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Emergendo dal fondale scuro come la dolce e fragile notte

(poesia narrativa, brevissimo - per tutti)
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Descrizione: da definire...

Incipit: Emergendo dal fondale scuro come la dolce e fragile notte Sommersa, affondavi in quel mondo perfetto, …


Emergendo dal fondale scuro come la dolce e fragile notte
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#speranza(121)    #anima(115)



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Elenco delle opere che condividono una o più tag con questa opera

(saggio altro, brevissimo)  di nwGiulia Floridi
Descrizione: Descrizione personale del mito di Pandora.
incipit: Delle grazie e delle virtù, di ogni tempo e luogo, i suoi passi impreziosivano il mondo. Il fascino nascosto nell'ingenua purezza della fanciulla ammaliava un'umanità maschile, destando stupore e talvolta spavento.

tags: #grecia(5)    #mali(16)    #mito(11)    #mitologia(14)    #speranza(121)    #vaso(5)    #male(16)


(poesia narrativa, breve)  di nwGilbert Paraschiva
Descrizione: Gli italiani sono stufi, sono troppi i malcontenti…
incipit: Gli italiani sono stufi, sono troppi i malcontenti che il Governo ha generato con i suoi provvedimenti.

tags: #governo(17)    #lavoro(74)    #malattia(22)    #speranza(121)    #italia(37)


(racconto narrativa, breve)  di nwLorella15
Descrizione: Più che un racconto una pagina dolorosa del mio diario, ma la scrittura è anche questo, fermare sulla carta ricordi ed emozioni affinché non siano perdute.
incipit: x0 UN'ALTRA STORIA Seduta davanti al caminetto, una mano sotto l'ascella in un'inconsapevole carezza a me stessa, mi torna alla mente mia madre in questo gesto che le era consueto e che ho ereditato insieme a una impressionante somiglianza. È così che ha scoperto un nodulo al seno. Una sera d'inverno, come tante in famiglia, dopo una giornata in fabbrica si st ava rilassando davanti alla televisione, una mano dentro lo scollo della maglia in questo gesto abitudinario che probabilmente la.

tags: #cancro(7)    #mamma(31)    #speranza(121)    #dolore(100)


