UFO, nessuna e centomila

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RobertoBecattini
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UFO, nessuna e centomila

Messaggio da leggere da RobertoBecattini »

La primavera non era mai stata così bella. Gli affari non erano mai andati così bene, anche se non per tutti. Mai la situazione mondiale era apparsa così promettente. E mai le ragazze erano state così carine. Non si erano mai viste così tante piccole imprese fallire o essere acquisite dalle multinazionali o dalle grandi imprese monopoliste, anche se questo era un processo di distruzione del tessuto economico in atto da tempo. Il colpo d'acceleratore lo stava dando una generazione di donne ventenni e trentenni, nate dopo il 2020. Erano tutte bellissime, intelligenti, ambiziose e forti, anche fisicamente. Nessuna di loro aveva intrapreso le effimere carriere di modella o attrice. Molte di loro erano consulenti finanziarie, broker, manager, altre emergevano nella politica o nella ricerca scientifica. Altre ancora si erano dedicate allo sport, ottenendo risultati che avevano messo in discussione la superiorità atletica dei maschi. Si cominciava a discutere della possibilità di un'Olimpiade mista, anche negli sport di squadra. Erano entrate in pochi anni nei gangli della Finanza mondiale e nei centri di potere, colpivano chirurgicamente. Le aziende capeggiate da maschi erano vittime di una speculazione spregiudicata, venivano acquisite da Fondi di Investimento gestiti da CdA tutti al femminile. Negli Stati Uniti le chiamavano le Streghe di Wall Street. Si sposavano con pezzi grossi di qualsiasi settore di ciò che restava dell'Economia reale, per poi dimezzare le loro fortune con sanguinosi divorzi. E nessuna di loro sembrava capace di mettere al mondo figli maschi. Solo bambine, quasi delle clonazioni delle madri. Erano così belle, impossibile resisterle. I loro occhi erano azzurri, verdi, viola, brillavano e i loro sguardi scardinavano i cuori più pietrificati. I loro corpi erano uno studio di curve celesti, di uno splendore indescrivibile. Le loro voci incantesimi, le loro risate miele di asfodelo per gli orsi più orsi. La loro bellezza fermava il tempo. Gli uomini si innamoravano e nessuno di loro si preoccupava più di fare soldi. Queste giovani e bellissime donne avevano uno strano effetto su coloro che subivano la loro influenza. I lupi diventavano agnelli, i satiri bambocci. Erano Artemidi che facevano ribollire il sangue, ma a una temperatura assai bassa. Tutti erano affascinati, sedotti ma in soggezione, non osavano sfiorarle prima del matrimonio. E qualcuno di loro ammetteva di non averle sfiorate neanche durante. Ma allora con chi avevano avuto queste figlie? Le conseguenze demografiche cominciavano a farsi sentire.
Era così chiaro quello che stava succedendo, ma nessun uomo riuscì ad opporsi, nessuno voleva farlo. Erano sfacciate, la loro sorellanza si esprimeva soprattutto in veri e propri sabba durante i weekend. Uscivano insieme senza i loro partner e iniziavano altre donne con un rituale. Le novizie si pungevano il seno con un ago e si tagliavano una ciocca di capelli. La ciocca, intrisa nel loro sangue, veniva avvolta in un fazzoletto di carta e poi bruciata. Poco tempo dopo le iniziate scoprivano di essere incinte. C'erano belle ragazze dappertutto ormai, a Teheran, a L'viv, a Madras, a Lima, a Boston. Sempre più uomini erano poveri ma felici. Quelli che non riuscivano a unirsi a queste bellissime donne abbandonavano comunque le loro famiglie e diventavano vagabondi, senzatetto. Spesso si lasciavano morire in strada. La forbice dell'aspettativa di vita tra i due sessi aveva fatto una spaccata alla Carla Fracci. Gli uomini ormai facevano i lavori più umili, quelli che le donne avevano fatto per secoli e adesso non volevano, non dovevano più fare. Erano tempi durissimi per noi, il nostro genere stava andando serenamente incontro all'estinzione, ma per molti era una liberazione diventare quello che sapevamo di essere, il sesso debole.
