuna ce n'è ancora, anzi, lo abbiamo moltiplicato. E ci era altrettanto chiaro che nel nord del continente la situazione sarebbe esplosa con delle rivolte, poiché le persone che ci abitano adorano lo stesso dio di quelli a sud sotto il nostro controllo, quindi era plausibile che i più giovani si sarebbero ispirati a loro per ribellarsi. D'altronde la religione è sempre un pretesto per unire le genti."

Suona meglio, no? Stessi concetti, ma più coincisa e usando meno parole. Poi il testo è tuo, e se lo riscrivi tu, ti riesce ancora meglio. Il mio vuole essere solo un esempio a cosa intendevo.

Non ti conosco molto, Giovanni P, ma rispetto a l’altro racconto “Marchesi etc.”, in cui mi eri sembrato bravo a costruire dialoghi e pure la parte non “dialogica” era molto buona. Qui, invece, c’è molto da rivedere: per via di tante “cose” che sembrano come scritte di fretta, probabilmente. C’è inoltre da rilevare una costante, e qui mi riferisco alla punteggiatura, data la quasi sempre mancanza di virgole sui vocativi, temporali, temporali avverbiali, nell’uso dei tempi verbali indefiniti: perché sarà vero che la punteggiatura è una questione di stile dell’autore, ma è nella stessa misura vero che quando si va a creare una proposizione, dislocata che sia o anche ellittica del soggetto o di altro, regola vuole che le virgole, punti… o altro si usino.


Voto 3 (perché è un testo da editare)

Tante belle cose, Giovanni P

Antonio
Giampiero
rank (info):
Pubblicista
Messaggi: 99
Iscritto il: 23/12/2010, 17:31

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Giampiero »

Visto che qui si gioca a fare l'editor di turno, gioco anch'io:

In questo punto mi sono bloccato, perché scrivi:
“Quando arrivò su quel pezzo di foresta e fece costruire la sua magione Gerad volle quel planisfero sulla parete per ricordargli che esistono mille realtà da depredare, ma ora che vive incollato sulla sua poltrona di pelle gonfio di cortisone e segnato dal diabete quella carta da parati serve solo a ricordargli quanto casa sua sia lontana.”

Io mi sono domandato a quale foresta si riferisce? Sono tornato indietro a rileggere: nisba, non c’è alcun riferimento oggettivo. Quindi “quel pezzo di foresta” è riferibile senz’altro al planisfero di cui comunque il lettore non sa nulla circa che cosa raffiguri. Planisfero: Rappresentazione cartografica in piano di tutta la superficie terrestre, a piccolissima scala; anal. : p. celeste, quella relativa alla volta celeste.

Quindi “quel pezzo di foresta” non rende l’idea di nulla, quantomeno perché non è pertinente alla scena che hai proposto nel testo. E ti faccio notare che è la scena madre.
Poi continui: “incollato sulla sua poltrona di pelle gonfio di cortisone”;
e poco più sotto: “Incollato alla sua poltrona guardava la brocca”.

Qui, il lettore che è in me ha protestato. Fine della puntata. Testo da rivedere. UN saluto. Però io non regalo i voti, per me è un racconto assolutamente negativo. quindi voto basso: 1.
La paura è un cavallo con le ali: una volta lanciato al galoppo perde il contatto con il suolo e incomincia a volare.
Giovanni p
rank (info):
Correttore di bozze
Messaggi: 321
Iscritto il: 13/10/2021, 17:38

Author's data

Re: Commento

Messaggio da leggere da Giovanni p »

Giampiero ha scritto: 01/05/2024, 9:04 Visto che qui si gioca a fare l'editor di turno, gioco anch'io:

In questo punto mi sono bloccato, perché scrivi:
“Quando arrivò su quel pezzo di foresta e fece costruire la sua magione Gerad volle quel planisfero sulla parete per ricordargli che esistono mille realtà da depredare, ma ora che vive incollato sulla sua poltrona di pelle gonfio di cortisone e segnato dal diabete quella carta da parati serve solo a ricordargli quanto casa sua sia lontana.”

