Europa
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Attivo i magneti plantari. I piedi si agganciano di colpo.
Direziono il sensore verso gli oblò laterali. Il campo magnetico di Giove non è udibile. La stazione è ben schermata.
Lo smunto alza gli occhi su di me «lei ha richiesto un trasferimento su Europa per poter svolgere la mansione di esobiologo» questo tizio ha bisogno di ultravioletto. «Vedo che ha lavorato per due laboratori su Marte. Mi faccia capire: perché ha mollato?»
Questi sanno quanto vengono finanziati gli studi di esobiologia? «Purtroppo la situazione economica non era delle migliori in quel periodo.»
Il grassone appoggia il tablet che aderisce con uno scatto metallico. «Quindi si trattava di una mera questione di soldi» sembra un pallone sonda in procinto di esplodere.
«La vita su Marte era particolarmente costosa, e onestamente i soldi fanno comodo a tutti, ma la mia è anche una aspirazione personale. Il mio più grande desiderio è studiare la vita su Europa.»
A tal risposta il terzo uomo si scosta dalla sua lettura. Mi fissa per un paio di secondi con occhi imperscrutabili, per poi tornare al suo documento. Potrebbe fare il giocatore di Poker.
Il grassone soffia sotto i baffi «da quello che abbiamo letto il suo corpo cibernetico è tutt’altro che in condizioni ottimali. Le riparazioni sono costose.»
L’azienda deve soppesare se investire su di me «certo, ne sono pienamente conscio, ma come potete vedere ho un curriculum di tutto rispetto. Ho anche lavorato con scienziati di ottima fama» indico i tablet «sono tutti scritti lì, nomi e cognomi. Chiamateli pure, mi faranno da referenza.»
L’uomo del poker mi osserva senza battere ciglio «lo faremo, se sarà necessario.» Come da buon giocatore d’azzardo, non si è sprecato in lunghi sproloqui. Continua fissarmi come se mi stesse facendo una scansione ai raggi X. Magari ha degli occhi cibernetici di ultima generazione e mi sta visionando le parti interne, anche se non ne comprendo lo scopo.
Lo smunto si gratta la tempia con fare distratto. «Va bene, valuteremo la sua candidatura. Le faremo sapere.»
«È almeno possibile avere un’idea della tempistica?»
Frase persa nello spazio. Si sganciano le cinghie e volteggiano fino all’uscita.
Alla fine si sono limitati più a guardarmi che a farmi domande. Nemmeno fosse un interrogatorio della polizia coloniale.
Mantengo gli elettromagneti attivi. Mi dirigo verso la porta alle mie spalle e imbocco il corridoio costellato da finestroni laterali che danno sullo spazio. Si vede Giove, sempre meraviglioso. Non mi stancherò mai di ammirarlo.
Entro nell’alloggio temporaneo e mi siedo su un divanetto vicino alla vetrata. I magneti dorsali si agganciano allo schienale. L’energia della ricarica fluisce nei miei sistemi. Chissà quanto dovrò attendere per il responso. Gli esaminatori son stati così gentili da non dirmelo.
La grande macchia gioviana mi fissa come un enorme e gelido occhio. Dicono che dentro a quel mostro ci sia una tempesta immensa, persino più grande della Terra. Sarebbe un’esperienza straordinaria gettarsi al suo interno, anche se sarebbe l’ultima.
Tamburello con le dite plastiche sullo schienale continuando a osservare lo spazio. Le attese mi snervano. Mando il corpo in stand by, tanto poi ci penseranno i messaggi a riattivarmi.
***
Un segnale acustico, qualcuno mi ha mandato un messaggio, lo apro e lo visualizzo tramite gli occhi.
“È pregato di recarsi nella stanza d’esame. La commissione.”
Guardo l’orologio interno: sono passate più di due ore.
Sgancio i magneti e mi alzo. Esco dalla stanza e m’incammino attraverso il panorama gioviano. La porta della saletta si apre scivolando.
Gli uomini della commissione sono già lì, issati alle loro cinghie di sicurezza.
L’uomo del poker mi scruta con i suoi occhi gelidi. «Sembra che alla fine avrà ciò che desidera, candidato.» La sua espressione è così marmorea da far pensare a un pessimo scherzo.
Mi volto verso l’uomo grasso per avere una conferma. «Ebbene sì. L’azienda ha deciso di concedervi la possibilità di andare su Europa.»
Lo smunto accenna un sorriso. «Congratulazioni candidato. Fate i bagagli. Partirete già domani per la stazione cibernetica. Lì avrete un nuovo corpo. Le arriverà un ulteriore messaggio con l’orario preciso e il luogo del lancio.»
***
Il rombo dei motori fa vibrare l’abitacolo. Le bianche distese di Europa si intravedono oltre l’oblò alla mia destra. I solchi sulla crosta ghiacciata la intagliano come fossero un intreccio di strade.
