Dentro ad un bistrot

Spazio dedicato al GrandPrix stagionale d'inverno 2021/2022.

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Ferruccio Frontini
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Dentro ad un bistrot

Messaggio da leggere da Ferruccio Frontini »

Dentro ad un bistrot

... e sotto un cielo
di opache stelle
ho l'anima liscia
come soglia di marmo
consumata dai passi
mentre incessante scorre
Il fiume lento della vita

e come satrapo infelice
di un regno ormai perduto
sgrano rossi melograni
come fossero rosari
in questo autunno scalzo
pieno di noia antica

Così seduto al tavolo
di uno squallido bistrot
giro memorie usate
dentro un torbido Pernod

...mentre stancamente seguo
l'ultima scia bagnata
di un giallo taxi di città...
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Eleonora2
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Messaggio da leggere da Eleonora2 »

la poesia non ha regole, secondo me. O forse ne contiene talmente tante che elencarle non serve. Cosa chiedo a un testo? Quello che aspetto da una prosa: che mi trasmetta delle sensazioni, che mi
faccia riflettere, ecc. ecc. ma la poesia agisce in modo diverso. Agisce per altri canali su quello che si ha dentro, con le parole è difficile da esprimere. Non ho letto altro per non farmi influenzare. Ho fatto male? Si, sicuramente. Ho perso le caratteristiche del tuo animo. Tornando al testo, ci sono delle belle immagini,che non mi sono arrivate nel profondo. Voto 3. Ciao e buona serata.
Lucia De Falco
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Messaggio da leggere da Lucia De Falco »

Adoro questa poesia, il suo linguaggio oscuro e ricercato al contempo. In particolare, sono efficaci le espressioni "opache stelle" (le stelle sono opache come l'animo del poeta, che non riesce a dare un senso alla sua vita), "satrapo infelice/di un regno ormai perduto" (il poeta una volta era felice, era a capo di un regno, di una situazione di felicità, che solo ora si rende conto di aver perduto), "in questo autunno scalzo/pieno di noia antica" (l'autunno è scalzo perchè riflette l'animo del poeta, che non ha più niente e prova da tempo solo noia), "giro memorie usate" (la mente del poeta si arrovella alla ricerca dei ricordi del passato, probabilmente più volte passati in rassegna). La poesia riesce a trasmettere il senso di vuoto, di noia, di perdita di senso della vita provati dal poeta.
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Fausto Scatoli
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

è vero che la poesia non ha regole, ma se metti una maiuscola prima devi mettere un punto, altrimenti che senso ha?
non mi trasmette molto, se non malinconia e noia, questa composizione, ma forse sono io che nnon recepisco il senso, il messaggio,
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Roberto Bonfanti
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Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

… ed è subito fin de siècle, con Mallarmé e Verlaine al tavolo accanto che giocano a carte, mentre Cézanne, poco più in là, li ritrae su tela.
Poi arriva il taxi giallo e bisogna fare un salto in avanti, siamo sempre a Parigi, ma negli anni '50.
Mi piace.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Momento intimo, condivisibile, coglie bene il momento dell'autore.
Mi piace perché colgo il passaggio dall'intimo all'esteriore, descrive bene quel nascondere mediante gesti semplici ciò che abbiamo dentro e consideriamo privatamente.
Bravo!
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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Letylety
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Messaggio da leggere da Letylety »

Si respira l'aria di un tempo sospeso, la visione di qualcosa che fugge via lasciando il poeta osservatore delle cose del mondo. Viene in mente Parigi per i bistrot. Una poesia lenta e umida, intrisa di un sano fatalismo.
GiacomoB
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Messaggio da leggere da GiacomoB »

Parlo da ignorante in tema di poesia, il componimento nel complesso mi è piaciuto. Ho trovato azzeccata la scelta delle parole per esprimere il tuo pensieri.
Non ho gradito la punteggiatura, trovo che appesantiscono la poesia senza dare molto.
Egidio
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Messaggio da leggere da Egidio »

Ho apprezzato la lettura di questa poesia che esprime un languore estenuato, una noia esistenziale, propri del movimento decadentistico dei primi anni del 1900. La quasi totale mancanza di punteggiatura è una caratteristica comune a tanta poesia moderna. Notevole questa immagine: ho l'anima liscia / come soglia di marmo / consumata dai passi
Ferruccio Frontini
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Re: Dentro ad un bistrot

Messaggio da leggere da Ferruccio Frontini »

Grazie, Egidio per l'apprezzamento, in effetti la poesia si riferisce proprio a quel periodo.
Piramide
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Messaggio da leggere da Piramide »

Anche io ho apprezzato le immagini ma un po’ meno come sono state sviluppate. Forse per questo motivo la poesia non mi ha trasmesso moltissimo. Comunque non posso dire che non sia un buon componimento, perciò il mio voto è 3.
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Domenico Gigante
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Caro Ferruccio! La tua poesia mi è piaciuta molto, è proprio nelle mie corde: la stanchezza e disillusione del "satrapo infelice" che regna sulle macerie della propria esistenza. Tanti momenti autentici, come ad esempio quel "giro memorie usate", che coglie l'arrovellarsi nel rimpianto. Ho dato 5. Complimenti!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
Ferruccio Frontini
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Re: Dentro ad un bistrot

Messaggio da leggere da Ferruccio Frontini »

Grazie Domenico per l'apprezzamento, hai centrato bene il senso della poesia.
Giovanni Minio
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Re: Dentro ad un bistrot

Messaggio da leggere da Giovanni Minio »

Ferruccio Frontini ha scritto: 27/12/2021, 6:56 Dentro ad un bistrot

... e sotto un cielo
di opache stelle
ho l'anima liscia
come soglia di marmo
consumata dai passi
mentre incessante scorre
Il fiume lento della vita

e come satrapo infelice
di un regno ormai perduto
sgrano rossi melograni
come fossero rosari
in questo autunno scalzo
pieno di noia antica

Così seduto al tavolo
di uno squallido bistrot
giro memorie usate
dentro un torbido Pernod

...mentre stancamente seguo
l'ultima scia bagnata
di un giallo taxi di città...
Poesia descrittiva di un momento languido e noioso. Forse andava movimentata un pò di più, almeno nel finale.
Giovanni Minio
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Re: Dentro ad un bistrot

Messaggio da leggere da Giovanni Minio »

Poesia descrittiva di un momento languido e noioso. Forse andava movimentata un pò di più, almeno nel finale. Con pennellate di attimi fuggenti rappresenta bene però attimi realistici trascorsi dal poeta in un Bistrot.
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Cristiano Vaccarella
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Messaggio da leggere da Cristiano Vaccarella »

Anch'io, leggendo questa poesia, ho provato la sensazione di trovarmi in una Parigi a cavallo fra il XIX e il XX secolo, in un'atmosfera cupa e piovosa come forse non la si immaginava da tempo. "sgrano rossi melograni / come fossero rosari" è molto efficace. Ottimo lavoro! Voto 4.
Ferruccio Frontini
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Messaggio da leggere da Ferruccio Frontini »

E basta con questi appunti sulla metrica, la punteggiatura, i punti esclamativi ecc ecc.
La poesia è pura libertà (quel poco che ci è rimasto) e non deve avere regole e binari, deve solo trasmettere emozioni e fare pensare. Poi, ognuno con la sua sensibilità, può ritenerla interessante, banale, esaltante, riflessiva... a ciascuno il suo.
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