Nato da un uomo e una donna
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Nato da un uomo e una donna
Con centinaia di miliardi di galassie nell'universo, e cento miliardi di pianeti solo nella nostra, di cui diciassette miliardi simili alla terra.
Con dodici miliardi di persone solo sul nostro pianeta, senza contare robot e umanoidi in tutte le salse, quel tipo doveva seguire proprio me?
L'avevo notato quando mi ero fermato ad acquistare il giornale. E d'altra parte era difficile non vedere un tizio allampanato e per di più con un look che si vedeva solo nelle filmine storiche degli anni '70 del XX secolo: capelli lunghi con frangetta voluminosa, grossi baffi spioventi, pantaloni larghi alla caviglia...
Il tipo si era bloccato davanti ad una vetrina vuota ed era rimasto a fissarla fino a che io ero all'edicola, poi aveva ripreso a seguirmi. Avevo cercato di capire se seguisse proprio me passando da un marciapiede all'altro un paio di volte e accelerando il passo, e lui era sempre dietro.
Ero arrivato in una zona poco frequentata e ormai ero quasi di corsa. Mi girai ancora e il tipo non mi mollava di un centimetro.
Vidi una traversa sulla destra che sapevo essere un vicolo senza uscita e decisi che era venuto il momento di risolvere la questione.
Mi misi a correre e svoltai, feci ancora una decina di metri e mi fermai poggiandomi al muro anche per riprendere fiato.
L'uomo arrivò all'imbocco della stradina, si affacciò e mi vide.
Si rassettò i vestiti e venne verso di me.
Non aveva il minimo fiatone nonostante avessimo corso entrambi per diversi minuti.
“Chi sei e perché mi segui?” gli chiesi appena mi fu davanti ed ebbi ripreso fiato.
“Ti sto cercando. E ora ti ho trovato” rispose con una voce strana, nasale, quasi metallica.
“Mi stai cercando? Ma se io non ti conosco!”
“Ma io conosco te, Zakarias!”
“E chi è mo' Zakarias!? Chi lo conosce?”
“Certo che lo conosci, eccoti qua!” disse tirando fuori dalla giacca un foto che mi stava mostrando.
In effetti l'uomo della foto poteva assomigliarmi: stessa età, capelli radi e grigi, barba bianca. Ma di certo non ero io.
“No, no, questo non sono io” gli dissi picchiettando con l'indice sulla foto.
L'uomo sembrò esitare un momento, poi si riprese e mi disse:
“Io cerco Zakarias Shorfix. Se non sei tu fammi vedere i documenti.”
Stavo cominciando a perdere la pazienza.
“Ma tu chi sei? che vuoi da me? e poi: perché ti dovrei far vedere i miei documenti?”
“Perché io ho questa” rispose con tutta calma. E così dicendo tirò fuori una pistola a tamburo, che sembrava uscita da quei vecchi fumetti western che ancora circolavano tra i collezionisti.
Mi era tornata la pazienza, ma accompagnata da una certa paura.
“Ok. Allora adesso ti faccio vedere i miei documenti così ti convinci. Ma tu metti via quella pistola.”
“Prima prendi i documenti, così sono certo che non fai scherzi.”
“Va bene...”
Presi dalla tasca il portafoglio e tirai fuori la carta di riconoscimento olografico.
Il tipo mise via la pistola e prese il documento. Lo guardò a lungo, confrontandolo ogni tanto con la mia faccia.
“Hai ragione” disse alla fine “non sei tu.”
“E te l'avevo detto! Somiglio, ma non sono io! Ora mi vuoi dire chi sei tu e che vuoi da me?”
“Il mio padrone mi ha mandato a cercare questo Zakarias Shorfix per non so' quale questione di soldi, ma glielo avevo detto che io non ero adatto, non sono programmato per questo genere di cose.” La sua voce metallica si stava incrinando leggermente.
“Programmato!?”
Ma che stava dicendo questo tizio?