Uno scossone giunge dal fondo della navetta. «A tutti i passeggeri, qui è il capitano delle Jupiter. Siamo appena atterrati su Europa. La compagnia vi augura un buon soggiorno.»
Come fossimo qui per una vacanza. La maggior parte dei viaggiatori sono cyborg venuti qui per lavorare.
Sgancio la cintura e lo schienale magnetico. Attendo che tutti i passeggeri siano usciti. Mi alzo e procedo verso il portellone.
Una deserto gelido si staglia oltre la volta planetaria. Il cielo è pieno di stelle come su Callisto. Alcuni dicono che si veda tutta la galassia. Giove è sulla sinistra, visibile solo a metà, ma abbastanza d’essere grande come una montagna.
Supero la soglia e scendo la scaletta. Della neve si stacca dal ghiaccio e vola verso l’alto. Avevo sentito che qui nevica al contrario. Faccio un paio di passi in avanti e mi volto. La torre dello spazioporto si innalza dietro la navetta, illuminata come gli antichi fari marittimi.
Un ronzio arriva alle mie spalle. Un veicolo scoperto e senza passeggero sfreccia verso un altro cyborg in attesa. Egli monta e riparte verso l’ignoto. Mi domando quante colonie ci siano su questa luna. Altri mezzi si muovono in tutte le direzioni, alcuni vuoti, altri carichi.
Un segnale mi attraversa la testa. Un messaggio: “Buongiorno e ben arrivato. I suoi bagagli sono stati riposti dai nostri robot di servizio su un veicolo che arriverà a minuti. La porterà al nostro laboratorio dove un collega Senior la attende. La preghiamo di aspettare nel punto in cui si trova. Il suo transponder è già stato localizzato.”
***
Il laboratorio è grande circa dieci metri quadrati. Degli schermi sono fissati sul muro frontale dove sono presenti calcoli e schemi di batteri e alghe. Citoplasma, RNA e DNA. Parametri sulla salinità e acidità.
Sulla destra c’è una porta e alla sinistra delle apparecchiature di analisi molto simili a quelle che usavo su Marte. Centrifughe, fiale, dispositivo laser e super microscopi. Non è cambiato tanto da allora.
«Buongiorno. C’è nessuno?»
Un rumore di passi proviene dalla stanza a fianco. La porta scorre di lato. Un cyborg identico a me mi guarda e sorride oltre la soglia «salve, lei dev’essere il Novellino.» Ha la voce sottile e metallica.
Appoggio la borsa per terra «salve a lei. Immagino che sia il mio tutor.»
«Esobiologo Senior, per l’esattezza» la sua smorfia e il suo corpo sono statici, come un manichino.
«Certo… e… immagino che dovrà illustrami il laboratorio, sempre se non ha altro lavoro da terminare. In questo caso attenderò.»
«Ho sempre lavoro da ultimare signor Novellino.» La sua espressione comincia a diventare irritante. Che abbia problemi di blocco facciali?
«Va bene, allora—»
«Venga, mi segua, le mostro il suo alloggio.»
Cominciamo bene. Dovrò lavorare con uno svalvolato.
Lo seguo nell’altra stanza, un piccolo magazzino pieno di cianfrusaglie, mi chiedo che se ne fanno. Raggiungiamo un ascensore sulla destra, entriamo. Non ci sono tasti, solo un pannello digitale. Il Senior appoggia il palmo e cominciamo a salire. Secondo piano. Mi trovo davanti a un corridoio metallico. Siamo in un albergo spaziale?
Camminiamo fino alla terza porta e ci fermiamo.
Il Senior si volta verso di me. Il sorriso è scomparso, ora è del tutto inespressivo. Comincio davvero a pensare che dentro quella testa ci sia un cervello artificiale «eccoci Novellino. Il tuo codice è già abilitato a questa stanza. Riposati. Domani sarà un bel giorno per pescare.»
Pescare? «Immagino sia un modo per dire che provvederemo ad analizzare le acque, giusto?»
Il Senior inclina la testa e sbatte gli occhi. Mi sta prendendo per il culo, era meglio se stavo zitto.
Si volta e procede verso l’ascensore, nemmeno un saluto.
Metto la mano sul pannello e entro. L’alloggio è grande come il laboratorio di sotto. Sulla destra c’è un finestrone, almeno ho una bella vista. A sinistra ci sono un letto e una scrivania con un monitor e una tastiera digitale. Di fronte c’è una piccola cucina con tanto di sedie per pranzare. Non mi servirà a molto ma almeno potrò preparare il siero nutritivo.
È chiaro che questi alloggi non gli hanno pensati solo per i cyborg. Sanno molto di umano.
