Fotografia
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Il ventilatore, non in funzione, sta sul tavolino di fianco al divano di pelle bianca.
Troppi elementi insieme alimentano la confusione del mattino che non decolla.
L’orologio appeso al muro, fermo allo stop delle cinque e ventisette, aspetta il via libera per ricominciare a macinare tempo ticchettando secondi.
Paola: il sole, le braccia, la testa reclinata sulla spalla destra. Ferma nell’ immagine del giorno prima.
Foto di un interno cucina con tavolo rotondo apparecchiato per sei: piatti sporchi di sugo di pomodoro uno sopra l’altro, al centro due bicchieri ancora pieni di vino rosso, tre calici col piede in su, un bicchiere, mezzo vuoto d’acqua.
Viene da chiedersi dove voglia arrivare.
Una foto alla finestra col balcone che guarda al mare, piatto come il cielo.
Un’altra foto, un’altra ancora, e ancora e ancora.
Se c’è un colpevole in questa storia è proprio lui, il telefonino.
Ancora foto ai tre vetri sul porto, cui non si affacciano più quelli che abitano qui, come fosse ormai un’abitudine. Ma non ci si abitua al bello, nemmeno quando lo vedi tutti i giorni.
La confidenza assopisce, rende fiacco quel che tocca. Addormenta i sensi.
Li trasforma in realtà.
La confidenza uccide: troppa familiarità tiene lontano il genio.
La piccola casa sembra essere circondata dall’acqua, una palafitta, invece è nascosta dal verde che la avvolge, come la carta una caramella.
Viene da chiedersi a chi rivolga le attenzioni.
Una foto al piano cucina. Donna in un interno. Una foto al divano letto dove dorme Silvano. E’ come se aspettasse che qualcuno la trovasse.
Lei, sepolta da rami e libri, abbandonata sopra la poltrona sgualcita e lisa, quella da fotografare.
Lei non ancora addormentata.
Paola: il freddo, lo scialle, la testa al caldo. Ferma nell’immagine di un giorno qualunque.
Sfoglia le foto.
Il cellulare in mano.
Viene da chiedersi cosa stia cercando.
Forse una foto da postare.
Il mare, di nuovo; dalla terrazza con il divano, il pergolato con l’uva; ora pieno di moscerini.
Ancora una foto.
Paola: il porto, il muro, il cappello di paglia sugli occhi. Ferma nell’immagine di un giorno alla spiaggia.
Una foto al pavimento, o meglio a un pezzo del pavimento, scattata di notte, mentre va nel bagno e lo tiene.
Lui, il telefonino.
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Come dicevo però è particolare e alcuni “scatti” sono davvero ben riusciti, ad esempio la casa palafitta. Voto 4.
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Commento a Fotografia
Alcuni esempi con un suggerimento, mi auguro ben accetto, che vorrebbe fornire all’autore un differente punto di vista.
Es. la prima frase:
“La polvere l’ha quasi completamente ricoperta: la macchina fotografica è in un angolo del ripostiglio.”
La polvere ha ricoperto la macchina fotografica, dimenticata (oppure abbandonata) in un angolo del ripostiglio.
Un’altra frase:
“Il ventilatore, non in funzione, sta sul tavolino di fianco al divano di pelle bianca.”
Il ventilatore, spento, sul tavolino accanto al divano in pelle bianca.
Mi fermo qui. Il riferimento al telefonino per me va bene.
L'idea è bella e merita di lavorarci su, preservando la sua caratteristica di "corto letterario"
Voto 4
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Re: Fotografia
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Un'ultima cosa:
"Troppi elementi insieme alimentano la confusione del mattino che non decolla."
Da una parte la frase è di troppo, dato che quella confusione sembri averla già presentata molto bene, dall'altra immagino che fosse un primo indizio dello stato interiore di Paola, e in tal caso è utile. Ma quel "troppi elementi insieme" sembra essere lì giusto per agganciarsi agli oggetti che vengono man mano descritti e credo che sia superfluo: sarebbe stato efficace parlare direttamente di "La confusione del mattino che non decolla ecc." come hai fatto poi per "la confidenza". Senza agganci. Ma in ogni caso non inficia la qualità dell'insieme, che più lo analizzo più risulta davvero ben pensato e costruito.
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Un tempo le foto raccontavano momenti particolari di vita: erano poche, quindi preziose.
Oggi raccontano il quotidiano: sono tante, troppe, quindi banali e superflue.
Anche una differenza marcata con anziani come il sottoscritto, che usano il telefonino per telefonare: un'abitudine arcaica.
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Col telefonino, a mio avviso, non si fanno fotografie, ma si raccolgono immagini, come quelle del tuo racconto. Immagini, istantanee, su cui l'autore non si dilunga più di tanto, quasi non senta la necessità di svelarsi.
