Se dovessi morire... non vorrei fosse aprile

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'autunno 2022.

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Sondaggio concluso il 25/12/2022, 23:00

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Se dovessi morire... non vorrei fosse aprile

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Lo schienale reclinato per agevolare la posizione del capo, adagiato al poggiatesta e piegato verso destra; il volto, emaciato e sofferente, incollato al finestrino; gli occhi cerchiati fissi sui campi che, ai lati della strada, sembravano scappare via, insieme alla vita. «Se dovessi morire… non vorrei fosse aprile», mormorò con voce stanca e arrochita.
«Cos'hai detto?» gli chiese sua moglie.
«Nulla… l'incipit di una poesia che scrissi un anno fa… all'inizio di questo calvario.»
La donna, serrando forte le labbra, riuscì a trattenere il pianto.
Cosa avrebbe potuto dire: le inutili parole di conforto, le aveva spese tutte. Cosa avrebbe potuto inventarsi, di fronte a una sentenza che lei, forse anche più di lui, percepiva ormai prossima?
«Rallenta per favore, fammi godere un po' più a lungo la visione di quest'ultimo brandello di primavera», riprese con voce commossa il marito.
La donna ridusse la velocità, deglutì. «Va bene così?»
«Benissimo… grazie, cara.»
Cura sperimentale, l'aveva chiamata un mese prima il luminare. E lui, ormai rassegnato al peggio, aveva accettato di fare da cavia. D'altronde, il tumore all'ultimo stadio che lo aveva colpito un anno prima, non gli lasciava margini di manovra.
Un mese di altre inutili sofferenze e poi. «Mi lasci andare, professore, voglio chiudere gli occhi nel mio letto.»
Di fronte alla determinazione del paziente, il luminare si piegò: anche perché l'uso del farmaco compassionevole non aveva dato i frutti sperati, e da qualche giorno gli somministravano solo medicinali per alleviare il dolore.
Guardando i campi vestiti dei colori e dei profumi della primavera, un'intera vita che andava verso la sua naturale, drammatica conclusione cominciò a scorrergli davanti agli occhi.
Si rammentò del tempo della forza, quando con giovanile entusiasmo inseguiva il successo al galoppo.
E il dolore muto che divorava gli ultimi brandelli di vita, parve cessare ricordando il giorno che volgendo lo sguardo all'interno del giardino, guardando la moglie e i figli ebbe contezza della raggiunta agiatezza.
Una consapevolezza assai breve. "La felicità, se esiste, è una costruzione fragile e instabile. È un bosco che cresce rigoglioso per anni, e un fulmine incendia e distruggere in un sol giorno", ebbe a pensare mentre il dolore muto tornava a tormentare le sue carni.
L'ansia di perdere il benessere faticosamente costruito, eccolo lì il tormento, lo stigma di una felicità solamente di facciata.
E quando la botta, tremenda, era arrivata davvero; quasi si sentì sollevato: l'ansia di perdere tutto non aveva più ragion d'essere, ora che doveva combattere duramente per conservare qualcosa che valeva immensamente di più della villa, delle belle macchine, dei soldi in banca.
Ora doveva lottare per veder crescere i sui figli, amare la sua donna. Ora doveva sconfiggere il male, poi avrebbe ripensato e rivoltato la sua vita; guardando oltre la facciata, sarebbe andato alla ricerca di una felicità che non fosse solamente apparenza… se il destino o chi per esso glielo avesse concesso.
"Cos'è servito lavorare a testa bassa? Solo ad accumulare denaro, opulenza da esibire inorgoglito indossando un abito firmato, ospitando gli amici in una casa ridondante o guidando un'automobile scintillante… Non è questo che fa degna la vita. Recupererò il tempo speso male, darò più valore ai sentimenti. Parlerò con i miei figli… dirò ancora come allora, più di allora, "ti amo" alla mia donna", pensava nelle lunghe e insonni notti, divorato dal dolore in quel letto d'ospedale: inutili buoni propositi di una vita al capolinea.
«Portami lassù, vuoi?» chiese a sua moglie, indicando con l'indice tremolante le colline all'orizzonte.
«Vuoi andarci adesso?»
«Sì. Voglio fare qualcosa che ho sempre desiderato: camminare con te, mano nella mano tra le vigne.»
«Oh, ma è bellissimo», disse con voce commossa. «Lo faremo domani. Ora sei stanco, devi riposare.»
Lui scosse il capo. «Programmare è un lusso che non posso più permettermi, nemmeno a brevissima scadenza… Domani, potrebbe essere tardi… sarà sicuramente tardi.»
La donna gli dedicò uno sguardo dolorosamente amorevole. «Come vuoi tu, caro», disse. Uscendo dalla rotatoria prese la strada per le colline. «Mezz'ora, e saremo lassù», aggiunse.
«Grazie, cara», pronunciò sorridendo.
Gli sembravano ancora troppo lontane, irraggiungibili, le colline che ora riempivano l'orizzonte.
«Se dovessi morire…
non vorrei fosse aprile,
con i prati in fiore
e il Sole sul colle
che scalda le vigne.
Riaccende speranze
osservare il germoglio,
allontana cupezza il profumo del fiore
spuntato in giardino.
Germoglia l'amore
il male è sconfitto,
aprile rimani
con me anche domani», declamò con la voce dolente che si faceva sempre più flebile, sino a chiosare in un inudibile, implorante sussurro.
Il dolore sparì come d'incanto. Si sentì improvvisamente forte. Fu la sensazione di un attimo, forse l'attimo che azzera tutto.
Inspirò profondamente, trattenne il fiato più a lungo possibile; poi esalò un lunghissimo respiro, chiuse gli occhi e si addormentò: ora lo sguardo era un fermo immagine rilassato, stranamente sereno. Le ingiurie del dolore, lo avevano abbandonato.
Sua moglie, guardandolo con occhi pieni di lacrime, si chiese se valesse ancora la pena raggiungere le colline.
«Lui direbbe di sì», si rispose singhiozzando, iniziando a salire la strada che s'inerpicava in mezzo ai vigneti.

