Il cavaliere della Luna
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Il cavaliere della Luna
“La morte del cuore segna la rinascita della vita”.
Le stille bagnano la candida erba che danza e fruscia al soffio del vento proveniente da terre lontane, da Nord; Sinfeno, gli occhi stanchi e le membra doloranti, si volta verso le montagne alle sue spalle. L’ultimo scontro è stato il più duro, il più complicato: sofferenza per ogni colpo ricevuto, gaudio per ogni stoccata sferrata. Sembrava una lotta eterna contro forze disumane, laddove dominano istinto, amore, irrazionalità. Una danza infinita, in cui i dolci sentimenti lasciavano spazio alla crudeltà della collera, della gelosia e del rancore. Entità mostruose, ma effimere, imbrigliate dal candore di un amore dalle parvenze imperiture. Meraviglia epigona di ogni realtà, che ben presto venne divorata dallo spettro idealizzante di un sogno andato oltre l’umana concezione.
Sì….
Sinfeno aveva plasmato dentro di sé l’immagine di una mortale, sottraendola alla Verità razionale, per poi mutarla in fantasia immortale e divina capace di appagare ogni categoria del suo Spirito. Tragico errore, figlio dell’essenza da Cavaliere con cui è stato marchiato sin dalla nascita: una maledizione. Alza lo sguardo e fissa la Luna, Protettrice della luce che squarcia l’Oscuro vincolo degli Abissi. In quel preciso istante, il ruggito titanico del passato lo fa trasalire sino a tramortirlo. Sinfeno lascia cadere la spada e s’inginocchia. Abbassa il capo; serra le palpebre. Lacrime lucenti lo avvolgono, bagnando una distesa di vicini tulipani che, per magia, si colorano di bianco. La purezza del cuore, però, nulla può contro la forza del destino, infausto, crudele, ingiusto. I ricordi diventano all’improvviso linfa per l’oblio oscuro che avanza, mentre all’orizzonte nuvole grigie portano in grembo mille tuoni pronti ad uccidere.
Corpo…
Mente…
Anima…
Sinfeno, con le guance ancora imperlate, afferra la sua spada, e l’incisione s’illumina allo schioccar di un fendente nel vuoto. Poi il grido interiore di un Cavaliere ancora in piedi, piegato ma non ancora abbattuto.
Non mi arrenderò mai!
Nessuna replica, nessun rimbombo di tuono.
Solo...
…Un turbine impetuoso che s’infrange sul petto del Cavaliere, scagliandolo nelle vastità insanguinate della sua ultima lotta. Il potere delle memorie, ultimo baluardo prima della follia più completa.
Al suo destarsi, Sinfeno si ritrova sulla cima di un’alta scogliera. Le onde spumose fiaccano le pareti della nuda roccia; il fragore del mare echeggia severo per tutto lo scenario, quasi ad infrangere le dimensioni immense dell’universo. Era un vicolo cieco, impossibile da superare. L’unica via di scampo? Gettarsi tra le agitate braccia di quelle acque tormentate. Col coraggio in una mano e l’elsa della sua arma nell’altra, Sinfeno si tuffa, scinde l’aria in miliardi di molecole consegnate agli ululati del vento e trapassa l’oscurità del mare. Nessun abbraccio liquido: solo densa pece che lo intrappola, lo avviluppa. Lo sommerge. Strana reminiscenza, frammento sfuggito alla logica del tempo passato. Il Cavaliere si guarda attorno: alberi spogli, rachitici residui di una natura inferma; putridi cadaveri che ciondolano al gracchiar di cornacchie svolazzanti; fantasmi di un’umanità tartassata dalla falsità che urlano la loro fede all’empietà del bene abbruttito dal dolore. Infine, al di là di un’alta muraglia di rovi e morti aggrovigliati tra loro, scorge una flebile luce, un raggio di speranza. Sinfeno prova a camminare, compie uno sforzo immane. Col cuore. Con l’anima. La spada della Luna, infusa della stessa energia di chi la possiede, emana un bagliore verde. La forza del sentimento vìola le catene di quel nulla; eppure qualcosa ancora lo trattiene. Una voce cavernosa, tenebrosa, ma calma:
Dannazione e sofferenza ti attendono oltre i confini di ciò che conosci...
