Non sono io
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Non sono io
Provavo fame come se non mangiassi da millenni.
Spingevo cercando di bucare quella sottile pellicola che mi imprigionava, non conoscevo tempo e suoni, a un certo punto un "crack " e mi sentii immerso nel calore, mille colori inondavano i miei sensi.
Neanche il tempo di godermi queste nuove sensazioni e di nuovo ero attanagliato dall'impulso di cercare cibo, qualsiasi cosa sarebbe andata bene.
Addentavo tutto ciò che mi capitava, tutto a me vicino aveva un gusto inebriante, si susseguivano attimi di pace interrotti unicamente dall'impulso di placare la mia voracità.
All'improvviso un sonno ristoratore mi era venuto a trovare e io non avevo la più vaga idea di quanto tempo avessi passato nell'ardore del mio raptus famelico.
La sensazione di sentirmi stretto veniva a trovarmi ineluttabile e precisa come il ticchettio di un orologio che da troppo tempo era condannato a ripetere le stesse azioni.
La soluzione in questi casi era spingere oltre ogni mio limite potendo così tornare a sentirmi comodo.
Il paesaggio intorno a me, da quanto ne avessi memoria, era sempre stato incantevole, leggero e soave, il migliore dei sogni che si potesse immaginare; non capivo però cos'era quella lente in lontananza che, immobile, stonava con tutto il pacifico contesto.
Ancora una volta sentivo i miei pensieri venire schiacciati dai miei istinti, quelli che ormai riconoscevo come la mia natura; mi sentivo nuovamente in balia della mia fame, avrei voluto divorare me stesso se avessi potuto.
Mi spostavo quando, come se avessi appena espresso un desiderio, la vidi.
Davanti a me giaceva una carcassa che addentai, scricchiolava in bocca, sembravano mille legnetti calpestati, il mio corpo reagiva bene, forse anche troppo.
Non mi ero mai sentito meglio.
Il ciclo di ozio e spuntini andava avanti ineluttabile, era una pellicola di un film che incastrata nel loop di se stessa non conosceva fine.
Fino a quando, ormai insperato, arrivò un impagabile senso di sazietà e comodità, tutto etereamente incantevole se non fosse che mi sentivo stanco e bisognoso del buio che ricordavo a stento.
Con i miei ultimi sforzi, verso una fine sconosciuta, costruivo la mia dimora.
La mia essenza chiamava l'oscurità e così io gli donavo le migliori tenebre, un primordiale richiamo si faceva strada come ululati di lupi selvaggi verso la luna.
Sonno e ancora sonno, ormai sapevo che in caso mi fossi sentito stretto mi sarebbe bastato spingere, ancora una volta oltre ogni mio limite.
Ero estasiato nel vedere Il bruco “Arpia” la Cerura vinula (Puss Moth, in inglese) sgusciare dal suo involucro, prima la testa e poi lentamente il restante soffice corpo, sbatteva le ali nell'aria libera, ormai pronta alla riproduzione.
Girare un documentario su di lei, averla vista in ogni sua fase, anche mentre divorava le precedenti forme mi aveva fatto venire in mente le parole di Emy.
Una volta, durante i nostri soliti discorsi filosofici intendendo ben più di quello che volesse far trasparire, mi aveva detto:" Sai Tom, noi non mangiamo mai solo con la bocca ma lo facciamo anche con gli occhi e soprattutto con il cuore". La solita strana ragazza.
Forse aveva ragione, mi chiedevo quante volte ero finito con il divorare me stesso alla ricerca di una nuova forma più consona alle avversità della vita o forse solo più vicina alla mia natura.
Rimaneva un'unica costante però, la mia Canon che da anni con il suo obbiettivo gigante svolgeva il suo dovere regalandomi ottime immagini e filmati, chissà se la falena l'aveva mai notata in mezzo alla natura; a essere onesti, causa la mia pigrizia, non mi ero impegnato troppo per nasconderla.
