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Giovanni p
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Messaggio da leggere da Giovanni p »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

« È in ritardo»
« Come sempre, cerca di portare pazienza Adam.»

La città si spalancava sotto gli occhi di Adam da sopra la collina dove a braccia incrociate cercava di dominare la rabbia che si agitava nel suo petto. Il sole alle sue spalle stava calando e i rumori ovattati della città stavano aumentando, mancava poco all’ora di punta che avrebbe paralizzato le strade, centinaia di persone sole in auto avrebbero imprecato per tornare ognuno a casa propria.

« Non lo sopporto, ha un atteggiamento volutamente sprezzante. È una mina vagante nella nostra comunità e tu lo sai benissimo, Josha!»
« Siamo qua per questo, quando arriverà ne parleremo.» 
« Non dobbiamo parlare, lo dobbiamo sanzionare. Quel coglione nel tempio non ci deve più entrare.»
« Adam, questo non è possibile e lo sai. Solo gli anziani possono emettere sanzioni, e poi nessuno è mai stato allontanato dal tempio. Un fratello non può essere allontanato»
« Senti Josha, la storia della fratellanza a me inizia ad aver rotto i coglioni!»
« Adam, questo linguaggio ti disonora»
« E i comportamenti di quello lì disonorano tutta la comunità»
« Quello lì ha un nome ed è nostro fratello. È soltanto un saccentello che vuole avere ragione a ogni dibattito, dobbiamo solo fargli capire che così non va. Abbiamo bisogno di lui come lui ha bisogno di tutti. »
« Si certo, come no. »

La strada bianca che portava allo spiazzo venne illuminata da una luce azzurra, il brecciolino della strada gemeva sotto il peso di un mezzo pesante.

« Eccolo, visto Adam. »
« Il solito coglione, gira in strada con i fari allo xenon neanche fosse uno spacciatore slavo. Si è comprato un nuovo suv per compensare alla sua statura da gnomo.»
« Adam, ti prego.»

Il Jaguar arrivò facendo schizzare il brecciolino dietro di sé e andò a sistemarsi in mezzo alle due A4 alzando una nuvola di polvere bianca che andò ad investire Adam e Josha.

« Coglione, pagherai anche per questo.»
« Adam, basta!»

Lo sportello del guidatore si aprì e andò ad appoggiarsi allo sportello del passeggero dell A4 di Adam, Solomon scese dall’auto come se dovesse calarsi da un muro di cinta.

« Cari fratelli, vi chiedo scusa per il ritardo. Sono costernato, ma...»
« Risparmiaci le tue scuse, Solomon.»
« Fratello Adam, stavo solo spiegando che...»
« Solomon, non fa niente. Grazie di essere venuto.»
« Fratello Josha, è un dovere»

Adam strinse la mascella, non doveva è non poteva cadere nelle provocazioni si Solomon, di nuovo.

« Gentili fratelli, immagino già il motivo di questa riunione.»
« Solomon, questa non è una riunione. Siamo qua per parlare.»
« Lo so, ma siamo in tre e ci siamo ritrovati in un posto che non è il tempio. Possiamo chiamarla riunione.»

Adam digrignò i denti, Solomon gli rispose con un sorriso, Josha sospirò passandosi la mano destra sulla fronte.

« Come credi meglio, fratello Solomon, come credi meglio»

Lui sorrise e annuì bonariamente, Josha si sforzò di rispondere al sorriso con un sorriso e proseguì:

« Vedi fratello, ultimamente i tuoi interventi al tempio hanno causato dei dissidi.»
« Dissidi? »domandò Solomon  ostentano il massimo stupore
« Non ti racconto niente che tu non sappia.» continuò Josha pregando che Adam non esplodesse dalla rabbia «Visto che uno degli ultimi ha coinvolto direttamente il nostro fratello Adam. Voglio che questi dissidi cessino in privato prima della prossima riunione. Il tempio è sacro a tutti, e non può diventare un luogo dove si creino delle faide private. »
« Mi sembra giusto. »rispose Solomon aggrottando la fronte.
« Bene. Facciamo in modo che questa riunione sia profittevole per tutti.»
« Certamente. Ma fratello Josha, perché parli con me dando le spalle a nostro fratello Adam?»

Adam spalancò gli occhi e strinse i pugni.