Tranne che qui, in questo periodo.
"La confidenza assopisce, rende fiacco quel che tocca. Addormenta i sensi.
Li trasforma in realtà.
La confidenza uccide: troppa familiarità tiene lontano il genio."
Dove pare prendere forma una critica al mezzo telefonino che raccoglie immagini. L'autore ne fa una questione di confidenza. In realtà il fotografo era un artista, è un artista. Chi raccoglie immagini col telefonino non è spinto dal demone dell'arte, ma da una specie di compulsione di afferrare la realtà come se fosse una cosa e di rendere il pubblico partecipe di questa realtà afferrata, fatta cosa, postandola in qualche social.
Dal punto di vista formale:
Perché quel ventilatore non in funzione, spento non sarebbe stato più facile? E soprattutto, perché sottolinearne la funzione: acceso, spento.
"Ancora foto ai tre vetri sul porto, cui non si affacciano"
Avrei messo su cui.
E poco altro da segnalare.
Nel complesso è comunque un buon racconto
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forse è lo stile con cui è scritto, le volute ripetizioni, ma più di tanto non sono riuscito ad apprezzarlo.
c'è qualche refuso, ma nulla di grave.
è comunque scorrevole e si lascia leggere.
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Re: Fotografia
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Re: Fotografia
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Sarà un problema mio non aver capito il tuo intento però non posso far finta che non sia così. L'idea è senza dubbio originale, ma non è bastata a farmi apprezzare il racconto. A rileggerti.
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Lo stile del testo è scorrevole, la lettura agile e anche la formattazione contribuisce al ritmo.
Si legge senza intoppi, proprio come sfogliando la galleria del cellulare.
Nel complesso, un racconto diverso.
Piacevole.
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Sono anche su Inchiostrodiverso!
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Re: Commento
Sono in dubbio tra due impressioni, molto personali; la prima è che la poesia dietro il racconto mi piace, anche più che abbastanza, e l’altra è un senso di insoddisfazione penso completamente legata all’aver esplicitato il legame col telefonino. Non so se mi spiego, immagino sia voluto, ma comunque me lo fa apprezzare un pochino meno, il racconto. Secondo me “non in funzione” non suona tanto bene, parere mio.
Come dicevo però è particolare e alcuni “scatti” sono davvero ben riusciti, ad esempio la casa palafitta. Voto 4.
Grazie! Leggere questi commenti fa bene. Selene (che nome poetico) hai colto i miei sforzi. Sto cercando, ancora, la mia dimensione e la ricerca non è finita. Mi piace che, in molti per la verità, ognuno a modo proprio, abbiate centrato il bersaglio e avvertito quel che ho voluto arrivasse. Chi scrive, nel caso del racconto, non deve esternare quello che è la sua opinione ma suscitare discussioni e riflessioni. Grazie anche per il voto!
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Re: Commento
Un modo interessante di sfogliare la galleria del telefonino facendo rivivere pezzi di vita sparsi nel tempo e nello spazio. Non amo particolarmente questo genere di scrittura, ma il racconto mi piace abbastanza per le immagini che sa creare. Voto 4.
Grazie anche a te, per passaggio, lettura e voto!
Buondì.
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Re: Commento a Fotografia
Se racconto poetico deve essere, questa è l’impressione, sarebbe utile “fotografare” con frasi e aggettivi più poetici le varie immagini.
Alcuni esempi con un suggerimento, mi auguro ben accetto, che vorrebbe fornire all’autore un differente punto di vista.
Es. la prima frase:
“La polvere l’ha quasi completamente ricoperta: la macchina fotografica è in un angolo del ripostiglio.”
La polvere ha ricoperto la macchina fotografica, dimenticata (oppure abbandonata) in un angolo del ripostiglio.
Un’altra frase:
“Il ventilatore, non in funzione, sta sul tavolino di fianco al divano di pelle bianca.”
Il ventilatore, spento, sul tavolino accanto al divano in pelle bianca.
Mi fermo qui. Il riferimento al telefonino per me va bene.
L'idea è bella e merita di lavorarci su, preservando la sua caratteristica di "corto letterario"
Voto
Un voto così alto, da te, non me lo sarei aspettato! Non è un racconto poetico. La mia passione, per la poesia appunto, forse mi ha influenzato. Sono contenta che questo corto ti sia piaciuto! Ci lavorerò. Grazie. Di tutto.
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Re: Fotografia
L 'idea del tuo racconto è originale. Hai saputo tessere una storia carina sull'abitudine, quasi compulsiva, che oramai è di tutti noi, più o meno. Infatti le macchine fotografiche, come ben evidenzi, sono in disuso e giacciono polverose e dimenticate. Il telefonino la fa da padrone, nelle nostre vite, anche con il click, oltre che per il resto. Non ho trovato refusi a parte la composizione di alcune frasi, come è già stato fatto notare, che poteva essere diversa e più scorrevole. Ma ognuno ha il proprio stile e va bene così. Per me, il tuo scritto, si lascia leggere volentieri.