Io mi sono domandato a quale foresta si riferisce? Sono tornato indietro a rileggere: nisba, non c’è alcun riferimento oggettivo. Quindi “quel pezzo di foresta” è riferibile senz’altro al planisfero di cui comunque il lettore non sa nulla circa che cosa raffiguri. Planisfero: Rappresentazione cartografica in piano di tutta la superficie terrestre, a piccolissima scala; anal. : p. celeste, quella relativa alla volta celeste.

Quindi “quel pezzo di foresta” non rende l’idea di nulla, quantomeno perché non è pertinente alla scena che hai proposto nel testo. E ti faccio notare che è la scena madre.
Poi continui: “incollato sulla sua poltrona di pelle gonfio di cortisone”;
e poco più sotto: “Incollato alla sua poltrona guardava la brocca”.

Qui, il lettore che è in me ha protestato. Fine della puntata. Testo da rivedere. UN saluto. Però io non regalo i voti, per me è un racconto assolutamente negativo. quindi voto basso: 1.

Caro Giampiero, io non gioco a fare l'editor, io mi impegno a leggere racconti e dare consigli che credo siano utili, come hanno fatto altri con me.
A differenza tua io ho sempre ringraziato chi mi ha aiutato anche bastonandomi, perché è così che si migliora.
Hai fatto un commento totalmente inutile, ti sei voluto attaccare a qualcosa per tirarmi giù e ora sei contento, che ti devo dire...contento te contenti tutti.
Mi dispiace aver perso tempo con te e il tuo racconto, credevo di poterti aiutare, ma fidati non succederà mai più che io rilegga qualcosa di tuo.
La scrittura è qualcosa di bello e se vuoi di serio, spero che tu riesca a capirlo.

Buona gara
Giovanni p
rank (info):
Correttore di bozze
Messaggi: 321
Iscritto il: 13/10/2021, 17:38

Author's data

Re: Commento

Messaggio da leggere da Giovanni p »

Yakamoz ha scritto: 22/04/2024, 13:53 Letto! Il racconto non è malaccio come idea. Ma poi nella sua messa su carta/video non è scritto altrettanto bene. Si nota - e come non notarlo? - una notevole (minimo 40) mancanza di punteggiatura e troppe "ripetizione", esempio dal testo:

"(Sapevamo) benissimo, e lo (sapevamo) prima di arrivare, che saremmo stati una minoranza contro moltissimi indigeni. Avevamo dalla nostra i soldi e per fortuna ce li (abbiamo) ancora, anzi quelli li (abbiamo) moltiplicati. (Sapevamo) anche che nel nord del continente sarebbe saltata in aria la situazione e che ci sarebbero state delle rivolte, come (sapevamo) che i rivoltosi del nord pregano lo stesso dio di quelli che (abbiamo) sotto la nostra influenza, quindi era plausibile che i più giovani di questi avrebbero preso spunto da loro per rivoltarsi contro di noi. D'altronde la religione è anche un mezzo di aggregazione."

Quattro "sapevamo", tre volte "abbiamo" (+ altre cosette che non vanno) e tutti molto vicini tra loro (ridondanza) e un incalzare delle frasi poco armonioso: tipico del linguaggio parlato, ma in un racconto va sempre "addolcito" questo aspetto.

Mi permetto, senza presunzione, di riscriverla:

"Sapevamo benissimo, prima ancora di arrivare, che saremmo stati in minoranza rispetto agli indigeni. Avevamo però dalla nostra parte il denaro e per fortuna ce n'è ancora, anzi, lo abbiamo moltiplicato. E ci era altrettanto chiaro che nel nord del continente la situazione sarebbe esplosa con delle rivolte, poiché le persone che ci abitano adorano lo stesso dio di quelli a sud sotto il nostro controllo, quindi era plausibile che i più giovani si sarebbero ispirati a loro per ribellarsi. D'altronde la religione è sempre un pretesto per unire le genti."

