Sarà molto bello
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Mi è piaciuto, complimenti!
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Un componimento tra prosa e poesia fatto di vari frammenti (6) sulla scia della memoria. Lirico essenzialmente: essendo poetico. È un testo che trasmette calma.
Ma questo passaggio qui:
"Ma sono certo che quell'esperienza di pace è accessibile a tutti. E che tutti ci si possa fondere assieme, in quella specie di minestra tiepida dove viviamo."
Ricorda concetti di Averroè: nel senso di anima unica, e non personale, e condivisione. Visto nel tuo testo come una sorta di invito a riconoscere la nostra comune umanità e a cercare la pace e l'armonia tra di noi.
Bravo!
Saluti…
Antonio
Voto: 4
Ho letto male io, scusa. Nessun refuso, ma a volte nel testo c'è qualche spazio in più. Capitano!
Scrivo direttamente qui i commenti e posso sbagliare!
Avendo il notebook che non funziona più bene.
Re: Commento
Hai centrato ! Era quello che desideravo comunicare. Non una esercitazione di scrittura, ma, come dire ? Un manifesto. Una esortazione a cercarla quella pace. A fonderci assieme, rinunciando ad un po' a individualismi, a dire: "no, grazie" alla solitudine dell'io.Yakamoz ha scritto: 20/01/2025, 12:13 Ciao, Bobinsy, (prima volta che ti commento)
Un componimento tra prosa e poesia fatto di vari frammenti (6) sulla scia della memoria. Lirico essenzialmente: essendo poetico. È un testo che trasmette calma.
Ma questo passaggio qui:
"Ma sono certo che quell'esperienza di pace è accessibile a tutti. E che tutti ci si possa fondere assieme, in quella specie di minestra tiepida dove viviamo."
Ricorda concetti di Averroè: nel senso di anima unica, e non personale, e condivisione. Visto nel tuo testo come una sorta di invito a riconoscere la nostra comune umanità e a cercare la pace e l'armonia tra di noi.
Bravo!
Saluti…
Antonio
Voto: 4
Ambizioso? Ci ho provato...
Grazie per il tuo feedback
Re: Commento
I ricordi: che prodigio ! Comunque anche le nostre erano bollenti, e si tergiversava perché buonissime non erano. Ma quello c'era, ed alla fine della cena non avanzava pane sulla tovaglia. Grazie per la condivisione del tuo ricordoVittorio Felugo ha scritto: 20/01/2025, 11:58 Un testo che trasmette pace, serenità, con quella Luna che illumina la notte degli attori del racconto. L'incipit mi ha fatto tornare alla mente le minestrine… Io, però, non ne ho un ricordo piacevole: bollenti come lava, insipide… Perchè ce le propinavano? Boh!
Mi è piaciuto, complimenti!
Re: Commento
Certo, niente brio: solo introspezioni. Ho avuto paura di perdere il lettore per strada nella preghiera, invece a quanto pare è abbastanza digeribile.Ivo Aragno ha scritto: 20/01/2025, 9:08 Piacevole la narrazione nostalgica della minestrina e delle gocce d'olio che si uniscono sulla superficie, quanto gradevole l'uso dei termini che utilizzi nel modo corretto. Manca forse soltanto un poco di brio nel ritmo, che a tratti rallenta. Buona giornata.
Rispetto ad una prima versione l'ho abbreviata.
Grazie per il commento: sono sempre utilissimi
Re: Sarà molto bello
Grazie della tua gentile risposta, Bobinsy,
Tante belle cose,
Antonio Giordano
A rileggerci…
- Eleonora2
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Re: Commento
Che occhio: complimenti ! Nella prima versione infatti erano in 3, poi ho cambiato, ma mi era sfuggita quella battuta.Eleonora2 ha scritto: ieri, 15:28 Ricambio la visita perché il testo mi è piaciuto. Hai ottime intuizioni e sai propinarle... come la minestrina! Per me lo stile scorre bene e l'ho letto volentieri Forse sono io a vedere poco, al capitolo - li ho chiamati così - con il titolo di "Supplica"" dici cosa ne dite se ci fermiamo..." come se fossero più di due. La divisione e i relativi titoli rappresentano, per te, solo spezzoni di ricordi? Comunque bella struttura e omaggio alla luna! Ottimo 2025!
Corretto, grazie
La divisione in capitoli... non lo so. No, non è la distinzione dei ricordi. Forse sono fasi, come lo sviluppo di un brano musicale, in cui il tema viene ripreso e variato. Ma nella prima e nell'ultima l'io narrante parla di sè stesso. Di una metafora che si appoggia su un ricordo infantile, ma che produce significati trascendenti. Una scoperta che lo riempie di gioia, e vorrebbe condividere con tutti.
