La vasca rossa
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La vasca rossa
Ti fisso nella vasca rossa, l’acqua è ancora tiepida, un filo di vapore sale e inumidisce le piastrelle sopra di te, offuscandole. Ti piacevano tanto quelle piastrelle, te ne vantavi ogni giorno perché erano proprio del colore che volevi tu: fu l’unica volta che la spuntasti su tuo marito. Avevi ceduto su mille altre cose, quell’uomo aveva fatto di te una sua escrescenza, un peduncolo per arrivare dove lui non poteva. Ora quel peduncolo lo hai estirpato.
Sei fresca, morbida, rilassata, come quando ti vidi per la prima volta sul pianerottolo del nuovo appartamento. Venivo da lontano, dalla Sicilia, ma con te mi sentivo a casa, come fra gli aranceti del nonno o sulla scogliera di Capo Murro. Da lì ci tuffavamo nel mare cristallino, appena increspato, di quel turchese che solo la mia terra riesce a regalare; la mia terra e i tuoi occhi. Ci sono tornata questa estate, ma non è stata la stessa cosa. Non era l’adolescenza, non erano le prime cotte, non erano i pochi soldini per prendere il gelato da Carmine: eri tu.
Ora la vasca rossa sembra ristorarti, donarti quel virgineo candore sopito da lustri di frustrazioni e patimenti. Ti sono sempre stata vicina, lo sai, anche quando tu provavi ad allontanarmi. Non mi sono mai offesa per questa bazzecola, il mondo va spesso come non dovrebbe andare, o quantomeno come non vorremmo che vada. Ora ti sono vicina e basta, non mi importa di altro. Vicina alla tua nudità, alla tua fragilità, alla tua completa violabilità, della quale mai oserei approfittare. Credi forse che non ti abbia amato? Certo che ti ho amato, ma io ero la cattiva, tu la buona e così non ho mai potuto amarti davvero, nell’estasi che contorce i corpi e unisce le anime.
Io ero la cattiva, tu la buona, ecco il succo della nostra vita. Io mi facevo le canne, tu usavi solo farmaci devastanti. Io mi facevo mezza classe, tu avevi solo Lorenzo, ufficialmente. Io prendevo brutti voti, tu eri solo un po’ dislessica. Io avevo come padre l’alcolizzato del quartiere, tu uno stimato avvocato. Ecco cosa vuol dire essere la cattiva. La cattiveria mi ha salvata, mi ha impedito di scendere a compromessi come i tuoi: eri disposta a tutto pur di non intaccare l’aria da santarellina, volevi sempre uscirne bene. Ti lasciavi fare qualunque cosa, dal tuo vecchio prima, da tuo marito poi, solo per salvare le apparenze. Io me ne accorgevo, eccome se me ne accorgevo, ma non te ne ho mai parlato. Non te l’ho mai detto, questa è la mia colpa, ma avevo troppa paura che fosse la scusa per allontanarti da me. Ora la distanza è siderale, quanto dista la terra dal cielo.
Quella distanza fra noi è cresciuta nonostante le nostre case siano ad appena duecento passi: non mi parlavi da mesi ma questo favore non mi sono sentita di negartelo. Questo perché ti amo, ti amo veramente. Mi sono sempre persa nei tuoi occhi turchesi: ora sono chiusi, i tuoi capelli sparsi nell’acqua della vasca, estremo suggello di questo amore, arrossata dalla fluida passione che da te ancora sgorga. Mentre ti legavo i polsi, pensavo solo a quante gioie hanno regalato a tuo marito; quando ti mettevo il fazzoletto alla bocca, pensavo solo ai baci che quelle labbra hanno donato ai tuoi amanti. Sei stata buona, calma come una bimba prima di fare il bagnetto con la sua paperetta preferita. In fondo lo hai voluto tu.