FINE
Ultima modifica di Nuovoautore il 16/11/2022, 17:35, modificato 1 volta in totale.
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Bellissimo! mi è piaciuto molto questo racconto, scritto benissimo, che racconta un fine vita con molto garbo e sensibilità. Evidenziando quanto poco si dia importanza all'esistenza a scapito dell'accumulo, dell'avere, dell'esibire. Come se la vita fosse tutta lì... L'inserimento della poesia da al racconto un tocco aggiuntivo di gradevolezza. Anche il finale è incantevole, con la decisione di andare sulla collina. Potrebbe essere anche interpretato, questo desiderio, come una metafora, nel senso di salire...verso il cielo. La morte è poi descritta con molta dolcezza, assieme alla decisione della moglie di proseguire, con lui "addormentato", sino in cima, percorrendo la strada tortuosa tra i vigneti per poi arrivare alle colline.
E' questo il terzo racconto che leggo di te: ho sempre apprezzato, oltre al tuo modo di scrivere, anche e soprattutto i contenuti, in cui emerge una sensibilità certamente non comune. Voto ovvio, 5. Ciao
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Laura Traverso ha scritto: 25/09/2022, 19:54 Bellissimo! mi è piaciuto molto questo racconto, scritto benissimo, che racconta un fine vita con molto garbo e sensibilità. Evidenziando quanto poco si dia importanza all'esistenza a scapito dell'accumulo, dell'avere, dell'esibire. Come se la vita fosse tutta lì… L'inserimento della poesia da al racconto un tocco aggiuntivo di gradevolezza. Anche il finale è incantevole, con la decisione di andare sulla collina. Potrebbe essere anche interpretato, questo desiderio, come una metafora, nel senso di salire… verso il cielo. La morte è poi descritta con molta dolcezza, assieme alla decisione della moglie di proseguire, con lui "addormentato", sino in cima, percorrendo la strada tortuosa tra i vigneti per poi arrivare alle colline.
È questo il terzo racconto che leggo di te: ho sempre apprezzato, oltre al tuo modo di scrivere, anche e soprattutto i contenuti, in cui emerge una sensibilità certamente non comune. Voto ovvio, 5. Ciao
È quando la vita prende svolte impreviste e imprevedibili, come lo può essere una malattia o la perdita di una persona cara, che l'uomo si guarda dentro e comprende che, forse, non ha dato il giusto peso alle vere priorità che fan degno l'esistere; il problema è che, non potendo leggere il futuro che ci aspetta, si arriva alle giuste riflessioni, sempre troppo tardi per porvi rimedio. Ti ringrazio. Ciao, Laura.
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Francesco Pino ha scritto: 25/09/2022, 22:43 A primo impatto avrei detto così così. La storia ha una propensione emozionale molto forte, dato l'argomento trattato, e c'è anche spazio per uno spunto di riflessione:
"Cos'è servito lavorare a testa bassa? Solo ad accumulare denaro… " ecc. A me piace pensare che serva a più di questo, a dare il meglio possibile alla propria famiglia. Lottare per veder crescere i propri figli, certamente, ma mi piace pensare che niente di quel che si fa per loro nell'immediato sia tempo perso. Riflessioni :)
I dialoghi mi sembrano un po' troppo mielosi, parliamo davvero così tra marito e moglie?
A primo impatto avrei detto così così e avrei votato 3, ma quella poesia mi è piaciuta tantissimo, dai… è bellissima.
Sì, è vero; una parte serve a dare il meglio ai propri cari, ma la parte superflua… quella che serve solamente ad alimentare l'ego personale, potrebbe benissimo essere ridimensionata senza arrecare danno al tenore di vita della famiglia. Per quanto riguarda i dialoghi mielosi, devi tenere conto della sitruazione, lei sa, come ne è consapevole lui, che stanno percorrendo una strada senza ritorno; è il sentimento, la commozzione, la disperazione che permea il dialogo, a farlo apparire mieloso. Con il tuo apprezzamento per la poesia, mi hai fatto venir voglia di postarla nella sezione della gara poetica… ci farò un pensierino. Ti ringrazio. Ciao, Pino.
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La famosa ruota gira, gira e gira. A tutti capiterà il momento del trapasso. Ho fissato una data: sessant'anni. Dopo questa età qualsiasi cosa possa accadere dovremmo cercare di accettarla con la giusta accettazione come il protagonista di questo racconto sentito e commovente. Molto bella la poesia.
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Commento : Se dovessi morire... non vorrei fosse aprile

