Hey, Giuvà

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'estate 2021.

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Rugod79
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Hey, Giuvà

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"Mi ha lasciato...m'ha lasciato perché è na zoccola"
Giovanni 'o fetaciato percorreva lento via Toledo in direzione Piazza del Plebiscito indifferente alla frenesia che la partita Italia-Inghilterra, finale degli Europei 2021, suscitava nella gente tutta raccolta attorno agli schermi;
e poi credetemi, non l'aveva lasciato perché era una zoccola.
"No, no, m'ha lasciato perché so brutto"
Già questo era più probabile: Giovanni non era proprio Brad Pitt, forse gli avrebbe somigliato solo se l'attore avesse avuto un incidente di macchina mortale e fosse poi caduto in una vasca d'acido.
Aveva i capelli biondiccio paglia sporca, radi e finissimi, occhi piccoli e naso adunco ed era chiamato '"o fetaciato" a causa dell'alito pestilenziale dovuto ad una cattiva igiene orale e ad una naturale predisposizione alla carie.
Giunse lento, strisciando i piedi sul basalto della strada, nel momento in cui l'Inghilterra si portò in vantaggio, ad una famosa gelateria, dove prese un cono piccolo fragola e limone (era comunque luglio, faceva caldo, non giudicatelo per i suoi gusti!) e si mise a mangiarlo continuando a rimuginare e a camminare.
"Si, m'ha lasciato perché non so vestire!"
Beh, effettivamente uscire in ciabatte, con una canotta bianca della salute e un pantaloncino lercio non era proprio da modello D&G e condire il tutto con un impermeabile grigio da ispettore Clousoe non aiutava di certo, ma non era questo il motivo vero della loro rottura;
in realtà Giovanni con questa ragazza non c'era mai stato! Manuela era una ragazza neo assunta in una banca di via Verdi, nella quale il nostro Giovanni era guardia giurata. Dopo qualche giorno, Manuela era uscita a fumare una sigaretta e i due avevano preso a parlare di tempo, europei, vacanze, vaccini, covidsperiamofiniscapresto, poi la ragazza l'aveva invitato a prendere un panino lì vicino.
"Te volevo bene, Manuè"
diceva con gli occhi piccoli gonfi di lacrime Giovanni, mentre ormai aveva raggiunto la grande piazza con i re di Napoli che restavano impotenti a prendersi pallonate dai ragazzini.
"..E tu ne volevi a me".
Macché, quella Maniela era pure fidanzata!
Giovanni, come molte persone sole, aveva scambiato gentilezza con interesse, tutto qui, un errore comune; inoltre, rimanga fra noi, come poteva una ragazza come Manuela, bella, con occhi grandi e capelli ricci biondi e un sorriso che avrebbe fatto intenerire pure Satana, mettersi con Giovanni 'o fetaciato?
Quando Giovanni giunse al mare, il boato della gente annunciò il pareggio dell'Italia, ma a lui non importò. Gli squillò il cellulare, era sua madre.
"Dove stai?"
"Sto camminando, mammà "
"Mica stai chiamando un'altra volta a quella, a mamma?? Non capisci che nun te vò?"
"No, mammà non sto chiamando, sto vedendo la partita"
"Io ti voglio bene Giuvà, nisciuno te vò bene comme mamma tua"
"Lo so"
E chiuse la chiamata. Sul display apparve l'elenco delle chiamate senza risposta
Manuela (19).
Non si era ancora tolto il vizio, il nostro eroe.
Si, perché poi, dopo quel famoso panino in pausa pranzo, lei, incautamente, gli aveva dato il suo numero. Giovanni, da quel giorno, aveva chiamato tutti i giorni per due settimane chiedendo invano di rivedersi. Aveva passato due settimane a fantasticare:
"la porto allo zoo, all'acquario, le darò un bacio a Margellina sotto la luna come nelle canzoni!, la porto a mangiare fuori, poi al mare a Mappatella"
Si, come no, al massimo le seghe si poteva fare Giovanni e tutto ciò durò finché Manuela, preoccupata, non mandò avanti Arturo, il suo ragazzo, alto e ben messo, moro e con alito profumato, che lo aspettò fuori casa. Appena Giovanni, in divisa da guardia giurata, uscì per andare a lavoro, fu intercettato e riempito di botte. Arturo gli ruppe il naso adunco e due costole.
"Cosi la finisci di scassare il cazzo! La finisci o devo romperti pure la testa, omm e merda!"
"Si, giuro, la finisco!"
Che promesse da marinaio che fece il povero Giovanni 'o fetaciato che due giorni dopo riprese a chiamare. Pure sul lavoro si metteva fuori dalla banca, ma sempre in linea visiva con la postazione di Manuela per non perderla di vista
"Ti amo"
le diceva sempre, scandendo il labiale affinché lei lo vedesse e capisse, finché, per questa questione non fu pure licenziato.
Non biasimate i suoi capi, la situazione s'era fatta insostenibile sul serio.
Tornando a noi, Giovanni continuava a camminare, lento e strisciando i piedi, ma inesorabile come la sfiga di essere nato così, fino agli hotel del lungomare, fino al castello. Si fermò qui per parecchio tempo, finché non cominciarono i rigori.
"Ma perché io non posso avere l'amore? Perché non posso baciare una ragazza? "