Appoggio la borsa sul letto e mi affaccio alla vetrata. La bianca distesa gelida si perde oltre l’orizzonte. Se tutto va bene, domani già potrò scendere sotto quella calotta ghiacciata e cominciare a scoprirne i segreti.
***
Il montacarichi scende nel ghiaccio, la catena scricchiola con un rumore metallico. Senior è in piedi alla mia destra mentre visiona un tablet. La piastra ha dei frequenti scossoni ma il mio compagno di viaggio non se ne cura.
Una comunicazione da remoto si attiva nella mia testa «Buongiorno cari colleghi, qui è il Capo spedizione che vi parla. Tra poco arriverete sul fondo della fossa e dovrete prelevare dei campioni d’acqua. Novellino, ci penserai tu. Mentre il tuo collega comincerà a campionarli e analizzarli sul posto. Un analisi più approfondita sarà poi fatta in laboratorio.»
La voce dev’essere in condivisione. Fino a ora non ho comunicato a distanza in tempo reale. Senior non si è mosso, è chiaro che ormai queste cose sono routine per lui.
«Altra cosa: qui mi rivolgo a te, Novellino. Non fare cazzate. Ho letto la tua scheda e sembra che spesso vuoi strafare. Fai ciò che devi e poi rientrate alla base.»
La voce del Capo sembra più umana rispetto a quella di Senior.
Il montacarichi arriva al suolo con uno scossone. Di fronte c’è il laghetto sotterraneo, nero come la pece. Senior si avvia verso le apparecchiature d’analisi poste a destra della fossa. Dei grossi riflettori sono posizionati alla nostre spalle e illuminano il ghiaccio facendolo brillare con uno sfarfallio. Mi avvicino all’acqua e estraggo il dispositivo di prelievo. Mi chino sul margine. Oltre lo specchio non si vede nulla, buio totale. Prelevo un campione. La capsula della siringa scivola dentro l’avambraccio.
Senior si gira verso di me con volto statuario «preleva almeno cinque campioni. Devo fare analisi distinte.»
«Vuoi bombardare il liquido con vari tipi di radiazioni?»
Nessuna risposta. Va bene che sono l’ultimo arrivato, ma non mi piace essere trattato come un coglione.
Una forte vibrazione scuote la caverna. Perdo un attimo l’equilibrio e mi assesto. Senior si guarda in torno. Stavolta la cosa lo ha sorpreso.
«Sembra ci sia stato un movimento interno alla crosta ghiacciata, una violenta forza di marea. È molto strano, questa zona è sempre stata molto tranquilla. Si vede che questa luna è ancora un mistero. Vi consiglio di prendere i campioni e risalire. Faremo le analisi in laboratorio.»
Il capo ha paura, non vuole rischiare. Attivo la siringa e la immergo, prelevo un secondo campione. Lo scossone si ripete, le pareti scricchiolano. Il ghiaccio si spacca. Alcuni piccoli pezzi finiscono nella pozza, altre sul terreno. Aumenta di intensità.
«Andatevene! Sto rivelando un geyser a un centinaio di metri da voi. Fate presto.»
Alzo la testa. La gola si sgretola. Una serie di pezzi acuminati colpiscono senior che comincia a indietreggiare come un ubriaco. Mi avvicino per afferrarlo. Troppo lontano. Cade a rotoloni fino alla pozza per poi sparire nell’acqua scura.
Enormi blocchi precipitano. Mi sposto verso il montacarichi ma i frammenti mi colpiscono ovunque. Uno mi prende la testa, barcollo e perdo l’equilibrio. Crollo all’indietro sul terreno gelido. I detriti mi sommergono e mi bloccano al suolo.
«Ragazzi! Vi sto mandando dei droni di soccorso. Resistete.»
Senior è sprofondato e non riemerge. È chiaro che abbia ricevuto dei danni.
Non riesco a muovermi. Attivo la batteria al massimo per aumentare il calore.
«Cosa stai facendo Novellino? Resta dove sei e attendi i soccorsi. Esaurirai la tua energia in un lampo.»
Sollevo le braccia. Il ghiaccio scricchiola. Faccio forza e il tutto si spezza. Alzo il busto e libero anche le gambe. Il corpo è incandescente. Abbasso la temperatura.
Mi avvicino alla pozza, i detriti continuano a cadere. Mi tuffo nell’acqua scura.
Le correnti mi spostano con forza, non riesco a mantenere una direzione stabile. Attivo i propulsori subacquei e il sensore termico. Una chiazza arancione compare sul fondo. Parto a massima velocità. Senior è riverso immobile su un pilastro bianco, deve essersi incagliato, una fortuna direi.
Mi avvicino. Mi sta guardando ma non si muove. Attivo un canale privato.
«Mi senti? Ora cercherò di trasportarti in superficie.»
Senior fa un debole cenno di dissenso con la testa «vattene Novellino. Dovevi seguire le indicazioni del capo. Stai consumando una montagna di energia.»