« Ho già anticipato il motivo di questo incontro a nostro fratello, non ha senso che gli ripeta due volte la stessa cosa.»
«Meno male, pensavo che ti frapponessi fra noi due per difenderlo. D’altronde quello che si beccato un pugno sono io...»
« Se sei venuto per sfottere potevi rimanere dov'eri! » Urlò Adam schizzano verso Solomon che lo guardava sorridendo. Josha riuscì a intercettare Adam, il quale sotto il suo sguardo pressante tornò al suo posto.
« Fratelli, è questo che non va bene. Chiarite qua le vostre divergenze o ci saranno dei provvedimenti.»

Adam si asciugò il sudore che gli scendeva dalla fronte, Solomon sorrise scuotendo la testa.

« Io non posso limitare gli argomenti dei miei dibattiti perché un mio fratello non è capace di esprimere il suo dissenso se non con le mani.»
«Solomon, tutti al tempio crediamo che le tue argomentazioni siano volutamente irriverenti. La cosa non piace a nessuno, soprattutto agli anziani. Siamo qua per risolvere la cosa prima che la risolvano loro punendoti!»

Solomon trattenne una risata, per l’ennesima volta degli avversari in uno scontro intellettuale erano scesi al livello che lui aveva deciso per loro. Guardò in faccia sia Josha che Adam, neanche se avessero unito le loro menti avrebbero potuto tenergli testa in un dibattito, di questo Solomon ne era certo come il fatto che se avesse lasciato la presa delle chiavi che aveva ancora in mano sarebbero finite a terra e non in cielo. Loro non avevano la sua intelligenza e neppure il suo carisma, come nessun altro al tempio, eppure si erano umiliati nel volerlo incontrare in privato per chiedergli di cambiare i suoi modi. Solomon sorrise bonariamente e rispose:

« Ma fratelli, noi siamo quello che siamo perché facciamo quello che facciamo. Nel dibattiamo noi cerchiamo Dio con la nostra intelligenza. Se castriamo questa nostra qualità saremmo dei primati, delle scimmie che hanno l’uso delle tecnologia ma prive di ragione. Credete che Dio ne sarebbe felice?»
« Cosa ne sai tu?»
Adam partì di nuovo all’attacco, stavolta Josha lo dovette afferrare per un braccio e spingere via.
« Adam, accidenti ti ho detto di stare calmo!»

Solomon sorrise, Adam era un avversario fin troppo facile, la sua postura e le sue smorfie suggerivano quanto la sua mente fosse sopraffatta dall’istinto anziché dall’intelligenza.

« Fratello Adam, se dedicassi più tempo alle scritture ne ricaveresti tanta saggezza quanta calma. Il vostro saggio padre non ci sarà per sempre, faresti meglio a smetterla di reagire come un bambino a ogni dibattito che non sai sostenere. Come farai a mandare avanti lo studio legale di tuo padre? Prenderai a pugni in faccia la gente?»

Adam sorrise stringendo la mascella, Josha fece due passi verso Solomon e disse:

« Cosa farà o non farà il nostro fratello non ti riguarda, Solomon. Non mettere in mezzo argomenti che non c entrano.»
« Un fratello avrà pure il dovere di preoccuparsi.» Rispose Solomon fissando Josha dritto negli occhi.
« Preoccupati per te, fratello Solomon.»

Josha provò a rimanere fermo, ma sentiva che doveva distogliere lo sguardo dagli occhi di Solomon e quindi gli voltò le spalle prima che il suo sguardo si abbassasse. Adam era caduto troppe volte nei suoi tranelli, non poteva permettersi il solito errore. Solomon era superiore a chiunque in fatto di intelletto, ma la sua arroganza lo rendeva pericoloso. Josha puntò la sua auto e disse:

«La riunione è terminata, ognuno vada per la sua strada.»

Adam annuì e a sua volta s’incamminò verso la sua auto evitando Solomon.

« Fratelli, la riunione non è terminata. Io ho ancora molto da dire.»
Adam e Josha si voltarono verso Solomon, lo fissarono e poi tirarono dritto. Solomon sorrise, aveva vinto di nuovo. Con quella bambinata volevano solo provocarlo, non avevano e non potevano ottenere di meglio con quella ridicola riunione da mafiosetti. Tuttavia un brivido percorse la schiena di Solomon che disse:

« Caro Adam, hai fatto tanto casino per cosa? A te il tempo non costa nulla, ma non tutti abbiamo una carriera spianata davanti. Io ho dovuto togliere il tempo che vi ho dedicato allo studio e al lavoro, per cosa ho perso tempo? Per i capricci di chi non sa risolvere i problemi usando il cervello?»