(saggio altro, medio)  di nwGino Ragusa Di Romano
Descrizione: Mia nobile Sofia, il dialogo che con te condivisi qualche anno fa…
incipit: Pietraperzia 21 giugno 2010     Mia nobile Sofia,     il dialogo che con te condivisi qualche anno fa, riportato nel mio libro - Accenti d’amore e di sdegno -, avrei desiderato tanto oggi poterlo proseguire ancora, seduto di fronte a te, ma motivi di salute, purtroppo, mi impediscono il salutare incontro, che dà immediata vitalità alla mia mente, perché, fatta la domanda, la tua risposta è pronta. Non potendo fare altro, ti scrivo, esponendoti i miei pensieri e il mio progetto, nonché il mio patema a causa delle difficoltà, in tutti i settori della vita sociale, che tutti noi incontriamo quotidianamente per colpa di disonesti reggitori, che si arricchiscono da parassiti sulle sofferenze del debole popolo.   Anelo ad annientare con i miei poveri mezzi, la disperazione, mia cara Sofia, e gli atti insani conseguenti che l’uomo a forza commette a causa dell’incertezza di potersi guadagnare con il lavoro onesto e produttivo e col sudore un pezzo di pane e una casa.   Spero, inoltre, che l’uomo possa vivere in pace, con fratellanza, con onestà e con giustizia sociale nel rispetto di madre natura.   Io abito, come sai, in questa parte della terra chiamata Italia, della quale uomini d’illustre pensiero hanno ben descritto tutte le bellezze naturali ed artistiche, che altri uomini di gran talento ci hanno nei secoli donato.   Ma oggi, purtroppo, a parte una sparuta minoranza, non emergono più grandi geni in tutti i settori delle attività, ma, invece, prolifera già da molti anni il malcostume, l’idiozia, la depravazione in senso lato, la corruzione, la concussione, il latrocinio: il denaro innanzitutto, il denaro soprattutto; la micro e la macro delinquenza, l’ignoranza, la sopraffazione, la prostituzione fisica e mentale, il nepotismo, la schiavitù etc.   Chi vuole un posto di lavoro deve conquistarselo con la sottomissione e l’asservimento alla chiesa, al politicante o al mafioso, cioè alle tre istituzioni delinquenziali.   Dilaga la paidobìa (dal greco pais - paidos che significa fanciullo e bia o biazo che rispettivamente significano violenza e far violenza, quindi far violenza ai bambini, ai fanciulli e agli adolescenti; infatti, quella che viene chiamata da tante persone istruite erroneamente pedofilia significa tutt’altro e precisamente amore verso i bambini, come filosofia: amore per la sapienza et cetera filos = amico, cioè qualcosa di sublime, di spirituale. Ho voluto dare la spiegazione per coloro che non conoscono la lingua greca e sommessamente chiedo venia se sono stato cattedratico, ma ho ritenuto giusto farlo per far capire come tutto viene distorto a piacimento dai cosiddetti sapienti plutocrati e ierocrati in tutte le espressioni della vita umana a discapito del popolo debole ed ignorante. Parassiti! Voi siete quelli che traete salute dalla malattia degli altri. Non mi dispiace insistere in quanto in maniera umoristica voglio ricordare che il termine spagnolo “pedo” in italiano significa scoreggia, peto, e in siciliano “piditu”. Quindi, come si può essere pedofilo, cioè amico del peto? Anche voi, talenti della cattiva stampa, siete i peggiori divulgatori della scorretta lingua italiana.   La lingua italiana non può sposare la lingua greca in maniera distorta per formare spesse volte anche vocaboli italiani di significato diverso e cacofonici.   Voi, sapienti, che vigilate sulla purezza e sulla correttezza della lingua italiana, voi che nei vocabolari italiani ripetete gli errori e li perpetuate, dando l’imprimatur, non siete dei cultori del patrimonio linguistico italiano, ma della gente che “tira a campare”.   Un tempo, mia cara Sofia, scrittori, giornalisti et cetera, come ben m’insegni, scrivevano e parlavano correttamente e si sforzavano sempre di più a descrivere notizie vere e costruttive, a migliorare il lessico. Manzoni, il grande poeta e scrittore milanese, decise financo di “ lavare i panni in Arno”. Oggi vi è una completa degenerazione non solo del pensiero, ma anche del linguaggio scritto e parlato. Inoltre, dulcis in fundo, molte penne asservite scrivono, infatti, il pensiero del plutocrate pagante ed anche la loro lingua rispecchia il disonesto cervello dello stesso.   La maggior parte dei quotidiani, settimanali et cetera o trasmissioni televisive spesso non rispettano la corretta lingua italiana; anzi a correggere gli errori, si finisce per fare brutte figure. “Arti, lettere, onor, tutto è stoltezza in quest’età dell’indorato sterco, che il subitaneo lucro unico apprezza. Tracce d’amor di gloria invan qui cerco”. Oggi, infatti, purtroppo, è tutto giustificato nella forma e nella sostanza, come in materia ecclesiale, di giustizia, di politica e così via: gli orrori e gli errori più gravi si possono redimere e possono essere assolti.   Così continuando, gli insegnamenti che si danno alle generazioni sono quelli che producono e produrranno i malesseri sociali più devastanti e degli stessi ne siamo tutti a conoscenza da gran tempo. Io penso che, pur vivendo in mezzo al fango, ognuno di noi deve sforzarsi a qualsiasi costo di scostarsi dalla massa. Chi ha una mente benpensante, ciò che dice o scrive è corretto nella lingua, nonché nella forma, nella sostanza e nell’operato quotidiano. Non ricordo chi disse che chi sa parlare bene e correttamente, sa pensare ed agire bene e correttamente, ma certamente aveva ragione.   La lingua, come qualsiasi pensiero, idea ed altro è in continuo divenire e, pertanto, è giusto accettare le innovazioni e i neologismi, ma gli stessi prima di essere immessi nella lingua italiana devono essere accuratamente sottoposti ad uno studio etimologico con riguardo alla fonetica, alla morfologia e alla semantica; i neologismi non devono essere distorsioni linguistiche, come ho anzidetto, e neanche cacofonici, ma eufonici in senso lato.   Alla stessa stregua si può dire anche dell’amministrazione della cosa pubblica: tutto si può e si deve innovare, ma in meglio, adeguando il tutto ai tempi ed alle circostanze in cui si vive, ma soprattutto alle esigenze del popolo. Ho detto riformare in meglio e non in peggio come da molti anni, purtroppo, avviene in Italia per colpa della feccia della delinquenza politica ed ecclesiastica, che, a parte una piccola minoranza, governa dolosamente malissimo “ le genti del bel paese là dove il sì suona”, traendone vantaggi e privilegi a discapito del popolo, che per la sua passività ed indifferenza in maniera diretta o indiretta colposamente contribuisce negativamente alla buona riuscita di qualsiasi progetto amministrativo, anzi diventa, talvolta, il comburente o il combustibile, di cui si servono poi i feticci della pubblica delinquenza, sopra menzionata.   Svegliati, popolo italiano! Sii cosciente e responsabile! Non strisciare mai ai piedi di coloro che tu hai reso potenti con la tua debolezza. Sii uomo e non un giullare. Non essere un numero di vile pecorame. Non abbassare mai la fronte, cammina eretto e non curvarti mai davanti a nessuno: chi ti sta di fronte è un tuo simile, che ha il tuo stesso sembiante, che sulla terra ha gli stessi bisogni, nonché gli stessi diritti e doveri. Rifletti! Applica il detto di Dante: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”. Sii resipiscente, popolo italiano!   Mia nobile signora, mi piange il cuore, notando da tanti anni quanto è dannoso, infatti, per l’Italia e certamente per qualsiasi nazione candidare e poi eleggere individui indagati, condannati o anche sospettati di avere amicizie losche ed altro di poco onesto e poco dignitoso. Il candidato deve essere candido, pulito…