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Commentare questi racconti è sempre per me un problema.
Augurandomi che non si tratti di vicenda personale riguardante amici, parenti ecc., in questo caso mi scuso, io sono sempre fuggito da questi argomenti per me troppo "facili" da narrare. Mi spiego, non intendo facili nel senso di banali, ma semplicemente talmente tanto sfruttati da offrire tonnellate di spunti dai quali attingere, volontariamente o no.
La mia impressione è quella di Francesco Pino, con una aggravante, a me la poesia non ha incantato, colpa mia che sono diventato un arido signore avanti negli anni, con molte esperienze negative alle spalle.
Il testo è pur sempre ben scritto e questo è quello che conta. Per gli argomenti ognuno sceglie i suoi e prometto di leggere gli altri tuoi racconti per farmi un quadro più preciso.
Per me il voto è 4.
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FraFree ha scritto: 26/09/2022, 13:17 Un racconto toccante e verosimile. I pensieri e i sentimenti di una persona che sta per morire credo siano proprio questi, da te esposti con garbo e lirismo. Il modo di trattare un tema dolente, comune a tante persone, senza cadere nel patetico, è apprezzabile, come l'intermezzo della poesia.
momenti, sentimenti difficili da descrivere, ci ho provato, lasciando al lettore l'onere di decidere sulla verosomiglianza. Ti ringrazio. Ciao, Fra Free.
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Letylety ha scritto: 26/09/2022, 13:45 La famosa ruota gira, gira e gira. A tutti capiterà il momento del trapasso. Ho fissato una data: sessant'anni. Dopo questa età qualsiasi cosa possa accadere dovremmo cercare di accettarla con la giusta accettazione come il protagonista di questo racconto sentito e commovente. Molto bella la poesia.
Dovremmo cercare di accettarla, dici. Facile a dirsi, se non si è ancora giunti alla fatidica data; ma ti posso assicurare che lì giuntì, si cercherà di scavalcare l'ostacolo senza procurarsi troppi danni, per poi provare a spostare in avanti di qualche lustro il tragico traguardo. Ti ringrazio. Ciao, Letylety.
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Re: Commento : Se dovessi morire... non vorrei fosse aprile

