La separazione è una cerniera lampo
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Certo che se parliamo di difficoltà interpretative in questa tua ne troviamo abbastanza.
Debbo dire però che il testo attrae proprio perché sfida il lettore a munirsi di piccone e vanga per scavare sulla terra dura di quello che hai scritto… chissà se sotto sotto si troverà mai un significato?
Jacopo
Re: La separazione è una cerniera lampo
Mi credi se ti dico che, parola più parola meno, ero certo che avresti risposto così?
Intanto, grazie per la primogenitura dei commenti, poi, guarda che non è così complessa: leggila a blocchi.
Ti aspetto
- Laura Traverso
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Re: La separazione è una cerniera lampo
Intanto, grazie della eroica visita.
Non c'è alcunché da scusarsi in merito al mancato gradimento né esiste - non nutro dubbi in merito - un limite personale sotto questo aspetto.
La poesia - se così vogliamo definire questi nostri testi - o arriva o no e non è merito/colpa di nessuno se succede o meno.
In tanti anni mi sono convinto esista una sorta di congiunzione astrale fra la contingenza individuale e il momento in cui ci si imbatte in un testo: se si verifica, la poesia trova un proprietario (ché terminata che sia non è più di chi l'ha scritta), altrimenti niente.
In merito al "famolo strano" mi trovi d'accordo anche se non mi sento di rientrare in questa categoria, ma sai come si dice: "ogni scarrafone..." ; al contrario, trovo discutibile la questione dello sforzo di immedesimazione (che mi sembra indispensabile) per consentire a un testo di raggiungere una sorta di universalizzazione dei contenuti.
Un testo troppo definito, che non lasci crepe in cui infilarsi, lo trovo sterile. Autoreferenziale.
Per capirci: se "La Vispa Teresa aveva, fra l'erbetta"... ha una immediatezza 10; "Si sta, come d'autunno, sugli alberi le foglie..." ne ha una largamente inferiore.
Diremo l, per questo, che Teresa è meglio? Che è più universale?
Bon.
Scusa lo sproloquio e grazie ancora per il passaggio.
PS. Rifletti, se vuoi, un minuto sul titolo: non è casuale.
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Re: La separazione è una cerniera lampo
Riprendo faccio mio quanto scritto dalla poetessa Laura Traverso.
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Come altri ho difficoltà "interpretative": mi pare di avere capito il senso del primo "blocco" e anche dell'ultimo, mentre mi sfugge in parte il secondo.
Tuttavia, a più di una persona ho scritto che non occorre capire compiutamente il senso di uno scritto per trovarvi elementi di interesse o, comunque, per riceverne sensazioni (e rimango convinto di questo pensiero).
Quanto al primo aspetto, è di interesse la padronanza delle parole.
Quanto al secondo aspetto, mi rimane la grinta e la freschezza dell'ultimo "blocco" che, essendo il più immediato, ho particolarmente gradito (anche per l'utilizzo degli aggettivi con cui hai descritto le "quattro righe") e che, per me, ha fatto "poesia" a sé.
Già solo per quell'ultimo blocco, posso dire che la poesia mi è piaciuta (anche se vorrei saperne di più sul secondo).
Saluti
Re: La separazione è una cerniera lampo
"
E io concordo del tutto.non occorre capire compiutamente il senso di uno scritto per trovarvi elementi di interesse o, comunque, per riceverne sensazioni (e rimango convinto di questo pensiero)"
Il suggerimento della divisione in blocchi, rimanda al titolo: cosa fa una cerniera lampo se non aprirsi e chiudersi?
Cosa fa il Ricordo (non a caso con la maiuscola) se non riportare al presente quello che è passato e, di conseguenza, vanificare la parola Fine (e il concetto sottostante) come pietra tombale, termine ultimo di una storia, di una relazione?
Il testo è tutto qua.
i primi due blocchi (antitetici nelle prime righe) identificano i poli della relazione:
Vulnerabile, sì;
e attratto da Confini Consuetudini e
Norme fissate,
da violare; (l'uno)
Tu Dogana, Costume,
Dettame praticante,
tu Lettura e Lettrice, (l'altra)
nonchè i termini dell'incontro:
- che ho invitato ad entrare
da te sollecitato -
[...] e dello svolgimento/fine della relazione medesima.
su mattoni imperfetti
- di cenere e di tufo -
abbiamo impresso impronte e
graffitato giorni destinati a
svanire: l'usura del presente
che trasforma in passato!
Il terzo blocco è il Qui e l'Ora.
Bon, grazie per avermi dato la possibilità di spiegare la logica del testo.
A questo proposito non posso che ribadire la mia idea di poesia non completamente definita per consentire al lettore di infilarcisie prendersi tutto o parte del testo.
Ancora grazie e a presto
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Re: La separazione è una cerniera lampo
Quando dico che la poesia deve lasciare spazi (crepe) d'interpretazione...