Sull'origine di questo fenomeno evolutivo, un sospetto è cresciuto in me fino a diventare quasi una certezza. È legato a un episodio che risale al periodo in cui lavoravo ancora come attore di teatro. Lo spettacolo si chiamava "La confessione": dodici attori e dodici attrici per dodici spettatrici e dodici spettatori ogni sera. Gli attori recitavano per le donne e viceversa. Disposti su due doppie file, ventiquattro confessionali con un inginocchiatoio per l'attore-penitente e una sedia per il confessore-spettatore. Ciascuno spettatore ascoltava la confessione di dodici attrici, ciascuna spettatrice faceva lo stesso con dodici attori. Il regista aveva affidato a ciascuno di noi un racconto di un diverso autore contemporaneo. Era una colorita carrellata di misfatti, storie di malavitosi pluriomicidi, necrofilia, coprofagia, violenze psicologiche di ogni genere. Contemporaneamente ventiquattro attori-peccatori confessavano a ventiquattro spettatori le loro storie. Le consegne di regia erano rigide: volume sommesso, sguardo fisso sul confessore, durata perentoria di cinque minuti. Ogni cinque minuti, infatti, un addetto armato di cronometro e nascosto dietro il telo nero del fondale, suonava un campanello. A quel segnale tutti ci alzavamo, a prescindere dal punto del racconto a cui eravamo arrivati, per passare all'inginocchiatoio successivo e ricominciare da capo. Ci si trovava sul finire del mese di repliche. Ormai cominciavo a soffrire la routine dello spettacolo, l'unica cosa che mi stimolava era la possibilità di incontrare ogni sera occhi di donne diversi. Quella sera, verso la metà del mio peregrinare da un confessionale all'altro, mi trovai di fronte due occhi sui quali era impossibile esercitare qualunque, seppur minimo, potere. Lei era una donna dal viso esile, tratti delicatissimi, occhi verde-azzurro, capelli chiari, cortissimi e scolpiti verso l'altro, giubbino e pantaloni in pelle nera. Certo, era una bella donna. Ma sin dai primi secondi in cui le parlai, mi resi conto che sentivo il bisogno irrefrenabile di cedere al suo sguardo anziché imporle il mio. Ero allenatissimo a non mollare il mio interlocutore, ma stavolta era lei a non mollare me. Sentivo forte il desiderio di abbassare gli occhi, perché guardandola stavo sperimentando la caduta in un precipizio. Al tempo stesso provavo un dolore indicibile, come un abbraccio che mi stritolava il corpo, cui si aggiunse un piacere strano, diffuso. Sudatissimo, sentii a malapena lo scampanellio. Mi alzai, con la netta impressione che se avessi distolto lo sguardo anche all'ultimo momento, prima di passare alla confessione seguente, per me sarebbe stata la fine. Dopo lo spettacolo entrai in camerino a pezzi, stanco e dolorante. Mi accorsi di non essere il solo in quella condizione. Anche i miei colleghi uomini avevano "incontrato" quella donna. Orazio, l'unico della compagnia che potevo considerare un amico, era irriconoscibile. Era bianco come la cera, i suoi occhi erano smarriti. Se ne stava seduto in un angolo, non poteva quasi muoversi. Lo aiutai a cambiarsi d'abito. Lo riaccompagnai a casa e cominciammo a parlare di quello che era successo. Anche lui era rimasto molto turbato da quella donna e aveva avuto le stesse sensazioni. Gli chiesi più volte se avesse abbassato gli occhi.
«Sì, li ho abbassati» confessò. «Il problema è che li ho rialzati e l'ho guardata».
Servirono molti altri incontri per farmi dire ciò che aveva visto. E non desidero raccontare la descrizione che mi fece di quella vista. Posso solo dire che non aveva niente di umano. Rimasi in contatto anche con gli altri compagni e seppi che alcuni di loro erano diventati padri di bellissime bambine, nello stesso anno, il 2022. Sapevo che lo spettacolo "La confessione" era un format di successo che veniva rappresentato in molti teatri del mondo, e cercai di ottenere informazioni che confermassero la mia folle teoria, ma senza successo.
Non ne ho più bisogno ormai, mi basta guardare mia figlia negli occhi, quando ci riesco.
Ultima modifica di RobertoBecattini il 20/07/2022, 8:04, modificato 1 volta in totale.
RobediKarta
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Messaggio da leggere da Andr60 »

