La solitudine dei numeri primi
La solitudine dei numeri primi
Prima di tutto vorrei dire che non discuto sulla bravura dell'autore di immedesimarsi in chi soffre di anoressia come la protagonista. Il rifiuto, il discusto per ogni singola porzione di cibo da ingoiare è descritta in maniera impareggiabile, come anche l'autolesionismo di Mattia. Anche l'incomunicabilità che aleggia in tutto il libro è scritta benissimo, ma vorrei parlare di ciò che per me non va.
Intanto c'è un errore gravissimo che l'autore ha fatto e che comunque non è stato rilevato dalla casa editrice (la Mondadori!) in fase di editing, che mi ha stupito parecchio.
In un capitolo del libro la protagonista, che è notoriamente zoppa in quanto ha una gamba che trascina claudicando, scende dalla propria auto e dà lezioni di guida all'altro protagonista. Lui si mette alla guida e lei gli spiega che ai suoi piedi ci sono frizione, freno e acceleratore. Gli dice anche come cambiare le marce, come frenare, come partire. Ora vi pare che una persona che zoppica e che trascina la gamba insensibile possa guidare un'auto normale? Io trovo che l'errore è gravissimo.
Comunque ovviamente non è questo che mi ha fatto non amare il romanzo.
Quel che mi ha urtato sono le situazioni irreali che fa vivere ai suoi protagonisti. La ragazza, Alice, è malata di anoressia da sempre e ormai non ha più il ciclo da tempo. Ora una donna ridotta così si nota subito che è malata, non ci vuole un medico. Mentre l'uomo che lei sposa è proprio un medico che sembra non aver capito quanto lei stia male. Ora è vero che l'amore è cieco, ma cavolo Fabio, il medico, avrebbe già dovuto accorgersi del suo problema fin dal primo loro incontro, quando lei cioè, intasa il water con il pomodoro di cui cerca di liberarsi. Per non parlare delle basi su cui si basa il matrimonio. Per tutto il libro lei non parla, pensa, ma non dice quel che vorrebbe. Fabio poverino si trova solo a far monologhi... Ora mi domando, ma voi ve la sposereste una che è secca più di un manico di scopa, che non parla, che non si relaziona?
E vogliamo parlare di Mattia, genio della matematica, anche lui campione di parole? Prende un aereo per rivedere la sua amica appena lei gli manda un bigliettino ma non insiste assolutamente sul perchè lei lo ha chiamato e su che voleva dirgli. E dopo aver baciato una donna cui tiene moltissimo, senza espressione si dirige in bagno...
Per non parlare del dubbio che rimane nell'aria sulla donna che ha visto Alice che le ricordava Michela, la sorella gemella di Mattia scomparsa anni prima e mai più ritrovata.
Ma vogliamo scherzare?
Insomma io amo la fantascienza e quando scrivo di cose irreali o non ancora realizzate mi faccio mille problemi per far apparire una trama più realista possibile, in cui tutte le tessere alla fine combacino.
Qui purtroppo no. Forse sono troppo realista io, forse pretendo troppo da un ragazzo di 27 anni, quale è l'autore, ma diciamo che se io fossi stato l'editore avrei preteso una revisione dell'opera che avesse degli intenti più realistici.
Bè vabbè adesso potete dirmene di tutti i colori.
un saluto
Dany
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Re: La solitudine dei numeri primi
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Re: La solitudine dei numeri primi
In generale mi ha (hanno)deluso tantissimo.E' a mio avviso un romanzo autocelebrativo(se non sbaglio l'autore è un ingegnere),i passi i cui protagonisti sono i numeri sono eccezionali.
L' eleganza del riccio,visto che l'ho preso in ballo...si che ci sono compiacimenti letterari.
Il solo fatto che ci siano li rende inutili, quindi sono utilissimi." (C.B.)
Re: La solitudine dei numeri primi
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Re: La solitudine dei numeri primi
Comunque...
Più del libro mi è piaciuto il film. Che per fortuna crea un finale diverso.
Antologia visual-letteraria (Volume tre)
Questa antologia a tema libero è stata ispirata dalle importanti parole di Sam L. Basie:
Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello, che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che patiscono quell'arrogante formicolio che, dalle loro budella, striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani. A voi, astanti ed esteti dell'arte.
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Contiene opere di: Iunio Marcello Clementi, Noemi Buiarelli, Marco Bertoli, Liliana Tuozzo, Alessandro Carnier, Martina Del Negro, Lodovico Ferrari, Francesca Gabriel, Pietro Rainero, Fausto Scatoli, Gianluigi Redaelli, Ilaria Motta, Laura Traverso, Pasquale Aversano, Giorgio Leone, Ida Dainese, Marino Maiorino.
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La donna dipinta per caso
racconti e poesie imperniati sulla donna in tutte le sue sfaccettature
Il libro contiene quattro racconti lunghi, undici racconti brevi e trentuno poesie. Il tema principale è la donna in tutte le sue sfaccettature: amante, madre, figlia, gioco, musa, insegnante, dolore, tecnologia, delusione e speranza. Nella prefazione è ospitato un generoso commento del prof. Carlo Pedretti, professore emerito di storia dell'arte italiana e titolare della cattedra di studi su Leonardo presso l'Università della California a Los Angeles, dove dirige il Centro Hammer di Studi Vinciani con sede italiana presso Urbino. Copertina e alcune illustrazioni interne di Furio Bomben.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Un passo indietro
Il titolo di questo libro vuole sintetizzare ciò che spesso la Natura è costretta a fare quando utilizza il suo strumento primario: la Selezione naturale. Non sempre, infatti, "evoluzione" è sinonimo di "passo avanti", talvolta occorre rendersi conto che fare un passettino indietro consentirà in futuro di ottenere migliori risultati. Un passo indietro, in sostanza, per compierne uno più grande in avanti.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La Gara 24 - Andate tutti all'Inferno!
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