Hai fatto tuo il testo e ne hai dato una lettura duplice nessuna delle quali è sbagliata - nel senso di non essere intenzionale - giacché per il tuo sentire può essere l'una o l'altra. Indifferentemente.
E va benissimo così.
Ho raggiunto il mio scopo: spossessarmene per far impossessare qualcun altro.
Hai detto di essere disponibile a precisare ulteriormente il tuo pensiero e io non desidero altro sda due pdv:
in quest'ultima affermazione non ho capito cosa intendi.1) non del tutto d'accordo con l'opinione sia della figura sia del significato attribuito a lettura\scrittura.
2) anche se, sempre per me, il testo è molto spiegato
Ti aspetto.
Intanto, grazie mille per il tempo e per la valutazione.
PS. per quanto riguarda la volontarietà del ricordo, credo che la madeleine di Proust o quella tale canzone operino in proprio nel territorio del Ricordo.
- Eleonora2
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Re: La separazione è una cerniera lampo
2) Ci vedo nella poesia, poco spazio per chi legge. Ci vedo delle direttive, quando dici: Vulnerabile, sì, eccetera, Tu, Dogana, Confine, ecc.
Può darsi che l'esperienza personale, il lavoro - impiegata in studi legali -, il pdv abbiano influito su di me.
Spero di essermi spiegata.
Sul ricordo avrei molto da ribattere ma, non conoscendo Proust e non avendo capito a quale canzone ti riferisca, lascerei perdere.
Buona giornata.
Re: La separazione è una cerniera lampo
Il protagonista della Recherce di Proust grazie dall'odore di una madeleine torna indietro nel tempo, una canzone - quella che hai in comune con una persona, per esempio - fa lo stesso effetto.
Cosa intendo?
Che il ricordo non è sempre (quasi mai) il prodotto di un processo mentale voluto, assai più spesso odori, suoni, immagini ci catapultano là dove vorremmo. O non vorremmo.
Buon fine settimana
PS. Capito il tuo pdv
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Re: La separazione è una cerniera lampo
Avevo intuito la costruzione (soprattutto dato il tuo suggerimento iniziale di leggere a blocchi lo scritto). Mi ha incuriosito molto la "descrizione" di lei (Miriam?), molto particolare per i termini utilizzati.
Grazie per le spiegazioni.
A presto, saluti.
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Re: La separazione è una cerniera lampo
Sì, lo so che i miei testi sono articolati,ma, come ho già scritto, mi piace pensare che chi li legge sia costretto/invogliato a riflettere e, tramite questo impegno, a far proprio il testo medesimo.
È una cifra, la mia cifra affinata nel tempo e alla quale non intendo rinunciare.
Incomprensioni incluse.
Solo per questo mi permetto di intervenire a orientare la lettura.
E, infine, no, non sono un poeta (parola impegnativa) né tanto meno grande (se non di età): diciamo che ho superato da un pochino la fase "vispa teresa", se mi è consentita la battuta.
A presto.
Vlad
L'anno della Luce
antologia ispirata all'Anno della Luce proclamato dall'ONU
Il 2015 è stato proclamato dall'Assemblea generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) Anno internazionale della luce e delle tecnologie basate sulla luce. Obiettivo dell'iniziativa adottata dall'ONU è promuovere la consapevolezza civile e politica del ruolo centrale svolto dalla luce nel mondo moderno. Noi di BraviAutori.it abbiamo pensato di abbracciare questa importante iniziativa proponendo agli autori di scrivere, disegnare o fotografare il loro personale legame con la luce, estendendo però la parola "luce" a tutti i suoi sinonimi, significati e scenari.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Alessandro Carnier, Amelia Baldaro, Andrea Teodorani, Angelo Manarola, Anna Barzaghi, Annamaria Vernuccio, Anna Rita Foschini, Antonella Cavallo, Camilla Pugno, Cinzia Colantoni, Claudia Cuomo, Daniela Rossi, Daniela Zampolli, Domenico Ciccarelli, Dora Addeo, Elena Foddai, Emilia Cinzia Perri, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Francesca Paolucci, Francesca Santucci, Furio Detti, Gilbert Paraschiva, Giorgio Billone, Greta Fantini, Ianni Liliana, Imma D'Aniello, Lucia Amorosi, Maria Rosaria Spirito, Maria Spanu, Marina Den Lille Havfrue, Marina Paolucci, Massimo Baglione, Mauro Cancian, Raffaella Ferrari, Rosanna Fontana, Salvatore Musmeci, Sandra Ludovici, Simone Pasini, Sonia Tortora, Sonja Radaelli, Stefania Fiorin, Umberto Pasqui.
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è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 54 - Sotto il cielo d'agosto
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Gara di primavera 2020 - Tre capitani, e gli altri racconti
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