tags: #delusioni(21)    #fiele(2)    #lacrime(31)    #lettera(32)    #miele(5)    #patema(2)    #sdegno(3)    #sorrisi(36)    #speranze(121)    #accenti(2)


(poesia narrativa, brevissimo)  di nwGino Ragusa Di Romano
Descrizione: da definire...
incipit: Quannu t'incuntravu Quannu t'incuntravu parravi cu alligria, e iju, mutu, filici, ascutava vicinu a …

tags: #accenti(2)    #delusioni(21)    #fiele(2)    #lacrime(31)    #miele(5)    #patema(2)    #sdegno(3)    #sorrisi(36)    #speranze(121)    #amore(801)


(racconto narrativa, breve)  di nwParolando
Descrizione: Privare l'individuo della propria dignità, equivale a renderlo schiavo anche di se stesso.
incipit: Vita manicomiale.

tags: #rinascita(31)    #speranza(121)    #manicomio(3)


(racconto narrativa, medio)  di nwDesirèe Ferrarese
Descrizione: Da quando Guglielmo, il miglior amico di Daniele, è partito per l'America, Daniele il ventun ottobre di ogni anno si reca nel luogo in cui si sono conosciuti, per rispettare una promessa fatta all'amico e sperare di incontrarlo di nuovo…
incipit: Daniele si accese una sigaretta, riparandosi con la mano per difendersi dal vento che si era levato. Una volta lui e Guglielmo fumavano insieme in continuazione (anche se l'amico prediligeva decisamente i sigari); passati i quaranta, Daniele aveva deciso di smettere, se non altro per non dover più sentire i brontolii di sua moglie. Quello, il ventun ottobre, era l'unico giorno in cui non riusciva a resistere al suo vecchio vizio, e la voglia di fumare si impossessava di lui.

tags: #amici(85)    #attesa(18)    #braviautori(12)    #speranza(121)    #incontro(42)


(poesia narrativa, brevissimo)  di nwLucadf18
Descrizione: da definire...
incipit: Anima giù che tira e si tira su ANIMA GIÙ CHE TIRA E SI TIRA SU Voli su un'ala, un'ala di un gabbiano, …

tags: #anima(115)    #benessere(5)    #dolore(100)    #libertà(70)    #speranza(121)    #anima(115)


(poesia narrativa, brevissimo)  di nwRoby87
Descrizione: Riflessione sui giorni che passano, nell'attesa di una svolta, un cambiamento, con la speranza che questo possa accadere.
incipit: Un altro giorno se n'è andato, piatto, insipido per il suo vuoto…

tags: #cambiamenti(16)    #speranza(121)    #giorni(32)


(poesia narrativa, brevissimo)  di nwPaolo Muccio
Descrizione: "Una flebile brezza di Speranza" è un'altra opera che incarna in sé un messaggio di coraggio attraverso l'introduzione di elementi come "costanza" e "speranza". Si snoda attraverso l'analogia di un naufrago e la sua barca durante una tempesta in mare.
incipit: Una flebile brezza di speranza Le emozioni, sono i veri abissi perciò le illusioni sono necessarie.…

tags: #letteratura(11)    #brezza(4)    #speranza(121)

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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
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patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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