Suona meglio, no? Stessi concetti, ma più coincisa e usando meno parole. Poi il testo è tuo, e se lo riscrivi tu, ti riesce ancora meglio. Il mio vuole essere solo un esempio a cosa intendevo.

Non ti conosco molto, Giovanni P, ma rispetto a l’altro racconto “Marchesi etc.”, in cui mi eri sembrato bravo a costruire dialoghi e pure la parte non “dialogica” era molto buona. Qui, invece, c’è molto da rivedere: per via di tante “cose” che sembrano come scritte di fretta, probabilmente. C’è inoltre da rilevare una costante, e qui mi riferisco alla punteggiatura, data la quasi sempre mancanza di virgole sui vocativi, temporali, temporali avverbiali, nell’uso dei tempi verbali indefiniti: perché sarà vero che la punteggiatura è una questione di stile dell’autore, ma è nella stessa misura vero che quando si va a creare una proposizione, dislocata che sia o anche ellittica del soggetto o di altro, regola vuole che le virgole, punti… o altro si usino.


Voto 3 (perché è un testo da editare)

Tante belle cose, Giovanni P

Antonio

Buongiorno,

come marchesi e mezzadri questo racconto esce da un laboratorio, solo che stavolta non sono stato a capace a creare l'atmosfera giusta.
Ho provato ad espandere il racconto, ma risultava addirittura peggio.
Sul testo da editare mi scuso, ma ho problemi a vedere k refusi.

Grazie comunque per avermi letto e in bocca al lupo.
Avatar utente
Massimo Baglione
rank (info):
Site Admin
Messaggi: 9581
Iscritto il: 11/04/2007, 12:20
Località: Belluno
Contatta:

Author's data

Re: Commento

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Giampiero ha scritto: 01/05/2024, 9:04 Visto che qui si gioca a fare l'editor di turno...
Per cortesia, evitiamo questi inutili e sfiancanti avvii di battibecchi.
In questo sito si pubblicano opere, e qualcuno a voglia di leggerle e commentarle. Nel caso delle Gare e dei Grandprix, commenare è pure obbligatorio per parteciparvi.
Chi le opere le pubblica deve accettare qualsiasi commento e critica (sempre nei limiti della decenza e del regolamento), altrimenti questo sito non è il posto giusto dove esporre le proprie cose.
E anzi: ringraziamole quelle persone che hanno voglia di star qui a commentare invece che di star sui social a cazzeggiare.
Immagine

Immagine <<< io ero nel Club dei Recensori di BraviAutori.it.

Immagine

www.massimobaglione.org
Yakamoz
rank (info):
Foglio bianco
Messaggi: 35
Iscritto il: 04/03/2024, 10:51

Author's data

Re: Etnogenesi

Messaggio da leggere da Yakamoz »

Ciao Giovanni P, grazie degli auguri. Capita comunque di non riuscire a "rappresentare bene" in un racconto quello che si aveva in mente. Scrivere è come scattare una foto del proprio pensiero: a volte l'immagine è nitida e cristallina, altre volte invece è un po' sfocata. Succede a tutti! Io per primo. Anzi, più sbaglio e più imparo, luogo comune ma vero. Scusa se mi sono permesso di riscrivere parte del tuo testo, ma era per farti capire a cosa intendevo. Io non mi elevo a giudice di nessuno, per carità. E in merito a questo passaggio che ti ho scritto:

"Data la quasi sempre mancanza di virgole sui vocativi, temporali, temporali avverbiali, nell'uso dei tempi verbali indefiniti: perché sarà vero che la punteggiatura è una questione di stile dell'autore, ma è nella stessa misura vero che quando si va a creare una proposizione, dislocata che sia o anche ellittica del soggetto o di altro, regola vuole che le virgole, punti… o altro si usino", è una frase che diceva a me, e a tutti, la Prof di italiano alle superiori. Ho solo riportato quello che ricordo. E se lo diceva lei che insegnava in un Liceo…