L’acqua trasparente è ora rosata, si fonde con il tuo corpo impallidito, ti stai spandendo in essa, vivificandola. Appena ti sei immersa era bollente come il tuo sguardo, ora è tiepida e riscalda a malapena il tuo corpo, fra poco sarete entrambe gelate, di quel ghiaccio che nessun fuoco riuscirà mai a sciogliere. L’acqua ti ha sempre calmata, rasserenata. Ti sei addormentata subito, pochi minuti dopo i tagli sui polsi. Mi hai guardato un paio di volte, per ringraziarmi, poi hai fissato sempre il vuoto davanti a te: da sola non ce l’avresti mai fatta. Prima ancora di infierire sulle tue vene ti ho infuso la forza necessaria per fartelo fare: ecco perché hai chiamato proprio me, eri rimasta in un’affollata solitudine. Affollata di fantasmi del passato, orrore del presente, la vacuità del futuro. Non ti sei stretta alla vita che scorre via da te, l’hai lasciata strabordare come uno champagne millesimato in una coppa stracolma. Solo io raccoglierò quel prezioso nettare che si sparge ora sulla tovaglia, nessun altro si degnerà di strizzarne il prezioso elisir di cui è intrisa.
Dovrebbe arrivare la polizia da un momento all’altro. Ho lasciato la porta aperta, sapevo che non ce l’avrei fatta ad alzarmi dopo quello che ho fatto, il sangue scorso dal tuo corpo è un po’ anche il mio: la cosa mi avrebbe infiacchito, privandomi pur della minuscola forza necessaria per girare il chiavistello nella toppa. Avevo ragione, anche la testa mi sembra ora insostenibile, la devo appoggiare al calorifero per non accasciarmi.
Il commissario entra, mi guarda rannicchiata fra il water e il bidet, pensa che sia io la vittima. Continuo invece a fissare la vasca rossa, costringendolo a volgere lì lo sguardo.
Capisce tutto.
«Cos’è successo?»
Ci penso un attimo. Non posso addossarmi le tue colpe, questo proprio non me lo puoi chiedere, hai scelto così e ora dovresti essere felice. Non c’è colpa nel rendere felice chi si ama. Ti fisso ancora, sono forse gli ultimi istanti per noi, e rispondo serena:
«Ha voluto così».
- Domenico Gigante
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Re: La vasca rossa
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Bel lavoro, voto 4.
- Alberto Marcolli
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Commento La vasca rossa
Mi suona male. Forse sarebbe meglio "pure"?
Per me il testo è una base di inizio, ma un dramma terribile come quello del racconto merita di più. Come lettore io la vedo così. Troppi interrogativi rimangono in sospeso, a parte l'amore non corrisposto della protagonista per la sua amica.
Una domanda tra le tante, la frase: "Io mi facevo mezza classe" sarebbe da descrivere meglio. Se lei era lesbica devo intendere che si facesse mezza classe femminile? Una classe di lesbiche dunque!
Seconda domanda: non sono un esperto di amore saffico, ma se una persona ama un'altra persona, prima di aiutarla concretamente a uccidersi ci pensa molto bene e semmai tenta di dissuaderla. Alla fine se proprio non ci riesce si rifiuta di usarle violenza. Mentre questa amica innamorata addirittura “prima ancora di infierire sulle tue vene ti ho infuso la forza necessaria per fartelo fare”.
Al di la delle mie perplessità, il testo e comunque valido. Ho atteso per il voto per vedere se avresti deciso di raccogliere qualche suggerimento dei Bravi Autori, però adesso è giunto il momento di esprimermi.
Voto 4
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Re: La vasca rossa
Grazie e a presto!
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Re: La vasca rossa
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Molto bella l'immagine della ragazza di lei innamorata eppure, a sua volta, obbligata a nascondersi.
Grazie per averlo proposto qui.
- Marino Maiorino
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Ci sono almeno tre registri differenti, due personalità, diverse critiche alla società, il tutto miscelato in maniera così sapiente da essere perfettamente verosimile ed egregiamente reso.
Congratulazioni!


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Quindi mi è difficile aggiungere qualcosa.Forse... il fatto che, nonostante l'argomento , hai evitato di evidenziare il particolare della vasca rossa pur usandolo nel titolo.
Una finezza che ha evitato un scivolamento nel macabro
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Re: La vasca rossa
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Mi trovo d'accordo con F. Marcolli e ripeto una cosa: io trovo che temi così vadano trattati in un modo diverso, magari non evidenziandoli nel titolo e svolgendoli in un modo meno, come dire, "voluto" per produrre "effetto".
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Re: La vasca rossa
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Assolutamentre coinvolgente e narrata con una maestria ammirevole, poetica in modo emozionante.
