Crack

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'autunno 2024.

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Bobinsy
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Crack

Messaggio da leggere da Bobinsy »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

There is a crack, a crack in everything
That's how the light gets in.
(Leonard Cohen)

Con il caldo esagerato di quei giorni, l'aria condizionata era un refrigerio, ma alle volte si forma un soffio gelido, fastidioso. Specie se sei anziano. Così cambiò di posto nella sala d'aspetto.

Ma se non hai niente da fare, la mente se la gode.
Ed ecco gli infissi di una volta.

Non erano precisi come oggi, e restava sempre qualche fessura. E dalla fessura, d'inverno, filtrava una lama d'aria fredda. Per sentire lo spiffero bastava una fessura piccola: era come se il mondo esterno spingesse per entrare a tutti i costi, per darti fastidio.

Ma dove si era seduto ora, il soffio della ventola non arrivava, ed era comodo, così continuò a seguire la sua mente.

Uno spiraglio può essere un segno di speranza. Nella stanza buia, la fessura lascia filtrare il sole. L'aria si illumina al suo passaggio, e si vedono transitare pulviscoli: chi sale, chi scende, come in una allegra piazza affollata.

Gli era capitato, da piccolo, di restare di stucco, di fronte ad un fenomeno ancora più incredibile. Quando nelle imposte c'era un buchetto regolare (ad esempio un piccolo nodo, rimasto aperto) quel buco proiettava -contro il muro di fronte- il mondo esterno, capovolto. Come una "camera oscura".

"Strano", pensò, "che la mente non le mostri capovolte, le sue immagini".

Dallo studio di fronte ogni tanto entrava o usciva qualcuno. Si scorgeva un arredamento anonimo dalla porta socchiusa.

In effetti lo spiraglio è anche quella fessura. Quella porta socchiusa, che permette di intravedere di là, senza ancora andarci, come talvolta fanno i bambini, quando spiano gli adulti. Improvvisamente un'idea si fece largo, prepotente: "spiraglio e soglia sono l’anticamera del cambiamento".

Si rese conto che le fessure hanno un ruolo cruciale nella nostra esistenza: noi siamo stati concepiti da una fessura, e quando siamo usciti di là, e ci siamo trovati di qua, l'abbiamo considerato l'inizio del nostro tempo. Non s'è spalancata nessuna porta quando siamo venuti al mondo: ci siamo scivolati dentro. Quello che per noi è stato un passaggio fondamentale, è iniziato con una piccola fessura, che ha messo in contatto due mondi destinati a mescolarsi.

Finalmente era il suo turno.
Appena entrato, chiuse la porta dietro di sé.
Pensò che gli sviluppi non si annunciano mai in modo roboante.
Solo i disastri si presentano in quel modo.

Pensò che dovremmo prestare più attenzione alle fessure, ed a quello che si annuncia di là, dove tra poco, inevitabilmente, scivoleremo. In ogni istante siamo su una soglia, e non ha senso cercare di tappare la fessura: "Meglio spalancare le finestre, e lasciare che l'aria si manifesti".



Fin da ragazzo, aveva una tecnica per i momenti di stress.
Per rilassarsi faceva il conto alla rovescia.
Partiva da 10, e visualizzava i numeri, come se li stesse tracciando con lo sguardo.
Dovevano essere belli: li disegnava lentamente, curando i particolari di ogni numero.
Quando arrivava allo zero, basta.
Dopo non c'era niente.
E sentiva chiaramente la pace di quel luogo.

Uscito dall'ospedale c'era un parcheggio assolato ad accoglierlo: “Sedile e volante saranno roventi” pensò. La visita era stata breve, come lunghissima l'attesa. La notizia un po' se la aspettava, eppure averla come certezza fa un certo effetto.

Che la vita sia un conto alla rovescia, era un argomento che talvolta giocava nelle conversazioni, magari se si era bevuto un po'. Stavolta però c'era un numero. O, per l'esattezza, due, anche se il medico non si era sbilanciato per nessuno dei due.