A rileggerci, Giovanni P

Ti auguro di trascorrere una bella giornata,

Antonio
Giovanni p
rank (info):
Correttore di bozze
Messaggi: 321
Iscritto il: 13/10/2021, 17:38

Author's data

Re: Etnogenesi

Messaggio da leggere da Giovanni p »

Yakamoz ha scritto: 02/05/2024, 10:28 Ciao Giovanni P, grazie degli auguri. Capita comunque di non riuscire a "rappresentare bene" in un racconto quello che si aveva in mente. Scrivere è come scattare una foto del proprio pensiero: a volte l'immagine è nitida e cristallina, altre volte invece è un po' sfocata. Succede a tutti! Io per primo. Anzi, più sbaglio e più imparo, luogo comune ma vero. Scusa se mi sono permesso di riscrivere parte del tuo testo, ma era per farti capire a cosa intendevo. Io non mi elevo a giudice di nessuno, per carità. E in merito a questo passaggio che ti ho scritto:

"Data la quasi sempre mancanza di virgole sui vocativi, temporali, temporali avverbiali, nell'uso dei tempi verbali indefiniti: perché sarà vero che la punteggiatura è una questione di stile dell'autore, ma è nella stessa misura vero che quando si va a creare una proposizione, dislocata che sia o anche ellittica del soggetto o di altro, regola vuole che le virgole, punti… o altro si usino", è una frase che diceva a me, e a tutti, la Prof di italiano alle superiori. Ho solo riportato quello che ricordo. E se lo diceva lei che insegnava in un Liceo…

A rileggerci, Giovanni P

Ti auguro di trascorrere una bella giornata,

Antonio
Ciao Antonio,

per quanto riguarda il testo virgolettato non ci ho capito nulla :)

Comunque grazie ancora per avermi letto!
Rispondi

Torna a “Gara di primavera, 2024”


Alcuni esempi di nostri libri autoprodotti:


Museo letterario

Museo letterario

Antologia di opere letterarie ispirate dai capolavori dell'arte

Unire la scrittura all'immagine è un'esperienza antica, che qui vuole riproporsi in un singolare "Museo Letterario". L'alfabeto stesso deriva da antiche forme usate per rappresentare animali o cose, quindi tutta la letteratura è un punto di vista sulla realtà, per così dire, filtrato attraverso la sensibilità artistica connaturata in ogni uomo. In quest'antologia, diversi scrittori si sono cimentati nel raccontare una storia ispirata da un famoso capolavoro dell'Arte a loro scelta.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.
Introduzione del Prof. Marco Vallicelli.
Copertina di Giorgio Pondi.

Contiene opere di: nwClaudia Cuomo, Enrico Arlandini, Sandra Ludovici, Eleonora Lupi, Francesca Santucci, Antonio Amodio, nwIsabella Galeotti, nwTiziano Legati, nwAngelo Manarola, Pasquale Aversano, nwGiorgio Leone, nwAlberto Tivoli, nwAnna Rita Foschini, nwAnnamaria Vernuccio, William Grifò, nwMaria Rosaria Spirito, nwCristina Giuntini, nwMarina Paolucci, nwRosanna Fontana, nwUmberto Pasqui.