Josha aveva già aperto lo sportello quando vide Adam fermarsi.

« Adam, vieni via!»
« Già Adam, vattene via. È meglio.»

Lui non scattò, semplicemente camminò verso Solomon che lo aspettava sorridendo. Una volta vicini Solomon gli disse:

« Caro Adam, il tuo metro e ottanta non serve a nulla. A me per batterti in tutto basta il mio metro e sessanta, perché il cervello che c'è nella mia testa vale cinque volte il tuo.»

Josha vide il pugno, non avrebbe mai potuto testimoniare il contrario, lasciò andare una manata sul tetto dell’auto e corse verso Solomon che era finito a terra.

« Voi due l’avete fatta grossa, fratelli.» Disse aiutando Solomon ad alzarsi.

Questo si pulì il sangue con la camicia e disse:

«Voi due?!»
«Si voi due, riferirò tutto, e per Dio stavolta ci saranno dei provvedimenti!»

Solomon si divincolò da Josha e urlò sputando sangue:

«Dio?! Fratello tu e quell’idiota non sapete di cosa state parlando! Dio è dalla mia parte, lui sta con me, non con due incapaci come voi!»

Non avevano mai visto Solomon così arrabbiato, rimasero entrambi interdetti.

«Vogliamo mettere in mezzo Dio, lo faccio subito! Sarà lui a dirci chi ha ragione!»

Solomon corse verso lo spiazzo alzando le mani verso la città che si stava accendendo e iniziò a recitare una preghiera che fece tremare le vene ad Adam e Josha, quest’ultimo riconobbe la preghiera che come tutti al tempio conosceva solo a metà.

« Solomon non pronunciare...»

Il cielo buio sulla città si illuminò in un bagliore che fece giorno su tutta la città, quando la preghiera terminò lo sguardo di Solomon s’illuminò.

«Padre...»

Il volto di Dio era apparso in cielo, gli occhi di Solomon si fecero umidi. Aveva la sua bocca, il suo naso e i suoi capelli.

« Avete visto fratelli! » Disse voltandosi verso di loro.

Josha aveva le lacrime agli occhi, si avvicinò a Solomon e disse:

«Si fratello, ho visto. Dio ha la mia immagine, io ho ragione.»
«Ma cosa stai dicendo, Dio ti sembra pelato?» Urlò Adam « Non vedete che il volto di Dio è identico al mio? Io ho ragione su tutto e tutti!»
«Siete ciechi o stupidi? Dio ha la mia immagine, io Solomon sono il suo preferito»

Solomon, Adam e Josha si azzuffarono facendo volare calci e pugni mentre in città stava scoppiando il panico. La gente urlava indicando il cielo, tutti si erano fermati a fissare la propria immagine in cielo. La città si trasformò in un inferno di grida e urla, Caterina nel suo appartamento lasciò il suo libro, Siddartha in braille e andò a chiudere la finestra.

«Caterina.»

Quelle parole la fecero tremare.

« Chi sei?»
«Tranquilla.»
« Ma ti stai arrampicando dalla grondaia?»
«Figurati.»

Quella voce la spaventava, era identica alla sua.

«Lasciami in pace, ho già i miei problemi.»
«Si lo so. Brian è dal veterinario e il libro che hai ordinato ha i caratteri consumati.»
«Come fai a saperlo?»
«So anche che la cena arriverà con molto ritardo stasera, il rider è occupato i piangere al cellulare con sua madre.»
Caterina fece per chiudere la finestra, ma senti che qualcosa la bloccava.
« In casa non ci sono soldi, ti prego lasciami in pace.»
« So anche che purtroppo non ti sei mai potuta guardare allo specchio, e so che ti piacerebbe.»
«Dimmi chi sei.»
«Guarda verso il cielo.»
«Sai tutto, ma non sai che sono cieca. Mi prendi per il culo?»
«No, fai come dico.
« Che situazione...» disse Caterina facendo forza sulla finestra che non si muoveva di un millimetro.
« Ah, un altra cosa.»
« Cosa?»
« Brian ce la farà, è un ottimo cane, sta meglio con te che con me.»

