L'importanza di chiamarsi Ranuccio
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L'importanza di chiamarsi Ranuccio
- Marino Maiorino
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Sì, mi ha divertito e, se lo vedo così, non trovo nulla da ridire.
Nondimeno, c'è un che di stonato nei tuoi personaggi: a me paiono troppo cresciuti per la loro età (di fatto, la cosa più infantile è la reazione della Renzetti che se la prende per un'intervista sul giornalino della scuola).
Il loro linguaggio, le loro reazioni, è vero che sembrano presi da un film di Alvaro Vitali (le tette di Vanessa... ma dai!), ma con un piglio decisamente troppo maturo per tutta la situazione.
Il linguaggio è troppo maturo, le loro reazioni, quanto profondamente valutano le implicazioni di quello che accade... Pensa che sono arrivato quasi a metà racconto prima di realizzare che il protagonista era, al tempo della vicenda, solo un quattordicenne!
Ciò un po' priva del gusto e della freschezza che il racconto autentico di un 14/15enne avrebbe avuto.
Credo che sarebbe interessante se tu stesso provassi a rendere il tutto più fluido. Per il momento il mio giudizio sarà virtuoso.
Che poi... Io stesso ci sono passato sotto una Renzetti... Alle volte gli adulti sono il peggio che resta dei ragazzi di un tempo!
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Re: L'importanza di chiamarsi Ranuccio
L'incongruenza che hai notato è sempre in agguato quando si vuole raccontare la storia di bambini o ragazzini: se troppo seria appare innaturale, se troppo infantile si rischia di prendere dell'incopetente come scrittore. Ho tagliato la testa al toro: il mio Ranuccio, pur raccontando i fatti da un quattordicenne, è di colpo invecchiato di diciannove anni, spero che bastino...
Mi trovo invece in disaccordo sulla eccessiva serietà e acutezza dei ragazzini. Faccio da anni il catechista di adolescenti e giovani (dai 15 ai 20 anni, grossomodo) e ti posso garantire che spesso mi spiazzano in quanto a capacità di ragionamento e previsione delle conseguenze! Esperienza, che appunto può essere diversa nel tuo caso e portarti a valutazioni diametralmente opposte... Quanto a insegnanti infantili e vendicativi, invece, credo possiamo considerarci sulla stessa barca!
- Marino Maiorino
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Re: L'importanza di chiamarsi Ranuccio
io non partecipo alle gare cercando di diventare il nuovo Poe, partecipo per divertirmi (come tutti, credo), e di passo cercando di affinarmi: l'esercizio è parte del divertimento, riuscire a ottenere un effetto mai tentato prima nel lettore m'intriga.
Quindi NI, non è e NON DEVE essere un lavoro, ma se la storia non mi convince...
La tua è credibile, credibilissima. Le mie sono osservazioni di stile, e su quello posso solo opinare. Può piacermi più o meno, ma il voto cerco di darlo basandomi su altri criteri: mi hai divertito e credo fosse questo il tuo intento.
I tuoi ragazzi: hai ragione, sono acuti, ho una figlia in quell'età... Ma so anche che non lo sono costantemente (anzi), e credo che tu, da catechista, lo sperimenti spesso. Dove sono i loro dubbi, quelli che li fanno vacillare, porre domande, andare in crisi, chiedersi cosa è giusto e cosa no, dove hanno sbagliato? Mi sono probabilmente espresso male (e mi capita troppo spesso), ma stare sul pezzo come riesce a fare Ranuccio è cosa da adulti (a meno che non si tratti di tette e videogiochi).
È questo che per me indica la freschezza: osare sì, ma con quell'ancora presente paura di sbagliare che non è nemmeno rassegnazione (ranocchio).
Ecco, forse è questo che non ho letto: un cambio costante tra stati d'animo, mentre era costante la condanna del nome. Che ok, hai ragione, il racconto sta proprio lì, però...
Sarà che in fondo Ranuccio mi sta simpatico.
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Re: L'importanza di chiamarsi Ranuccio
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Ranuccio viene facilmente raggirato dalla compagna più grande, ma almeno ne ricava una lezione che gli servirà per tutta la vita: se una ragazza che prima ti ignorava improvvisamente s'interessa a te, sicuramente vuole qualcosa, ma non è quello che vuoi tu.
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Re: L'importanza di chiamarsi Ranuccio
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Re: L'importanza di chiamarsi Ranuccio
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giudicare questo racconto è un problema per me, e adesso ti spiego il perché.
La storia non mi è piaciuta, sono sincero, la trovo molto fine a se stessa. Se però tralascio i miei gusti personali (cosa che secondo me va fatta se si vogliono dare dei giudizi equi) noto che la storia è completa.
È un racconto ironico, il finale è divertente e poi è sinceramente scritta bene.
Io azzarderei un 4, come ho già detto altre volte non posso affossare il lavoro altrui solo perché a me non piace.