Infine era solo un dettaglio, il mio lavoro prometteva bene e quell'uomo pigro non lo ero più.
"Mutaforma, quel bruco non sono io". Mi sembrava un nome carino per salvare il documentario anche se sicuramente, il titolo come spesso accadeva, lo avrebbero cambiato.
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Re: Non sono io
Mi piace pensare che il protagonista stia divorando “ metaforicamente “ questa carcassa che altro non è che il suo lavoro , che va svolgendo sempre più appassionato ma anche ossessionato.
Mi piace che quest’ultimo trovi godimento nel scattare e scattare , come se stesse mangiando realmente tutte le fasi della metamorfosi di quel bruco.
Alla fine... quel bruco pare quasi essere il suo alter ego , alla ricerca di un se stesso inconscio e sconosciuto.
Semplicemente wow !
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tiene in sospseso fino al termine, e questo è un punto a favore.
quello che non ho compreso, ma forse è un problema mio, è il significato della storia.
non ci arrivo, mi spiace, ma sono io a non farcela.
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ma probabilmente il gioco è questo: ognuno leggendolo capisce una cosa diversa dagli altri.
Può essere una possibilità.
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Re: Commento
Ciao Marcello! Intanto grazie mille per aver commentato, se dovessi spiegare il racconto dovrei scrivere più della lunghezza dello stesso. Trovo che sia importante, ai fini dell'opera, che sia il lettore a decidere, in base alla sua sensibilità, il significato dello scritto. Posso dirti che tutto ha un suo significato, dagli spazi alla chiusa e via discorrendo. Ti ringrazio nuovamente, questa volta, per aver apprezzato la forma del raccontoMarcello Rizza ha scritto: ↑01/10/2020, 14:46 Io credo, spero, di aver capito il racconto. I soggetti sono due, che parlano dividendosi il racconto. Il primo è un bruco che parla e pensa della sua natura come un umano (e se è così non ci sta). Il secondo è un operatore naturalista che ama il suo lavoro (e questo è perfettamente centrato). La terza opzione è che non ci ho capito nulla, spero non sia così. Scritto molto bene ma prima di votarlo attendo conferma dall'autore.
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Re: Commento
Ciao Mauro! La soggettività porta a diverse interpretazioni, certo è che un messaggio, o forse più, nel racconto è presente. Grazie infinite per aver letto e commentatoMauro Conti ha scritto: ↑01/10/2020, 13:32 Premetto (e ammetto) la mia scarsa sensibilità a livello umano che spesso si estende in altre fasi della vita, come la comprensione dei testi ad esempio. Ma nemmeno io l'ho capito.
ma probabilmente il gioco è questo: ognuno leggendolo capisce una cosa diversa dagli altri.
Può essere una possibilità.
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Re: Commento
Ciao Carlo! In effetti il testo può essere non immediatamente comprensibile, ma si tratta di un racconto breve e a volte una rilettura può essere chiarificatrice. Detto questo, grazie del commento e della letturacarlocelenza ha scritto: ↑01/10/2020, 12:42 Mi associo a Scatoli, non ho afferrato il senso del racconto. Il "tremendo e accomodante buio " non contribuisce a chiarire le cose. " Etereamente incantevole " nemmeno. Ho trovato il pezzo non immediatamente comprensibile.
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Re: Commento
Ciao Fausto! Immagino tu sia stato di parola e quell'uno, intendo il voto, sia tuo. Ognuno è libero di esprimere il voto che più desidera ed io lo accetto, certo non mi sembra giustificato visto che la forma del testo è corretta. Farò tesoro, così come delle critiche precedenti che mi hanno portato ad avere più attenzione per il "lato tecnico" velocizzando il mio percorso di crescita, anche di questo voto; il quale, senza ombra di dubbio, mi aiuterà a farmi le "spalle larghe", ti ringrazioFausto Scatoli ha scritto: ↑01/10/2020, 12:10 niente male. abbastanza ben scritto, ci sono alcuni refusi ma niente di che, con buone descrizioni, soprattutto visive.
tiene in sospseso fino al termine, e questo è un punto a favore.
quello che non ho compreso, ma forse è un problema mio, è il significato della storia.
non ci arrivo, mi spiace, ma sono io a non farcela.