Accese il motore, e si avviò verso casa. "Quando torni, passa dal supermercato" gli aveva detto prima di uscire, così fece tappa per fare la spesa. Gli scaffali dove fermarsi erano i soliti, ed il carrello si riempiva in fretta. Stavolta però aggiunse qualcosa diverso: "Proviamolo, magari è buono".

Arrivato a casa, appoggia la spesa sul tavolo della cucina, e comincia a mettere le cose al loro posto. Lei lo guarda interrogativa: "Cosa c'è ? "

... 3, 2, 1
“Niente”

e non sa se ha appena detto una pietosa bugia, o il nome di ciò che intravede in fondo alla fessura appena aperta dal medico, in ospedale.
Il nome di quella luce che filtra, e che gli appare sempre più intensa.
Ultima modifica di Bobinsy il 16/12/2024, 9:56, modificato 3 volte in totale.
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Massimo Baglione
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Re: Crack

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Bobinsky, ho tolto l'immagine che avevi messo in allegato: in Gare e Granprix non si usano.
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Re: Crack

Messaggio da leggere da Bobinsy »

Grazie.
Sono nuovo e conosco poco le regole. Ne approfitto per chiederti se le impostazioni di editing sono personalizzabili. Ho l'abitudine di controllare il font (bold italic dimensione) ed i rientri.
Senza è come avere una mano legata...
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Re: Crack

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Bobinsy ha scritto: 14/10/2024, 9:18 Grazie.
Sono nuovo e conosco poco le regole. Ne approfitto per chiederti se le impostazioni di editing sono personalizzabili. Ho l'abitudine di controllare il font (bold italic dimensione) ed i rientri.
Senza è come avere una mano legata...
No, per Gare e Grandprix niente immagini e nessuna personalizzazione del testo.
Fate finta di usare una macchina per scrivere :-)
I "rientri" sono automatici all'inizio dei paragrafi.
Per parole speciali, usate le virgolette.
Il grassetto non serve all'interno del testo.
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commento : Crack

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

Ci sono un paio di “d” eufoniche
"é" l'accento deve essere è

Il “corto” è proprio una fessura che si apre sul destino inevitabile che attende ogni essere vivente. È narrato con garbo e sfiora, pur lasciandoli intravedere, gli sviluppi/disastri che si annunciano per tutti, prima o poi. Il protagonista sceglie il silenzio, ma la realtà, volenti o nolenti, non potrà essere nascosta a lungo, visto che il conto alla rovescia ha raggiunto il numero uno.
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Re: Crack

Messaggio da leggere da Bobinsy »

Grazie per il commento e la generosa valutazione.
Mi interessa molto conoscere come viene interpretata la storia: la tua lettura la trovo "realista".
In tre punti (nel preambolo, la luce nella stanza buia, la pace del nulla dopo lo zero) accenno ad una lettura meno pessimista.
E "Niente" come una forma di amore.
Ma è una questione che sto rimuginando, per cui se non viene letta, è probabilmente per via che non ne sono del tutto convinto.

Ho corretto l'accento (grazie), mentre sono incerto sulla "d" eufonica; sì, è old-style, ma ci sono affezionato perchè mia madre insegnava così.
Ultima modifica di Bobinsy il 17/10/2024, 15:57, modificato 1 volta in totale.
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Eleonora2
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Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Sarà che la storia mi è piaciuta, sarà che, come hai affrontato il racconto, mi ha convinta, sarà il modo di scrivere, sarà l'impegno che ci vedo - sei partito da un episodio ed arrivato in fondo pensando a chi ti legge - sarà l'acqua, sarà il caffè (cit.) ma il tuo testo si è dimostrato, per me, personale. Il cambio di verbi dà l'idea di passaggi fuori\dentro e trovo positivo il fatto che ti sia posto il problema. Per il massimo del voto, attenderò la lettura (e scrittura) di altri pezzi, tuoi. Il "Niente", personalmente, lo lascerei. Ognuno gli darà il senso che gli pare. Se anche mi fossi sbagliata su tutto, va bene lo stesso perché il testo garba parecchio!
Bobinsy
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Re: Crack