Boh, sconclusionato anch'io ?
- Marino Maiorino
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è molto, molto poetico, il tutto!
Peró... peró... perché non qui? Cosa ci impedisce di unirci qui anziché dover aspettare il Nulla?
Posso suggerirti la lettura di "Foglia di Niggle", di Tolkien? (Compare in "Albero e Foglia") È un racconto alquanto lungo, ma secondo me risuonerebbe con qualcosa che ho letto qui.
Considerando che Tolkien è certamente IL mio autore favorito...
A presto!
Racconti alla Luce della Luna
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Re: Sarà molto bello
@YakamozYakamoz ha scritto: ieri, 10:28 Ma io sono un lettore che, se entra in empatia con il testo, difficilmente ne perde il senso. L'ho capito subito che il tuo racconto non era "una mera esercitazione di scrittura", come tu hai scritto. Sai come l'ho capito? L'ho capito dai tre "Tac" simili a "piccoli" istanti di "un piccolo evento" che riportano all'immagine iniziale del Prologo: "Accadeva una cosa affascinante: se il cucchiaio toccava due gocce - tac - immediatamente si fondevano in una più grande". Cosa che facevo anche io da piccolo. Perché i bambini, con la loro fantasia, sanno trasformare in un gioco anche buttare giù in un piatto di minestrina. Poi, la frase che sta nell'Epilogo, quella che ho riportato nel mio primo commento e che fa quasi come da "chiosa" al tuo racconto, mi ha fatto accendere come una lampadina nella testa: tipo "epifania", in senso letterario (epifania: si riferisce a un momento di rivelazione o di illuminazione in cui un personaggio o il lettore stesso ha una comprensione improvvisa e profonda di una verità, di un significato o di una realtà nascosta). Quasi subito, a quel punto, ho pensato ad Averroè (il famoso commentatore di Aristotele, citato pure da Dante nella Commedia). E ho sciolto il nodo "comprensivo" di un racconto bello, con una scrittura elegante e un po' "crepuscolare" nella sua composizione frammentaria, ma non difficile da afferrare se uno ci si impegna. Il primo commento l'ho scritto raffazzonando un po', perché col notebook che mi si impallava ogni cinque minuti era difficile farlo bene (cosa che stranamente questa mattina non accade e finalmente riesco a scrivere su LibreOffice).
Grazie della tua gentile risposta, Bobinsy,
Tante belle cose,
Antonio Giordano
A rileggerci…
Scusa se ne approfitto, ma questo forum mi aiuta a capire come vengono percepite le parole.
Vorrei che mi dicessi cosa ti ha trasmesso la frase: "E fu allora che il Nulla si presentò, e si abbracciarono."
Volevo descrivere l'incontro con il trascendente.
Riferire un'esperienza che si può provare in situazioni simili, una sensazione di consolazione, di amore inspiegabile.
Il razionalismo ha svalutato l'esperienza trascendente che pure tutti incontriamo, e parlarne risulta difficile. Ti va di darmi un feedback?
Re: Sarà molto bello
Rispondo brevemente (si fa per dire):Bobinsy ha scritto: ieri, 18:42 @Yakamoz
Scusa se ne approfitto, ma questo forum mi aiuta a capire come vengono percepite le parole.
Vorrei che mi dicessi cosa ti ha trasmesso la frase: "E fu allora che il Nulla si presentò, e si abbracciarono."
Volevo descrivere l'incontro con il trascendente.
Riferire un'esperienza che si può provare in situazioni simili, una sensazione di consolazione, di amore inspiegabile.
Il razionalismo ha svalutato l'esperienza trascendente che pure tutti incontriamo, e parlarne risulta difficile. Ti va di darmi un feedback?
A una prima lettura, si immagina quel "Nulla" (o vuoto) che tutti noi sentiamo dentro, quelli affettivi di solito fanno più male, e che noi cerchiamo sempre, o in qualche modo, di colmare/compensare/surrogare. Cioè, il "Nulla" come proiezione di voglie, desideri, aspettative non appagate: un amore respinto, un lavoro che ci piace però facciamo altro, o un'altra qualsiasi cosa. Anche il "Nulla" legato ad aspettative, tu hai scritto "Trascendentale/i", mistiche e religiose. Poi esiste anche un altro Nulla: il nulla che ci annulla, ma non nel caso del tuo racconto. Difatti, quando una persona passa a miglior vita, c'è sempre qualcuno che dice: "Non siamo proprio Nulla!", per far intendere la nostra fragilità e precarietà su questa terra: nasciamo, viviamo e poi diventiamo Nulla. Solo ricordo, ma fino a quando qualcuno ci ricorda. Molti poeti, infatti, si autodefinivano o aspiravano a essere "cigni immortali", come dice V. Monti, poeta neoclassico, ma qui più da toni romantici; riporto il verso:
"E quivi
Di te memore, e fatto
Cigno immortal (ché dè poeti in cielo
L'arte è pregio e non colpa), il tuo fedele,
Adorata mia donna,
T'aspetterà, cantando…" (Pel giorno onomastico della mia donna…)
Cigno immortale, ma solo perché di lui resterà memore almeno il nome, anche quando sarà nulla.