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Alberto Marcolli ha scritto: 26/09/2022, 20:07 Commentare questi racconti è sempre per me un problema.
Augurandomi che non si tratti di vicenda personale riguardante amici, parenti ecc., in questo caso mi scuso, io sono sempre fuggito da questi argomenti per me troppo "facili" da narrare. Mi spiego, non intendo facili nel senso di banali, ma semplicemente talmente tanto sfruttati da offrire tonnellate di spunti dai quali attingere, volontariamente o no.
La mia impressione è quella di Francesco Pino, con una aggravante, a me la poesia non ha incantato, colpa mia che sono diventato un arido signore avanti negli anni, con molte esperienze negative alle spalle.
Il testo è pur sempre ben scritto e questo è quello che conta. Per gli argomenti ognuno sceglie i suoi e prometto di leggere gli altri tuoi racconti per farmi un quadro più preciso.
Per me il voto è 4.
No, nulla di personale, è un racconto dove ho provato a descrivere le ultime ore di un malato terminale. Per quanto riguarda gli argomenti, mi piace toccare ogni genere, dal fantascientifico, all'horror, dal romantico all'erotico, dallo storico al giallo, dal drammatico al sociale, ecc… Ti ringrazio. Ciao, Alberto.
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Il racconto è ben scritto. Verrebbe da dire troppo, nel senso che tutto va come si pensa che dovrebbe andare, diciamo così. La realtà è che nessuno sa cosa si prova veramente in punto di morte, cosa si pensa, cosa si spera. Qui si è scelto di rappresentare l'inevitabilità della fine, con i due protagonisti rassegnati al compiersi di un evento appunto inevitabile. Vi assicuro che non è così, che non tutti sono così ragionevoli in quei momenti. La poesia non mi piace, ma inserita in quel contesto però ci può stare.Quanto sopra naturalmente partendo dal presupposto che il racconto tratti la finzione, non la realtà. Non è mia intenzione fornire lezioni di vita a nessuno.
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Nunzio Campanelli ha scritto: 27/09/2022, 6:42 Il racconto è ben scritto. Verrebbe da dire troppo, nel senso che tutto va come si pensa che dovrebbe andare, diciamo così. La realtà è che nessuno sa cosa si prova veramente in punto di morte, cosa si pensa, cosa si spera. Qui si è scelto di rappresentare l'inevitabilità della fine, con i due protagonisti rassegnati al compiersi di un evento appunto inevitabile. Vi assicuro che non è così, che non tutti sono così ragionevoli in quei momenti. La poesia non mi piace, ma inserita in quel contesto però ci può stare.Quanto sopra naturalmente partendo dal presupposto che il racconto tratti la finzione, non la realtà. Non è mia intenzione fornire lezioni di vita a nessuno.
Voto 3
Hai ragione: nessuno può sapere cosa si prova in punto di morte; anche perché non può essere un comportamento standardizzato: ogni essere umano, in quanto unico e irripetibile, reagisce in modo dverso. Io ho provato ha immaginare la reazione basandomi sul mio sentire, e mi è uscito questo personaggio. Ti ringrazio. Ciao, Nunzio.
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Nessuno sa come reagirebbe di fronte alla propria morte, poiché è un'esperienza che, salvo casi particolari, si vive una volta sola. Questo racconto descrive con delicatezza una possibile reazione di un uomo qualunque, di fronte alla propria finitezza e alle prese col dolore della malattia e la speranza delusa di un'ultima cura. Trovo bella la poesia, si inserisce bene nel contesto e descrive il rimpianto del protagonista per avere vissuto più per le futilità dell'esistenza che per le cose davvero importanti, delle quali si rende conto quando è troppo tardi. Non è, e non sarà, certamente l'unico.
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Andr60 ha scritto: 28/09/2022, 19:15 Nessuno sa come reagirebbe di fronte alla propria morte, poiché è un'esperienza che, salvo casi particolari, si vive una volta sola. Questo racconto descrive con delicatezza una possibile reazione di un uomo qualunque, di fronte alla propria finitezza e alle prese col dolore della malattia e la speranza delusa di un'ultima cura. Trovo bella la poesia, si inserisce bene nel contesto e descrive il rimpianto del protagonista per avere vissuto più per le futilità dell'esistenza che per le cose davvero importanti, delle quali si rende conto quando è troppo tardi. Non è, e non sarà, certamente l'unico.
A volte, molto spesso credo, la consapevolezza di non aver speso nel migliore dei modi il tempo vissuto, si raggiunge quando è ormai troppo tardi per porvi rimedio. Ti ringrazio. Ciao, Andr60
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Piaciuto, molto. Il viaggio nell'intimo di uno di noi in una situazione estrema è completo, preciso, doloroso.
Mi è rimasta però l'impressione di un viaggio in solitaria: è lui, le sue considerazioni, ma i ragazzi e la moglie sono ombre. Lui vorrebbe averne di più, si rende conto di averli trascurati, ma resta fondamentalmente solo: ora che è arrivato al capolinea, anche se dice che non c'è più tempo per programmare, è lui che vuole.
Non mi consola il fatto che in questi mesi, nonostante la condanna ormai certa, non abbia scoperto di più di chi gli sta accanto, cosa che avrebbe fatto saltare oltre ogni scala il vuoto dell'addio.
Voto alto.
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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Marino Maiorino ha scritto: 29/09/2022, 12:35 Piaciuto, molto. Il viaggio nell'intimo di uno di noi in una situazione estrema è completo, preciso, doloroso.
Mi è rimasta però l'impressione di un viaggio in solitaria: è lui, le sue considerazioni, ma i ragazzi e la moglie sono ombre. Lui vorrebbe averne di più, si rende conto di averli trascurati, ma resta fondamentalmente solo: ora che è arrivato al capolinea, anche se dice che non c'è più tempo per programmare, è lui che vuole.
Non mi consola il fatto che in questi mesi, nonostante la condanna ormai certa, non abbia scoperto di più di chi gli sta accanto, cosa che avrebbe fatto saltare oltre ogni scala il vuoto dell'addio.
Voto alto.
Probabilmente i mesi passati a combattere il male, hanno assorbito ogni sua energia, lasciando ai soli rimpianti, a discapito dei sentimenti, il poco tempo rimasto. Ti ringrazio. Ciao, Marino.
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Re: Se dovessi morire... non vorrei fosse aprile