“Certo, programmato. Io sono un modello H224V, vecchio di più di cinquanta anni.”
“Cioè tu sei un...”
“Un umanoide? Sì, sono un umanoide. Non te ne eri accorto?”
“ Sinceramente no. Appena ho capito che mi stavi seguendo ho avuto solo il tempo di avere paura e di cominciare a scappare. Ma anche visto così da vicino mi sembri un uomo. Forse un po' la voce... ah, e il fatto che dopo questa corsa non hai il fiatone come me.”
“Sì, sono un umanoide, guarda” e si toccò un punto sotto il polso destro. Si sentì il rumore di uno scatto e la mano si staccò. Rimase penzoloni appesa a qualche cerniera per qualche istante, poi l'umanoide la rimise al suo posto.
Rimasi per qualche secondo basito, poi mi ripresi.
“Ancora non mi hai detto come ti chiami.”
“Il mio nome di fabbrica è quello che ti ho detto: H224V, ma poi ogni proprietario o noleggiatore ci può chiamare come vuole.”
“E il tuo nome qual è?”
“Adesso mi chiamano Joseph, ma è un nome che non mi piace...”
“E tu come vorresti essere chiamato?”
La discussione stava virando sul malinconico sentimentale.
“Mi piacerebbe Abramo. Una volta ho visto un vecchio film dove si parlava di un uomo che aveva questo nome e che guidava un popolo intero nel deserto. C'era di mezzo qualcuno che si chiamava Dio, mi sembra, ma non ricordo altro.”
“Sì, anche io ho letto qualcosa in proposito, ma sono credenze arcaiche, descritte in vecchi libri che forse sono pure proibiti. Boh, non so, non è il mio campo.
“Certo” riprese abbacchiato Joseph, “non sono un modello nuovo, di quelli che hanno funzioni quasi perfettamente umane, ma per alcuni servizi vado ancora bene. Il mio padrone è uno spilorcio e non mi vuole vendere per prendere un modello nuovo. Io sarei più contento di fare lavoretti semplici per qualche anziano e lui potrebbe comprare un modello più avanzato e utile a lui.”
Mi faceva quasi pena in quel suo giustificarsi.
“Non ti preoccupare, dai. Vedrai che tutto si metterà ma posto.”
“Ok, grazie, e scusa ancora per l'inconveniente di prima.”
“Vai, su. Tutto dimenticato.”
Ci avviammo insieme per uscire dal vicolo. Quando ci separammo gli diedi una pacca sulla spalla e lo strano rumore di metallo mi fece una certa impressione.
2. Oh che buona la bistecca di Tlok!
“Capite quello che mi è successo?”
Stavo raccontando a Dario e Johnson il fatto dell'umanoide mentre aspettavamo i nostri piatti.
Due, tre volte la settimana mangiavamo insieme nella pausa pranzo. Lavoravamo in uffici vicini e quando potevamo ci ritrovavamo in quel locale dove servivano 'la migliore bistecca di tlok della galassia' come recitava la pubblicità. Comunque, a parte le esagerazioni, era veramente buona.
“Certo devi esserti preso un bello spavento” disse Dario.
“Aivoglia! Quello che mi segue, la pistola... poi però è andata bene, dai.”
Intanto la cameriera stava arrivando col carrello e i nostri piatti. Ce li mise davanti e al centro del tavolo tondo poggiò il grande vassoio con i contorni: patate fritte e al forno, spinaci saltati al burro e gurmishi panate. Le gurmishi erano l'ultima moda gastronomica proveniente da non so quale pianeta; pare che non possano mancare sulle tavole che contano. Ma alla fine sanno come le nostre melanzane.
La mania dell'eccentrico a tutti i costi non lascerà mai noi umani.
“Comunque questa storia di robot, umanoidi... non sai mai chi hai davanti e come ti devi comportare.” disse Johnson.
Con lui e Dario non eravamo proprio amici, ma con loro si poteva parlare liberamente di tutto.