Era una domanda troppo difficile a cui rispondere, manco il saggio dei più saggi potrebbe rispondere a sta domanda. Lui così riprese a camminare lento finché arrivò ai ristoranti belli, quelli rivolti al mare, quelli dove lui l'avrebbe portata. Qui un gruppo di ragazzi stava guardando gli ultimi rigori ed esplose di gioia alla parata di Donnarumma. L'Italia era campione d'Europa dopo più di sessant'anni! Tutti esultavano, un ragazzo con gli occhiali, una ragazza grassoccia, un ragazzo ben messo dall'alto profumato e una ragazza con occhi stupendi e i capelli ricci con una bandiera dipinta sulla guancia e un sorriso che inteneriva Satana che però si spense quando lo vide. Occhi negli occhi, Giovanni 'o fetaciato sorrise dolce e disse:
'ti amo"
stavolta ad alta voce perché lei sentisse e mise una mano nell' impermeabile tirando fuori una 9:21 con matricola abrasa.
"Ma sei una zoccola"
poi puntò al seno e fece fuoco. "BANG"
Manuela cadde come un sacco in terra, fece un rantolo, ebbe un sussulto, ma non perse la sua bellezza mentre la morte la veniva a prendere; attorno fu il panico, molti fuggirono mischiandosi alla folla festante e indifferente, altri si gettarono verso di lui con rabbia.
Giovanni chiuse gli occhi e fece entrare l'aria salmastra nelle narici.
Allargò le braccia come Gesù Cristo e fece cadere la pistola e attese a occhi chiusi e sognanti le botte della folla e le sirene della polizia
Ultima modifica di Rugod79 il 29/08/2021, 22:42, modificato 4 volte in totale.
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Fausto Scatoli
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testo piuttosto violento, alla fine, ma che purtroppo rispecchia realtà quotidiane: uccidere la donna che non ti vuole perché la ritieni tua proprietà.
devo ammettere che il finale non me lo aspettavo, mi ha lasciato sorpreso non poco.
visto il racconto, prefiguravo una chiusa esattamente opposta, quindi è un punto a favore.
darei una revisione alla punteggiatura, a volte non corretta.
qualche d eufonica da eliminare.
nel complesso si lascia leggere bene.
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Marcello Rizza
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Ciao! Non sono solito commentare e votare i racconti di chi non commenta i miei, a prescindere che siano positivi o contrari (o tiepidi). Ti commento per darti il mio benvenuto nella comunità di BA ma soprattutto perché il tuo racconto è bellissimo. Mi piacerebbe tu lo mostrassi a qualcuno che voglia risolverti alcuni refusi. Aspetto le correzioni dei refusi e dopo sarà un "5". Se resterà così, senza correzioni, sarà comunque un "4" perché il testo ha un suo valore anche con le imperfezioni (che poi sono sviste). Brava / o.
Rugod79
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Fausto Scatoli ha scritto: 28/08/2021, 20:18 testo piuttosto violento, alla fine, ma che purtroppo rispecchia realtà quotidiane: uccidere la donna che non ti vuole perché la ritieni tua proprietà.
devo ammettere che il finale non me lo aspettavo, mi ha lasciato sorpreso non poco.
visto il racconto, prefiguravo una chiusa esattamente opposta, quindi è un punto a favore.
darei una revisione alla punteggiatura, a volte non corretta.
qualche d eufonica da eliminare.
nel complesso si lascia leggere bene.
Ciao!! Ti ringrazio tantissimo per il commento e mi trovi d'accordo con la necessità di revisionare la punteggiatura, ma, a mia discolpa, devo dire che ho pubblicato il racconto scritto di getto sulla spiaggia sotto l'ombrellone. Scrivo per hobby e da poco ho scoperto i siti come BA che permettono la.pubblicazione di racconti, cosi ho scritto questa trilogia (a breve pubblicherò gli altri due racconti) di getto e li ho pubblicati senza dare una necessaria ripulita!
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Marcello Rizza ha scritto: 28/08/2021, 21:17 Ciao! Non sono solito commentare e votare i racconti di chi non commenta i miei, a prescindere che siano positivi o contrari (o tiepidi). Ti commento per darti il mio benvenuto nella comunità di BA ma soprattutto perché il tuo racconto è bellissimo. Mi piacerebbe tu lo mostrassi a qualcuno che voglia risolverti alcuni refusi. Aspetto le correzioni dei refusi e dopo sarà un "5". Se resterà così, senza correzioni, sarà comunque un "4" perché il testo ha un suo valore anche con le imperfezioni (che poi sono sviste). Brava / o.
Grazie mille per il tuo commento!! Si, i refusi e la.punteggiatura vanno corretti, ma , a mia discolpa voglio dire che ho scritto e pubblicato questo racconto utilizzando il cellulare , quindi qualche errore è inevitabile...a breve provvederò ad aggiustare !! Grazie mille ancora!!
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Massimo Baglione
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Rugod79 ha scritto: 28/08/2021, 22:09... a mia discolpa voglio dire che ho scritto e pubblicato questo racconto utilizzando il cellulare...
Maledetti aggeggi infernali!
Giuro che è da qualche tempo che sto pensando di impedire l'uso di braviAutori ad apparati che non siano computer "normali", dotati cioè di una tastiera degna di questo nome. :smt005
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Selene Barblan