Invece, il nulla dei desideri lo esprime molto bene G. Gozzano in questa celeberrima poesia:
"Ti rifarò bella
come Carlotta, come Graziella,
come tutte le donne del mio sogno!
Il mio sogno è nutrito d'abbandono,
di rimpianto. Non amo che le rose
che non colsi. Non amo che le cose
che potevano essere e non sono
state…" (Cocotte)
"Non amo che le cose che potevano essere e non sono state…" = quindi nulla, ma che continuano a esistere "in certo modo" (come pagine non scritte) nel suo/nostro "immaginario".
Sul nulla come incontro con il trascendente: qui è difficile. Perché è più argomento di filosofi o teologi e troppe e molteplici sono le spiegazioni e sfaccettatissime le interpretazioni.
Parmenide, per citare un esempio molto semplice, sosteneva che il "nulla" (e non il trascendentale) non può essere pensato o descritto, poiché il pensiero stesso implica l'esistenza di qualcosa.
Poi c'è il "Nulla/Morte" dei Cristiani, inteso come contrapposizione alla famosa "vita eterna": Via Verità Vita.
Il Nulla dei Buddisti, invece, è legato all'interdipendenza di tutto ciò che esiste; cioè, in parole molto risicate e spicce, nulla di ciò che esiste è "autonomo" ma "interconnesso" e in costante mutamento.
Infine, il nulla "cosmico" che non esiste, perché pure nello spazio più "vuoto" c'è sempre almeno qualche fotone che gironzola da quelle parti; e spero che di questa mia affermazione, Marino Maiorino, essendo astrofisico, me ne dia conferma.
Più esaustivo di questo in un post, non riesco a essere. E spero che il mio feedback ti sia utile.
Ciao, caro Bobinsy, e buon 2025! (gli auguri in ritardo valgono lo stesso, no?)
Antonio
P.S. Poi dicono che commento male! Qualsiasi riferimento è puramente frutto del caso…
Ultima cosa: Namio Intile (molto più competente di me) ha scritto "qualcosina" sul trascendentale; in una risposta a Marino nella scorsa gara. Se non hai "paura", leggila.
Calendario BraviAutori.it 2012 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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Gara di primavera 2023 - Clair de lune - e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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Gara d'autunno 2023 - Cuore di mamma - e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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Cuori di fiele
antologia di opere ispirate all'ineluttabile tormento
A cura di Roberto Virdo'.
Contiene opere di: Marcello Rizza, Ida Daneri, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Mario Flammia, Francesca La Froscia, Ibbor OB, Alessandro Mazzi, Marco Fusi, Peter Hubscher, Marco Pugacioff, Giacomo Baù, Essea, Francesco Pino, Franco Giori, Umberto Pasqui, Giacomo Maccari, Annamaria Ricco, Monica Galli, Nicolandrea Riccio, Andrea Teodorani, Andr60.
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Carosello
antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura
Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, Enrico Teodorani, Cristina Giuntini, Maria Rosaria Spirito, Francesco Zanni Bertelli, Serena Barsottelli, Alberto Tivoli, Laura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi, Angela Catalini.
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Metropolis
antologia di opere ispirate da un ambiente metropolitano
Cosa succede in città? - Sì, è il titolo di una nota canzone, ma è anche la piazza principale in cui gli autori, mossi dal flash-mob del nostro concorso letterario, si sono dati appuntamento per raccontarci le loro fantasie metropolitane.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Gianluigi Nardo, Andrea Pozzali, Antonella Jacoli, Roberto Virdo', Francesco Pino, Giulia Rosati, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Ibbor OB, Umberto Pasqui, Annamaria Ricco, Eliana Farotto, Maria Spanu, Eliseo Palumbo, Andrea Teodorani, Stefania Paganelli, Alessandro Mazzi, Lidia Napoli, F. T. Leo, Selene Barblan, Stefano Bovi, Alessia Piemonte, Ida Dainese, Giovanni Di Monte.
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