Dario era un tecnico informatico sui trentacinquenne anni che teneva molto al suo fisico e si allenava tutti i santi giorni. Non aveva tempo per le donne, come diceva lui, ma quando gli capitava non si faceva sfuggire l'occasione (anche se lui usava termini un po' più coloriti).
Johnson invece era un grafico molto apprezzato nel suo giro. Non che fosse grasso, ma di certo aveva qualche chilo di troppo. Neanche lui era sposato, nonostante avesse passato da un po' i quarant'anni.
Dario tagliò e mise in bocca una bella fetta di bistecca.
“Io penso che in certi casi gli umanoidi dovrebbero avere un qualche segno di riconoscimento” disse mentre ancora masticava.
“Se parli con la bocca piena non si capisce niente” gli dissi.
“Ho fame e la bistecca è ottima” rispose, sempre masticando.
“Sì, hai ragione” disse Johnson. “Cioè avete ragione tutti e due: tu sugli umanoidi e tu sul fatto che se lui parla mentre mangia non si capisce niente” intervenne anche lui con la bocca piena.
Io spillai della birra nei nostri boccali. La birra era la cara, vecchia birra terrestre, che si attingeva da un aggeggio al centro della tavola al momento.
“Ma secondo voi” dissi “la bionda che ci ha serviti prima era un'umana, una donna vera oppure un macchina tutto fumo e niente arrosto? se capite quello che voglio dire...
“E come si fa a saperlo?” chiese Dario.
“Beh, appena ripassa da qui le do una palpatina e vi faccio sapere” intervenne Johnson scatenando una risata.
“Dicono che gli ultimi modelli di umanoidi siano talmente perfetti che anche a letto sono difficilmente riconoscibili da un umano in carne ed ossa” dissi.
“Ma allora, alla fine, in che cosa si distinguono da noi?” fece Dario.
Passammo qualche minuto in silenzio a bere e masticare.
Sembrava che nessuno di noi tre sapesse come continuare la discussione.
“Insomma, io mi chiedo: ma se ad una macchina perfetta, con un'estetica perfetta anche nella pelle, ma pur sempre un macchina, mettiamo dentro al suo cervello computerizzato dei ricordi, una formazione scolastica e comportamentale, una gamma di reazioni sentimenti ecc. possiamo dire di aver creato un uomo? Ripeto: alla fin fine, al nocciolo, al succo: dove finisce un umanoide e dove comincia un uomo?” concluse Dario.
“Insomma” intervenne Johnson “vuoi sapere se corri il rischio di portarti a letto la cameriera e scoprire che è solo un insieme di circuiti ben assemblati?”
“Diciamo che quello è un aspetto... possiamo anche scherzarci su, ma è una domanda che dovremmo avere il tempo di farci davvero” rispose Dario.
Stava passando la cameriera, e tutti e tre la guardammo attentamente, e non solo perché si presentava come una bella figliola.
“A me sembra una donna vera” disse Dario sottovoce.
3. Dal diario di Johan Erlandson al giorno 25 maggio 2175 d.c.
Carissimo diario.
Sono parecchi giorni che non ti scrivo qualcosa. Come sai non ho avuto tempo, in ufficio è un periodaccio: tutti vogliono tutto subito e possibilmente anche prima.
Ma ora mi sono imposto di darmi una pausa e stasera sono qui a ricapitolare un po’ di cose come faccio sempre quando ti scrivo.
Qualche giorno fa sono andato a pranzo con Dario e Johnson in quel locale di cui ti ho parlato altre volte, quello in cui servono bistecche di tlock da sogno.
A un certo punto la discussione è caduta su… ah già! se non ti racconto il precedente?
Quella mattina avevo avuto una brutta esperienza, per fortuna finita bene.
Mi ero accorto di essere seguito da un tipo mai visto. Ho fatto di tutto per non farmi beccare, ma alla fine mi sono dovuto fermare perché non ce la facevo più a correre. E un po’ anche perché ero curioso di sapere che voleva da me uno che non conoscevo.