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Marcello Rizza ha scritto: 28/08/2021, 21:17 Ciao! Non sono solito commentare e votare i racconti di chi non commenta i miei, a prescindere che siano positivi o contrari (o tiepidi). Ti commento per darti il mio benvenuto nella comunità di BA ma soprattutto perché il tuo racconto è bellissimo. Mi piacerebbe tu lo mostrassi a qualcuno che voglia risolverti alcuni refusi. Aspetto le correzioni dei refusi e dopo sarà un "5". Se resterà così, senza correzioni, sarà comunque un "4" perché il testo ha un suo valore anche con le imperfezioni (che poi sono sviste). Brava / o.
Marcello ma se tu non commenti chi non ti ha commentato e quelli non ti commentano perché non li hai commentati… 😵‍💫😅 scherzo e scusa l’intrusione
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Il racconto mi è piaciuto; la storia è una di quelle purtroppo già molte volte sentite, ma lo stile è bello e i dialoghi sia interni che esterni (si dice così?) si sentono, diciamo che io me li sono sentiti in testa, con accento è tutto quanto. La descrizione del mefitico ometto poi è proprio azzeccata. Sistemalo con calma, io intanto voto 4.
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Selene Barblan ha scritto: 29/08/2021, 8:22 Marcello ma se tu non commenti chi non ti ha commentato e quelli non ti commentano perché non li hai commentati… 😵‍💫😅 scherzo e scusa l’intrusione
Certo che puoi intrometterti. La mia è una posizione "mutuata" da un altro bravissimo scrittore che soffriva nel vedere alcune "strategie" nei commenti e che infine, dopo aver comunque vinto meritatamente, non sta più partecipando (e spero che ci ripensi perché leggerlo è sempre un piacere). Mi rendo conto che anche questa è una forma di strategia, ma sento anche di avere la lealtà e il buon gusto di valutare senza "messaggi" subliminali negativi i racconti degli altri. A un autore, che mi ha lasciato un bellissimo commento, quando il suo racconto non mi ha convinto ho preferito scriverglielo in privato e non commentarlo pubblicamente per non condizionare gli altri commenti. Avrei fatto uguale anche se il suo commento al mio fosse stato negativo o tiepido. Dal "2" in giù preferisco non esprimermi pubblicamente e semmai aiutare l'autore privatamente. Solitamente mi ringraziano. Sono fatto così, sbagliato ma così. Ma non occupiamo oltre lo spazio di un autore che vuole vedere come è accolta la sua opera. E all'autore consiglio di scrivere "Commento" al titolo dei suoi commenti altrimenti non viene conteggiato e non può entrare in gara. Ho visto che ha già commentato "sbagliando", come abbiamo fatto tutti all'inizio.
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Marcello Rizza ha scritto: 29/08/2021, 8:55 Certo che puoi intrometterti. La mia è una posizione "mutuata" da un altro bravissimo scrittore che soffriva nel vedere alcune "strategie" nei commenti e che infine, dopo aver comunque vinto meritatamente, non sta più partecipando (e spero che ci ripensi perché leggerlo è sempre un piacere). Mi rendo conto che anche questa è una forma di strategia, ma sento anche di avere la lealtà e il buon gusto di valutare senza "messaggi" subliminali negativi i racconti degli altri. A un autore, che mi ha lasciato un bellissimo commento, quando il suo racconto non mi ha convinto ho preferito scriverglielo in privato e non commentarlo pubblicamente per non condizionare gli altri commenti. Avrei fatto uguale anche se il suo commento al mio fosse stato negativo o tiepido. Dal "2" in giù preferisco non esprimermi pubblicamente e semmai aiutare l'autore privatamente. Solitamente mi ringraziano. Sono fatto così, sbagliato ma così. Ma non occupiamo oltre lo spazio di un autore che vuole vedere come è accolta la sua opera. E all'autore consiglio di scrivere "Commento" al titolo dei suoi commenti altrimenti non viene conteggiato e non può entrare in gara. Ho visto che ha già commentato "sbagliando", come abbiamo fatto tutti all'inizio.
Aaaaaa, questo fatto di scrivere 'commento' non lo sapevo!! Grazie del consiglio!!
Rugod79
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Selene Barblan ha scritto: 29/08/2021, 8:25 Il racconto mi è piaciuto; la storia è una di quelle purtroppo già molte volte sentite, ma lo stile è bello e i dialoghi sia interni che esterni (si dice così?) si sentono, diciamo che io me li sono sentiti in testa, con accento è tutto quanto. La descrizione del mefitico ometto poi è proprio azzeccata. Sistemalo con calma, io intanto voto 4.
Grazie mille per il commento, contento che il racconto ti sia piaciuto!
Marcello Rizza
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Ciao Rug. Alla fine decido di far prevalere il "gusto" del racconto al mero aspetto analitico sullo sterile e utile punto, o trattino, o refuso. Il tuo racconto "racconta", ed è ciò che mi coinvolge. Sarò sincero, saranno altri a fare le pulci al tuo, e i miei due racconti preferiti sono già stati scelti, ma un bel racconto va premiato. "5".
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MattyManf
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Messaggio da leggere da MattyManf »