Messaggio da leggere da Bobinsy »

E se garba a te, figurati a me.
Quanto ai prossimi pezzi, non ti lascerò a bocca asciutta: a me piace scrivere
(se qualcuno legge).
Non so se sia così per te, ma è come quando raccontavo storie ai miei figli per farli addormentare: le inventavo per loro...
Ti ringrazio
Vittorio Felugo
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Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

Una riflessione interiore dell'anonimo protagonista (le lunghe attese in coda generano grandi pensieri filosofici!): mi è piaciuta l'interpretazione delle "fessure", su quanto siano importanti nella nostra vita. Finale un po' tragico, con quel conto alla rovescia cha non sembra solo per relax… Ben scritto, scorrevole; secondo me merita il 4, anche per l'originalità.
Saluti
Vittorio
Bobinsy
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Bobinsy »

Vittorio Felugo ha scritto: 22/10/2024, 11:16 Una riflessione interiore dell'anonimo protagonista (le lunghe attese in coda generano grandi pensieri filosofici!): mi è piaciuta l'interpretazione delle "fessure", su quanto siano importanti nella nostra vita. Finale un po' tragico, con quel conto alla rovescia cha non sembra solo per relax… Ben scritto, scorrevole; secondo me merita il 4, anche per l'originalità.
Saluti
Vittorio
Ti ringrazio per la recensione; che ti sia piaciuto è una gioia.
Mi spiace però che trovi tragico il finale.
Purtroppo non sono riuscito nel mio intento.
Nella mente del protagonista (e pure nella mia), dopo lo zero non c'è niente.
E lì trova un luogo di pace.
Per quello usava il conto alla rovescia per rilassarsi.
Anche in questo caso (in cui lo spiraglio lascia presagire la morte, annunciata dal medico), il crack non è catastrofe, ma luogo "da dove filtra la luce".
Per questo non lo dice alla moglie: la prenderebbe come catastrofe.
Mi rendo conto che non sono riuscito a spiegarlo.

Le immagini non si vedono capovolte perché la mente le raddrizza
È nella mente che sta l'idea di morte come catastrofe, oppure come "passaggio", verso quella che una volta si chiamava "pace eterna" (che eterna poi non è, dato che nel trascendente non c'è tempo, né spazio)
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Messaggio da leggere da Ombrone »

Piacevole riflessione. Che lascia qualcosa. Anche se forse è malinconia. (almeno per me)
Comunque risuona e funziona.
Scritta in modo interessante, anche se devo dire, ho dovuto ripassarci due volte per poterla comprendere pienamente.

Non mi convince il primo paragrafo che è al passato escluso una forma verbale al presente (ma alle volte si forma un soffio gelido) e il penultimo paragrafo dove sottointendi che gli ha detto di fare la spesa.... si capisce ovviamente che è la moglie, le mogli te lo dicono sempre e ti danno pure la lista, che ovviamente scordi o non trovi quello devi, ma forse sarebbe stato più fluido indicarlo

PS lo so sono rompiscatole
Ultima modifica di Ombrone il 30/10/2024, 21:59, modificato 2 volte in totale.
Bobinsy
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Re: Crack

Messaggio da leggere da Bobinsy »

Grazie Ombrone per il commento, ed anche per le segnalazioni.
Errori ... volontari.
Passo dal passato al presente per esaltare la partecipazione; quando non è solo ricordare, ma rivivere.
Non dico subito che è la moglie, perchè mi piace lasciare al lettore completare il mosaico
Se mi sta seguendo, non dovrebbe perdersi...
Però è importante il tuo feedback, perchè non è detto che l'effetto che immagino abbia successo.
Ad esempio lo stato d'animo "malinconia"
Altri hanno segnalato la drammaticità
In questo non sono riuscito nel mio intento
Al tema (la morte) difficilmente si associa positività, vi devo dare ragione. Però io ci ho provato. Quello voleva essere il senso della strofa di Coen (la fessura da cui entra la luce).
La pace quando tutto è finito (il conto alla rovescia).
Quello che deve accadere, che accade (l'aria che si manifesta).