Per fartela breve, il tipo era un umanoide che mi aveva scambiato per un altro, uno che il suo padrone stava cercando per questione di soldi. Ma la discussione era terminata in modo amichevole. Anzi lui era quasi dispiaciuto di non aver potuto portare a termine l’incarico perché… non era programmato per riconoscere le persone!
Bene. Ora a pranzo naturalmente abbiamo parlato di questo fatto ed è venuta fuori la domanda se non fosse giusto che gli umanoidi abbiano un segno di riconoscimento, per evitare cose come quella che era capitata a me.
Ma la domanda seguente è stata, mi sembra, più interessante: cos’è che distingue un umano da un umanoide?
Ormai infatti, come sai, è possibile rivestire gli umanoidi con quella pelle sintetica che non ha niente da invidiare a quella umana, tanto che viene usata per le operazioni di chirurgia estetica.
La discussione quel giorno è finita lì.
Però è da allora che la domanda continua a frullarmi per la testa.
In fondo la risposta che viene spontanea è che gli umanoidi non hanno una coscienza, non sono capaci di sentimenti, sensazioni, emozioni.
Ma quello stesso umanoide non aveva detto di non essere “programmato” per riconoscere le persone e nel dirlo sembrava… dispiaciuto? E non aveva aggiunto che “avrebbe voluto” chiamarsi Abramo?
E il sentirsi dispiaciuto non è una forma di sentimento? Il “volersi chiamare” non è avere volontà? Eppure lui aveva detto di essere un modello ‘vecchio’. Che siano arrivati al punto di inserire nella programmazione degli umanoidi anche sentimenti e passioni?
Io personalmente non ci credo.
Vorrebbe dire superare una soglia da cui non si torna più indietro! Per quanto potrebbe un giorno diventare possibile, sarebbe una cosa pericolosa: rendere gli umanoidi praticamente capaci di libero arbitrio, di scelta, di decisione!
Non so… Il progresso è importante, essenziale per certi versi, ma fino a dove? C’è qualcosa o qualcuno che potrebbe porre dei limiti?
Comunque, se anche questa fosse attualmente la differenza tra uomini e umanoidi ma potesse esser presto superata, penso che ci sia però una cosa che non potrà mai cambiare: solo gli uomini… nascono da un uomo e da una donna!
(P.S. Mi scuso con un mostro sacro della fantascienza: R. Matheson, per aver parafrasato il titolo di un suo famosissimo racconto.)
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Re: Nato da un uomo e una donna
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Re: Nato da un uomo e una donna
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Re: Nato da un uomo e una donna
certo volentieri, solo… prendi questi input per quel che sono, non credo di essere la migliore qui dentro a livello di correttezza. Vedrai poi che sono tutte cose di poco conto. Ne approfitto per aggiungere al commento precedente che trovo buoni i dialoghi e che mi piace la suddivisione in capitolettiTemistocle ha scritto: 04/07/2021, 8:27 Grazie del tuo commento, Selene! Hai colto benissimo quello che era il mio intento: far riflettere su argomenti importanti partendo da una storia che in qualche modo attira. Ti chiedo solo di dirmi quali sono le espressioni che secondo te andrebbero riviste, anche in privato se vuoi. Grazie ancora che buona giornata!