Le streghe di oggi non hanno né pentoloni né code di lucertola per i loro intrugli bensì un MBA. Tra distopia e transumanesimo, un racconto che ci parla di ciò che potrem(m)o diventare tra breve, se l'agenda di Davos (compilata dai filantropi che sappiamo) verrà trasformata in realtà.
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Eleonora2
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Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Il testo, e parlo per me, mi è oltremodo piaciuto. Riempito di citazioni, pieno di ironia, mescolando i pregiudizi e le convinzioni. Non serve conoscere o aver letto Pirandello, e il valore sta anche in quello, ognuno ci trova le proprie opinioni o quel che vuole.Un applauso alla tua bravura. Voto massimo, cioè 5.
Lifespray
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Messaggio da leggere da Lifespray »

Il racconto mi sembra costruito bene, forse hai calcato la mano un po'
troppo sui particolari.La seconda parte non mi piace molto come idee e pessimismo.Dico la verità: a me il teatro non piace molto,specialmente quel genere.
Maria Cristina Tacchini
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Messaggio da leggere da Maria Cristina Tacchini »

Un racconto decisamente peculiare, che si fa notare sia per le fantasie fantascientifiche sia per alcune riflessioni di carattere socio-psicologico che suggerisce.
Forse a tratti la narrazione è leggeremente "carica", ma è talmente forte la curiosità di proseguire nella lettura da non farlo pesare più di tanto.
In definitiva, sono scenari al momento surreali e utopistici ma il futuro è sempre pieno di sorprese, positive o negative che siano. Film del passato, che ai tempi parevano altamente improbabili, si sono in seguito trasformati in realtà.
Chissà...
Complimenti. Ciao
Athosg
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Messaggio da leggere da Athosg »

Un racconto scritto benissimo, veloce, ironico, preciso nelle descrizioni. A prima vista surreale e un po' strampalato ma dopo quanto successo negli ultimi due anni...chissà che non sia anticipatore di grandi cambiamenti sociali! Aspetto con curiosità.
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Roberto Bonfanti
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Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

Ottimo racconto, Roberto. Certo, anche a me ha richiamato alla mente Il villaggio dei dannati di John Wyndham e i due film che ne sono stati tratti, ma la tua è una bella variazione sul tema, aggiornata a livello planetario e con interessanti aspetti originali, come la parte sul teatro o la declinazione tutta femminile della vicenda. L’unica perplessità riguarda il titolo: a parte il giocoso omaggio pirandelliano l’ho trovato un po’ fine a sé stesso e slegato dal racconto, se non, appunto, nell’ambientazione teatrale della seconda parte.
Comunque ribadisco: un ottimo lavoro.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Ilsestogatto
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Messaggio da leggere da Ilsestogatto »

Uhm, alquanto intrigante. Le streghe son tornate, sì, e probabilmente non ha importanza da dove arrivano. Mi è piaciuto, sembra di vedere realizzato lo SCUM Manifesto di Valerie Solanas in modo meno drastico e cruento ma con la stessa potenzialità. E la storia l'hai resa molto bene, soprattutto per la soluzione del teatro come contagio, veramente geniale, bravo. Anzi, direi che quella del teatro è una storia nella storia: spero che quelle confessioni qualcuno (tu?) le abbia portate veramente in scena...
Giovanni p
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Messaggio da leggere da Giovanni p »

Storia scritta benissimo, con un un inizio che promette bene e un finale che ti porta a riflettere sul futuro dell'umanità e la società che potrebbe andare a crearsi.