Comunque grazie ancora, a rileggerci
Bobinsy
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Re: Crack

Messaggio da leggere da Bobinsy »

Francesca Espositi ha scritto: 08/11/2024, 11:39 Una fessura per guardare fuori o dentro, o dentro al fuori. Il personaggio ha una sua razionalità ben documentata dal tono fermo e quasi distaccato della narrazione, dove i movimenti interiori del narratore si alternano ai fatti- o forse all'unico fatto- che dà senso al tutto. Si può fare la spesa anche in un giorno così, quando una notizia è filtrata, come un raggio di luce nera, dalla fessura della bocca di un medico.
Uno stile pacato e lucido, capace di aderire alle pieghe di una situazione tutt'altro che facile da raccontare con tanta padronanza espressiva. Quattro va bene?
...
Bello quel "guardare dentro al fuori".
Hai espresso in modo perfetto il senso dell' immagine che avevo allegato, ma rimossa perché non prevista nelle gare.
Il distacco che hai percepito è del narratore, ma anche del protagonista, che cerca di osservare, anche se ciò che osserva lo riguarda da vicino. Dove ha senso reagire lo fa (cambia di posto) dove non ha senso, mentalmente "azzera".
Forse il narratore è il protagonista stesso, che si riferisce a sé in terza persona.
Grazie per la recensione molto stimolante
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Messaggio da leggere da Misummi »

Dico subito che a me la morte non interessa quindi non la considero significativa.
La condizione umana normale mi sembra già fin troppa… morta tanto è uguale dappertutto.
Comunque il racconto è gentile nel prlarne e lascia aperta una fessura
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Bobinsy »

Misummi ha scritto: 16/11/2024, 6:05 Dico subito che a me la morte non interessa quindi non la considero significativa.
La condizione umana normale mi sembra già fin troppa… morta tanto è uguale dappertutto.
Comunque il racconto è gentile nel prlarne e lascia aperta una fessura
Ammiro il tuo distacco. Più spesso il tema viene semplicemente ignorato (l'illusione di immortalità è diffuso, pensa solo alla sottovalutazione delle norme di sicurezza).
Io stesso non ci pensavo anni fa (ora ne ho 70).
Grazie per la tua osservazione; mi sa che la prossima cosa che pubblico, sarà più "leggera" ;-)
Terradipoeti
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Messaggio da leggere da Terradipoeti »

Questo testo esplora con sensibilità il tema del cambiamento e della riflessione sulla vita attraverso l'immagine di una fessura. L'autore utilizza questo piccolo spazio di apertura come metafora per le transizioni, i passaggi e le nuove scoperte che, purtroppo, spesso non avvengono con un annuncio drammatico, ma in modo sottile, come un'aria che si insinua attraverso una fessura. La mente del protagonista si apre a una serie di riflessioni esistenziali, in cui la fessura diventa simbolo non solo della nascita, ma anche della consapevolezza dei limiti e delle inevitabili trasformazioni della vita. Il finale, con il conteggio alla rovescia e l'atto di fare la spesa, suggerisce la normalità quotidiana che si mescola con la consapevolezza della fragilità del nostro tempo. Una meditazione poetica sulla finitezza dell'esistenza e l'importanza di accogliere il cambiamento senza paura, lasciando che l'aria entri.
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Re: Crack

Messaggio da leggere da Bobinsy »

Una mail di Medici senza frontiere mi ha consegnato questo pensiero, che trovo incredibilmente uguale a quello che volevo dire nel raccontino.
Lo propongo ai cari lettori di BA, perché l'ho trovato ... Come dire ? bello ....
Auguri di buone feste a tutti


"La ferita è il luogo da dove entra la luce"

Le ho prese in prestito da Giovanni Donega, operatore umanitario MSF, che ha lavorato nei progetti MSF in diversi paesi. Giovanni racconta:

“Quelle parole le ho sentite in Siria e da allora mi accompagnano ogni giorno, perché penso che dove c’è rovina, c’è anche speranza. Questa speranza l’ho vista in Siria, in Ciad, in Repubblica Centrafricana, ovunque io sia stato con MSF, perché dove le risorse scarseggiano non si trova solo disperazione, ma anche una forza straordinaria.
Se non c’è cemento, possiamo costruire con materiali tradizionali. Se i ribelli bloccano i convogli sanitari possiamo trasportare i vaccini con moto e biciclette. Se arriva un’inondazione i pastori sono pronti a supportarci con asini e piroghe.”
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Innegabilmente buono, stiri la curiosità del lettore fino all'ultimo, per non rivelare poi niente. Il tuo è un gioco fine a questo, a suscitare la curiosità.
Ma temo ciò sia andato a discapito della coerenza del racconto. Il dottore ha dato due numeri senza saper scegliere tra l'uno e l'altro (il che fa pensare a "due, tre mesi di vita" o qualcosa del genere), e poi chiudi con un "Niente". Se ci fossero motivi per il "niente", mi mancano. Se è davvero un "niente", non ci sono i numeri. Se non vuoi andare oltre nel racconto, libero di farlo, ma...
A presto!
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Marino Maiorino ha scritto: 15/12/2024, 9:18 Innegabilmente buono, stiri la curiosità del lettore fino all'ultimo, per non rivelare poi niente. Il tuo è un gioco fine a questo, a suscitare la curiosità.
Ma temo ciò sia andato a discapito della coerenza del racconto. Il dottore ha dato due numeri senza saper scegliere tra l'uno e l'altro (il che fa pensare a "due, tre mesi di vita" o qualcosa del genere), e poi chiudi con un "Niente". Se ci fossero motivi per il "niente", mi mancano. Se è davvero un "niente", non ci sono i numeri. Se non vuoi andare oltre nel racconto, libero di farlo, ma...
A presto!
È in effetti un racconto reticente, come spesso siamo, quando l'argomento è la morte.
O, per lo meno, questo capita a me.
Il protagonista ha ricevuto una diagnosi infausta.
Lui però in qualche modo è pronto.
Sa che la vita è un conto alla rovescia, e sente, dopo lo zero, la pace del nulla.
Intravede, in quel cambiamento, della luce che filtra.
La risposta che dà alla moglie, che evidentemente ha percepito il turbamento, è contemporaneamente un pietosa bugia ("non c'è niente di grave, non ti preoccupare") ed una verità ("siamo arrivati alla fine, dopo non c'è più niente, non ti preoccupare, lì c'è la pace").
E un tema delicato, e mi è venuto di affrontarlo così, senza esplicitare nulla, come in generale si faceva in questi casi (oggi va di moda il "coming out", ma una volta si teneva il segreto ), mi spiace che sia risultato poco comprensibile.
Grazie comunque per l'attenta lettura
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Re: Crack

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Ciao Bobinsy, e grazie per essere tornato a spiegare (magari avrai già scritto la stessa cosa agli altri commentatori, ma cerco di non farmi influenzare dalle loro opinioni, quindi non le leggo).
Capisco. Come dicevo, legittima scelta. Ma anche il non voler esprimere qualcosa di così forte è parte dei sentimenti in gioco, quindi a maggior ragione credo che un guizzo, una traccia che lasci almeno un dubbio, un "dubbio certo", l'avrei gettato lì.
In un solo rigo, appena dopo aver detto "Niente", il protagonista può pensarlo "Uno, due mesi". Chiaro, diretto, intimo, stridente dissidio.
A presto
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Re: Crack