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BladeRunner ha scritto: 01/10/2022, 14:29 Mi ha commosso.
Un racconto deve puntare a suscitare emozioni e hai colto nel segno, con questo.
Impeccabile la forma, i dialoghi mostrano la stanchezza della sofferenza, non c'è banalità nelle descrizioni dei sentimenti.
Il finale è da urlo. Complimenti!
La poesia, invece, non mi ha appassionato troppo, anche se, messa in quel punto del racconto è ineccepibile.
La poesia, scritta dal protagonista mentre lottava contro il male, potrebbe rappresentare (anche se in reatà non è questo il motivo per il quale l'ho inserita a quel punto del racconto) il desiderio di riscatto, la rivincita della mente (poetica) sul dolore. Ti ringrazio. Ciao, BladeRunner (nick da urlo, complimenti).
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Re: Se dovessi morire... non vorrei fosse aprile

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Rosmary ha scritto: 27/10/2022, 22:25 A me dovrebbero lasciarmi o in mezzo ai gatti o vedere per l'ultima volta un'opera teatrale.
Ho le lacrime agli occhi.
È bellissima, in napoletano si dice o Fridd ncuoll…
Ma è commovente. La struttura niente da eccepire
accarezzare i gatti aiuta a combattere o fridd ncuoll. Ti ringrazio. Ciao, Rosmary.
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Rosmary ha scritto: 31/10/2022, 18:23 Fridd ncuoll non significa esattamente freddo ma significa pelle d'oca.
Probabilmente non conosci il napoletano.
Però emozioni
Chiedo venia. Confesso la mia ignoranza: non conosco il napoletano. Ho provato a tradurre, ma, evidentemente, ho toppato. Ad ogni modo, l'errore mi è servito ad apprendere qualcosa di nuovo che mi potrebbe tornare utile in futuro; e per questo ti devo ringraziare doppiamente.
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Messaggio da leggere da Giovanni p »

Buona sera,

Malgrado ci sia qualche punto da rivedere non posso non dare almeno 4 ad una storia bella, che tratta un argomento difficile senza perdersi in troppi fronzoli e frasi fatte.
Sinceramente mi piace il tuo modo di scrivere, complimenti.
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Re: Commento

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Giovanni p ha scritto: 10/11/2022, 22:02 Buona sera,

Malgrado ci sia qualche punto da rivedere non posso non dare almeno 4 ad una storia bella, che tratta un argomento difficile senza perdersi in troppi fronzoli e frasi fatte.
Sinceramente mi piace il tuo modo di scrivere, complimenti.
Fronzoli e frasi fatte, credo che non avrebbero fatto un buon servizio all'orgomento. Ti ringrazio. Ciao, Giovanni.
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

Un bel racconto, Nuovoautore.
Ne ho scritto uno di tenore simile tempo addietro e mi ci sono voluti anni per arrivare a una forma definitiva,
Chissà perché ci si domandi del valore della vita solo quando questa giunge al suo limite.
La narrazione funziona soprattutto nei dialoghi, la voce narrante è invece, a mio avviso, il punto debole del testo.