L’ambiente s’infiamma all’istante per poi spegnersi di colpo. Una cascata di plumbea cenere accarezza l'obbrobrio di quel creato ignorato persino da Dio; Sinfeno ne sfiora un fiocco che si scioglie all’istante. La morte non incontra la vita: la sotterra.
Non importa! Per Lei attraverserei gli eoni di tutti i tempi e affronterei gli abomini di ogni esistenza… di ogni realtà… e i sogni riempiranno il fiore del nostro amore!
Il Cavaliere della Luna grida, sbraita, inveisce contro gli echi del fato maledetto. Corre, s’abbatte contro le nefaste creature affettando senza pietà per poi arrestarsi. Si piega per l’ennesima volta. Grande è la fatica, immense le ferite che lo divorano incessantemente.
NO! NON ADESSO!
L’uomo evoca quel poco che gli resta; la luce all’orizzonte diventa sempre più tenue. Sinfeno fissa il baluginare smeraldino della lama. Nessuna scelta: solo in lei è riposta la vittoria. Trafigge se stesso al petto; sangue nero sgorga da ogni orifizio; a mani giunte, capo chino e all’estremo di tutte le pene, recita una triste litania:
“O cara Luna che guidi il mio cammino
sacrifico me stesso e consegno la mia vita a te
per l’eternità e oltre.
Luce di ciò che fu e di ciò che sarà…”.
La lama affonda ancora di più; Sinfeno vomita grumi impastati dal tormento interiore; indomito, prosegue:
“...Dai al tuo fedele servitore
Acqua e pane per sfamare il corpo,
Resta alta nel cielo, ma ti prego
Irradia il mio essere di nuova vita
Affinché possa io compiere il Sogno…”.
L’aria diventa elettrica; le tenebre vengono sconquassate dalla furia di un potente lampo che colpisce l’elsa della spada. Sinfeno sgrana gli occhi e sente…
… la vita tornare a pompare al prezzo della sua mera mortalità. Lotterà per sempre e morirà ogni volta, per poi tornare e soffrire ancora senza sosta. Ma nel fluire dei suoi pensieri scorre solo l’anima di quel Sogno… l’Amore infinito…
Il bagliore si sta per spegnere, i secondi non aspettano nonostante l’eterno rincorrersi delle lancette. Sinfeno estrae la spada dal petto, lasciando in eredità il segno dell’immane sacrificio. Sorride, digrigna i denti e si toglie di bocca il sangue rappreso. Non importa: avrebbe fatto qualunque cosa, persino donare il suo essere alla Donna che ama più di sé stesso. Afferra la fedele compagna con entrambe le mani e carica contro la muraglia di spine e morte. I fantasmi lo infastidiscono, proprio come la menzogna; i coltelli che brandiscono non sono evanescenti, e feriscono, tagliuzzano lembi di carne che, vivida, cade al suolo sciogliendosi al cospetto della rarefazione. Ma Sinfeno non si ferma e abbatte l’ostacolo; quindi dirige la punta verso gli avversari, ruota il busto e li fulmina con un poderoso rovescio. Il filo della spada assaggia l’eterea ebbrezza di vuote creature. Non gli resta che avanzare, solitario, alla riconquista di ciò che ha perduto. Giunge alle porte di un bosco sconfinato, labirintico. Il silenzio lo circonda, ma la luce continua ad attirarlo. E lui la segue, a grandi passi, incurante dei rampicanti intrisi di veleno. Con l’armatura nera ormai ridotta a brandelli, percorre un selciato, a pochi metri dal bagliore, indefinito per gli occhi, limpido per il cuore: Lei attende, abbagliante, splendente. La stradina muta in incubo incandescente, le pietre in tizzoni ardenti che avrebbero distrutto qualsiasi volontà. Non quella di Sinfeno, che continua, protende un braccio e tocca la mano dell’Amata: un battito di ciglia, poi il nulla. Il Cavaliere è sgomento. Non capisce. Infine la Verità. Dinanzi si ritrova una mortale: nuda; semplice; diversa. Sinfeno prova a tastarne la consistenza, ma lei non si lascia prendere. Lo guarda quasi fosse un estraneo: con occhi assenti e sconosciuti, nulla a che fare con le iridi dorate dell’amata. Simili nella materia, non nell’anima. La donna, all’ennesimo e titubante tentativo del Cavaliere, fugge via, lasciandolo in compagnia di una dimenticata Solitudine. Ciò che resta di lei è solo una scia di polvere luminescente che si dissolve al tocco di dita del prode guerriero.