Il suo modo di parlare ora è più umano. È terrorizzato.
Lo afferro per le spalle, le correnti continuano a scuoterci. Aggancio il supporto vitale al mio. È messo male. Deve aver sbattuto sul blocco di ghiaccio per colpa della corrente.
Tiro e lo stacco dalla parete. Mi volto e spingo i propulsori verso la luce in alto.
Un cavo metallico scende dalla buca, devono essere i soccorsi.
Senior è immobile come un manichino, forse con una scarica interna riesco a riavviarlo. Mando un impulso, il corpo comincia a muoversi.
«Sei fuori di testa? Stai dando fondo a tutto quello che hai.»
«Fidati, ho un piano.»
La batteria è al cinque per cento, non ho più niente. Posiziono Senior di fronte a me, in direzione del cavo. Mando un’altra scarica più forte e spingo con tutta la forza che mi rimane nelle braccia. Senior si stacca e vola verso l’apertura, si gira e afferra il cavo di traino. Sale in superficie.
Batteria esaurita. Il propulsore si è spento, non ho più luce se non il flebile puntino della buca ormai troppo lontana. Sono in balia delle correnti. Sprofondo nel buio. Non arrivano comunicazioni da nessuno. O mi hanno abbandonato oppure sono troppo lontano. Fa niente, è stata una mia scelta.
Delle piccole luci compaiono dalle tenebre. Alcune mi passano davanti agli occhi: sono polipi. Altri esseri luminescenti mi circondano. Alghe, meduse e creature simili a calamari. Il foro nel ghiaccio è ormai scomparso. Sprofondo sempre di più nella silenziosa oscurità. Provo a muovermi, non c’è verso. Mi restano solo il supporto vitale e i sensi base, forse solo la vista. Almeno posso ammirare questi esseri. È come se le forme di vita che popolano questo immenso oceano mi portassero con loro, verso il fondo di questa luna gioviana, verso il cuore Europa.
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Ad ogni modo il racconto è costruito bene e il contesto descritto è interessante, però si poteva spremere di più probabilmente.
Re: Europa
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Re: Europa
Re: Europa
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commento a Europa
Per esempio un incontro inatteso con un ex collega di Marte che evoca fatti segreti e minaccia di mettergli i bastoni nelle ruote. Solo un'idea, non sono un esperto di fantascienza. Ho letto solamente la trilogia di Asimov e poco altro.
Il finale non lo cambierei.
Un paio di refusi banali:
apparecchiature di analisi molto simile … molto simili
Tiro a lo stacco dalla parete - tiro e lo stacco dalla parete
Si legge volentieri. Lo stile è scorrevole. voto 3
Re: commento a Europa
Grazie del commento. Immaginavo che la storia non fosse nulla di che agli occhi di un lettore esterno. Ormai era andata e non volevo buttare via tutto. Forse mi sono concentrato più sui dettagli fantascientifici piuttosto che sul patos. Considera che io sto puntando molto sullo stile, per migliorarlo, trascurando forse gli intrecci.Alberto Marcolli ha scritto: ↑13/07/2021, 15:58 Salvo il finale, il racconto è una semplice cronaca dei fatti. Servirebbe animarlo con qualche colpo di scena. Qualche imprevisto che scardini il corso degli eventi monotonamente descritti. Il protagonista dovrebbe incontrare più ostacoli sul suo commino facendo temere che su Europa potrebbe anche non arrivarci mai.
Per esempio un incontro inatteso con un ex collega di Marte che evoca fatti segreti e minaccia di mettergli i bastoni nelle ruote. Solo un'idea, non sono un esperto di fantascienza. Ho letto solamente la trilogia di Asimov e poco altro.
Il finale non lo cambierei.
Un paio di refusi banali:
apparecchiature di analisi molto simile … molto simili
Tiro a lo stacco dalla parete - tiro e lo stacco dalla parete
Si legge volentieri. Lo stile è scorrevole. voto 3
PS: grazie per le segnalazioni dei refusi. Mi sono sfuggiti.
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Re: Commento
Grazie per il commento e per il voto.Andr60 ha scritto: ↑14/07/2021, 13:04 Racconto interessante che riesce a dare una buona descrizione dell'ambiente alieno nel quale il protagonista si trova. Si vede che in origine era parte di un racconto più articolato, e so per esperienza quanto possa essere difficile tagliare o ampliare certe parti per armonizzare il tutto.