Si rammentò del tempo della forza, quando con giovanile entusiasmo inseguiva il successo al galoppo.
E il dolore muto che divorava gli ultimi brandelli di vita, parve cessare ricordando il giorno che volgendo lo sguardo all'interno del giardino, guardando la moglie e i figli ebbe contezza della raggiunta agiatezza.
Una consapevolezza assai breve. "La felicità, se esiste, è una costruzione fragile e instabile. È un bosco che cresce rigoglioso per anni, e un fulmine incendia e distruggere in un sol giorno", ebbe a pensare mentre il dolore muto tornava a tormentare le sue carni.

Se la voce narrante è un io narrante, ossia è il protagonista a raccontare quanto sto leggendo (pure se adoperi una forma impersonale... si rammentò) non ha poi molto senso ricorrere al pensiero del protagonista, con quell'ebbe a pensare, per esprimere un concetto che avrebbe benissimo potuto essere espresso dal narratore.
Avresti potuto scrivere: Io mi rammentai del tempo, o se vuoi nel tuo modo impersonale: Si rammentò... Ebbe una consapevolezza assai breve, la felicità, se fosse mai esistita, era una...
Ecco, il narratore può benissimo a mio avviso semplificare e tagliare quei pensieri tra virgolette.
La medesima cosa sotto.
L'ansia di perdere il benessere faticosamente costruito, eccolo lì il tormento, lo stigma di una felicità solamente di facciata.
E quando la botta, tremenda, arrivò davvero; quasi si sentì sollevato: l'ansia di perdere tutto non aveva più ragion d'essere, ora che doveva combattere duramente per conservare qualcosa che valeva immensamente di più della villa, delle belle macchine, dei soldi in banca.
Ora doveva lottare per veder crescere i sui figli, amare la sua donna. Ora doveva sconfiggere il male, poi avrebbe ripensato e rivoltato la sua vita; guardando oltre la facciata, sarebbe andato alla ricerca di una felicità che non fosse solamente apparenza… se il destino o chi per esso glielo avesse concesso.
"Cos'è servito lavorare a testa bassa? Solo ad accumulare denaro, opulenza da esibire inorgoglito indossando un abito firmato, ospitando gli amici in una casa ridondante o guidando un'automobile scintillante… Non è questo che fa degna la vita. Recupererò il tempo speso male, darò più valore ai sentimenti. Parlerò con i miei figli… dirò ancora come allora, più di allora, "ti amo" alla mia donna", pensava nelle lunghe e insonni notti, divorato dal dolore in quel letto d'ospedale: inutili buoni propositi di una vita al capolinea.
Quel pensava, questi pensieri sono per me superflui, considerato il PdV della voce narrante.
Ti segnalo... quando la botta era arrivata, adoperare quindi il trapassato.
Il racconto comunque funziona, soprattutto grazie al bel finale con quella salita interrotta.
Complimenti, a rileggerti.
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Namio Intile ha scritto: 15/11/2022, 16:59 Un bel racconto, Nuovoautore...
Sì, avrei potuto semplificare, evitando di evidenziare il pensiero del protagonista… ma mi è venuto naturale farlo. È un… chiamiamolo vizio, che mi porto dentro da quando ho cominciato a scrivere racconti… una specie di marchio di fabbrica, se vogliamo. Dovrei cambiare un po' il mio stile, tendente leggermente al barocco, con uno un po' più minimalista… ma dopo tanti anni, è assai impegnativo cambiare. Ora vedo se riesco a sistemare quell'era al posto di è. Ti ringrazio. Ciao, Namio.
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Alcuni esempi di nostri libri autoprodotti:


69 Orizzontale: l'Antologia erotica

69 Orizzontale: l'Antologia erotica

Oltre 300 pagine di ottimo erotismo sotto forma di racconti, poesie e illustrazioni. Contiene un racconto della scrittrice Valeria Ferracuti e disegni di Furio Bomben. Ogni testo è abbinato a una domanda in formato "settimana enigmistica" che testerà l'attenzione del lettore. La dura selezione alla quale sono stati sottoposti i partecipanti, garantisce al libro una qualità che raramente è stata raggiunta in passato.
A cura di Massimo Baglione, Angela Di Salvo e Alessandro Napolitano;
in collaborazione con Valeria Ferracuti di mysecretdiary.it;
copertina di Roberta Guardascione;
illustrazioni aggiuntive realizzate da Furio Bomben;
strisce enigmistiche di Diego Capani.