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Re: Commento
Ciao Roberto! Non so cosa dire neanch'io, mi limiterò ad un grazie per questo tuo bellissimo commento, sono felice che il racconto sia arrivato. Mi hai rallegrato la giornata con queste tue paroleRoberto Virdo' ha scritto: ↑01/10/2020, 11:52 Simone, non so cosa dire, anzi lo so: vorrei averlo scritto io. Bando ai formalismi, per me questo è da premio… bravo bravo super! Hai dato corpo a un pensiero che si trasforma, a una vita mai ferma, perfino a un bellissimo sentimento. La strana ragazza…
Non vorrei dilungarmi inutilmente, lo trovo un perfetto gioiellino. Chapeau.
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Re: Non sono io
Ciao Lelle! Sono contento per queste tue parole e non aggiungerò altro se non, grazie per aver letto e commentatoLelle Carpisa ha scritto: ↑01/10/2020, 5:50 Bellissimo scritto!
Mi piace pensare che il protagonista stia divorando “ metaforicamente “ questa carcassa che altro non è che il suo lavoro , che va svolgendo sempre più appassionato ma anche ossessionato.
Mi piace che quest’ultimo trovi godimento nel scattare e scattare , come se stesse mangiando realmente tutte le fasi della metamorfosi di quel bruco.
Alla fine... quel bruco pare quasi essere il suo alter ego , alla ricerca di un se stesso inconscio e sconosciuto.
Semplicemente wow !
N.b. ai fini della gara quando commenti un racconto è importante cambiare il titolo, in questo caso, da "Re: Non sono io" a "Commento", altrimenti non viene considerato tale
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Re: Commento
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Re: Commento
Grazie mille Marcello è un voto alto e ne sono felice, diciamo che in effetti su quell'aspetto in particolare ci ho dovuto riflettere un po', mi è sembrata però alla fine la scelta migliore, quella adottata, ai fini del racconto. Terrò presente questo tuo consiglio, grazieMarcello Rizza ha scritto: ↑01/10/2020, 23:55 Alla fine ti ho dato 4 per la forma e perché l'idea è buona. Se non avessi "umanizzato" il bruco sarebbe stato certamente un 5. Se scriverai sempre così, da parte mia saranno sempre voti alti.
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Re: Commento
Ciao Lucia! Grazie mille per questo tuo commento, il bruco in realtà ha un suo perché ai fini del testo, devo ammettere che la tua idea è bella anche se personalmente la userei in un contesto leggermente diverso, ma qui, forse, si ricade nel campo della soggettività. Ancora grazieLucia De Falco ha scritto: ↑03/10/2020, 7:37 Anch'io alla fine della lettura avevo qualche dubbio di interpretazione, poi comunque ho visto che mi ritrovo con un altro recensore che ha ipotizzato che nella prima parte sia un animale a parlare, mentre nella seconda un operatore. L"idea è buona e mi piace il linguaggio utilizzato, soprattutto nella prima parte. Forse al posto del bruco sceglierei un animale più " nobile", magari in via d'estinzione o oggetto di maltrattamento per far comprendere il suo punto di vista.
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Non che non abbia capito, perchè è chiaro che nella prima parte parla il bruco e nella seconda l'uomo. Per me era già evidente dallo straniamento utilizzato nella prima parte (troppo umanizzato il bruco, però, a mio parere: mantenerlo più ambiguo avrebbe reso meglio) e, soprattutto, dalla lente (pensavo di ingrandimento invece era l'obiettivo) che viene citata; certo, un bruco, riconoscere una lente… lo straniamento è una tecnica che si può rivoltare contro il proprio autore.