Durante la lettura ho recepito il grande tormento di una vita difficile e di una decisione finale altrettanto difficile.
Non stona neppure qualche periodo un pochino più lungo (che è anche una mia caratteristica nello scrivere), in quanto ritengo che l'originalità di un artista a volte consiste anche nel trasgredire le regole, ovvero crearsi un proprio inconfondibile stile. Naturalmente sono punti di vista.
Complimenti.
L'arca di Noel
Da decenni proviamo a metterci al riparo dagli impatti meteoritici di livello estintivo, ma cosa accadrebbe se invece scoprissimo che è addirittura un altro mondo a venirci addosso? Come ci comporteremmo in attesa della catastrofe? Potremmo scappare sulla Luna? Su Marte? Oppure dove?
E chi? E come?
L'avventura post-apocalittica ad alta tensione qui narrata proverà a rispondere a questi interrogativi.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
77, le gambe delle donne
ovvero: donne in gamba!
Antologia di 77 opere e 10 illustrazioni per esplorare, conoscere e rappresentare la complessità e la varietà dell'universo femminile. Ognuno dei testi presenti in questa antologia riesce a cogliere tanti aspetti, anche contrastanti, di questa creatura affascinante e sorprendente che assieme agli uomini per millenni ha contribuito, nell'ombra o sul palco della storia, all'evoluzione della civiltà così come la conosciamo oggi. è inutile aggiungere che 77 opere soltanto non hanno la presunzione di fornire una rappresentazione esaustiva, ma lasciamo che la parte di questo "iceberg" femminile ancora sommerso rimanga pronto per emergere in prossime indagini e, perchì no, per costituire ancora la materia prima di altre future opere di ingegno.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Tullio Aragona, Maria Basilicata, Mara Bomben,
Alessandro Borghesi, Emanuela Bosisio,
Nunzio Campanelli, Paolo Caponnetto,
Alessandro Carnier, Gino Centofante, Polissena Cerolini, Antonio Ciervo, Luigi Andrea Cimini, Giacomo Colosio, Cristina Cornelio, Marika Davoli,
Stella Demaris, Maria Rosaria De Simone, Cetta de Luca, Cristoforo De Vivo,
Roberta Eman, Luca Fadda, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Raffaella Ferrari, Virginia Fiorucci,
Anna Rita Foschini, Franco Frainetti, Manuela Furlan, Nicola Gaggelli,
Isabella Galeotti, Rebecca Gamucci, Lucilla Gattini, Michela Giudici, Antonino R. Giuffrè, Alessandro Kabon, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Greta Leder, Silvia Leuzzi, Yuleisy Cruz Lezcano,
Libero, Marina Li Volsi, Rosalia Maria Lo Bue, Diego Luci, Sandra Ludovici, Verdiana Maggiorelli,
Marino Maiorino,
Angelo Manarola, Myriam Mantegazza, Germana Meli (geMadame),
Roberta Michelini, Samuele Mocellin, Maurizio Nequio, Teresa Pace,
Marina Paolucci,
Roberto Paradiso,
Umberto Pasqui, Viviana Picchiarelli,
Daniela Piccoli, Anna Pisani, Luciano Poletto, Monica Porta,
Pietro Rainero,
Gianluigi Redaelli,
Maria Rejtano, Stefania Resanfi,
Franca Riso, Massimo Rosa, Francesca Santucci, Libera Schiano Lomoriello, Daniele Schito, Veronica Sequi,
Salvatore Stefanelli, Stella Stollo, Paola Tomasello, Sonia Tortora,
Liliana Tuozzo, Alessandro Zanacchi.
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Carosello
antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura
Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone,
Enrico Teodorani,
Cristina Giuntini,
Maria Rosaria Spirito,
Francesco Zanni Bertelli,
Serena Barsottelli,
Alberto Tivoli,
Laura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi,
Angela Catalini.
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GrandPrix d'autunno 2022 - Endecasillabo di un impostore - e le altre poesie









A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 6 - Un racconto in una fotografia








A cura di Alessandro Napolitano e Dafank.
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Gara d'estate 2023 - La passe - e gli altri racconti










A cura di Massimo Baglione.
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