Nel racconto c'era di più del riferimento al cellulare, colpa mia che non ho saputo farlo arrivare.Il titolo, forse, andrebbe cambiato. Infatti concentra l'attenzione, così come un'altra frase, sulla macchina fotografica e sul telefonino. La forma non è piaciuta? Fa parte dei tentativi di offrire a chi legge un'opportunità diversa, Grazie anche a te per l'attenzione!
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Re: Commento
Il racconto mi è piaciuto e secondo me funziona anche molto bene: non mi pare voglia essere un racconto poetico quanto "anti-poetico", vuole sottolineare il contrasto tra l'arte della fotografia di un certo livello e la fotografia compulsiva "da social" che la appiattisce e banalizza. Questo sentimento viene indubbiamente fotografato bene insiema all'accidia che lo accompagna, e si schiude gradualmente. Forse c'è però qualcosa che manca: una svolta, un moto. Arrivati alla fine sembra naturale aspettarsi che la protagonista abbia per lo meno il pensiero di farci qualcosa con quel telefonino, che so, proporsi di spegnerlo anche senza riuscirci, rimpiangendo la macchina fotografica. Ma va bene anche così in realtà, il cellulare rimane al centro della scena facendo da contrappeso alla macchina fotografica del primo rigo, a livello retorico è senza dubbio una buona pensata.
Un'ultima cosa:
"Troppi elementi insieme alimentano la confusione del mattino che non decolla."
Da una parte la frase è di troppo, dato che quella confusione sembri averla già presentata molto bene, dall'altra immagino che fosse un primo indizio dello stato interiore di Paola, e in tal caso è utile. Ma quel "troppi elementi insieme" sembra essere lì giusto per agganciarsi agli oggetti che vengono man mano descritti e credo che sia superfluo: sarebbe stato efficace parlare direttamente di "La confusione del mattino che non decolla ecc." come hai fatto poi per "la confidenza". Senza agganci. Ma in ogni caso non inficia la qualità dell'insieme, che più lo analizzo più risulta davvero ben pensato e costruito.
Grazie per l'attenta lettura, per il tempo dedicato e per il commento, produttivo e utile, a questo testo. E' stato davvero prezioso. Il tempo, che nessuno ci rimborsa e diviene una merce di scambio. Il tuo, di testo, denota una sensibilità invidiabile. Scusa per la digressione ma mi piaceva di specificarlo. A rileggerti
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Re: Commento
L'ho letto con attenzione, per due motivi: il primo è che denota uno stile di scrittura molto personale, il secondo perché parla della tendenza a non staccarsi mai dal proprio smartphone, ormai un'appendice di se stessi.
Un tempo le foto raccontavano momenti particolari di vita: erano poche, quindi preziose.
Oggi raccontano il quotidiano: sono tante, troppe, quindi banali e superflue.
Anche una differenza marcata con anziani come il sottoscritto, che usano il telefonino per telefonare: un'abitudine arcaica.
Grazie anche a te dei complimenti e di tutto il resto. Unica precisazione: non è un'abitudine arcaica quella di servirsi del cellulare per telefonare! Ognuno lo usa come vuole e lì sta il bello!
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Re: Commento
Un racconto che dice e che non dice, dove il protagonista, la protagonista non è in carne e ossa, Paola, ma ha un soffio digitale: la fotografia digitale, diversa da quella dove la luce e la materia interagivano nella pellicola secondo la sensibilità e l'arte del fotografo.
Col telefonino, a mio avviso, non si fanno fotografie, ma si raccolgono immagini, come quelle del tuo racconto. Immagini, istantanee, su cui l'autore non si dilunga più di tanto, quasi non senta la necessità di svelarsi.
Tranne che qui, in questo periodo.
"La confidenza assopisce, rende fiacco quel che tocca. Addormenta i sensi.
Li trasforma in realtà.
La confidenza uccide: troppa familiarità tiene lontano il genio."
Dove pare prendere forma una critica al mezzo telefonino che raccoglie immagini. L'autore ne fa una questione di confidenza. In realtà il fotografo era un artista, è un artista. Chi raccoglie immagini col telefonino non è spinto dal demone dell'arte, ma da una specie di compulsione di afferrare la realtà come se fosse una cosa e di rendere il pubblico partecipe di questa realtà afferrata, fatta cosa, postandola in qualche social.
Dal punto di vista formale:
Perché quel ventilatore non in funzione, spento non sarebbe stato più facile? E soprattutto, perché sottolinearne la funzione: acceso, spento.