“Certo che lo conosci, eccoti qua!” disse tirando fuori dalla giacca un foto che mi stava mostrando.
qui banalmente ti è sfuggito “un foto”
In effetti l'uomo della foto poteva assomigliarmi: stessa età, capelli radi e grigi, barba bianca. Ma di certo non ero io.
qui ev troverei un sinonimo di foto perché si ripete tre volte di fila
Presi dalla tasca il portafoglio e tirai fuori la carta
anche se non è assolutamente sbagliato mi suona meglio portafogli
Rimase penzoloni appesa a qualche cerniera per qualche istante, poi l'umanoide la rimise al suo posto.
qualche.. qualche non mi convince
“Certo” riprese abbacchiato Joseph, “non sono un modello nuovo, di quelli che hanno funzioni quasi perfettamente umane, ma per alcuni servizi vado ancora bene. Il mio padrone è uno spilorcio e non mi vuole vendere per prendere un modello nuovo. Io sarei più contento di fare lavoretti semplici per qualche anziano e lui potrebbe comprare un modello più avanzato e utile a lui.”
anche qui cercherei un sinonimo per modello
“Non ti preoccupare, dai. Vedrai che tutto ma posto
ti è sfuggito un “ma posto”
Ma alla fine sanno come le nostre melanzane.
sanno come non mi suona bene
La birra era la cara, vecchia birra terrestre, che si attingeva da un aggeggio al centro della tavola al momento
al momento alla fine della frase non mi convince
spero di essere stata utile, altrimenti cestina senza pietà il mio commento
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Re: Nato da un uomo e una donna
Utilissima, grazie! Alcune cose sono volute (il "qualche" ripetuto e l'"al momento"). Altri sono proprio errori che non ho visto. Cose che non dovrebbero succedere, ma quando non c'è un editor esterno... proprio quello che hai fatto tu ora. È un racconto scritto lo scorso anno durante il lockdown insieme ad un altro che penso di mettere sulla bacheca principale. Grazie ancora!Selene Barblan ha scritto: 04/07/2021, 13:44 certo volentieri, solo… prendi questi input per quel che sono, non credo di essere la migliore qui dentro a livello di correttezza. Vedrai poi che sono tutte cose di poco conto. Ne approfitto per aggiungere al commento precedente che trovo buoni i dialoghi e che mi piace la suddivisione in capitoletti
“Certo che lo conosci, eccoti qua!” disse tirando fuori dalla giacca un foto che mi stava mostrando.
qui banalmente ti è sfuggito “un foto”
In effetti l'uomo della foto poteva assomigliarmi: stessa età, capelli radi e grigi, barba bianca. Ma di certo non ero io.
qui ev troverei un sinonimo di foto perché si ripete tre volte di fila
Presi dalla tasca il portafoglio e tirai fuori la carta
anche se non è assolutamente sbagliato mi suona meglio portafogli
Rimase penzoloni appesa a qualche cerniera per qualche istante, poi l'umanoide la rimise al suo posto.
qualche.. qualche non mi convince
“Certo” riprese abbacchiato Joseph, “non sono un modello nuovo, di quelli che hanno funzioni quasi perfettamente umane, ma per alcuni servizi vado ancora bene. Il mio padrone è uno spilorcio e non mi vuole vendere per prendere un modello nuovo. Io sarei più contento di fare lavoretti semplici per qualche anziano e lui potrebbe comprare un modello più avanzato e utile a lui.”
anche qui cercherei un sinonimo per modello
“Non ti preoccupare, dai. Vedrai che tutto ma posto
ti è sfuggito un “ma posto”
Ma alla fine sanno come le nostre melanzane.
sanno come non mi suona bene
La birra era la cara, vecchia birra terrestre, che si attingeva da un aggeggio al centro della tavola al momento
al momento alla fine della frase non mi convince
spero di essere stata utile, altrimenti cestina senza pietà il mio commento
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Ho letto il racconto di Matheson molti anni fa; forse nemmeno lui avrebbe immaginato che nel 2000 "nato di uomo e di donna" avrebbe voluto dire anche "nato da provetta e capsula Petri".