Illusione...
Sogno...
Fantasia...
Ecco per cosa ha combattuto. Tutto disciolto come neve caduta in una torrida giornata d’estate. La sofferenza muta in rabbia, rancore, delusione, trasformando a sua volta in incubo i ricordi di quell’Amore. Un’ombra terrificante avente le di Lei sembianze appare, mostruosa immagine di un sentimento ormai irriconoscibile. Sinfeno proietta tutta la sua frustrazione in schiacciate e fendenti, ma l’avversario cresce ad ogni tocco di lama. In un impeto di furore, intravede in terra un piccolo cuore bianco, puro e luminoso. Si ferma e ignora tutto il resto: tutto scompare.
Solo Lui e il Cuore di un’Amore perduto. Per sempre.
Lo raccoglie. Tra le mani quel Cuore s’accende, e il calore emanato lo rinsavisce sino a scaldargli il cuore. All’improvviso, ogni ricordo di quel tenero e intenso sentimento lo assale, e comprende che aveva amato qualcosa che non esisteva, solo e soltanto la proiezione di ciò che desiderava: Amore Eterno.
Sorride; chiude gli occhi; e il Cuore di ogni bel ricordo lo penetra per poi svanire.
"Non smettere di sognare, ma non sognare ciò che la realtà mai sarà."
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COMMENTO Il cavaliere della Luna
Non sono un esperto di prosa “epica” (si dice così?). Ma le storie di cavalieri solitari sono tutte su questo tono?
Mi pare quasi che tu abbia tratto inspirazione da quei giochi violenti sulla playstation, tanto di moda.
Qualche segnalazione:
Sinfeno s’inoltra – è cacofonico, non trovi?
Attento all’uso eccessivo del “che”. In qualche frase ne fai un abuso.
Ho trovato qualche caso in cui la “d” eufonica è da togliere.
Voto 3
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Ciao, ho letto con piacere questo tuo racconto; non ho letto tanti fantasy, quindi non ho chissà quale termine di paragone. Posso però dirti quale sensazione ha suscitato in me: nei vari cambiamenti "spaziali/dimensionali" lo spostamento sembra interiore, come se avvenisse nella mente del protagonista, in una sorta di visione o allucinazione. Così come anche le lotte, i nemici sembrano dentro di lui.
Il linguaggio è ricercato e mi ha dato un senso di "antico"; con questa lunghezza di testo funziona bene, forse per un racconto lungo o un romanzo sarebbe troppo.
Buon lavoro, viene da chiedersi se sia un'introduzione a un'opera più allargata.
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Commento Il cavaliere della Luna
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Penso che una scrittura ridondante sia tipica del genere perciò ci può stare, tuttavia mi sembra che spezzi un po' troppo il ritmo, ma come dicevo posso dare solo un giudizio 'di pancia', ecco perché il mio voto è stato un 2.
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Re: Commento
Ciao, grazie per averlo letto. Dispiace che il genere da me scelto sia così penalizzante, non soltanto per te. Evidentemente non dovrei più proporre fantasy, anche se io generalmente spazio dall'horror al fantasy appunto. Pazienza, ci ho provato, un caro saluto e grazie comunque!Lucia De Falco ha scritto: 05/08/2021, 15:53 Anch'io non amo molto questo genere e forse per questo ho trovato il linguaggio difficile, lo stile aulico, la prosa poco scorrevole. Solo la scrittura finale è più fluida e mi chiarisce il senso del racconto: spesso in amore si tende ad idealizzare la persona amata, ad amare l'amore come idea di amore eterno, il che è reso molto bene dall"mmagine del piccolo cuore bianco.