ero indeciso fra il 4 e il 5, poi il 5 mi è sembrato giusto. complimenti
Macrelli Piero
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Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

temi cari alla fantascienza, il matriarcato, la partenogenesi, l'estinzione del maschio. Qui si estremizza, ma ogni generazione guarda con mistero la successiva e tutte le congetture sono possibili. Il racconto mi ha intrigato anche se sapevo dove sarebbe andato a parare. ma non è un difetto.
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Bellissimo, senza dubbio!
Come la miglior fantascienza, tira in ballo temi caldi oggi ma proiettandoli e "risolvendoli" in un futuro.
Il tema che qui viene risolto è la differenza di genere (o almeno così sembra fare la prima parte del racconto). Ti giuro, è stata una goduria veder fallire in quel modo Wall Street! :D
Poi il racconto sposta l'attenzione sul come, e qui assume un'aura inquietante, anche se devo ammettere che è al tempo stesso conturbante.
Ah, se le donne facessero squadra... Non avrebbero bisogno di essere aliene, e vivremmo tutti in un mondo molto migliore.
Bravo, bravo, bravo!
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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RobertoBecattini
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Messaggio da leggere da RobertoBecattini »

Marino Maiorino ha scritto: 11/07/2022, 15:47 Bellissimo, senza dubbio!
Come la miglior fantascienza, tira in ballo temi caldi oggi ma proiettandoli e "risolvendoli" in un futuro.
Il tema che qui viene risolto è la differenza di genere (o almeno così sembra fare la prima parte del racconto). Ti giuro, è stata una goduria veder fallire in quel modo Wall Street! :D
Poi il racconto sposta l'attenzione sul come, e qui assume un'aura inquietante, anche se devo ammettere che è al tempo stesso conturbante.
Ah, se le donne facessero squadra... Non avrebbero bisogno di essere aliene, e vivremmo tutti in un mondo molto migliore.
Bravo, bravo, bravo!
Grazie, grazie, grazie) !
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Alberto Marcolli
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Commento a UFO, nessuna e centomila

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

una generazione di donne nate dopo il 2020, bellissime, intelligenti, ambiziose. Molte di loro erano consulenti finanziarie, broker, manager, altre emergevano nella politica, altre ancora erano atlete sportive.
Ma qualcuna dedicata a far “funzionare in senso pratico” l’economia c’era? Con la disoccupazione maschile al 64% chi lavorava? Le macchine robotizzate? Ma consulenti finanziarie, broker, manager, politiche, sportive con sanno progettarle, costruirle e farle funzionare.
Questo racconto, inizia con una primavera mai stata così bella e poi ci presenta una surreale e rapida, ma tristemente possibile, estinzione del genere umano. Già ne esistono tante di ipotesi, una in più non guasta. Meno male che il racconto si colloca in un futuro intorno al 2050, questo significa che noi vecchietti ce ne saremo già andati al Creatore.
Non trovo coerente con il racconto la frase: “La prostituzione aveva letteralmente cambiato sesso.” Non vedo queste Artemidi aver bisogno si fare sesso con dei poveri ometti convertiti al lavoro più vecchio del mondo. Se il desiderio sessuale fosse sopravvissuto in esse, credo l’avrebbero soddisfatto con dee greche loro simili.

Mi fermo qui, perché rischio di essere troppo critico di un testo sicuramente ben scritto, ma bisognoso di una verifica fattuale che lo renda “verosimile” pur se collocato nella fantascienza, almeno spero sia veramente fantascienza.
A proposito, in un’altra vita ho fatto veramente il broker, e posso assicurare che i miei clienti mi avrebbero abbandonato al volo se mi fossi permesso l’ipotesi di voler colpire chirurgicamente, con i loro soldi, l’economia mondiale.
Voto 4 soprattutto per la scrittura.
RobertoBecattini
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Re: Commento a UFO, nessuna e centomila

Messaggio da leggere da RobertoBecattini »