Contiene opere di: Allison Bersani, nwGabriella Pison, nwGianni Giovannone, Serena Rosata, Simone De Andreis Gerini, Thierry59, Grey Delacroix, Giovanni Altieri, Marina Priorini, Antonella Rita Provenzano, Furio Bomben, Alessandra Gaggioli, Marina Casali, nwMew Notice, Enrica Restelli, Valter Padovani, nwAlessandro Moschini, nwTullio Aragona, Elena Girotti, Edoardo Baietti, nwGilbert Paraschiva, nwGianluigi Redaelli, Connie Furnari, Flavia Ippolito, Mariella Scarano, Piergiorgio Annicchiarico, Poly, nwAlessio Boni, nwCarmine Rosano, Alberto Tristano, Barbara Bertucci, Armando D'Amaro, Livin Derevel, Stefano Masetti, Alfio Faedi, Giovanni Gentile, nwBruno Elpis, Riccardo Carli Ballola, nwRoberta Eman, Anna Pisani, nwSer Stefano, Riccardo Sartori, Giovanna Amoroso, Jen Ricci, nwMichele Cogni, Paolo Ferruccio Cuniberti, Claudio Gavina, Valeria Ferracuti.

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77, le gambe delle donne

77, le gambe delle donne

ovvero: donne in gamba!

Antologia di 77 opere e 10 illustrazioni per esplorare, conoscere e rappresentare la complessità e la varietà dell'universo femminile. Ognuno dei testi presenti in questa antologia riesce a cogliere tanti aspetti, anche contrastanti, di questa creatura affascinante e sorprendente che assieme agli uomini per millenni ha contribuito, nell'ombra o sul palco della storia, all'evoluzione della civiltà così come la conosciamo oggi. è inutile aggiungere che 77 opere soltanto non hanno la presunzione di fornire una rappresentazione esaustiva, ma lasciamo che la parte di questo "iceberg" femminile ancora sommerso rimanga pronto per emergere in prossime indagini e, perchì no, per costituire ancora la materia prima di altre future opere di ingegno.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwTullio Aragona, Maria Basilicata, Mara Bomben, nwAlessandro Borghesi, Emanuela Bosisio, nwNunzio Campanelli, Paolo Caponnetto, nwAlessandro Carnier, Gino Centofante, Polissena Cerolini, Antonio Ciervo, Luigi Andrea Cimini, Giacomo Colosio, Cristina Cornelio, Marika Davoli, nwStella Demaris, Maria Rosaria De Simone, Cetta de Luca, Cristoforo De Vivo, nwRoberta Eman, Luca Fadda, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Raffaella Ferrari, Virginia Fiorucci, nwAnna Rita Foschini, Franco Frainetti, Manuela Furlan, Nicola Gaggelli, nwIsabella Galeotti, Rebecca Gamucci, Lucilla Gattini, Michela Giudici, Antonino R. Giuffrè, Alessandro Kabon, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Greta Leder, Silvia Leuzzi, Yuleisy Cruz Lezcano, nwLibero, Marina Li Volsi, Rosalia Maria Lo Bue, Diego Luci, Sandra Ludovici, Verdiana Maggiorelli, nwMarino Maiorino, nwAngelo Manarola, Myriam Mantegazza, Germana Meli (geMadame), nwRoberta Michelini, Samuele Mocellin, Maurizio Nequio, Teresa Pace, nwMarina Paolucci, nwRoberto Paradiso, nwUmberto Pasqui, Viviana Picchiarelli, nwDaniela Piccoli, Anna Pisani, Luciano Poletto, Monica Porta, nwPietro Rainero, nwGianluigi Redaelli, nwMaria Rejtano, Stefania Resanfi, nwFranca Riso, Massimo Rosa, Francesca Santucci, Libera Schiano Lomoriello, Daniele Schito, Veronica Sequi, nwSalvatore Stefanelli, Stella Stollo, Paola Tomasello, Sonia Tortora, nwLiliana Tuozzo, Alessandro Zanacchi.