Vedi nwANTEPRIMA (211,82 KB scaricato 175 volte).

nwinfo e commenti

compralo su   amazon



Luna 69-19

Luna 69-19

antologia di opere ispirate al concetto di "Luna" e dedicata al 50° anniversario della storica missione dell'Apollo 11

Il 20 luglio 1969 è la data che segna per sempre il momento in cui il primo essere umano ha posato per la prima volta i piedi sul suolo lunare. Quel giorno una parte di voi era d'avanti ai televisori in trepidante attesa del touch-down del lander, altri erano troppo piccoli per ricordarselo e altri ancora non erano neppure nati, tuttavia ne siamo stati tutti coinvolti in molteplici maniere.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwAlessandro Mazzi, nwAndrea Coco, Andrea Messina, nwAngelo Ciola, nwCristina Giuntini, nwDaniele Missiroli, nwEnrico Teodorani, nwFrancesca Paolucci, Franco Argento, nwF. T. Leo, Gabriele Laghi, nwGabriele Ludovici, nwGabriella Pison, nwIunio Marcello Clementi, nwLaura Traverso, nwMarco Bertoli, nwMarco Daniele, Maria Emma Allamandri, Massimo Tessitori, nwNamio Intile, Pasquale Aversano, Pasquale Buonarotti, nwPietro Rainero, Roberta Venturini, nwRoberto Paradiso, nwSaji Connor, nwSelene Barblan, nwUmberto Pasqui, Valentino Poppi, Vittorio Serra, Furio Bomben.

Vedi nwANTEPRIMA (637,22 KB scaricato 103 volte).

nwinfo e commenti

compralo su   amazon



A modo mio

A modo mio

antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori

A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwSusanna Boccalari, nwRemo Badoer, nwFranco Giori, nwIda Daneri, nwEnrico Teodorani, Il Babbano, nwFlorindo Di Monaco, Xarabass, Andrea Perina, Stefania Paganelli, Mike Vignali, Mario Malgieri, nwNicolandrea Riccio, Francesco Cau, Eliana Farotto.

Vedi nwANTEPRIMA (1,22 MB scaricato 31 volte).

nwinfo e commenti

compralo su   amazon






Alcuni esempi di nostri ebook gratuiti:


La Gara 26 - Sulle note di una canzone

La Gara 26 - Sulle note di una canzone

(dicembre 2011, 69 pagine, 438,74 KB)

Autori partecipanti: nwCazzaro, Kutaki Arikumo, nwArditoeufemismo, nwSer Stefano, nwMariadele, nwTriptilpazol, Judith_Star, nwStillederNacht, Jane90, nwUnanime Uno, nwMaria92, nwNathan, nwLodovico, nwTania Maffei, nwCordelia, nwRitavaleria, nwTuarag, nwManuela, nwDiego Capani, nwLucia Manna,
A cura di Nathan.
Scarica questo testo in formato PDF (438,74 KB) - scaricato 753 volte.
oppure in formato EPUB (233,50 KB) (nwvedi anteprima) - scaricato 252 volte..
nwLascia un commento.

La Gara 61 - Ai confini della Realtà

La Gara 61 - Ai confini della Realtà

(novembre/dicembre 2016, 15 pagine, 777,31 KB)

Autori partecipanti: Massimo Tivoli, nwIda Dainese, nwGabriele Ludovici, nwAngela Catalini,
A cura di Massimo Tivoli.
Scarica questo testo in formato PDF (777,31 KB) - scaricato 137 volte.
oppure in formato EPUB (579,86 KB) (nwvedi anteprima) - scaricato 141 volte..
nwLascia un commento.

Gara di primavera 2019 - La contessa, e gli altri racconti

Gara di primavera 2019 - La contessa, e gli altri racconti

(primavera 2019, 49 pagine, 777,86 KB)

Autori partecipanti: nwAlessandro Mazzi, nwAngelo Ciola, nwAurora Gallo, nwDaniele Missiroli, nwDraper, nwFausto Scatoli, nwGabriele Ludovici, nwLaura Traverso, nwL.Grisolia, nwNamio Intile, nwN.B. Panigale, nwMarco Daniele, nwRoberto Bonfanti, nwSelene Barblan, nwTiziana Emanuele,
A cura di Massimo Baglione.
Scarica questo testo in formato PDF (777,86 KB) - scaricato 147 volte.
oppure in formato EPUB (354,48 KB) (nwvedi anteprima) - scaricato 73 volte..
nwLascia un commento.