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Commento Europa
Re: Commento Europa
Tranquilla, un tre va benissimo considerato che non è il tuo genere. Per quanto riguarda lo "sfogo" ci sta in fondo, è da quello che ho capito non era rivolto solo al mio racconto. Più che un messaggio potrei dire che c'è un tema, che è la voglia del protagonista di cambiare vita, anche se comprendo che non sia venuto fuori così bene. Non sei la prima a far notare una certa freddezza e poco pepe al racconto. La trama ricalca la tematica di base, cercando però di filtrarla attraverso un personaggio non completamente umano. Difficile sicuramente. Questo racconto nel mio caso è un esercizio di scrittura immersiva che sto cercando di padroneggiare, tecnica non facile e disastrosa se fatta male. C'è tutto uno studio dietro abbastanza elaborato, ma che, come detto prima, non funziona del tutto se non la si padroneggia veramente bene, e ci vorrà tempo e costanza. Cimentarmi in questo stile e usare un punto di vista del genere può essere anche un'azzardo.Eleonora2 ha scritto: ↑24/07/2021, 21:27 ::Mi sembra di ripetermi. Qui entra il gusto personale. la Fantascienza non mi fa strappare i capelli o, per lo meno, non mi piace da impazzire. Farò una precisazione: non mi piace questo genere di Fantascienza. Non c'è una trama, non c'è uno spunto di riflessione se non nel titolo. Non è breve. La divisione certo non aiuta. Trovo che, in generale, non si abbia voglia di fare fatica. Tutti sappiamo scrivere, tutti usiamo bene i dialoghi, tutti non siamo professionisti ma non andiamo oltre. Trasmettere o comunicare? Non interessa. Non leggiamo e non andiamo avanti. Scusa lo sfogo. Tempo maledetto! Non si ferma mai. Non c'è considerazione per il lavoro altrui. Mi ci metto anch'io in questo bel quadretto. Il mio voto è un 3.
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Re: Europa
Re: Europa
Spero sia ironico XD. No comunque non voglio smentire nessuno. Era solo una spiegazione del racconto che ovviamente non è completamente passata. Un grave errore della scrittura è proprio il dover dare spiegazioni postume, dovrebbero arrivare da sole semplicemente leggendo. Su questo posso dire d'esser caduto.
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La descrizione dei tre esaminatori, mi sembra un pò "finta", ev. si può dare più spazio.
"questo tizio ha bisogno di ultravioletto." Non lo capisco, sicuramente perché sono ignorante, ma se vuoi far capire un pò a tutti e non solo chi già ne capisce ci potrebbe stare una spiegazione in più.
I dialoghi e i pensieri del protagonista mi sembrano a tratti esageratamente "grezzi".
"A tal risposta il terzo uomo si scosta dalla sua lettura."
non mi suona bene
«sono tutti scritti lì, nomi e cognomi. Chiamateli pure, mi faranno da referenza.»
da referenti mi suona meglio
"Un segnale acustico, qualcuno mi ha mandato un messaggio, lo apro e lo visualizzo tramite gli occhi."
Si può dire in un altro modo? es.: il messaggio proiettato sul retro degli occhi
"Gli uomini della commissione sono già lì, issati alle loro cinghie di sicurezza."
Issati alle mi suona male
"Mi volto verso l’uomo grasso per avere una conferma. «Ebbene sì. L’azienda ha deciso di concedervi la possibilità di andare su Europa.»"
non capisco la forma plurale
"Uno scossone giunge dal fondo della navetta. «A tutti i passeggeri, qui è il capitano delle Jupiter."
È più di una Jupiter? una flotta? o si deve mettere al singolare
"Sgancio la cintura e lo schienale magnetico."
secondo me insisti un pò troppo sul fatto che si aggancia tramite magneti
"Giove è sulla sinistra, visibile solo a metà, ma abbastanza d’essere grande come una montagna."
questa frase penso vada riformulata
"Un ronzio arriva alle mie spalle."
mi suona male
"Dovrò lavorare con uno svalvolato."
Non capisco bene perché, solo per l'espressione facciale? forse manca qualche elemento
"È chiaro che questi alloggi non gli hanno pensati solo per i cyborg."
Argh "gli hanno pensati"
"Senior è sprofondato e non riemerge. È chiaro che abbia ricevuto dei danni."
non mi convince "che abbia".. È chiaro come abbia, è chiaro che ha? probabilmente mi sbaglio
"Aggancio il supporto vitale al mio."
il suo supporto vitale al mio?
"Senior è immobile come un manichino, forse con una scarica interna riesco a riavviarlo."
Cambierei similitudine
Delle piccole luci compaiono dalle tenebre. Alcune mi passano davanti agli occhi: sono polipi. Altri esseri luminescenti mi circondano. Alghe, meduse e creature simili a calamari. Il foro nel ghiaccio è ormai scomparso. Sprofondo sempre di più nella silenziosa oscurità. Provo a muovermi, non c’è verso. Mi restano solo il supporto vitale e i sensi base, forse solo la vista. Almeno posso ammirare questi esseri. È come se le forme di vita che popolano questo immenso oceano mi portassero con loro, verso il fondo di questa luna gioviana, verso il cuore Europa.
il cuore di Europa
Questo finale mi piace molto e aumenta il valore di tutto il racconto, ai miei occhi.