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Re: Commento
Grazie del commento e della pazienza di aver letto tutto! La forma diaristica mi è servita solo per mettere su carta la riflessione del personaggio. Avrei potuto fargli fare una riflessione davanti ad un bel panorama o durante la fila a qualche ufficio. D'altra parte anche Goethe scrisse in forma di diario il 'Viaggio in Italia'. Sul discorso di "nato DA un uomo e una donna, siginifica proprio quel che c'è scritto: gli uomini e le donne continueranno a distinguersi dagli androidi perché avranno un papà e una mamma e non saranno costruiti in laboratorio (qualunque cosa voglia dire 'costuiti'.)Andr60 ha scritto: 05/07/2021, 13:01 Racconto piacevole con dialoghi brillanti. L'unica cosa che non mi ha convinto è la parte finale in forma di diario, come se il protagonista fosse un'adolescente che descrive la sua giornata. A meno che gli adulti del 2175 non siano come le adolescenti del 1950 (eventualità da non escludere).
Ho letto il racconto di Matheson molti anni fa; forse nemmeno lui avrebbe immaginato che nel 2000 "nato di uomo e di donna" avrebbe voluto dire anche "nato da provetta e capsula Petri".
Re: Nato da un uomo e una donna
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Re: Commento
Grazie per il commento approfondito e ben argomentato. Gli appunti sono quelli che hanno già fatto altri e quindi avrai anche letto le mie risposte. Sono scelte che ho fatto che possono piacere o meno. Forse le ripetizioni ci possono stare ma non in un testo del genere, quindi sicuramente è un'ottima osservazione. Sulla parte 'diaristica' resto della mia idea, ma non è detto che una prossima volta ripeta lo stretagemma. D'altra parte è utile e bello confrontarsi su queste cose quando non c'è un editor e sto notando che questo sito BraviAutori è molto utile anche da questo punto di vista.Ishramit ha scritto: 07/07/2021, 21:33 Il racconto mi è piaciuto, nonostante il tema sia già molto "rodato" sei riuscito ad approcciarlo senza trasmettere la sensazione di "già visto" e questo è molto buono. Aiuta molto l'inizio movimentato e il rallentamento progressivo. Non mi hanno convinto però da una parte una gestione della prosa forse un po' troppo "frammentata", con tanti "a capo" e qualche espressione un po' ridondante (dici che il doppio "qualche" e quel "al momento" messo alla fine sono voluti… Ma sinceramente non mi suonano bene, per lo meno non aiutano la fluidità della lettura); dall'altra secondo me il terzo paragrafo rappresenta un'occasione mancata: risolvere tutto con una pagina di diario, oltre che a farti ripetere cose dette poche righe prima, limita l'identità del personaggio rendendolo appunto più "androide" e meno "umano" di quanto non fosse prima (e dire che per un momento mi sono aspettato anche il colpo di scena che fosse effettivamente lui un androide… Ma in effetti alcuni dettagli non sarebbero portati). Io avrei concluso piuttosto con un altro episodio, un'epifania che portasse il protagonista a concepire la risposta che ci espone nel diario, ma questo non significa che debba andare così, io non sono te. È che la riflessione è buona, mi piace, sono d'accordo, però… Sento che avresti potuto folgorarmici, e invece mi devo accontentare di ammirare una bella scritta coi caratteri luminosi.
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Re: Commento
Certo, naturalmente il mio feedback non è verità assoluta e io non sono chissà che esperto da prendere per oro colato.Temistocle ha scritto: 08/07/2021, 12:22 Grazie per il commento approfondito e ben argomentato. Gli appunti sono quelli che hanno già fatto altri e quindi avrai anche letto le mie risposte. Sono scelte che ho fatto che possono piacere o meno. Forse le ripetizioni ci possono stare ma non in un testo del genere, quindi sicuramente è un'ottima osservazione. Sulla parte 'diaristica' resto della mia idea, ma non è detto che una prossima volta ripeta lo stretagemma. D'altra parte è utile e bello confrontarsi su queste cose quando non c'è un editor e sto notando che questo sito BraviAutori è molto utile anche da questo punto di vista.
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Re: Nato da un uomo e una donna
Grazie!