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Marino Maiorino ha scritto: 16/12/2024, 7:16 Ciao Bobinsy, e grazie per essere tornato a spiegare (magari avrai già scritto la stessa cosa agli altri commentatori, ma cerco di non farmi influenzare dalle loro opinioni, quindi non le leggo).
Capisco. Come dicevo, legittima scelta. Ma anche il non voler esprimere qualcosa di così forte è parte dei sentimenti in gioco, quindi a maggior ragione credo che un guizzo, una traccia che lasci almeno un dubbio, un "dubbio certo", l'avrei gettato lì.
In un solo rigo, appena dopo aver detto "Niente", il protagonista può pensarlo "Uno, due mesi". Chiaro, diretto, intimo, stridente dissidio.
A presto
Apprezzo molto i suggerimenti.
Ci rimuginavo stanotte, e stamattina ho aggiunto due righe finali, un po' come mi suggerisci, che mi sono state utili per "chiudere il cerchio": era come quei brani musicali terminati bruscamente, che creano ansia.
Che non è uno stato d'animo da augurare a nessuno ;-)
Grazie
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Re: Crack

Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Eh sì, apprezzo molto di più.
Grazie!
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A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwAndrea Andreoni, nwTullio Aragona, Enrico Arlandini, Beril, Enrico Billi, nwLuigi Bonaro, Vittorio Cotronei, Emanuele Crocetti, nwBruno Elpis, Daniela Esposito, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Livio Fortis, Valerio Franchina, Luisa Gasbarri, Oliviero Giberti, Elena Girotti, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Fabrizio Leo, Sandra Ludovici, Micaela Ivana Maccan, Cristina Marziali, Stefano Masetti, Maurizio Mequio, nwSimone Pelatti, Antonella Provenzano, Maria Stella Rossi, Giuseppe Sciara, nwSalvatore Stefanelli, nwSer Stefano, nwSunThatSpeed, Marco Vignali.

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Non spingete quel bottone

Non spingete quel bottone

antologia di racconti sull'ascensore

Hai mai pensato a cosa potrebbe accadere quando decidi di mettere piede in un ascensore? Hai immaginato per un attimo a un incontro fatale tra le fredde braccia della sua cabina? Hai temuto, per un solo istante, di rimanervi chiuso a causa di un imponderabile guasto? E se dietro a quel guasto ci fosse qualcosa o qualcuno?
Trentuno autori di questa antologia dedicata all\'ascensore, ideata e curata da Lorenzo Pompeo in collaborazione col sito BraviAutori.it, hanno provato a dare una risposta a queste domande.
A cura di Lorenzo Pompeo
Introduzione dell\'antropologo Vincenzo Bitti.
Illustrazioni interne di Furio Bomben e AA.VV.
Copertina di Roberta Guardascione.

Contiene opere di: Vincenzo Bitti, Luigi Dinardo, Beatrice Traversin, Paul Olden, Lodovico Ferrari, Maria Stella Rossi, Enrico Arlandini, Federico Pergolini, Emanuele Crocetti, nwRoberto Guarnieri, nwAndrea Leonelli, nwTullio Aragona, nwLuigi Bonaro, nwUmberto Pasqui, Antonella Provenzano, Davide Manenti, Mara Bomben, Marco Montozzi, Stefano D'Angelo, Amos Manuel Laurent, nwDaniela Piccoli, Marco Vecchi, nwClaudio Lei, Luca Carmelo Carpita, Veronica Di Geronimo, Riccardo Sartori, Andrea Andolfatto, Armando d'Amaro, Concita Imperatrice, Severino Forini, nwEliseo Palumbo, nwDiego Cocco, nwRoberta Eman.

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Cuori di fiele

Cuori di fiele

antologia di opere ispirate all'ineluttabile tormento

A cura di Roberto Virdo'.

Contiene opere di: nwMarcello Rizza, nwIda Daneri, nwFrancesca Paolucci, nwEnrico Teodorani, nwMario Flammia, Francesca La Froscia, nwIbbor OB, nwAlessandro Mazzi, Marco Fusi, nwPeter Hubscher, Marco Pugacioff, Giacomo Baù, Essea, Francesco Pino, nwFranco Giori, nwUmberto Pasqui, Giacomo Maccari, nwAnnamaria Ricco, Monica Galli, nwNicolandrea Riccio, nwAndrea Teodorani, nwAndr60.

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