Un buon racconto che parla di un tema importante e finiche con un colpo (nom solo dinscena).
Ci sono alcune cose da sistemare, ma lo stile rispecchia bene l'ambientazione e la trama, pur essendo tristemente nota, non risulta fresca.

Come nota negativa (ne metto sempre una), direi che a volte ho trovato il narratore un po'invasivo. È simpatico leggere i suoi commenti, ma a volte spezzano l'atmosfera.

Nel complesso, un testo che scorre liscio sino al suo inatteso finale.
Lucia De Falco
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Messaggio da leggere da Lucia De Falco »

All'inizio il racconto non mi aveva colpito, ma, poi, riflettendoci, l'ho apprezzato perché l'intento dell'autore è di far emergere una realtà di violenza verso le donne, alla fine dei conti, e lo fa con una scrittura leggera, scorrevole e con un linguaggio colorito e contaminato dal dialetto, adatto a riflettere la realtà quotidiana.
Stefyp
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Messaggio da leggere da Stefyp »

Complimenti, è proprio un bel racconto. Il tema non è molto distante dal mio, ma è scritto con uno stile e un registro molto differenti che ho molto apprezzato. Purtroppo ci sono un pochino di cosine da sistemare: un paio di tempi verbali che rivedrei, "che" da togliere, punteggiatura da rivedere. Con una buona revisione il testo ne guadagna sicuramente.
RobertoBecattini
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Messaggio da leggere da RobertoBecattini »

