Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.L'astuzia del mercante e il pappagallo parlante
In Firenze, al tempo che la mercatura prosperava e gli ingegni fiorivano, viveva un mercante di nome Agnolo, uomo avaro più che prudente, il quale possedeva, tra le sue molte ricchezze, un pappagallo cenerino di straordinaria loquela. L'uccello, di nome Ciacco, non solo ripeteva parole udite, ma pareva anche comprenderne il significato, tanto da suscitare meraviglia in chiunque lo ascoltasse.
Agnolo, orgoglioso del suo Ciacco, lo teneva in gran conto, mostrandolo ai suoi pari come segno di ricchezza e di cultura. Ma la sua avarizia lo portava a lesinare persino sul cibo dell'animale, il quale, pur essendo beniamino, non godeva di gran benessere.
Un giorno, giunse a Firenze un giovane mercante veneziano di nome Lorenzo, uomo di bell'aspetto e di modi affabili, ma non altrettanto fortunato negli affari. Lorenzo, avendo udito parlare del pappagallo di Agnolo, desiderò ardentemente vederlo. Recatosi alla bottega del mercante fiorentino, rimase stupefatto dall'abilità di Ciacco.
Lorenzo, vedendo l'avarizia di Agnolo, pensò di trarne vantaggio. Finse di essere profondamente interessato all'acquisto del pappagallo, offrendo una somma considerevole. Agnolo, allettato dal denaro, ma riluttante a separarsi dal suo Ciacco, si mostrò indeciso.
Lorenzo, allora, propose una scommessa: se Ciacco fosse riuscito a ripetere una frase di sua invenzione, Agnolo avrebbe dovuto cedergli l'uccello gratuitamente, altrimenti se ne sarebbe andato senza più importunarlo. Agnolo, sicuro dell'abilità del suo pappagallo, accettò la sfida.
Lorenzo, con un sorriso malizioso, si avvicinò alla gabbia di Ciacco e, parlando a bassa voce, gli sussurrò all'orecchio una frase apparentemente senza senso: "Agnolo avaro ama guadagnare ma non mi dà da mangiare"
Agnolo, udendo la frase, rise di gusto, sicuro che il suo pappagallo non avrebbe mai potuto ripeterla. Ma Ciacco, con grande stupore di tutti i presenti, ripeté la frase con chiarezza e precisione.
Agnolo, furibondo per aver perso la scommessa, ma costretto dalla parola data, dovette consegnare il pappagallo a Lorenzo.
Il mercante, dal canto suo, felice del suo acquisto, si diresse verso la porta con l'animale in mano ma, prima di uscire, si voltò e, con un sorriso sul volto, gridò al mercante: "Il prossimo amalo meglio!"
Poi rivolgendosi a Ciacco, gli disse:"Contento?" e il simpatico pappagallo, con voce chiara e sonora, rispose con una risata soddisfatta, lasciando Agnolo confuso e deriso di fronte ai vicini che avevano assistito, divertiti, alla scena!