Alberto Marcolli ha scritto: 19/07/2022, 14:00 una generazione di donne nate dopo il 2020, bellissime, intelligenti, ambiziose. Molte di loro erano consulenti finanziarie, broker, manager, altre emergevano nella politica, altre ancora erano atlete sportive.
Ma qualcuna dedicata a far “funzionare in senso pratico” l’economia c’era? Con la disoccupazione maschile al 64% chi lavorava? Le macchine robotizzate? Ma consulenti finanziarie, broker, manager, politiche, sportive con sanno progettarle, costruirle e farle funzionare.
Questo racconto, inizia con una primavera mai stata così bella e poi ci presenta una surreale e rapida, ma tristemente possibile, estinzione del genere umano. Già ne esistono tante di ipotesi, una in più non guasta. Meno male che il racconto si colloca in un futuro intorno al 2050, questo significa che noi vecchietti ce ne saremo già andati al Creatore.
Non trovo coerente con il racconto la frase: “La prostituzione aveva letteralmente cambiato sesso.” Non vedo queste Artemidi aver bisogno si fare sesso con dei poveri ometti convertiti al lavoro più vecchio del mondo. Se il desiderio sessuale fosse sopravvissuto in esse, credo l’avrebbero soddisfatto con dee greche loro simili.

Mi fermo qui, perché rischio di essere troppo critico di un testo sicuramente ben scritto, ma bisognoso di una verifica fattuale che lo renda “verosimile” pur se collocato nella fantascienza, almeno spero sia veramente fantascienza.
A proposito, in un’altra vita ho fatto veramente il broker, e posso assicurare che i miei clienti mi avrebbero abbandonato al volo se mi fossi permesso l’ipotesi di voler colpire chirurgicamente, con i loro soldi, l’economia mondiale.
Voto 4 soprattutto per la scrittura.
Grazie Alberto per le osservazioni, ne ho tenuto conto e ho tolto alcune frasi che indeboliscono la credibilità della storia.
RobediKarta
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Domenico Gigante
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Caro Roberto! Veramente bella l'idea e quantomeno originale nel modo di affrontare la questione femminile. Devo dire forse un po' prolissa la prima parte (che però ha un bel crescendo). Stupenda invece la trovata del teatro, in cui entri finalmente nel vivo della storia e mostri vera capacità narrativa e capacità di delineare psicologicamente il tuo personaggio. Anch'io trovo poco "sensato" il titolo. Forse varrebbe la pena tentare con qualcosa di diverso. Ad esempio "Generazione XX". Complimenti!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
Namio Intile
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

Un racconto ben scritto in cui l'uomo inteso come genere maschile perde il suo primato millenario nei confronti della donna. La quale assume tutte le cariche e le occupazioni importanti e lascia al maschio soltanto i lavori più umili e le posizioni più svantaggiate. E come se non bastasse queste donne generano altre donne lasciando al maschio uno spazio residuale (forse fin troppo).
In realtà la storia umana di quasi tutte le culture umane è caratterizzata da un potere maschile che ha relegato la donna al ruolo di madre sposa o di prostituta serva, ossia al ruolo di oggetto. E tutti sappiamo della soppressione delle nate femmine in parecchie culture in diverse epoche storiche.
L'uomo ha quindi sempre reificato la donna per servirsene a proprio piacimento. La donna è il primo soggetto alienato della storia.
Nel racconto avviene il ribaltamento, un capovolgimento che dà da pensare. La donna sopra l'uomo. Con l'uomo ridotto a oggetto utile solo nella cura della casa e, si presume, nella riproduzione (e lì con quella deriva fantascientifica un po' il racconto perde) .
Se il ribaltamento fa e deve far riflettere e lo considero riuscito, mi pare fuori tema quell'attribuire il cambiamento a un evento esterno, l'UFO del titolo, che fa scivolare il racconto nel genere fantascientifico e quindi nell'irreale. Mentre il tuo poteva benissimo essere un testo di denuncia della condizione femminile e basta dove il capovolgimento dei ruoli di per sé è stordente.
Un racconto riuscito in parte dunque.
A mio avviso poi le donne bellissime che seducono e intrappolano gli uomini e quindi donne come esseri umani perfidi e cattivi, satanici, è sempre un retaggio di quella cultura del maschio che il racconto stesso prova a mettere alla berlina. Doserei questi elementi con attenzione per non cadere in banali trappole dettate dalla consuetudine
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