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Re: Commento
Grazie del commento! Sulla storia in sé capisco che possa essere un'idea 'abusata', ma d'altra parte (non a mia discolpa!) cosa c'è di veramente originale che non sia stato già scritto in 150 anni di fantascienza? Sulla domanda finale, la mia risposta è… di parte: penso che solo chi nasce da un uomo e da una donna (vedi il titolo) possa essere considerato umano. Qualunque altra 'cosa' costruita in laboratorio sarà un androide.Synbios ha scritto: 09/07/2021, 17:13 Il racconto non mi è dispiaciuto per come è impostato, diciamo che si applica un concetto fantascientifico abbastanza abusato, ma in chiave differente dal solito, il che è solo un bene. Unico neo, a mio parere soggettivo, la ridondanza nel parlare dell'incontro tre volte, all'inizio, durante il pranzo con gli amici e con le riflessioni finali. Interessante comunque il fatto che il protagonista, almeno secondo la sua idea, un androide non potrà mai nascere tramite un parto biologico come noi, ma la domanda è: sarà così alla fine? Chi può dirlo…
Re: Commento
Ma infatti concordo sul fatto che ormai in narrativa trovare qualcosa di totalmente innovativo è molto difficile se non impossibile. Spesso pensiamo di averlo fatto, ma magari non sappiamo che ci sono 10/20/1000 storie che lo hanno già scritto prima di noi. Resta il fatto che spesso vale più il "modo" di scrivere le tematica piuttosto che la tematica in sé. Gli scrittori sono tali anche per mescolare le carte in tavola.Temistocle ha scritto: 09/07/2021, 18:12 Grazie del commento! Sulla storia in sé capisco che possa essere un'idea 'abusata', ma d'altra parte (non a mia discolpa!) cosa c'è di veramente originale che non sia stato già scritto in 150 anni di fantascienza? Sulla domanda finale, la mia risposta è… di parte: penso che solo chi nasce da un uomo e da una donna (vedi il titolo) possa essere considerato umano. Qualunque altra 'cosa' costruita in laboratorio sarà un androide.
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Commento Nato da un uomo e una donna
Non capisco il genere. Non conosco di Scienza, figuriamoci di Fantascienza! L'ho già detto? Raccolgo le indicazioni di altri per dire che, in futuro, non è scontato che i nascituri siano il frutto di un uomo e una donna. Il racconto mi è piaciuto nella prima parte, il primo capitolo dell'inseguimento insomma, e, per questo, ti ho dato un 3. Non mi ha convinto nel finale e mi ha riportato, automaticamente, al film Blade runner. Il mio parere è quello di una lettrice, quindi personale, con il massimo rispetto del lavoro altrui. il testo manca di sorpresa e di verve. Ci stanno le ripetizioni nelle parole del robot, se è un modello vecchio.... ma non ci stanno se il senso è un altro. Andrò a vedermi Matheson che mi manca! Secondo me, solo secondo me, dovresti approfondire di più. Scrivendo bene, i tuoi testi meritano maggior cura e attenzione. Buona serata!
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Re: Nato da un uomo e una donna
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Re: Commento
Dipende dal significato che si da ai termini papà e mamma. Già genitore 1 e genitore 2 sa di poco, è un termine asettico, manca di umanità e affetto… , parere personale e senza polemica. Come dici tu, si è perso nel mondo di oggi l'"essenza stessa dell'essere umano". Grazie per l'apprezzamento sulla scrittura. Nonostante provi a scrivere da quando andavo alle scuole elementari e abbia decine di cose buttate giù, mi sono deciso a 'pubblicarè su questo sito perché (mi sembra!) sia composto da persone equilibrate, civili e cortesi. E spero che continui così!Ibbor OB ha scritto: 10/07/2021, 12:35 Considerando i progressi della scienza non sarei così sicuro che gli uomini continueranno a nascere da un padre e una madre (o genitore 1 e genitore 2 se vogliamo). Ho trovato inoltre molto interessante la ricerca, devo dire un po' infruttuosa, che portano avanti i personaggi per individuare cosa distingue un essere umano da un androide tecnicamente perfetto. Il riconoscimento dell'essenza stessa dell'essere umano sembra essere andata persa in un mondo votato alla performance e al profitto. Magari la risposta è altrove. In effetti i racconti di fantascienza, come già evidenziato dal primo commento di Selene Barblan, si prestano spesso a diventare un mezzo per porsi questo tipo di interrogativi sotto forma di metafora. Anche per questo motivo mi piace il genere e da questo punto di vista ho molto apprezzato il tuo racconto peraltro scorrevole e avvincente.
