Uccidi la vacca
- Teseo Tesei
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Uccidi la vacca
– Tutto bene, amico mio, tutto bene!
In realtà non è che tutto vada poi così bene.
Si lavora parecchio, pochissimo tempo per noi stessi, le cose veramente importanti lasciate sempre indietro: fatte scalare continuamente nella lunga lista d’attesa dove prima viene il dovere, poi il piacere.
Piacere nel quale viene contemplato tutto e più di tutto.
Dai bisogni essenziali, alla cura dello spirito e alla conseguente ricerca della vera pace interiore.
Dovere in cui viene ricompreso perfino il futile e l’effimero.
– Beato te Fedele.
– Forse non è che vada così tanto bene, ma non posso lamentarmi.
– Uccidi la vacca Fedele, uccidi la vacca. Ciao ci si vede.
Cosa avrà voluto dire Giovanni?
Cosa significa: uccidi la vacca?
Ecco, sono arrivato.
Scatto sull’attenti.
– Comandante! Tenente di Vascello Fedele Obbediente a rapporto, signore!
– Riposo tenente, riposo! L’ho convocata per affidarle un incarico delicato e di assoluta fiducia. Ho speso parole in suo favore presso il comando di raggruppamento: non mi deluda.
– Grazie comandante per la fiducia, farò tutto il possibile. Quali sono gli ordini?
– Deve uccidere la vacca, Tenente. Deve farlo entro quest’anno. Uomini dell’AISE la contatteranno per i dettagli. Buona fortuna.
Ancora questa vacca. Ma che avrà fatto di male che tutti la vogliono morta?
Mancano ormai poche ore alla fine dell’anno.
Speriamo che i servizi si sveglino con questi ragguagli perché per ora non ci ho capito davvero nulla.
Mi sono arruolato in Marina Militare per difendere e rendere sicura la Nazione, mica per fare il veterinario.
Comunque sempre meglio uccidere una vacca che dei cristiani, sebbene taluni ritengano sacri perfino i bovini.
– Tenente!
– Dica!
Che strano soggetto: trasandato, naso rosso, fare stordito ma profumato di “Eau de Barbancourt” al punto di abbattere e disinfettare, in un sol soffio, qualunque forma di virus imbarcato su qualsiasi “droplets” presente nello spazio aereo circostante.
– Il mio nome è René Analyste, la devo informare riguardo le sorti di Brunette.
– Chi è lei? E chi sarebbe Brunette?
– Ma la vacca, naturellement.
Bene, questa vacca ha anche un nome, comincio quasi ad affezionarmi a questa Brunette.
– Tenente, le faremo trovare Brunette in questo punto, deve imbarcarla, portarla a largo e buttarla a mare. Il tutto dovrà avvenire nottetempo e strictement, rigorosamente: non dovranno esserci testimoni. Si assicuri che Brunette affoghi e non torni mai più a galla. Il tutto deve avvenire entro la fine di quest’anno. Buona fortuna.
Che cappero avrà mai combinato questa vacca? Che mai avrà fatto di male? Perché ucciderla in questo modo? Perché proprio io sono stato scelto per questo incarico? Sono alcune delle domande che mi frullano per la mente.
– OK Renè, ma se posso sapere: che ha combinato Brunette?
– Uccida la vacca tenente, si fidi quella bestia è letale, molto pericolosa. Le, pardon, IL tran tran è una forma di morte molto pericolosa per l’umanità. Uccida la vacca tenente: senza remore, senza esitare. La faccia colare a picco per sempre. Auguri, buon 2021.
Eccomi qui, tutto solo “vis-à-mus” con Brunette dopo averla imbarcata nel punto indicato da Renè.
Guardo quella bestia, descritta come pericolosa e terribile.
A me pare mansueta, docile, tranquilla.
Mentre la sciolgo e le carezzo il muso lei mi guarda con occhi dolci e fiduciosi, seguendomi passo dopo passo nemmeno fosse un cane.
La conduco nella pesante gabbia di metallo e mentre chiudo la porta Brunette mi fissa in modo tale da farmi salire un groppo in gola.
Ci sono momenti nei quali le parole non contano, ci si capisce lo stesso e si intuiscono le intenzioni.
Mentre con la gru ammaino la gabbia poco sopra il livello del mare Brunette mi guarda con i suoi occhioni, ma non emette alcun suono, non un muggito, non un verso, nulla. Nonostante il freddo pungente e il pericolo per lei sia imminente.
La guardo per l’ultima volta.
Poi penso: Accidenti, per svegliarci dobbiamo davvero uccidere, in un modo così crudele, questa vacca all’apparenza così innocua e innocente?
Uccidete la vacca gente, uccidete la vacca: il 2020 è ormai al capolinea. Ciao ci si vede.
Buon 2021.
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Non mi è chiaro però il significato dell'uccisione della vacca, apparentemente innocente. Mi aspettavo che all'ultimo momento il militare rinunciasse ad ucciderla per pietà e che essa rivelasse un qualche potere assassino straordinario. Però, non succede... Forse è un capro espiatorio? Forse c'è qualche riferimento simbolico alla situazione che stiamo vivendo?
- Teseo Tesei
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Re: Uccidi la vacca
Ognuno di noi è libero di accoppare o lasciare in vita la propria, o meglio l'altrui, bovina.