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Re: L'importanza di chiamarsi Ranuccio
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Re: L'importanza di chiamarsi Ranuccio
Ciao Stefano,Stefano M. ha scritto: ↑16/11/2022, 15:11 Grazie mille Giovanni per aver dedicato un po' del tuo tempo a leggere il mio racconto, mi dispiace che non ti sia piaciuto ma del resto, come tu stesso hai detto, si tratta di un gusto personale; io stesso sto provando a scrivere racconti di generi diversi a ogni concorso proprio per cercare di andare incontro ai gusti di tutti, spero che la prossima volta sarai più fortunato! Apprezzo molto la tua onesta nella valutazione e sono più che felice che abbia trovato il tutto comunque coerente e ben scritto, grazie ancora!
azzardo un consiglio, sperando di non rimanere antipatico. Scrivi racconti provando più stili e più generi, ma fallo per te e non per accontentare gli altri.
Se il tuo lavoro avrà qualità sarà apprezzato anche da chi ha gusti differenti. Non so quanti anni hai, ma io ho capito che non è possibile accontentare tutti.
Buon lavoro.
La Gara 8 - La vendetta dei cattivi
A cura di Miriam.
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Calendario BraviAutori.it "Writer Factor" 2016 - (in bianco e nero)
A cura di Tullio Aragona.
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Gara d'inverno 2020-2021 - Una rampa per l'abisso, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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Gare letterarie stagionali - annuario n° 1 (2018 - 2019)
Le Gare letterarie stagionali sono concorsi a partecipazione libera, gratuiti, dove chiunque può mettersi alla prova nel forum di BraviAutori.it, divertirsi, conoscersi e, perché no, anche imparare qualcosa. I migliori testi delle Gare vengono pubblicati nei rispettivi ebook gratuiti i quali, a ogni ciclo di stagioni, diventano un'antologia annuale come questa che state per leggere.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Alessandro Mazzi, Angelo Ciola, Aurora Gallo, Ida Dainese, Carlo Celenza, Carol Bi, Daniele Missiroli, Draper, Edoardo Prati, Fabrizio Bonati, Fausto Scatoli, Gabriele Ludovici, L.Grisolia, Laura Traverso, Liliana Tuozzo, Lodovico, Marco Daniele, Namio Intile, N.B. Panigale, Nunzio Campanelli, Pierluigi, Roberto Bonfanti, Seira Katsuto, Selene Barblan, SmilingRedSkeleton, Stefano Giraldi Ceneda, Teseo Tesei, Tiziano Legati, Tiziana Emanuele.
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I sogni di Titano
Il "cubo sognatore" su Titano aveva rivelato una verità sconvolgente sull'Umanità, sulla Galassia e, in definitiva, sull'intero Universo, una verità capace di suscitare interrogativi sufficienti per una vita intera. Come poteva essere bonariamente digerito il concetto che la nostra civiltà, la nostra tecnologia e tutto ciò che riguardava l'Umanità… non esisteva?
"Siamo solo… i sogni di Titano", aveva riportato il comandante Sylvia Harrison dopo il primo contatto col cubo, ma in che modo avrebbe potuto l'orgoglio dell'Uomo accettarlo? Ovviamente, l'insaziabile sete di conoscenza dell'Essere umano anelava delle risposte, e la sua naturale curiosità non poteva che spingerlo alla ricerca dell'origine del cubo e delle ragioni della sua peculiare funzione.
Gli autori GLAUCO De BONA (vincitore del Premio Urania 2013) e MASSIMO BAGLIONE (amministratore di BraviAutori.it) vi presentano una versione alternativa del "Tutto" che vi lascerà senza parole. Di Glauco De Bona e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
L'Altro
antologia AA.VV. sulle diversità del Genere Umano
Attraverso il concorso "L'Altro - antologia sulle diversità del Genere Umano", gli autori erano stati chiamati a esprimersi sulle contrapposizioni fra identità, in conflitto o meno, estendibili anche a quelle diversità in antitesi fra di loro come il terreste e l'alieno, l'Uomo e l'animale, l'Uomo e la macchina, il normale e il diversamente abile, il cristiano e il musulmano, l'uomo e la donna, il buono e il cattivo, il bianco e il nero eccetera. La redazione cercava testi provocatori (purché nei limiti etici del bando), senza falsi moralismi, variegati, indagatori e introspettivi. Ebbene, eccoli qua! La selezione è stata dura e laboriosa, ma alla fine il risultato è questo ottimo libro.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Furio Bomben.
Contiene opere di: Furio Bomben, Antonio Mattera, Maria Letizia Amato, Massimo Tivoli, Vespina Fortuna, Thomas M. Pitt, Laura Massarotto, Pasquale Aversano, Ida Dainese, Iunio Marcello Clementi, Federico Pavan, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Giorgio Leone, Giovanna Evangelista, Alberto Tivoli, Anna Rita Foschini, Francesco Zanni Bertelli, Gabriele Ludovici, Laura Traverso, Luca Valmont, Massimo Melis, Abraham Tiberius Wayne, Stefania Fiorin.
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