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La Paura fa 90

La Paura fa 90

90 racconti da 666 parole

Questo libro è una raccolta dei migliori testi che hanno partecipato alla selezione per l'antologia La Paura fa 90. Ci sono 90 racconti da non più di 666 parole. A chiudere l'antologia c'è un bellissimo racconto del maestro dell'horror Danilo Arona. Leggete questa antologia con cautela e a piccole dosi, perché altrimenti correte il rischio di avere terribili incubi!
A cura di Alessandro Napolitano e Massimo Baglione.

Contiene opere di: Maria Arca, Pia Barletta, Ariase Barretta, nwCristiana Bartolini, Eva Bassa, Maria Cristina Biasoli, Patrizia Birtolo, Andrea Borla, Michele Campagna, Massimiliano Campo, Claudio Candia, Carmine Cantile, Riccardo Carli Ballola, nwMatteo Carriero, Polissena Cerolini, Tommaso Chimenti, Leonardo Colombi, Alessandro M. Colombo, Lorenzo Coltellacci, Lorenzo Crescentini, Igor De Amicis, Diego Di Dio, nwAngela Di Salvo, nwStefano di Stasio, nwBruno Elpis, Valeria Esposito, Dante Esti, nwGreta Fantini, Emilio Floretto Sergi, Caterina Franciosi, Mario Frigerio, Riccardo Fumagalli, Franco Fusè, Matteo Gambaro, Roberto Gatto, Gianluca Gendusa, Giorgia Rebecca Gironi, Vincenza Giubilei, Emiliano Gotelli, Fabio Granella, Mauro Gualtieri, nwRoberto Guarnieri, Giuseppe Guerrini, Joshi Spawnbrød, Margherita Lamatrice, Igor Lampis, nwTania Maffei, Giuseppe Mallozzi, Stefano Mallus, Matteo Mancini, Claudia Mancosu, Azzurra Mangani, Andrea Marà, Manuela Mariani, Lorenzo Marone, nwMarco Marulli, Miriam Mastrovito, Elisa Matteini, Raffaella Munno, nwAlessandro Napolitano, Roberto Napolitano, Giuseppe Novellino, Sergio Oricci, Amigdala Pala, Alex Panigada, Federico Pergolini, Maria Lidia Petrulli, Daniele Picciuti, nwSonia Piras, Gian Filippo Pizzo, nwLorenzo Pompeo, nwMassimiliano Prandini, Marco Ricciardi, Tiziana Ritacco, Angelo Rosselli, Filippo Santaniello, Gianluca Santini, Emma Saponaro, Francesco Scardone, Giacomo Scotti, nwSer Stefano, Antonella Spennacchio, Ilaria Spes, Antonietta Terzano, Angela Maria Tiberi, Anna Toro, Alberto Tristano, Giuseppe Troccoli, nwCosimo Vitiello, nwAlain Voudì, Danilo Arona.

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Alcuni esempi di nostri ebook gratuiti:


Haiku - il giro del mondo in 17 sillabe

Haiku - il giro del mondo in 17 sillabe

(40 pagine, 589,41 KB)

Autori partecipanti: Antonio Amodio, Marco Belocchi, nwGiuseppe Gianpaolo Casarini, Osvaldo Crotti, nwMarco Daniele, Mariagrazia Dessi, Lodovico Ferrari, Fiorenero, nwIsabella Galeotti, Valentino Poppi, Glauco Saba, Luigi Siviero,
A cura di Lorenzo Pompeo.
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Gara d'estate 2020 - Anniversari, e gli altri racconti

Gara d'estate 2020 - Anniversari, e gli altri racconti

(estate 2020, 45 pagine, 516,87 KB)

Autori partecipanti: nwAndrepoz, nwMariovaldo, nwNamio Intile, nwSelene Barblan, nwRoberto, Roberto Virdo', nwLodovico, nwCarol Bi, nwFausto Scatoli, nwLaura Traverso,
A cura di Massimo Baglione.
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GrandPrix d'inverno 2022/2023 - Conchiglie sulla spiaggia - e le altre poesie

GrandPrix d'inverno 2022/2023 - Conchiglie sulla spiaggia - e le altre poesie

(inverno 2022-2023, 20 pagine, 449,17 KB)

Autori partecipanti: nwDomenico Gigante, nwMauro Conti, nwPiramide, nwNamio Intile, nwGiuseppe Gianpaolo Casarini, nwRossella D'Ambrosio, Gabriele Pecci, nwMarino Maiorino, nwNuovoautore, nwMacrelli Piero, Emma Faccin, nwLaura Traverso,
A cura di Massimo Baglione.
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