"Ancora foto ai tre vetri sul porto, cui non si affacciano"
Avrei messo su cui.
E poco altro da segnalare.
Nel complesso è comunque un buon racconto
Grazie per il tuo tempo e per il commento articolato. Difficile trovare un autore del tuo calibro, da quel che vedo, che si prenda la briga di leggere, con passione, i testi degli altri come fatto da te. Alla prossima!
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Re: Commento
Questo racconto è molto interessante perché la scrittura è fotografica: segue l'andamento degli scatti delle fotografie. Momenti di quotidianità, scatti di vita, emozioni fermate nel tempo che fugge. Ma il ricordo resta. Avrei sviluppato di più questo aspetto, ma è anche molto attuale la dipendenza dal cellulare.
Grazie, anche a te, per il bel commento. La scrittura è fotografica? Mi fa, naturalmente, molto piacere che tu lo abbia
segnalato. Attuale è un aggettivo che mi piace, visto che qualcuno mi accusa di non scrivere nulla di moderno. Piano piano e con i miei tempi, lunghi, vi leggo. A risentirci.
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Re: Commento
L’impressione che mi ha dato questo racconto è quella di essere stato scritto d’impulso e ciò in se non è poi così male: la scrittura impulsiva a volte sa trasmettere qualcosa in più. Il problema è che secondo me qui, come qualcun altro ha già fatto notare, il linguaggio poetico che si vuole creare manchi un po’ di poesia: a questo elenco di immagini non ho trovato corrisposto un quadro di sensazioni e di emozioni adeguato; non so se ciò fosse voluto e se così dovesse essere non ho colto evidentemente il lato positivo di questa caratteristica. Ciò ha rallentato notevolmente la mia lettura. Comunque ho trovato affascinante il fatto che hai menzionato la fotocamera “ormai in disuso”, dipingendo poi uno scenario diverso, in cui il protagonista è il telefonino. Ciò può anche far riflettere su quanto oggi sia più importante immortalare un momento sullo schermo di un cellulare piuttosto che nel proprio cervello. Questi ultimi aspetti finali hanno migliorato il mio giudizio. Voto: 3
Tre è comunque un bel voto! Questo non voleva essere un testo poetico, anche se l'ho già detto. Elenco di immagini, come tu, hai fatto notare, in parole e non solo, doveva trasparire ma non riuscito. Grazie per l'attenzione dedicata al mio scritto. Buon pomeriggio.
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Re: Commento
francamente non mi è piaciuto molto. originale, certo, ma non mi da o lascia sensazioni particolari.
forse è lo stile con cui è scritto, le volute ripetizioni, ma più di tanto non sono riuscito ad apprezzarlo.
c'è qualche refuso, ma nulla di grave.
è comunque scorrevole e si lascia leggere.
Mi dispiace che non ti sia piaciuto. Un testo non deve, per forza, far nascere emozioni, però deve arrivare, altrimenti l'autore ha fallito. Succede spesso, troppo spesso, che quel che scrivo non venga interpretato, e sono qui apposta per capire che cosa non funziona. Mi accorgo che qualcosa non va e da sola non lo trovo. MI serve l'aiuto di tutti, specialmente di chi scrive da tempo! Buona serata!
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Re: Fotografia
Apprezzato più come poesia, spunti interessanti qua e là. disarticolato ma leggibile
grazie per il passaggio, la lettura, il giudizio e il voto.
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Re: Commento
Mi spiace proprio, ma il racconto non mi è "arrivato". Questo stile insolito e forse un po' sperimentale mi ha affaticato. L'ho letto e poi l'ho riletto e solo dopo aver letto i commenti ho capito un po' di più.
Sarà un problema mio non aver capito il tuo intento però non posso far finta che non sia così. L'idea è senza dubbio originale, ma non è bastata a farmi apprezzare il racconto. A rileggerti.
Significa che non sono stata abbastanza brava a farlo arrivare! Lo stile insolito e forse un po' sperimentale appartiene ad un periodo particolare della mia vita, che va avanti. Scriverò altre cose che, spero, piacciano di più. Alla prossima!
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Re: Commento
Originale lo è sicuramente, un racconto per scatti. Più una successione. Se una trama c'è, mi dispiace ma credo di essermela persa. In effetti, forse non deve esserci, le foto sono statiche a loro modo...
Lo stile del testo è scorrevole, la lettura agile e anche la formattazione contribuisce al ritmo.
Si legge senza intoppi, proprio come sfogliando la galleria del cellulare.
Nel complesso, un racconto diverso.
Piacevole.
Non c'era una trama quindi non ti sei perso niente! Grazie! Per il bel commento e tutto il resto. Ci incontreremo ancora! Magari sotto un tuo testo...
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"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.