La cosa migliore di questo racconto è lo scarto tra il suo tono leggero, scanzonato e il finale drammatico, improvviso e almeno in parte inatteso. Molto cinematografico, sembra quasi di sentire la voce fuori campo del narratore. Solo che purtroppo le donne vengono uccise non solo dagli sfigati borderline che non sanno accettare un rifiuto, ma anche (e soprattutto direi) da gente palestrata bella e apparentemente integrata che non accetta invece di essere abbandonata. In questo senso il personaggio di Arturo ha del potenziale, se tu volessi sviluppare questo racconto. Pensa come sarebbe stato se Giovanni fosse andato con l'intento di ucciderla per poi diventare il testimone di un atto di violenza del fidanzato su di lei...
RobediKarta
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Alberto Marcolli
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commento Hey, Giuvà

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

La vicenda celebra un maledetto fatto di cronaca come moltissimi ne succedono, non solo in Italia, purtroppo, e qui non si può che concordare.
Ma almeno fai che questo povero Giovanni 'o fetaciato fosse almeno uscito una volta con questa bancaria. E invece niente.
Non contenta, l’hai dipinto come peggio non si poteva: capelli paglia sporca, radi e finissimi, occhi piccoli e naso adunco, alito pestilenziale, cattiva igiene orale, e denti cariati.
I vestiti? In ciabatte con canotta bianca della salute e pantaloncino lercio, un vero orrore!!
Ma non è tutto! C’è molto altro. Lo fai riempire di botte da Arturo, il fidanzato della bancaria, ovviamente stupendo, alto e ben messo, moro e con alito profumato, poi Giovanni finisce pure licenziato. C’è dell’altro ma basta così.
Ora, che ci possiamo aspettare da un simile rifiuto umano? L’hai anche fatto guardia giurata, così eri sicura che non avrebbe mancato il colpo.
Basta una pallottola, infatti, dritta al cuore e la nostra bellissima Manuela è spacciata?
Quello che non ho capito è come mai la bancaria Manuela, dopo aver dialogato con questo ripugnante relitto, lo invita pure a prendere un panino in pausa pranzo, e non contenta gli da anche il numero del cellulare, mah! Aveva il gusto dell’orrido o c’è qualcosa d’altro ?
Voto 2
Marcello Rizza
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Re: Hey, Giuvà

Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Che strano che è questo tuo commento, Alberto. So che è sincero, ho già letto altri tuoi commenti.
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Alberto Marcolli
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Re: Hey, Giuvà

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

Stimolato da Marcello Rizza, fornisco una spiegazione più argomentata del mio commento, che non vuole assolutamente essere scortese con l'autrice che ci ha messo tutto il suo impegno (con lo SMART PHONE) nello scrivere il suo racconto, come tutti noi del resto.

Molto semplice. L'autrice voleva raccontare un maledetto femminicidio e questo è sacrosanto.
Ora io non concordo su come il tema è stato sviluppato.
Perché?
Si vede troppo che questa storia è costruita a tavolino, con accenti esagerati e inverosimili. L'autrice manifesta il suo disgusto fin dall’inizio del racconto, costruendo un personaggio eccessivamente spinto nei toni. Mi spieghi come mai Manuela arriva al punto di farlo picchiare dal suo bel Arturo? In fin dei conti questo poveraccio si era innamorato e questa non è una colpa. Non sarebbe stato meglio essere sinceri con lui, facendogli subito capire che lei era felicemente fidanzata, insomma, offrire un po’ di comprensione verso questo infelice scarto umano. Meglio invece una bella scazzottata, sicura che lui non si sarebbe potuto nemmeno difendere contro questo palestrato dell’alta società.
L'assassinio poi è costruito in un contesto del tutto impossibile. Sparare nel mucchio è un assoluto azzardo, le probabilità di riuscirci sono inferiori all'1 x 100, parola di ex-esperto di tirassegno.
In sostanza: lodevolissimo porsi questo compito, male lo svolgimento.
Ero tentato di non dare il voto, come in altri racconti, poi ho dato 2. Forse ho sbagliato, ma ormai è fatta.
Rugod79
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Re: Hey, Giuvà

Messaggio da leggere da Rugod79 »