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Re: Commento
Mi spiace che la scelta del genere sia così penalizzante. Questo per me è più di un semplice racconto fantasy, perché in esso ho messo tutto il mio carico emozionale in un momento buio della mia vita attraverso il protagonista che le vive. Spiace che si noti solo il genere. La ridondanza? È il veicolo perfetto per amplificare e rendere vivide le mie emozioni. Ma ti ringrazio comunque per il tuo commento !Temistocle ha scritto: 03/08/2021, 9:23 Non amo particolarmente il fantasy e quindi forse il mio giudizio è condizionato da questo.
Penso che una scrittura ridondante sia tipica del genere perciò ci può stare, tuttavia mi sembra che spezzi un po' troppo il ritmo, ma come dicevo posso dare solo un giudizio 'di pancia', ecco perché il mio voto è stato un 2.
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problema mio, di certo, però non mi è neppure piaciuto più di tanto.
non lo vedo come fantasy, per niente. questo è un racconto fortemente onirico, ai limiti del surreale e del fantastico.
il problema è che non ne trovo il significato, non riesco a comprendere cosa vuoi dire.
allo stesso modo mi piace poco lo stile di scrittura utilizzato, che pare volersi collegare alle storie medievali ma, a mio parere, non ci riesce.
la scrittura è buona, rivedrei un attimo i tanti punti e virgola utilizzati, un po' troppi.
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Re: Commento
Forse hai ragione... Ciò che ho scritto non è comprensibile a tutti... Grazie lo stessoFausto Scatoli ha scritto: 19/08/2021, 13:07 in tutta sincerità devo dire che ho capito davvero poco.
problema mio, di certo, però non mi è neppure piaciuto più di tanto.
non lo vedo come fantasy, per niente. questo è un racconto fortemente onirico, ai limiti del surreale e del fantastico.
il problema è che non ne trovo il significato, non riesco a comprendere cosa vuoi dire.
allo stesso modo mi piace poco lo stile di scrittura utilizzato, che pare volersi collegare alle storie medievali ma, a mio parere, non ci riesce.
la scrittura è buona, rivedrei un attimo i tanti punti e virgola utilizzati, un po' troppi.
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Re: Commento
prego, figuratiAntonino Trovato ha scritto: 19/08/2021, 13:38 Forse hai ragione... Ciò che ho scritto non è comprensibile a tutti... Grazie lo stesso
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Re: Commento
Innanzitutto perdona il mio ritardo nella risposta, e ti ringrazio per le tue parole, davvero! In questo racconto il fantasy è stato solo un veicolo in grado di mostrare tutta la sofferenza del protagonista, e anche della mia, visto che l'ho scritto nel pieno di una fortissima delusione personale e sentimentale, e tu sei riuscita a cogliere il passaggio più importante, ovvero lo spostamento interiore. Attraverso il protagonista, e i suoi patimenti, ho messo a nudo anche i miei. Un racconto scritto tra le lacrime, credimi, senza nessuna revisione o rilettura, tutto scritto di getto. Il linguaggio ricercato è un mio vezzo, e mi piace da matti (anche se alcuni lo trovano incomprensibile, ma va beh) ma ovviamente so anche che posso utilizzarlo solo in piccoli racconti come questo, dove posso condensare tutte le mie emozioni. No, nessun progetto su questo, però ti ringrazio vivamente. Il tuo commento mi fa ricordare quanto di buono sia capace di fare e sono felice che il mio messaggio sia arrivato a te perfettamente. Grazie e alla prossima!Selene Barblan ha scritto: 02/08/2021, 8:43 OPS, mi sono accorta tardi che avevi messo il racconto in concorso, incollo qui sotto la recensione, il mio voto è 4.
Ciao, ho letto con piacere questo tuo racconto; non ho letto tanti fantasy, quindi non ho chissà quale termine di paragone. Posso però dirti quale sensazione ha suscitato in me: nei vari cambiamenti "spaziali/dimensionali" lo spostamento sembra interiore, come se avvenisse nella mente del protagonista, in una sorta di visione o allucinazione. Così come anche le lotte, i nemici sembrano dentro di lui.
