
Accadde un giorno a “La Pulce”
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Accadde un giorno a “La Pulce”

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letto! Sì, bel racconto! Tenero, nella sua conclusione: penso di natura "biografica". Scrittura sempre limpida e precisa… (senza troppi "che" relativi!). Ma che te lo scrivo a fare? Lo so che sei molto preciso e attento quando scrivi. Infatti, c'è sempre qualcosa da imparare leggendoti, e non si tratta di piaggeria o di complimenti vuoti, solo di verità. Noto, ma forse è una mia impressione, che a volte la tua scrittura assume quasi toni giornalistici, seriosi, come da cronaca, nella sua compostezza, piuttosto che da scrittura "creativa". Ma sappi che chi ti sta commentando, cioè io, usa pure la triplice aggettivazione e molti avverbi e complementi predicativi del soggetto/oggetto; perciò è una "leggera critica di parte", perché i nostri stili sono un po' agli antipodi. Noto, ancora e inoltre, che esiste sempre una morale "buona" alla fine dei tuoi racconti: perché? I cattivi ti fanno tanto ribrezzo? Un racconto deve essere sempre una sorta di "parabola" educatrice e moraleggiante? Ti lascio con queste domande e mi congedo dal mio commentare.
Ti auguro, a te e alle persone a te care, un sereno Natale e un anno nuovo ricco di gioia,
Antonio
P.S. C'è un refuso dove c'è scritto "«Sai Angelina, » le disse, «mi sembra di riconoscere… " manca la virgola, essendo un vocativo.
Voto 5/5: perché il racconto è scritto bene, ha un buon ritmo… etc. etc. Insomma, mi è piaciuto!
Per ora il "sistema" non permette di votare, ma appena si sblocca, ti voto.
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Re: Commento
Grazie della lettura e di tutto il resto.Yakamoz ha scritto: 25/12/2024, 4:40 Noto, ancora e inoltre, che esiste sempre una morale "buona" alla fine dei tuoi racconti: perché? I cattivi ti fanno tanto ribrezzo? Un racconto deve essere sempre una sorta di "parabola" educatrice e moraleggiante? Ti lascio con queste domande e mi congedo dal mio commentare.
Ti auguro, a te e alle persone a te care, un sereno Natale e un anno nuovo ricco di gioia,
Refuso (temo sia più piuttosto una mia disattenzione) sistemato.
Tra telegiornali imbottiti di guerre e cronaca nera (lisciare il pelo agli ascoltatori, avidi di sangue, è la prima e unica regola), tra romanzi che iniziano con funerali, bambini ammalati negli ospedali, violenze e incidenti di ogni sorte, ecc. ho deciso da anni, ormai, di andare contro corrente. Perdio, esiste anche l'amore, la condivisione, e la bontà in questo mondo! O ce ne siamo scordati?
Leggo questa mattina il tuo commento e ricambio gli auguri di cuore.
Re: Accadde un giorno a “La Pulce”
Grazie, della tua risposta, che in parte condivido: "Essendo il mondo già pieno di cattiveria; perché aggiungere ulteriore negatività scrivendo cose brutte?"
A rileggerci…

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nulla da eccepire sulla precisione della scrittura, e questa volta l'incipit è notevolmente più fluido. In compenso, il racconto è a tratti un po' "ingessato".
Bello, sebbene io ricordi una frase: "Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra"
E leggo: "Il suo spirito, colmo di gratitudine, non avrebbe mai immaginato l’importanza del dono da me ricevuto: una concreta dimostrazione di quanto grande sia il dolore provocato in noi dall’abbandono delle nostre radici, non importa in quale misura siano nobili i motivi che ci spingono a farlo, e di come sia la bontà la ricetta più efficace per migliorare il nostro mondo."
Questa mi ha fatto male: l'importanza del dono ricevuto ("da te", addirittura)? La stabilisci tu? Come morale per i tuoi lettori?
Accettiamo volentieri il fatto che un racconto possa (in alcuni casi, debba) avere una morale, ma sta al protagonista farsene esempio, quando è per un'opera meritevole?
Inoltre, la frase non mi convince del tutto: l'importanza del dono sarebbe nella concreta dimostrazione della grandezza del dolore? Il dono lo fai tu, il dolore è della vecchina! Al massimo, tu cerchi di palliare un dolore così grande (avendolo riconosciuto, questo sì).
Più slegato è il rapporto col compagno di gioventù, col quale il dialogo sembra messo lì per riconoscere asetticamente gli oggetti portati a vendere ("asetticamente" si riferisce a come viene sgranata la lista: "Ed ecco la bambola, regalo di tua mamma per la promozione di quinta" è il punto di vista di uno scrittore, non di un compagno di classe di 70 anni fa, che non avrebbe potuto vedere il regalo fatto dalla mamma a una compagna di classe, perché il momento del regalo era privato della famiglia, e le bambine non accoglievano maschietti a casa per studiare, all'epoca).
Insomma, sì, mi piace, e anche molto, ma non mi ci ritrovo, ma non siamo qui per condividere modi di pensare, solo per valutare racconti. 5