Questo raccontino avrebbe lo scopo (poi che ci sia riuscito o meno non lo so) di far provare, se non simpatia, almeno compassione per il nostro Giovanni. Lui è quello che gli americani chiamano loser e noi sfigato: è brutto, fa un lavoro banale, ha un alito terrificante e vive con una madre anziana alla quale deve mentire per nascondere ,almeno a lei, la sua pena. Mi piaceva l'idea di far provare empatia per questa povera anima e magari far provare un pizzico di risentimento per Manuela, la bella con il bel ragazzo che addirittura fa pestare Giovanni stanca delle sue avances e alla fine avrebbe potuto, se non dargli amore, almeno amicizia (che poi è sempre una forma d'amore), d'altronde che male potrebbe fare uno sfigato così?. Se fosse stato un cartone Disney, sarebbe stato una sorta di la bella e la bestia con il nostro eroe che almeno avrebbe un cuore puro, ma il finale dimostra che manco questo è vero. Nel finale ho voluto ribaltare il punto di vista e mostrare il gesto estremo di un uomo patetico la cui cattiveria nasce da una profonda sofferenza che ha sfogato la sua rabbia contro, come spesso accade, una persona innocente, colpevole di essersi trovata nel momento e luogo sbagliato e di essersi mostrata gentile
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Massimo Baglione
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Re: Hey, Giuvà

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Ricordatevi di specificare esattamente "Commento" nel campo "Titolo" del messaggio usato per commentare le opere in Gara (senza prefissi come "Re:" o altro), altrimenti non verranno conteggiati dal sistema, grazie!
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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illustrazioni aggiuntive realizzate da Furio Bomben;
strisce enigmistiche di Diego Capani.

Contiene opere di: Allison Bersani, nwGabriella Pison, nwGianni Giovannone, Serena Rosata, Simone De Andreis Gerini, Thierry59, Grey Delacroix, Giovanni Altieri, Marina Priorini, Antonella Rita Provenzano, Furio Bomben, Alessandra Gaggioli, Marina Casali, nwMew Notice, Enrica Restelli, Valter Padovani, nwAlessandro Moschini, nwTullio Aragona, Elena Girotti, Edoardo Baietti, nwGilbert Paraschiva, nwGianluigi Redaelli, Connie Furnari, Flavia Ippolito, Mariella Scarano, Piergiorgio Annicchiarico, Poly, nwAlessio Boni, nwCarmine Rosano, Alberto Tristano, Barbara Bertucci, Armando D'Amaro, Livin Derevel, Stefano Masetti, Alfio Faedi, Giovanni Gentile, nwBruno Elpis, Riccardo Carli Ballola, nwRoberta Eman, Anna Pisani, nwSer Stefano, Riccardo Sartori, Giovanna Amoroso, Jen Ricci, nwMichele Cogni, Paolo Ferruccio Cuniberti, Claudio Gavina, Valeria Ferracuti.

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77, le gambe delle donne

77, le gambe delle donne

ovvero: donne in gamba!

