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Re: Crack
Re: Crack
Sono nuovo e conosco poco le regole. Ne approfitto per chiederti se le impostazioni di editing sono personalizzabili. Ho l'abitudine di controllare il font (bold italic dimensione) ed i rientri.
Senza è come avere una mano legata...
- Massimo Baglione
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Re: Crack
No, per Gare e Grandprix niente immagini e nessuna personalizzazione del testo.Bobinsy ha scritto: 14/10/2024, 9:18 Grazie.
Sono nuovo e conosco poco le regole. Ne approfitto per chiederti se le impostazioni di editing sono personalizzabili. Ho l'abitudine di controllare il font (bold italic dimensione) ed i rientri.
Senza è come avere una mano legata...
Fate finta di usare una macchina per scrivere
I "rientri" sono automatici all'inizio dei paragrafi.
Per parole speciali, usate le virgolette.
Il grassetto non serve all'interno del testo.
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commento : Crack
"é" l'accento deve essere è
Il “corto” è proprio una fessura che si apre sul destino inevitabile che attende ogni essere vivente. È narrato con garbo e sfiora, pur lasciandoli intravedere, gli sviluppi/disastri che si annunciano per tutti, prima o poi. Il protagonista sceglie il silenzio, ma la realtà, volenti o nolenti, non potrà essere nascosta a lungo, visto che il conto alla rovescia ha raggiunto il numero uno.
Voto 4
Re: Crack
Mi interessa molto conoscere come viene interpretata la storia: la tua lettura la trovo "realista".
In tre punti (nel preambolo, la luce nella stanza buia, la pace del nulla dopo lo zero) accenno ad una lettura meno pessimista.
E "Niente" come una forma di amore.
Ma è una questione che sto rimuginando, per cui se non viene letta, è probabilmente per via che non ne sono del tutto convinto.
Ho corretto l'accento (grazie), mentre sono incerto sulla "d" eufonica; sì, è old-style, ma ci sono affezionato perchè mia madre insegnava così.
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Re: Crack
Quanto ai prossimi pezzi, non ti lascerò a bocca asciutta: a me piace scrivere
(se qualcuno legge).
Non so se sia così per te, ma è come quando raccontavo storie ai miei figli per farli addormentare: le inventavo per loro...
Ti ringrazio
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Saluti
Vittorio
Re: Commento
Ti ringrazio per la recensione; che ti sia piaciuto è una gioia.Vittorio Felugo ha scritto: 22/10/2024, 11:16 Una riflessione interiore dell'anonimo protagonista (le lunghe attese in coda generano grandi pensieri filosofici!): mi è piaciuta l'interpretazione delle "fessure", su quanto siano importanti nella nostra vita. Finale un po' tragico, con quel conto alla rovescia cha non sembra solo per relax… Ben scritto, scorrevole; secondo me merita il 4, anche per l'originalità.
Saluti
Vittorio
Mi spiace però che trovi tragico il finale.
Purtroppo non sono riuscito nel mio intento.
Nella mente del protagonista (e pure nella mia), dopo lo zero non c'è niente.
E lì trova un luogo di pace.
Per quello usava il conto alla rovescia per rilassarsi.
Anche in questo caso (in cui lo spiraglio lascia presagire la morte, annunciata dal medico), il crack non è catastrofe, ma luogo "da dove filtra la luce".
Per questo non lo dice alla moglie: la prenderebbe come catastrofe.
Mi rendo conto che non sono riuscito a spiegarlo.
Le immagini non si vedono capovolte perché la mente le raddrizza
È nella mente che sta l'idea di morte come catastrofe, oppure come "passaggio", verso quella che una volta si chiamava "pace eterna" (che eterna poi non è, dato che nel trascendente non c'è tempo, né spazio)
Commento
Comunque risuona e funziona.
Scritta in modo interessante, anche se devo dire, ho dovuto ripassarci due volte per poterla comprendere pienamente.
Non mi convince il primo paragrafo che è al passato escluso una forma verbale al presente (ma alle volte si forma un soffio gelido) e il penultimo paragrafo dove sottointendi che gli ha detto di fare la spesa.... si capisce ovviamente che è la moglie, le mogli te lo dicono sempre e ti danno pure la lista, che ovviamente scordi o non trovi quello devi, ma forse sarebbe stato più fluido indicarlo
PS lo so sono rompiscatole
Re: Crack
Errori ... volontari.
Passo dal passato al presente per esaltare la partecipazione; quando non è solo ricordare, ma rivivere.
Non dico subito che è la moglie, perchè mi piace lasciare al lettore completare il mosaico
Se mi sta seguendo, non dovrebbe perdersi...
