Mio nonno

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Erika Esot
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Mio nonno

Messaggio da leggere da Erika Esot »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Mio nonno voleva scavare un pozzo,
un pozzo per l’acqua, mia madre così dice.
Mio nonno era stato militare
in un Paese che ha vissuto molte guerre.
Le sue mani? No, non erano pulite,
ma poteva scegliere: la sua famiglia,
o quella di un altro.
Perciò mio padre, potendo,
decise di fuggire. Per non dover scegliere
tra la propria famiglia
e quella di un altro.

Mio nonno voleva scavare un pozzo,
un pozzo per il villaggio.
Voleva dare acqua e piangeva
lacrime di sangue,
Né le une, né l’altro si bevono.
Perciò mio padre, potendo,
attraversò il deserto. Tanto,
non perdevamo certo l’acqua!

Perciò non capisco, m’interrogo e non capisco,
in un Paese democratico, avanzato, “occidentale”,
come possa un qualunque militare
non sapere qual è la scelta giusta da fare,
soprattutto se in gioco non c'è
la sua famiglia, ma solo quella di un altro.
Soprattutto se il villaggio non ha bisogno
di un altro pozzo per l’acqua.
Terradipoeti
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Messaggio da leggere da Terradipoeti »

Purtroppo non trovo nulla di poetico in questo racconto; perchè a me così sembra più un racconto che una poesia. Non riesco ad inquadrarla come versi poetici.
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Erika Esot
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Re: Mio nonno

Messaggio da leggere da Erika Esot »

Buon giorno, Terradipoeti, e grazie per il commento.
In effetti, più che una poesia, e più che un racconto, è un flusso di pensieri, una considerazione a metà tra il ricordo e la costatazione della realtà.
Come quando uno perde un amore e se ne sente devastata, o come quando al contrario lo trova e vuole cantarlo, o come il testo di una canzone, che tante volte racconta una storia.
Insomma, anche l'Iliade e l'Odissea sono racconti, o la Divina Commedia, eppure sono poemi, perciò non posso che ringraziarti del complimento che mi hai fatto: riempire pochi versi con un racconto andava al di là delle mie aspirazioni.
A presto!
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Eleonora2
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Re: Mio nonno

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Ho letto ed è straziante, per me, l'interrogativo che esce da questo testo. Personalmente, ci vedo una rassegnazione e una speranza tradita che non si addicono alla mia natura. Se, da un lato, l'umanità mi ha deluso, non siamo tutti uguali e, siccome non mi piace generalizzare e il mio essere poco obiettiva nei confronti del testo, spiega la mia visione del mondo, premio, non la forma ma il significato. Ringrazio, di nuovo, chi, mettendo a disposizione il suo spazio e il suo tempo, dà voce e permette di esprimere le proprie impressioni. Non è retorica, scontata, non tenta di catturare consensi, questa considerazione.
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Erika Esot
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Re: Mio nonno

Messaggio da leggere da Erika Esot »

Grazie, Emanuela2, per il commento.
Ma non devi leggere rassegnazione in quello che ho scritto, al contrario: mio nonno davvero non poteva fare più di quello che ha fatto, per salvare la propria famiglia. Mio padre, potendo, ha scelto diversamente. L'importante è vedere che un altro modo è possibile!
Se ho scritto questo testo, è proprio per mostrare che un altro modo È possibile, proprio perché NON sono rassegnata, al contrario!
Ma a me sembra che quanto più i Paesi occidentali diventano ricchi, più s'imbarbariscono umanamente: il benessere forse diventa uno status che si ha paura di perdere. Non è paura di condividere, ma di finire nelle stesse condizioni del bisognoso, che spaventa tanto più perché la sua miserabile presenza è spettacolo tangibile di come può ridursi l'uomo.
Eppure, forse l'uomo dà il meglio di sé proprio quando non ha niente perché, libero dai vincoli del possesso, può dare tutto sé stesso a ciò che è giusto.
Buona giornata.
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Eleonora2
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Re: Mio nonno