Caterina sentì la finestra tornare morbida, la chiuse ma poi sentì la testa girare. Vide le sue mani sul vetro della finestra, mani che conosceva e grazie alle quali il suo mondo non è buio e vuoto, ma poi le spostò e le mancò il respiro.
Nel cielo, grande come tutta la città, il volto di una ragazza bellissima sorridendo di gioia.
Vittorio Felugo
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Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

Difficile commentare questo brano, sembra più uno stralcio da un racconto più lungo che un testo con un inizio e una fine. Anche il passaggio dalla zuffa tra Solomon, Adam e Joshua a Caterina non è molto chiaro, il legame è debole, servirebbero più informazioni. O magari è fatto apposta per fare pubblicità a un tuo altro racconto. L'abbondanza di dialoghi mi piace, ne uso anch'io tanti nei miei racconti, a patto che, poi, alla fine, si capisca chi sia chi sta parlando, e perchè dica certe cose. Così invece è tutto troppo criptico.
Giovanni p
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Giovanni p »

Vittorio Felugo ha scritto: 16/10/2024, 10:56 Difficile commentare questo brano, sembra più uno stralcio da un racconto più lungo che un testo con un inizio e una fine. Anche il passaggio dalla zuffa tra Solomon, Adam e Joshua a Caterina non è molto chiaro, il legame è debole, servirebbero più informazioni. O magari è fatto apposta per fare pubblicità a un tuo altro racconto. L'abbondanza di dialoghi mi piace, ne uso anch'io tanti nei miei racconti, a patto che, poi, alla fine, si capisca chi sia chi sta parlando, e perchè dica certe cose. Così invece è tutto troppo criptico.
Ciao Vittorio, grazie per la lettura e il commento.

"O magari è fatto apposta per fare pubblicità a un tuo altro racconto." Ma anche no :D
Vittorio Felugo
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Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

Così però resta tutto in sospeso, ed è un peccato, perchè lo spunto ha ottime potenzialità.
Giovanni p
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Re: A sua immagine

Messaggio da leggere da Giovanni p »

Vittorio Felugo ha scritto: 17/10/2024, 11:04 Così però resta tutto in sospeso, ed è un peccato, perchè lo spunto ha ottime potenzialità.
Lo so, ma i caratteri a disposizione sono quelli e non posso proporre un romanzo. Comunque grazie, Vittorio.

Buona gara
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Eleonora2
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Messaggio da leggere da Eleonora2 »

L'idea fornisce molte possibilità. Il testo si articola in varie parti - Solomon, Caterina, Dio e il finale. La conclusione rimane aperta : ognuno ci vedrà ciò che desidera! Ovviamente è quello che penso io. Lo scrivo e riscrivo sembrandomi fondamentale. A me, a parte i vari refusi che sfuggono continuamente, rimane l'impressione di troppe idee tutte insieme. Considero la capacità di sintesi un pregio e il raccontare l'episodio dei tre, è fondamentale per il seguito. Spiega, in un certo senso, la vicenda e il titolo. Personalmente, cercherei un escamotage per il passaggio a Caterina, e, facendo leva su nomi, personaggi e rivisitazione di Sacre Scritture, sono agnostica, tenterei di spiegarmi meglio. Questa è soltanto un'opinione da prendere come ti pare!
Sperando di aver spiegato quel che penso con chiarezza, ti saluto!
Terradipoeti
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Messaggio da leggere da Terradipoeti »

Questo testo è intriso di tensione drammatica e surrealismo, ha senza dubbio elementi intriganti, ma soffre di una struttura che compromette la chiarezza e la coerenza narrativa. I dialoghi sono ben costruiti e offrono un'immersione immediata nei personaggi. Si percepiscono chiaramente le tensioni emotive, i conflitti e le dinamiche di potere tra i protagonisti. Il testo ha un grande potenziale, ma soffre di una narrazione frammentata e di un eccesso di complessità non ben spiegata. Con un lavoro di revisione che si concentri sul rendere più chiari i legami tra le parti, snellire i dialoghi e sviluppare meglio i personaggi, potrebbe diventare un racconto di grande impatto filosofico e narrativo.
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Non ho molto da dire, è perfetto, su molti piani.
È un racconto che puoi mettere in relazione solo con i protagonisti, o con tutto il mondo, ed è ancora vero. Bellissimo! Bravo, davvero!
Unica pecca, forse, ma necessaria per accedere all'epilogo, e comunque già ben giustificata (coerente) dal continuo richiamo a una comunità molto religiosa, la conoscenza di una preghiera/incantesimo di quella portata da parte di un accolita.
Per il resto, pieni voti (e qualcosa in più, se fosse possibile, per Caterina).
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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