Il linguaggio è ricercato e mi ha dato un senso di "antico"; con questa lunghezza di testo funziona bene, forse per un racconto lungo o un romanzo sarebbe troppo.
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Re: Commento
non credo ci sia molto da ridere se alcuni trovano poco comprensibile il tuo linguaggio, anzi...Antonino Trovato ha scritto: 20/08/2021, 19:32 Innanzitutto perdona il mio ritardo nella risposta, e ti ringrazio per le tue parole, davvero! In questo racconto il fantasy è stato solo un veicolo in grado di mostrare tutta la sofferenza del protagonista, e anche della mia, visto che l'ho scritto nel pieno di una fortissima delusione personale e sentimentale, e tu sei riuscita a cogliere il passaggio più importante, ovvero lo spostamento interiore. Attraverso il protagonista, e i suoi patimenti, ho messo a nudo anche i miei. Un racconto scritto tra le lacrime, credimi, senza nessuna revisione o rilettura, tutto scritto di getto. Il linguaggio ricercato è un mio vezzo, e mi piace da matti (anche se alcuni lo trovano incomprensibile, ma va beh) ma ovviamente so anche che posso utilizzarlo solo in piccoli racconti come questo, dove posso condensare tutte le mie emozioni. No, nessun progetto su questo, però ti ringrazio vivamente. Il tuo commento mi fa ricordare quanto di buono sia capace di fare e sono felice che il mio messaggio sia arrivato a te perfettamente. Grazie e alla prossima!
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Le immagini e gli ambienti che evochi sono vivi, precisi, reali. Perchè questo dovrebbe fare un buon fantasy: materializzare come concreto nella mente qualcosa che invece è inesistente, personale, orignale. In altre parole, condividere l'immaginario con il lettore.
In queste righe la magia riesce e il personaggio che descrivi, come i suoi fantasmi, il suo tormento e i suoi incantesimi sono chiari e pulsanti!
...E poi, come non condividere il tormento di un cuore romantico come quello di Sinfeno?
Complimenti!
Devo comunque segnalare la presenza di alcuni refusi (che potresti facilmente sistemare con una rilettura).
In fine, permettimi di darti un consiglio di stile. Anche io adoro il registo aulico e antiquato, ma è un'arma a doppio taglio. Usarlo sempre stufa, usarlo poco ci fa sembrare incostanti. Ti invito a cercare di massaggiarlo, sulle prime ti sembrerà una castrazione, ma poi sono sicuro che apprezzerai tu stesso il cambiamento.
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Re: COMMENTO Il cavaliere della Luna
Innanzitutto grazie per il commento, il voto le segnalazioni, davvero utili! No, non sono tutte così, solo quelle di cavalieri e guerrieri malinconici, e sul fatto che io mi sia ispirato a qualche gioco per Playstation... Beh, mi hai scoperto! Ti ringrazio ancora per essere passato e per le tue parole!Alberto Marcolli ha scritto: 01/08/2021, 16:31 Prosa densa, impegnativa. Altro non saprei dire. Il tuo stile di narratore traspare da ogni frase, e lascia il lettore come smarrito in questo turbinio di verbi, aggettivi, immagini violente, sanguinose, decisamente possenti.
Non sono un esperto di prosa “epica” (si dice così?). Ma le storie di cavalieri solitari sono tutte su questo tono?
Mi pare quasi che tu abbia tratto inspirazione da quei giochi violenti sulla playstation, tanto di moda.
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Sinfeno s’inoltra – è cacofonico, non trovi?