No, quello che non mi è chiaro è il significato intrinseco della storia, il messaggio dell'autore che, purtroppo, non ho compreso.
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Re: Commento
Ciao Ida grazie mille per il commento! Come può qualcosa che non si capisce non piacere? Per il mio modo di agire un giudizio ha senso quando si è compreso un opera, qualsiasi essa sia. Detto questo ancora grazie mille per questo tuo commento ed il tempo dedicatomi, felice che altri lettori ne abbiano colto il "messaggio"Ida-59 ha scritto: ↑05/10/2020, 9:14 Mah… che dire, anche per me non è affatto chiaro il senso della storia e per questo non mi è piaciuta anche se è scritta bene (però due "ineluttabile" e due "incantevole" in un testo così breve stonano).
Non che non abbia capito, perchè è chiaro che nella prima parte parla il bruco e nella seconda l'uomo. Per me era già evidente dallo straniamento utilizzato nella prima parte (troppo umanizzato il bruco, però, a mio parere: mantenerlo più ambiguo avrebbe reso meglio) e, soprattutto, dalla lente (pensavo di ingrandimento invece era l'obiettivo) che viene citata; certo, un bruco, riconoscere una lente… lo straniamento è una tecnica che si può rivoltare contro il proprio autore.
No, quello che non mi è chiaro è il significato intrinseco della storia, il messaggio dell'autore che, purtroppo, non ho compreso.
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Re: Commento
Posso semplicemente rispondere informalmente in questo modo "<3"? Scherzi a parte, mi ha colpito molto una tua osservazione fatta nel commento, ma rimarrò fedele alla mia linea e non mi sbilancerò più di così. Grazie mille per il commento e la lettura del raccontoSelene Barblan ha scritto: ↑05/10/2020, 11:46 Il racconto mi è piaciuto molto, soprattutto la capacità, nella prima parte, di descrivere le sensazioni. Quelle di un animale, per come un umano nel suo sempre più grande distanziamento dall’esserlo lui stesso, riesce ad immaginarselo. Nella seconda parte poi si crea un legame con l’osservatore e la sua di storia. Credo che in questa parte alcuni aspetti della punteggiatura vadano un po’ a rallentare la comprensione. Rimane però il racconto che, finora, mi è piaciuto più leggere in questa gara.
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Re: commento
Sì il racconto è complesso ma credo sia comprensibile, soprattutto per chi ha da subito ben chiaro il quadro generale . Amo i sottotesti ed i racconti che letti a differenza di anni ti parlano un altra lingua regalandoti sfumature nuove, credo che questo però sia un mio gusto personale.Laura Traverso ha scritto: ↑06/10/2020, 0:40 Ho compreso da quasi subito che a parlare fosse un bruco. E devo pur dire che il pensiero umano che gli hai attribuito mi è piaciuto: e d'altra parte come potrebbe mai parlare un animale se non "umanamente" per farsi capire dagli umani che leggono? In conclusione trovo che il racconto sia un tantino complesso e non troppo comprensibile, almeno per me. Ho apprezzato, però, l'originalità del testo. Quindi il mio non sarà un voto alto, ma neppure bassissimo, solo perché la storia mi ha coinvolto poco.
Spiace per il voto basso ma ti ringrazio per la lettura ed il commento
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Re: Commento
Grazie mille per i complimenti, anche perché per me l'originalità è importante.Anna Gri ha scritto: ↑07/10/2020, 10:28 Scrivi benissimo, sei abile, hai uno stile potente e molto molto originale. Sinceramente non sono riuscita a comprendere pienamente il messaggio del testo, ma magari è una mia pecca. Non per questo posso permettermi di valutare il tuo stile, anche perché è pressoché impossibile arrivare a tutti.
Non c'è un solo messaggio nel testo ma più di uno, ancora grazie per il tempo dedicatomi
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COMMENTO
ho faticato troppo a capirne il senso. Sono riuscito a dargli una mia interpretazione rileggendolo.