Antologia di 77 opere e 10 illustrazioni per esplorare, conoscere e rappresentare la complessità e la varietà dell'universo femminile. Ognuno dei testi presenti in questa antologia riesce a cogliere tanti aspetti, anche contrastanti, di questa creatura affascinante e sorprendente che assieme agli uomini per millenni ha contribuito, nell'ombra o sul palco della storia, all'evoluzione della civiltà così come la conosciamo oggi. è inutile aggiungere che 77 opere soltanto non hanno la presunzione di fornire una rappresentazione esaustiva, ma lasciamo che la parte di questo "iceberg" femminile ancora sommerso rimanga pronto per emergere in prossime indagini e, perchì no, per costituire ancora la materia prima di altre future opere di ingegno.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwTullio Aragona, Maria Basilicata, Mara Bomben, nwAlessandro Borghesi, Emanuela Bosisio, nwNunzio Campanelli, Paolo Caponnetto, nwAlessandro Carnier, Gino Centofante, Polissena Cerolini, Antonio Ciervo, Luigi Andrea Cimini, Giacomo Colosio, Cristina Cornelio, Marika Davoli, nwStella Demaris, Maria Rosaria De Simone, Cetta de Luca, Cristoforo De Vivo, nwRoberta Eman, Luca Fadda, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Raffaella Ferrari, Virginia Fiorucci, nwAnna Rita Foschini, Franco Frainetti, Manuela Furlan, Nicola Gaggelli, nwIsabella Galeotti, Rebecca Gamucci, Lucilla Gattini, Michela Giudici, Antonino R. Giuffrè, Alessandro Kabon, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Greta Leder, Silvia Leuzzi, Yuleisy Cruz Lezcano, nwLibero, Marina Li Volsi, Rosalia Maria Lo Bue, Diego Luci, Sandra Ludovici, Verdiana Maggiorelli, nwMarino Maiorino, nwAngelo Manarola, Myriam Mantegazza, Germana Meli (geMadame), nwRoberta Michelini, Samuele Mocellin, Maurizio Nequio, Teresa Pace, nwMarina Paolucci, nwRoberto Paradiso, nwUmberto Pasqui, Viviana Picchiarelli, nwDaniela Piccoli, Anna Pisani, Luciano Poletto, Monica Porta, nwPietro Rainero, nwGianluigi Redaelli, nwMaria Rejtano, Stefania Resanfi, nwFranca Riso, Massimo Rosa, Francesca Santucci, Libera Schiano Lomoriello, Daniele Schito, Veronica Sequi, nwSalvatore Stefanelli, Stella Stollo, Paola Tomasello, Sonia Tortora, nwLiliana Tuozzo, Alessandro Zanacchi.

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La Paura fa 90

La Paura fa 90

90 racconti da 666 parole

Questo libro è una raccolta dei migliori testi che hanno partecipato alla selezione per l'antologia La Paura fa 90. Ci sono 90 racconti da non più di 666 parole. A chiudere l'antologia c'è un bellissimo racconto del maestro dell'horror Danilo Arona. Leggete questa antologia con cautela e a piccole dosi, perché altrimenti correte il rischio di avere terribili incubi!
A cura di Alessandro Napolitano e Massimo Baglione.

Contiene opere di: Maria Arca, Pia Barletta, Ariase Barretta, nwCristiana Bartolini, Eva Bassa, Maria Cristina Biasoli, Patrizia Birtolo, Andrea Borla, Michele Campagna, Massimiliano Campo, Claudio Candia, Carmine Cantile, Riccardo Carli Ballola, nwMatteo Carriero, Polissena Cerolini, Tommaso Chimenti, Leonardo Colombi, Alessandro M. Colombo, Lorenzo Coltellacci, Lorenzo Crescentini, Igor De Amicis, Diego Di Dio, nwAngela Di Salvo, nwStefano di Stasio, nwBruno Elpis, Valeria Esposito, Dante Esti, nwGreta Fantini, Emilio Floretto Sergi, Caterina Franciosi, Mario Frigerio, Riccardo Fumagalli, Franco Fusè, Matteo Gambaro, Roberto Gatto, Gianluca Gendusa, Giorgia Rebecca Gironi, Vincenza Giubilei, Emiliano Gotelli, Fabio Granella, Mauro Gualtieri, nwRoberto Guarnieri, Giuseppe Guerrini, Joshi Spawnbrød, Margherita Lamatrice, Igor Lampis, nwTania Maffei, Giuseppe Mallozzi, Stefano Mallus, Matteo Mancini, Claudia Mancosu, Azzurra Mangani, Andrea Marà, Manuela Mariani, Lorenzo Marone, nwMarco Marulli, Miriam Mastrovito, Elisa Matteini, Raffaella Munno, nwAlessandro Napolitano, Roberto Napolitano, Giuseppe Novellino, Sergio Oricci, Amigdala Pala, Alex Panigada, Federico Pergolini, Maria Lidia Petrulli, Daniele Picciuti, nwSonia Piras, Gian Filippo Pizzo, nwLorenzo Pompeo, nwMassimiliano Prandini, Marco Ricciardi, Tiziana Ritacco, Angelo Rosselli, Filippo Santaniello, Gianluca Santini, Emma Saponaro, Francesco Scardone, Giacomo Scotti, nwSer Stefano, Antonella Spennacchio, Ilaria Spes, Antonietta Terzano, Angela Maria Tiberi, Anna Toro, Alberto Tristano, Giuseppe Troccoli, nwCosimo Vitiello, nwAlain Voudì, Danilo Arona.

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