Tornando a ciò che dicevo all'inizio penso si potrebbe o accorciare o arricchire il testo, propenderei per la seconda ipotesi. Va inoltre secondo me curato di più a livello formale, le mie considerazioni sono da prendere per quello che sono, spero ti possano essere utili o cestinate, forse sono una serie di "boiate"
Al momento mi sento di dare come voto 3, perché ci sono diverse cose che non mi convincono del tutto, però ci vedo tanto approfondimento e anche delle belle immagini.
Re: Commento
Ho aggiunto tra parentesi alcune precisazioni, che ovviamente non vogliono dire che sei tu a non comprendere il testo, perché se c'è una cosa che ho imparato è che se il testo non viene compreso è sempre colpa dello scrittore, non del lettore. Ovviamente esiste il target di riferimento. Probabilmente altre persone che l'hanno letto non hanno avuto le stesse perplessità che hai avuto perché più "abituati" alla fantascienza futuristica. Detto questo, grazie del feedback e del voto. Il mio era anche un esperimento.Selene Barblan ha scritto: ↑30/07/2021, 18:07 Ho trovato il racconto molto descrittivo; questo aspetto è, forse stranamente, sia un punto positivo che negativo. Con questo voglio dire che nella lunghezza del testo prende molto spazio rubandone all'azione, che risulta un pò più evanescente. Almeno lo è stato per me. Ci sono poi diverse cose che modificherei/riconsidererei:
La descrizione dei tre esaminatori, mi sembra un pò "finta", ev. si può dare più spazio.
"questo tizio ha bisogno di ultravioletto." Non lo capisco, sicuramente perché sono ignorante, ma se vuoi far capire un pò a tutti e non solo chi già ne capisce ci potrebbe stare una spiegazione in più.
(perché è smunto, che secondo il vocabolario significa anche pallido. Ho usato il termine ultravioletto per dare un senso di scientifico.)
I dialoghi e i pensieri del protagonista mi sembrano a tratti esageratamente "grezzi".
"A tal risposta il terzo uomo si scosta dalla sua lettura."
non mi suona bene
«sono tutti scritti lì, nomi e cognomi. Chiamateli pure, mi faranno da referenza.»
da referenti mi suona meglio
"Un segnale acustico, qualcuno mi ha mandato un messaggio, lo apro e lo visualizzo tramite gli occhi."
Si può dire in un altro modo? es.: il messaggio proiettato sul retro degli occhi
(questa è stata molto difficile da gestire, comprendo la perplessità).
"Gli uomini della commissione sono già lì, issati alle loro cinghie di sicurezza."
Issati alle mi suona male
"Mi volto verso l’uomo grasso per avere una conferma. «Ebbene sì. L’azienda ha deciso di concedervi la possibilità di andare su Europa.»"
non capisco la forma plurale (intendi sul Concedervi? Da del lei, però forse son caduto male perché a pensarci bene i tizi non lo rispettavano granché prima).
"Uno scossone giunge dal fondo della navetta. «A tutti i passeggeri, qui è il capitano delle Jupiter."
È più di una Jupiter? una flotta? o si deve mettere al singolare (è un refuso, doveva essere singolare, mi sono accorto ora).
"Sgancio la cintura e lo schienale magnetico."
secondo me insisti un pò troppo sul fatto che si aggancia tramite magneti (mi ero reso conto, è stata una scommessa/esperimento).
"Giove è sulla sinistra, visibile solo a metà, ma abbastanza d’essere grande come una montagna."
questa frase penso vada riformulata
"Un ronzio arriva alle mie spalle."
mi suona male
"Dovrò lavorare con uno svalvolato."
Non capisco bene perché, solo per l'espressione facciale? forse manca qualche elemento
(intendevo per i suoi comportamenti anomali. Prima gli dice che era impegnato ma poi acconsente senza problemi a guidarlo verso la stanza. Forse non è riuscita).
"È chiaro che questi alloggi non gli hanno pensati solo per i cyborg."
Argh "gli hanno pensati" (non l'ho capita).
"Senior è sprofondato e non riemerge. È chiaro che abbia ricevuto dei danni."
non mi convince "che abbia".. È chiaro come abbia, è chiaro che ha? probabilmente mi sbaglio
"Aggancio il supporto vitale al mio."
il suo supporto vitale al mio? (ha un cavo simile a uno spinotto con cui può condividere il supporto vitale. Forse solo in fan della fantascienza lo capiscono subito. Magari è un concetto troppo di nicchia).
"Senior è immobile come un manichino, forse con una scarica interna riesco a riavviarlo."