Però è importante il tuo feedback, perchè non è detto che l'effetto che immagino abbia successo.
Ad esempio lo stato d'animo "malinconia"
Altri hanno segnalato la drammaticità
In questo non sono riuscito nel mio intento
Al tema (la morte) difficilmente si associa positività, vi devo dare ragione. Però io ci ho provato. Quello voleva essere il senso della strofa di Coen (la fessura da cui entra la luce).
La pace quando tutto è finito (il conto alla rovescia).
Quello che deve accadere, che accade (l'aria che si manifesta).
Comunque grazie ancora, a rileggerci
Re: Crack
...Francesca Espositi ha scritto: 08/11/2024, 11:39 Una fessura per guardare fuori o dentro, o dentro al fuori. Il personaggio ha una sua razionalità ben documentata dal tono fermo e quasi distaccato della narrazione, dove i movimenti interiori del narratore si alternano ai fatti- o forse all'unico fatto- che dà senso al tutto. Si può fare la spesa anche in un giorno così, quando una notizia è filtrata, come un raggio di luce nera, dalla fessura della bocca di un medico.
Uno stile pacato e lucido, capace di aderire alle pieghe di una situazione tutt'altro che facile da raccontare con tanta padronanza espressiva. Quattro va bene?
Bello quel "guardare dentro al fuori".
Hai espresso in modo perfetto il senso dell' immagine che avevo allegato, ma rimossa perché non prevista nelle gare.
Il distacco che hai percepito è del narratore, ma anche del protagonista, che cerca di osservare, anche se ciò che osserva lo riguarda da vicino. Dove ha senso reagire lo fa (cambia di posto) dove non ha senso, mentalmente "azzera".
Forse il narratore è il protagonista stesso, che si riferisce a sé in terza persona.
Grazie per la recensione molto stimolante
Commento
La condizione umana normale mi sembra già fin troppa… morta tanto è uguale dappertutto.
Comunque il racconto è gentile nel prlarne e lascia aperta una fessura
Re: Commento
Ammiro il tuo distacco. Più spesso il tema viene semplicemente ignorato (l'illusione di immortalità è diffuso, pensa solo alla sottovalutazione delle norme di sicurezza).Misummi ha scritto: 16/11/2024, 6:05 Dico subito che a me la morte non interessa quindi non la considero significativa.
La condizione umana normale mi sembra già fin troppa… morta tanto è uguale dappertutto.
Comunque il racconto è gentile nel prlarne e lascia aperta una fessura
Io stesso non ci pensavo anni fa (ora ne ho 70).
Grazie per la tua osservazione; mi sa che la prossima cosa che pubblico, sarà più "leggera"
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Re: Crack
Lo propongo ai cari lettori di BA, perché l'ho trovato ... Come dire ? bello ....
Auguri di buone feste a tutti
"La ferita è il luogo da dove entra la luce"
Le ho prese in prestito da Giovanni Donega, operatore umanitario MSF, che ha lavorato nei progetti MSF in diversi paesi. Giovanni racconta:
“Quelle parole le ho sentite in Siria e da allora mi accompagnano ogni giorno, perché penso che dove c’è rovina, c’è anche speranza. Questa speranza l’ho vista in Siria, in Ciad, in Repubblica Centrafricana, ovunque io sia stato con MSF, perché dove le risorse scarseggiano non si trova solo disperazione, ma anche una forza straordinaria.
Se non c’è cemento, possiamo costruire con materiali tradizionali. Se i ribelli bloccano i convogli sanitari possiamo trasportare i vaccini con moto e biciclette. Se arriva un’inondazione i pastori sono pronti a supportarci con asini e piroghe.”
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Ma temo ciò sia andato a discapito della coerenza del racconto. Il dottore ha dato due numeri senza saper scegliere tra l'uno e l'altro (il che fa pensare a "due, tre mesi di vita" o qualcosa del genere), e poi chiudi con un "Niente". Se ci fossero motivi per il "niente", mi mancano. Se è davvero un "niente", non ci sono i numeri. Se non vuoi andare oltre nel racconto, libero di farlo, ma...
A presto!
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Re: Commento
È in effetti un racconto reticente, come spesso siamo, quando l'argomento è la morte.Marino Maiorino ha scritto: 15/12/2024, 9:18 Innegabilmente buono, stiri la curiosità del lettore fino all'ultimo, per non rivelare poi niente. Il tuo è un gioco fine a questo, a suscitare la curiosità.