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Re: Commento Il cavaliere della Luna
Ciao Eleonora, e come darti torto! In effetti è qualcosa di già visto, lo ammetto, ma c'è un motivo personale, perché le sofferenze di Sinfeno sono state in realtà le mie... Quindi mi sono lasciato andare a questo tipo di trama! Cosa dire per il resto se non ringraziarti per il bel commento, i complimenti, il voto e il tempo che hai trascorso leggendomi! Alla prossima!Eleonora2 ha scritto: 02/08/2021, 12:08 Il racconto, fantasy, è molto bello. Corretto, ottime le descrizioni e la struttura, curato, uno stile personale. Da lettrice che non ama il genere, complimenti! Il mio voto è un 4. Come mai non ho dato il massimo? Per la trama : mi sa di già visto. Sarà che di storie come questa ne ho lette tante (non così ben scritte!), anche nella mitologia o nell'epica, come già detto da altri, ne troviamo, sarà il gusto personale,"sarà l'acqua, sarà il caffè"........ Mi fermo qui. Ciao! A rileggerti.
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Re: Commento
Si è vero, merita maggior scorrevolezza, magari snellendo alcune sezioni impegnative senza perdere l'eleganza di stile, e sicuramente, rendendolo più corto, può risultare persino più incisivo! Grazie per le tue parole, per il voto e per il suggerimento, e mi fa piacere che tu abbia apprezzato!Piramide ha scritto: 06/08/2021, 19:06 Il racconto è ben scritto. Mi è piaciuto lo stile di scrittura che alterna momenti di narrativa con momenti di descrizione interiore del protagonista senza staccare troppo fra una fase e l’altra. Mi sento però di dire che forse, se fossi stato al posto tuo, avrei reso il racconto più corto e forse avrei cercato un modo, pur mantenendo una scrittura così elegante e impegnativa, per rendere la lettura più scorrevole, perché a volte ci si incaglia. Voto:3
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Re: commento
Ti ringrazio per le tue parole, e mi fa piacere che nel complesso ti sia piaciuto. Si, diciamo che alcune parti possono risultare un po' difficili, ma questo è un racconto nato all'improvviso, alla luce di ciò che provavo in quel momento, e nei momenti di sofferenza o depressione mi lascio andare a un linguaggio aulico e a tratti astruso. Molto felice per il finale: anche per me è la parte migliore! A rileggerti, ciao e grazie ancora!Laura Traverso ha scritto: 21/08/2021, 22:55 Ho letto il tuo racconto che ho trovato molto particolare, aulico e sofisticato. In tutta sincerità, però, mi è parso un poco difficile da capire anche se ho apprezzato il tuo impegno, non da poco, nel aver ideato la storia. La parte finale, dal mio punto di vista, è la migliore: molto intensa e sentimentale. Bravo! Ciao, a rileggerci
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Re: Commento
Beh, che dirti se non grazie per le tue parole, fa sempre piacere quando si riesce a trasmettere appieno ciò che si ha dentro! Evidentemente parliamo la stessa lingua, anche per me un fantasy deve rendere vivo e visibile ciò che in realtà non lo è! Di sicuro, se decidessi di rivedere il testo, troverei molte cose che non vanno, compreso quei maledetti refusi! Ma questo racconto l'ho scritto di getto, e rispecchia in pieno lo stato emotivo in cui versavo in quel momento. In fondo Sinfeno è la mia controfigura in chiave fantasy! Ti capisco per quanto riguarda il registro, e hai perfettamente ragione. Snellirlo un po' gioverebbe di sicuro, ma di questo ne sono consapevole. Questo racconto è più una pagina della mia vita, un'eccezione ecco, ma di solito, nei miei racconti, tengo sotto controllo il mio tratto più poetico ! A rileggerci!MattyManf ha scritto: 02/09/2021, 19:24 Questo racconto mi è piaciuto davvero tanto.
Le immagini e gli ambienti che evochi sono vivi, precisi, reali. Perchè questo dovrebbe fare un buon fantasy: materializzare come concreto nella mente qualcosa che invece è inesistente, personale, orignale. In altre parole, condividere l'immaginario con il lettore.
In queste righe la magia riesce e il personaggio che descrivi, come i suoi fantasmi, il suo tormento e i suoi incantesimi sono chiari e pulsanti!
...E poi, come non condividere il tormento di un cuore romantico come quello di Sinfeno?
Complimenti!
Devo comunque segnalare la presenza di alcuni refusi (che potresti facilmente sistemare con una rilettura).