Il parallelo tra il bruco e il protagonista che esce dalla sua apatia, da giornate sul divano a mangiare, sviluppando la passione per i documentari girati con la sua Canon.
Bello il parallelo con il bruco e il diverso angolo visuale sulla ricerca di cibo e l'uscita dall'oscurità. Almeno questa è la mia interpretazione.
Ciao
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Re: Non sono io
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Questo racconto mi ha davvero colpito. Complimenti, anche per il modo di costruire le frasi ed evocare immagini così cangianti... eppure credibili!
Gara d'Estate 2021 Sorriso di Rondine
Sono anche su Inchiostrodiverso!
E su DifferentTales!
Illustrazioni: @novelle.vesperiane
Wattpad: https://www.wattpad.com/user/NovelleVesperiane
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Re: Commento
Grazie infinite per queste belle parole, sicuramente questi commenti aiutano nei momenti in cui il rapporto con il mondo della scrittura risulta essere più discontinuo, grazieMattyManf ha scritto: ↑16/11/2020, 16:51 Bello, bello, bello davvero. Come si descrive una metamorfosi? Facendola. Si, facendola con le parole. Operandola sul protagonista passo dopo passo. Nasce da un piccolo involucro, ma diventa un uomo. Un racconto basato sul flusso di cosceinza di un essere (dire quale è impossibile) che parte dal semplice ed arriva, stanco, al complesso. Così, finalmente, è capace di riprendere sé stesso nell'atto di nascere come era... e non è più!
Questo racconto mi ha davvero colpito. Complimenti, anche per il modo di costruire le frasi ed evocare immagini così cangianti... eppure credibili!
Carosello
antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura
Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, Enrico Teodorani, Cristina Giuntini, Maria Rosaria Spirito, Francesco Zanni Bertelli, Serena Barsottelli, Alberto Tivoli, Laura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi, Angela Catalini.
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Metropolis
antologia di opere ispirate da un ambiente metropolitano
Cosa succede in città? - Sì, è il titolo di una nota canzone, ma è anche la piazza principale in cui gli autori, mossi dal flash-mob del nostro concorso letterario, si sono dati appuntamento per raccontarci le loro fantasie metropolitane.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Gianluigi Nardo, Andrea Pozzali, Antonella Jacoli, Roberto Virdo', Francesco Pino, Giulia Rosati, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Ibbor OB, Umberto Pasqui, Annamaria Ricco, Eliana Farotto, Maria Spanu, Eliseo Palumbo, Andrea Teodorani, Stefania Paganelli, Alessandro Mazzi, Lidia Napoli, F. T. Leo, Selene Barblan, Stefano Bovi, Alessia Piemonte, Ida Dainese, Giovanni Di Monte.
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FEMILIA - abbiamo sufficienti riserve di sperma
In seguito a un'escalation di "femminicidi", in tutto il mondo nasce il movimento "SupraFem", ovvero: "ribellione delle femmine che ne hanno abbastanza delle violenze dei maschi". La scintilla che ha dato il via al movimento è scattata quando una giornalista ben informata, tale Tina Lagos, ha affermato senza mezzi termini che "nei laboratori criogenici di tutto il mondo ci sono sufficienti riserve di sperma da poter fare benissimo a meno dei maschi. Per sempre!". Le suprafem riescono ad avere un certo peso nella normale vita quotidiana; loro esponenti si sono infatti insediate in numerosi Palazzi, sia politici che economici, e sono arrivate al punto di avere sufficiente forza da poter pretendere Giustizia.
Copertina di Riccardo Simone
di Mary J. Stallone e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Gara d'inverno 2022/2023 - Immaginazione Artificiale - e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 22 - Un'estate al mare.
A cura di Licetti.
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Calendario BraviAutori.it "Writer Factor" 2013 - (in bianco e nero)
A cura di Tullio Aragona.
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