Cambierei similitudine
Delle piccole luci compaiono dalle tenebre. Alcune mi passano davanti agli occhi: sono polipi. Altri esseri luminescenti mi circondano. Alghe, meduse e creature simili a calamari. Il foro nel ghiaccio è ormai scomparso. Sprofondo sempre di più nella silenziosa oscurità. Provo a muovermi, non c’è verso. Mi restano solo il supporto vitale e i sensi base, forse solo la vista. Almeno posso ammirare questi esseri. È come se le forme di vita che popolano questo immenso oceano mi portassero con loro, verso il fondo di questa luna gioviana, verso il cuore Europa.
il cuore di Europa
Questo finale mi piace molto e aumenta il valore di tutto il racconto, ai miei occhi.
Tornando a ciò che dicevo all'inizio penso si potrebbe o accorciare o arricchire il testo, propenderei per la seconda ipotesi. Va inoltre secondo me curato di più a livello formale, le mie considerazioni sono da prendere per quello che sono, spero ti possano essere utili o cestinate, forse sono una serie di "boiate"
Al momento mi sento di dare come voto 3, perché ci sono diverse cose che non mi convincono del tutto, però ci vedo tanto approfondimento e anche delle belle immagini.
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Re: Commento
Grazie, hai chiarito bene alcuni punti, alcune incomprensioni derivavano da una mia ignoranza o da una mia non sufficiente attenzione.Synbios ha scritto: ↑30/07/2021, 20:13 Ho aggiunto tra parentesi alcune precisazioni, che ovviamente non vogliono dire che sei tu a non comprendere il testo, perché se c'è una cosa che ho imparato è che se il testo non viene compreso è sempre colpa dello scrittore, non del lettore. Ovviamente esiste il target di riferimento. Probabilmente altre persone che l'hanno letto non hanno avuto le stesse perplessità che hai avuto perché più "abituati" alla fantascienza futuristica. Detto questo, grazie del feedback e del voto. Il mio era anche un esperimento.
Rispondo solo al punto dove non hai capito il mio appunto (scusa il gioco di parole) quando parli degli alloggi dovresti scrivere, penso, non “li” hanno pensati solo per i cyborg e non “gli” hanno pensati.
Comunque non sono proprio al cento per cento sicura del fatto che se un testo non viene compreso la colpa sia dello scrittore; spesso siamo troppo superficiali o il livello di attenzione di quel momento non è sufficiente, mi è capitato diverse volte di rileggere in un secondo momento un testo e capirlo molto meglio. E credo sia una cosa che non succede solo a me..
Buona continuazione intanto!
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lo stile è buono e la scrittura scorrevole, le descrizioni sono discrete.
però è pieno di errori e refusi di vario genere. mancano molte maiuscole e la punteggiatura è da rivedere, soprattutto nella prima parte.
rivedrei un poco anche la formattazione del testo.
complimenti per l'idea.
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Re: Commento
Grazie del feedback e grazie dell'apprezzamento come del voto (ti ho scoperto ). Per quanto riguarda il racconto completo in effetti non l'ho divulgato. Non è che sia tanto più lungo a dire il vero, diciamo che c'è un corpo centrale nel racconto di maggior approfondimento di una tematica legata all'inizio. Comunque in caso vedrò cosa posso fare.Temistocle ha scritto: ↑25/08/2021, 19:21 Da amante della fantascienza devo dire che il racconto mi è piaciuto. Mi sono piaciute le reazione 'umanizzate' dei cyborg e la narrazione lineare, senza salti o voli pindarici. Senza essere didascalico hai saputo spiegare alcune situazioni, facendo vivere il lettore in prima persona. Ho letto in un precedente commento che questo fa parte di un racconto più lungo: sarebbe possibile leggerlo? C'è un link dove trovarlo? Grazie.
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Re: Commento
Grazie a te!Synbios ha scritto: ↑26/08/2021, 18:17 Grazie del feedback e grazie dell'apprezzamento come del voto (ti ho scoperto ). Per quanto riguarda il racconto completo in effetti non l'ho divulgato. Non è che sia tanto più lungo a dire il vero, diciamo che c'è un corpo centrale nel racconto di maggior approfondimento di una tematica legata all'inizio. Comunque in caso vedrò cosa posso fare.
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Per farci intendere che il protagonista non era un umano hai dovuto usare degli stratagemmi, a mio parere potevano essere molti meno, ne bastavano un paio per capire.
Questo potrebbe essere davvero una parte di un lavoro più lungo, intendi lavorarci su ancora un po'? Se così fosse lo leggerei volentieri.