Ma temo ciò sia andato a discapito della coerenza del racconto. Il dottore ha dato due numeri senza saper scegliere tra l'uno e l'altro (il che fa pensare a "due, tre mesi di vita" o qualcosa del genere), e poi chiudi con un "Niente". Se ci fossero motivi per il "niente", mi mancano. Se è davvero un "niente", non ci sono i numeri. Se non vuoi andare oltre nel racconto, libero di farlo, ma...
A presto!
O, per lo meno, questo capita a me.
Il protagonista ha ricevuto una diagnosi infausta.
Lui però in qualche modo è pronto.
Sa che la vita è un conto alla rovescia, e sente, dopo lo zero, la pace del nulla.
Intravede, in quel cambiamento, della luce che filtra.
La risposta che dà alla moglie, che evidentemente ha percepito il turbamento, è contemporaneamente un pietosa bugia ("non c'è niente di grave, non ti preoccupare") ed una verità ("siamo arrivati alla fine, dopo non c'è più niente, non ti preoccupare, lì c'è la pace").
E un tema delicato, e mi è venuto di affrontarlo così, senza esplicitare nulla, come in generale si faceva in questi casi (oggi va di moda il "coming out", ma una volta si teneva il segreto ), mi spiace che sia risultato poco comprensibile.
Grazie comunque per l'attenta lettura
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Re: Crack
Capisco. Come dicevo, legittima scelta. Ma anche il non voler esprimere qualcosa di così forte è parte dei sentimenti in gioco, quindi a maggior ragione credo che un guizzo, una traccia che lasci almeno un dubbio, un "dubbio certo", l'avrei gettato lì.
In un solo rigo, appena dopo aver detto "Niente", il protagonista può pensarlo "Uno, due mesi". Chiaro, diretto, intimo, stridente dissidio.
A presto
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Re: Crack
Apprezzo molto i suggerimenti.Marino Maiorino ha scritto: 16/12/2024, 7:16 Ciao Bobinsy, e grazie per essere tornato a spiegare (magari avrai già scritto la stessa cosa agli altri commentatori, ma cerco di non farmi influenzare dalle loro opinioni, quindi non le leggo).
Capisco. Come dicevo, legittima scelta. Ma anche il non voler esprimere qualcosa di così forte è parte dei sentimenti in gioco, quindi a maggior ragione credo che un guizzo, una traccia che lasci almeno un dubbio, un "dubbio certo", l'avrei gettato lì.
In un solo rigo, appena dopo aver detto "Niente", il protagonista può pensarlo "Uno, due mesi". Chiaro, diretto, intimo, stridente dissidio.
A presto
Ci rimuginavo stanotte, e stamattina ho aggiunto due righe finali, un po' come mi suggerisci, che mi sono state utili per "chiudere il cerchio": era come quei brani musicali terminati bruscamente, che creano ansia.
Che non è uno stato d'animo da augurare a nessuno
Grazie
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Re: Crack
Grazie!
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La spina infinita
"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
BReVI AUTORI - volume 3
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale
La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, SmilingRedSkeleton, Francesco Gallina, Laura Traverso, Umberto Pasqui, Patrizia Benetti, Luca Valmont, Alessandra Leonardi, Mirta D, Pasquale Aversano, Gabriella Pison, Alessio Del Debbio, Alberto Tivoli, Angela Catalini, Marco Vecchi, Roberta Eman, Michele Botton, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Marco Bertoli, Fausto Scatoli, Massimo Tivoli, Laura Usai, Valentina Sfriso, Athos Ceppi, Francesca Santucci, Angela Di Salvo, Antonio Mattera, Daniela Zampolli, Annamaria Vernuccio, Giuseppe Patti, Dario Sbroggiò, Angelo Bindi, Giovanni Teresi, Marika Addolorata Carolla, Sonia Barsanti, Francesco Foddis, Debora Aprile, Alessandro Faustini, Martina Del Negro, Anita Veln, Alessandro Beriachetto, Vittorio Del Ponte.
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A modo mio
antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Susanna Boccalari, Remo Badoer, Franco Giori, Ida Daneri, Enrico Teodorani, Il Babbano, Florindo Di Monaco, Xarabass, Andrea Perina, Stefania Paganelli, Mike Vignali, Mario Malgieri, Nicolandrea Riccio, Francesco Cau, Eliana Farotto.
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Gara di primavera 2024 - La cantautrice calva - e gli altri racconti
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GrandPrix d'inverno 2021/2022 - Recitando i miei versi a uno sconosciuto - e le altre poesie
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Gara d'inverno 2020-2021 - Una rampa per l'abisso, e gli altri racconti
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