In fine, permettimi di darti un consiglio di stile. Anche io adoro il registo aulico e antiquato, ma è un'arma a doppio taglio. Usarlo sempre stufa, usarlo poco ci fa sembrare incostanti. Ti invito a cercare di massaggiarlo, sulle prime ti sembrerà una castrazione, ma poi sono sicuro che apprezzerai tu stesso il cambiamento.
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Re: Commento
Ciao, ti ringrazio per l'apprezzamento e per le tue parole, è qualcosa che fa sempre piacere, e non dispiacerti, è un appunto che ci sta assolutamente, ne sono pienamente consapevole. A presto!RobertoBecattini ha scritto: 08/09/2021, 22:13 A me è piaciuto soprattutto dal punto di vista formale: lessico, descrizioni, immagini, mi sembra sopra la media di quello che leggo qua. E' onirico, è poetico. All'inizio non chiarissmo, alla fine anche troppo. Quello che non mi è piaciuto è forse la scarsa originalità del tema e del suo sviluppo. Si può stare in un genere rispettandone le regole e al tempo stesso dire qualcosa di nuovo. Ecco, non è questo il caso, e mi dispiace.
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Re: commento
Pazienza, non si può piacere a tutti, ci sta. Grazie lo stesso per essere passata!Stefyp ha scritto: 13/09/2021, 22:46 L'ho trovato di difficile comprensione. Ho inteso che questo racconto volesse essere pieno di emozioni, sentimenti ecc. Ma a me non sono arrivati. Non mi dovevano arrivare per forza, perchè quando uno scrittore scrive qualcosa e poi lo consegna al lettore, il lettore si trova solo davanti alle parole e le recepisce come può e come la sua storia ed esperienza glielo consentono. È scritto bene, ma un po' troppo. Troppo aulico, onirico, a tratti anche poetico. Ma appunto troppo. Io sono per frasi più concise, sforbiciate, chiare e determinate. Questo è il mio stile, quello con cui mi piace scrivere e quindi anche leggere.
La Gara 5 - A modo mio
A cura di Pia.
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La Gara 16 - Cinque personaggi in cerca di storie
A cura di Manuela.
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La Gara 54 - Sotto il cielo d'agosto
A cura di Giorgio Leone.
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Masquerade
antologia AA.VV. di opere ispirate alla maschera nella sua valenza storica, simbolica e psicologica
A cura di Roberto Virdo' e Annamaria Ricco.
Contiene opere di: Silvia Saullo, Sandro Ferraro, Luca Cenni, Gabriele Pagani, Paolo Durando, Eliana Farotto, Marina Lolli, Nicolandrea Riccio, Francesca Paolucci, Marcello Rizza, Laura Traverso, Nuovoautore, Ida Daneri, Mario Malgieri, Paola Tassinari, Remo Badoer, Maria Cristina Tacchini, Alex Montrasio, Monica Galli, Namio Intile, Franco Giori.
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BiciAutori - racconti in bicicletta
Trentun paia di gambe hanno pedalato con la loro fantasia per guidarci nel puro piacere di sedersi su una bicicletta ed essere spensierati, felici e amanti della Natura.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina e logo di Diego Capani.
Contiene opere di: Alessandro Domenici, Angelo Manarola, Bruno Elpis, Cataldo Balducci, Concita Imperatrice, Cristina Cornelio, Cristoforo De Vivo, Eliseo Palumbo, Enrico Teodorani, Ettore Capitani, Francesco Paolo Catanzaro, Germana Meli (gemadame), Giovanni Bettini, Giuseppe Virnicchi, Graziano Zambarda, Iunio Marcello Clementi, Lodovico Ferrari, Lorenzo Dalle Ave, Lorenzo Pompeo, Patrizia Benetti, Raffaella Ferrari, Rebecca Gamucci, Rosario Di Donato, Salvatore Stefanelli, Sara Gambazza, Sandra Ludovici, Sonia Piras, Stefano Corazzini, Umberto Pasqui, Valerio Franchina, Vivì.
La spina infinita
"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.