Re: commento
Grazie del feedback e dell'apprezzamento. La soddisfazione è ancor maggiore sapendo che non sei un'appassionata di fantascienza, sono contento. Per quanto riguarda il metterci mano in futuro diciamo che non è tra i progetti, ma esiste, come avrai già letto, una versione leggermente estesa, ma ti avviso che questa parte aggiunta tende, almeno secondo me, ad essere molto da "appassionati". Se poi sei curiosa fammi sapere.Stefyp ha scritto: ↑05/09/2021, 14:31 Non sono un'amante della fantascienza, ma ho gradito il tuo lavoro. A circa metà del racconto è arrivata una telefonata e ho dovuto interrompere la lettura, ma mi è spiaciuto perché ero curiosa di vedere la conclusione. Direi che questo è un valore aggiunto. Trovo lo stile gradevole e lineare anche se con qualche imprecisione. Alcune delle quali te le hanno già segnalate. Io aggiungerei solo questo: consumando una montagna di energia, cambierei montagna.
Per farci intendere che il protagonista non era un umano hai dovuto usare degli stratagemmi, a mio parere potevano essere molti meno, ne bastavano un paio per capire.
Questo potrebbe essere davvero una parte di un lavoro più lungo, intendi lavorarci su ancora un po'? Se così fosse lo leggerei volentieri.
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Ho notato un evoluzione nei processi cognitivi del protagonista che all'inizio appare più umano che alla fine.
Si vede che l'autore si è documentato sull'ambiente e anche la fisica utilizzata mantiene una buona credibilità.
Ho una domanda però: il protagonista è nato umano, giusto? Ricorda le sua vita da umano o no?
Devo dire che mi è piaciuto questo testo di fantascienza. Quanto alla trama, trovo che la parte di azione sia un po' troppo veloce, ma intensa. E' quasi un episodio a parte rispetto al resto delle scene mostrate.
Spero di rileggerti presto.
Gara d'Estate 2021 Sorriso di Rondine
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La Gara 1 - I 7 vizi capitali
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Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2018 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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GrandPrix di primavera 2023 - Vento (a Susette) - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
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Storie Gotiche, del Terrore e del Mistero
antologia di opere ispirate alla paura dell'ignoto
Nella ricerca di un tema che potesse risultare gradito a più autori, ci è sembrato infine appropriato proporre un'antologia di opere il cui fattor comune fosse il brivido. Un termine per molti versi ingannevole, almeno quanto lo sono certe credenze e immagini che la ragione volutamente ignora, o perfino deride. Eppure, l'ignoto ci aspetta al varco, silenzioso e paziente, per catapultarci nello strapiombo degli incubi o nel vortice di ansie e desideri repressi.
A cura di Roberto Virdo'.
Contiene opere di: Ida Dainese, Francesca Paolucci, Marcello Rizza, Fausto Scatoli, Annamaria Ricco, Francesco Cau, Valentino Poppi, Mario Flammia, Essea, Umberto Pasqui, Enrico Teodorani, Roberto Masini, Maria Perrella, Giacomo Baù, Eliseo Palumbo, Selene Barblan, Stefano Bovi, Ibbor OB, Andrea Teodorani, Simona Geninazza, Lidia Napoli, Mario Malgieri, Michele Silvi, Ida Daneri, Alessandro Mazzi.
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Biblioteca labirinto
Cinque scaffali di opere concatenate per raccontare libri, biblioteche e personaggi letterari
Riportare la lettura e la biblioteca al centro dell'attenzione dovrebbe essere un dovere di ciascuno di noi. Se in qualche misura ci riesce una raccolta di racconti non si può che gioirne, nella speranza che possa essere contagioso, come deve esserlo tutto ciò che ci spinge a riflettere e a interrogarci sull'essenza del nostro esistere.
A cura di Lorenzo Pompeo e Massimo Baglione.
introduzione del Prof. Gabriele Mazzitelli.
Contiene opere di: Alberto De Paulis, Monica Porta, Lorenzo Pompeo, Claudio Lei, Nunzio Campanelli, Vittoria Tomasi, Cristina Cornelio, Marco Vecchi, Antonella Pighin, Nadia Tibaudo, Sonia Piras, Umberto Pasqui, Desirée Ferrarese.
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FEMILIA - abbiamo sufficienti riserve di sperma
In seguito a un'escalation di "femminicidi", in tutto il mondo nasce il movimento "SupraFem", ovvero: "ribellione delle femmine che ne hanno abbastanza delle violenze dei maschi". La scintilla che ha dato il via al movimento è scattata quando una giornalista ben informata, tale Tina Lagos, ha affermato senza mezzi termini che "nei laboratori criogenici di tutto il mondo ci sono sufficienti riserve di sperma da poter fare benissimo a meno dei maschi. Per sempre!". Le suprafem riescono ad avere un certo peso nella normale vita quotidiana; loro esponenti si sono infatti insediate in numerosi Palazzi, sia politici che economici, e sono arrivate al punto di avere sufficiente forza da poter pretendere Giustizia.
Copertina di Riccardo Simone
di Mary J. Stallone e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.