Il riferimento simbolico è sulla falsa riga di un celebre racconto Zen e si riferisce esattamente a questo periodo.
Sono sempre molto ottimista e credo fermamente che nulla di quanto ci accade succeda per caso.
Il 2020 è stato per molti una mattanza forzata di vacche.
Non tutto il male viene per nuocere.
E se tutto questo è servito per uccidere vacche o per tenerci maggiormente con le antenne alzate, come dire: in prontezza operativa per futuri accadimenti, potremmo vederlo solo prossimamente.
Speriamo nel primo caso di vederne i benefici nel prossimo 2021 o attendiamo preparati prossimi accadimenti.
L'augurio è di un buon 2021 per tutti naturalmente.
https://www.youtube.com/watch?v=HTRHL3yEcVk
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Devi avere un rapporto particolare con gli animali in ogni caso perché quando ne parli, pur volendo dire altro, esprimi molta empatia. Brunette mi ha proprio commosso coi suoi occhioni. A me il racconto è piaciuto, buon 2021!
- Roberto Bonfanti
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Ma se c’è un momento adatto per verificare la possibilità è sicuramente questo.
E poi magari quella vacca non c’è neanche bisogno di ammazzarla, muore da sola.
Concordo, “vis-a-mus” è geniale!
Ciao Teseo, buon 2021!
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Re: Uccidi la vacca
Poi ho letto la storiella zen a cui fai riferimento e credo di aver capito il senso del racconto.
Bel testo, ironico e piacevole.
Colpo di genio l'espressione: “vis-a-mus”, mi ha fatto sorridere.
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Racconto surreale che prende spunto da un racconto Zen in cui regna sovrana la metafora.
La storiella Zen che credo abbia infinite varianti, da oggi anche quella tua con il tenente Fedele Obbediente (nomen omen).
Recita una delle tante varianti che il Maestro fu ospitato da dei poveri contadini che abitavano in un poverissimo villaggio. E questi, nonostante le difficoltà gli offrirono formaggio e latte.
Come mai, chiese il Maestro avete da mangiare.
Abbiamo una mucca che ci permette di sopravvivere, risposero loro.
Per farla breve, il Maestro, o chi per lui, ammazza la vacca.
Tempo dopo, quando torna al villaggio, invece di trovare i contadini ancora più poveri e disperati di prima, li trova ricchi.
La perdita dell'unica fonte di sostentamento li ha costretti a reinventarsi e gli è andata bene.
Questa la storiella Zen.
Esiste un modo di dire dalle nostre parti: a volte la mano che ti impedisce di affogare è quella che non ti permette di uscire dall'acqua.
Questo alla fine il succo del racconto di Teseo. Cerchiamo di metterci in salvo rinunciando a quell'aiuto che solo in apparenza ci consente di tirare avanti e che in realtà non è la soluzione, ma il problema.
Ma il racconto non dice né qual è la mano che ci impedisce di affogare né come uscire dall'acqua.
Ma forse quel nomen omen può dirci qualcosa.
Un caro saluto
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l'ho letta più volte e ho aspettato a commentare proprio perché volevo comprenderne il significato; sapevo che c'era ma non lo recepivo. grazie a voi ci sono arrivato.
non sono ottimista come te, purtroppo, per concordo che ogni cosa accade perché così deve essere, cosa che ho imparato col tempo, anche meditando.
a mio parere mancano un po' di virgole.
ma alla fine mi è piaciuto.
http://scrittoripersempre.forumfree.it/
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Re: Commento
Ciao gente, grazie per aver commentato, mi riprometto di rispondere a tutti appena mi sarà possibile.Francesco Pino ha scritto: 07/01/2021, 18:40 Non ho capito il personaggio di Renè Analyste. Perché è ubriaco? Come fa uno straniero a essere un agente dell'AISE?
Sono emerso per una bella boccata d'aria e posare i piedi sulla terraferma, ma devo tornare in immersione subito.
Brunette non mi dà tregua.
Francesco e anche Pino, ciao a tutti (Quale sarà il vero nome? ), non riesco a trattenermi dal rispondere alla tua curiosità.
La risposta, o meglio le risposte sono semplici: L'apparenza inganna.
In certi ambienti più d'altri.
Tuttavia non posso esimermi, più per il mio carattere arguto e burlone che per altre ragioni, dal rispondere molto volentieri alla tua domanda.
Il tuo assist è troppo invitante.
"Come fa uno straniero a essere un agente dell'AISE?"
Ma è semplicissimo : "En Italie les Français sont toujours à l'AISE".
Da noi si trovano sempre bene.
Scherzi e apparenza a parte, e qui il soggetto cambia, ... li vedresti a carpire info all'estero parlando solo in toscanaccio stretto come butteri maremmani?
Brunette, nome della vacca ha tutta un altra storia.
Ma qui mi tocca davvero lasciarti col dubbio.
Ciao a tutti.
Ci si legge.
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Re: Uccidi la vacca
Ho capito che in passato successe anche a me di dover uccidere la vacca. Mi andò bene e ringrazio anche adesso il coraggio (e l'incoscienza) che ebbi in quel momento.
Complimenti da
Francesco
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La Gara 15 - Risorse a piccoli sorsi
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Gara d'autunno 2021 - Babi Yar, e gli altri racconti
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L'arca di Noel
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Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
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collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
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La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
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