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Re: Commento
Mi hai offerto lo spunto per riscrivere una seconda versione con le tue segnalazioni e vedremo cosa ne uscirà. Magari sarà l'occasione per tentare di uscire da quel mio modo di scrivere datato, e abbracciare uno stile più "moderno".Marino Maiorino ha scritto: 28/12/2024, 10:36 Ciao Alberto,
nulla da eccepire sulla precisione della scrittura, e questa volta l'incipit è notevolmente più fluido. In compenso, il racconto è a tratti un po' "ingessato".
Grazie.
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È un tipo di storia che mi piace leggere, e scrivere, formalmente è corretta, ma manca un po' di scioltezza.
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Re: Commento
Ciao,Eleonora2 ha scritto: 05/01/2025, 23:04 ... Sapendo che non si può piacere a tutti, ho, semplicemente, espresso il mio parere.
grazie per la lettura e per le critiche a un racconto che, a mio parere, è ispirato allo spirito "Natalizio", visto il periodo nel quale ci troviamo.
Scusa, ma non posso anche rilevare:
"Excusatio non petita, accusatio manifesta."
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Credo però nella cura, che è cosa diversa dalla bontà. Il tuo protagonista in fondo più che un buono è in grado di curare i rapporti sociali, anche se ha rifiutato di fare il promotore finanziario. E possedere una capacità empatica è il primo requisito della capacità di cura. Donare la bambola è il gesto, empatico, che ne mette in moto un altro, altrettanto empatico. E a questo circolo vizioso si arrende anche la commessa. L'anziana signora, la povera bambina, il neo pensionato, la giovane commessa. È un cerchio che si chiude.
Non solo cura dei rapporti sociali, ma anche dei sentimenti che da questi scaturiscono senza che siano inquinati dalla funzione sociale di ciascuno (la quale invece che di cura è foriera di servilismo).
Ecco, non delle persone buone, ma delle persone che riescono a prendersi cura, anche se per brevi istanti, di qualchedun altro.
Forse ai bambini dovrebbero insegnare a prendersi cura, piuttosto che a esser buoni magari dietro compenso.
Un ottimo racconto.
A rileggerti
- Laura Traverso
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Il tema è sicuramente difficile. Donare senza aspettarsi nulla in cambio, è uno sport praticato pochissimo e può sembrare bizzarro e improbabile.
La storia è scritta molto bene, ma forse è un po' troppo costruita attorno alla morale che si intende proporre al lettore, e mi ha lasciato il sapore del catechismo.
Sarà forse per questo che non sono riuscito ad apprezzarla completamente.
però
però
Le ultime due frasi mi sono risultate decisamente "toste".
Si dice che il donare è ancora più importante che non il ricevere il dono.
Angelina "non avrebbe mai immaginato l’importanza del dono" per chi lo aveva fatto.
E questo viene associato ad un non meglio spiegato "abbandono delle nostre radici".
Se interpreto bene, si fa riferimento all'idea, diffusa soprattutto nella cultura orientale, secondo cui le nostre anime hanno una sorgente comune, di pace, ma risultano appesantite dal transito terreno, comportando innumerevoli sofferenze.
La pratica delle virtù (tra le quali il disfarsi dei beni terreni) comporta un riavvicinamento a quella sorgente originale, ed un senso di leggerezza.
E "quella penosa malinconia di vivere" svanisce.
Non so se ho interpretato bene
Forse volutamente non sei stato più esplicito
Quasi un po' di pudore verso punti di vista che potrebbero apparire naive ?
Comunque grazie per aver aperto a queste riflessioni (per me sempre più urgenti)
La Gara 2 - 7 modi originali di togliere/togliersi la vita


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La Gara 68 - La gelosia








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IperStore - il lato oscuro dello Shopping
È il giorno dell'inaugurazione di un supermercato, uno davvero grande, uno iper, uno dei tanti che avrete voi stessi frequentato e arricchito. Durante questa giornata di festa e di aggregazione sociale, qualcuno leggerà un dattiloscritto ancora inedito il cui contenuto trasformerà l'impossibile in normalità.
"...come se dal cielo fosse calata la mano divina di un Dio stanco e dispiaciuto dei propri errori, o come se tutte le altre grandi divinità finora inventate dal Genere umano per compensare la propria inconsapevole ignoranza tribale e medievale verso i misteri della Natura e della Vita, si rivoltassero ai propri Creatori e decidessero di governare le loro fantasie".
La storia è leggermente erotica, vagamente fantasy, macchiata di horror e forse un po' comica.
Di Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (166,68 KB scaricato 83 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
BReVI AUTORI - volume 5
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale
La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Marco Bertoli,
Angela Catalini,
Francesco Gallina,
Liliana Tuozzo,
Roberto Bonfanti,
Enrico Teodorani,
Laura Traverso,
Antonio Mattera, Beno Franceschini,
F. T. Leo,
Fausto Scatoli, Alessandro Chiesurin,
Selene Barblan, Giovanni Teresi, Noemi Buiarelli, Maria Rupolo, Alessio Del Debbio, Francesca Gabriel,
Gabriele Iacono, Marco Vecchi,
SmilingRedSkeleton,
Alessandro Pesaresi,
Gabriele Iacono, Gabriele Laghi,
Ilaria Motta.
Vedi ANTEPRIMA (263,51 KB scaricato 103 volte).
B.A.L.I.A.
Buona Alternativa alla Lunga e Illogica Anzianità
Siamo nel 2106. BALIA accudisce gli uomini con una logica precisa e spietata, in un mondo da lei plasmato in cui le persone nascono e crescono in un contesto utopico di spensieratezza e di bel vivere. BALIA decide sul controllo delle nascite e sulle misure sanitarie da adottare per mantenere azzerato l'incremento demografico e allungare inverosimilmente la vita di coloro che ha più a cuore: gli anziani.
Esiste tuttavia una fetta di Umanità che rifiuta questa utopia, in quanto la ritiene una distopia grave e pericolosa.
BALIA ha nascosto il Passato ai suoi Assistiti, ma qualcuno di questi ha conservato i propri ricordi in un diario e decide di trascriverli in una rischiosa autobiografia. Potranno, questi ricordi, ripristinare negli Assistiti quell'orgoglio di vivere ormai sopito? E a che prezzo?
Di Ida Dainese e Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (765,72 KB scaricato 86 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.