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

La mia impressione. Si tratta, probabilmente, di esperienze, età, vissuti - i miei sono considerati dalla mia testa mancanti di scontri che evito in modo poco evoluto essendo molto pavida, così mi sento, ed anche ingenua - differenti, e quindi, sottolineo, personali. Il testo, comunque, è riuscito, per me. Le interpretazioni ne esaltano il valore.
Jacopo Serafinelli
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Messaggio da leggere da Jacopo Serafinelli »

@Erika Esot
Come dice Terradipoeti il pezzo non si può classificare in ambito poetico ma sicuramente è uno specchio dei tuoi ricordi e una bilancia sui piatti della quale si pesano due mondi… mondi che non bilanceranno mai il loro peso.
Jacopo
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Erika Esot
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Re: Mio nonno

Messaggio da leggere da Erika Esot »

Buon giorno Jacopo, grazie per il tuo commento.
Perché dici che questi due mondi non bilanceranno mai il loro peso? Lo fanno continuamente! Lo fanno sulle spalle delle persone che vivono tra i due!
Chi ha vissuto "qui" e "lì" è esattamente ciò che bilancia questi due mondi, perché ha visto l'uno e l'altro, e sa ciò che si agita nell'uno e nell'altro.
Immedesimarsi senza riserve è la chiave per fare in modo che si bilancino, ed esporre questi argomenti è il modo per permettere che anche chi non ha potuto vivere queste esperienze possa immedesimarsi.
Però che sia, come ho scritto prima, "senza riserve".
Yakamoz
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Messaggio da leggere da Yakamoz »

Mio piccolo commento alla tua poesia:

Il "voleva" è un imperfetto prospettico che sta al posto di un "avrebbe voluto", e i temi, abbastanza evidenti, del componimento sono: 1. scelte morali, 2. guerre, 3. acqua come simbolo (risorsa, ma anche di vita), 4. una critica all'Occidente. Si parla di "giusta scelta", raffrontando due contesti, del quale non viene detto molto del primo; ma è evidente il riferimento a un paese di quelli che una volta venivano chiamati Terzo Mondo e oggi si chiamano, usando un termine attenuativo, Paesi Emergenti (pure se in realtà non lo sono). Diciamo che la I parte della poesia e la II appaiono come due binari separati per confluire nella III parte, ponendo una domanda che "emerge" come "un'interrogativa retorica". E la domanda, se non interpreto male, dovrebbe essere questa:

"Come è possibile che un militare, in un Paese democratico e avanzato, non sappia quale sia la scelta giusta da fare quando non è in gioco il suo benessere personale, ma quello di altri?"

Bella domanda! Ma chi comanda, chi ha potere (anche non un grande potere), difficilmente interroga se stesso su tali "domande/questioni" di natura morale. Lo fa un osservatore esterno. Tu, Erika, lo fai. Io, Yakamoz, che ti scrivo, lo posso fare. In verità, la risposta alla "domanda" è fin troppo facile/scontata; più difficile è porsela, sia a se stessi che cercando di farla intendere agli altri (in senso di collettività).

Guardiamo il mondo con occhi in parte ciechi, vedendo solo quello che ci interessa vedere: è questo il significato della tua poesia. Sempre se non mi sbaglio!

Molto brava, Erika,

Antonio Giordano (Yakamoz è il mio nickname)

Voto: 5

P.S. Io sto dall'altra parte, nella "gara" di prosa, ma ogni tanto faccio qualche piccola incursione, non di guerra, qui.

Aggiungo una cosa:
"Si è poeta del proprio tempo, esprimendosi con la lingua che esso parla", frase sentita o letta da qualche parte, ma non ricordo dove e quando.

"Mi scuso se "ripasso" sul mio commento, ma ho il notebook che mi si impalla spesso e quasi non riesco a scrivere. È un problema che devo risolvere perché mi limita."
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Ciao Erika, non so tanto valutare se il tuo scritto sia sufficientemente poetico, ma per me non ha importanza ai fini di una valutazione, ciò è sufficiente per il messaggio che contiene in quanto pone interrogativi ed è denso di dolore: il suo significato fa riflettere...Queste per me sono le poesie preferite: comprensibili e dense di sentimento. Voto 5
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