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Re: commento
Nonostante sia appassionato di fantascienza, oltre che di gialli, e conoscendo Sheckley, questo romanzo mi manca, o forse l'ho anche letto ma non lo ricordo, quindi grazie della dritta, andrò a riprenderlo! E grazie anche per il tuo giudizio! Mi aiuta a continuare a scrivere sempre meglio!Macrelli Piero ha scritto: 11/07/2021, 17:29 subito il titolo mi ha attirato riconoscendolo. Su Matheson non si discute, ma io amo molto anche R. Sheckley e con "il robot che assomigliava a me" non avresti sbagliato. Svolgimento lineare, tecnica corretta sono già una buonissima cosa. il capolavoro in originalità arriverà, che ti devo dire? bello, il racconto.
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Re: Nato da un uomo e una donna
Grazie anche per il tuo giudizio schietto! È stato un 'parto' difficile, scritto durante il lockdown 2020, ma il finale è arrivato solo dopo un paio di mesi. Come ho scritto più su a qualun altro, non c'è niente sotto il sole che non sia già stato scritto e detto; non penso che un giorno leggeremo o vedremo qualcosa e potremo dire: nessuno ci aveva mai pensato! Sono solo variazioni sul tema. E questo non per giustificarmi o assolvermi, ma perché anch'io penso sempre a modi 'originali' di iniziare o terminare un racconto e alla fine scrivo quello che mi viene più di getto. Certamente, come di tu, potrei "approfondire di più", ma questo presuppone che io sia uno 'scrittorè cosa che non è; semplicemente mi diverto a raccontare storie. Tuttavia, come suggerisci, non per questo bisogna essere sciatti nello scrivere, anche per rispetto verso chi legge. Grazie ancora!Eleonora2 ha scritto: 12/07/2021, 19:51 Commento
Non capisco il genere. Non conosco di Scienza, figuriamoci di Fantascienza! L'ho già detto? Raccolgo le indicazioni di altri per dire che, in futuro, non è scontato che i nascituri siano il frutto di un uomo e una donna. Il racconto mi è piaciuto nella prima parte, il primo capitolo dell'inseguimento insomma, e, per questo, ti ho dato un 3. Non mi ha convinto nel finale e mi ha riportato, automaticamente, al film Blade runner. Il mio parere è quello di una lettrice, quindi personale, con il massimo rispetto del lavoro altrui. il testo manca di sorpresa e di verve. Ci stanno le ripetizioni nelle parole del robot, se è un modello vecchio… ma non ci stanno se il senso è un altro. Andrò a vedermi Matheson che mi manca! Secondo me, solo secondo me, dovresti approfondire di più. Scrivendo bene, i tuoi testi meritano maggior cura e attenzione. Buona serata!
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Re: Nato da un uomo e una donna
il mio voto non è stato conteggiato? Forse perché non l'ho dato! Mi adeguerò, prima o poi... Il fatto che tu non sia uno scrittore e che niente di nuovo ci sia sotto il sole, non significa che il testo non vada bene e che tu non possa migliorare! Capisco cosa voglia dire che il finale l'abbia trovato dopo altri mesi perché scrivi di getto. Così succede: l'idea, l'illuminazione, quando arriva, arriva.... prendi il mio commento come uno stimolo, non come un giudizio e buona fortuna per il futuro.
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Re: Nato da un uomo e una donna
Forse non è stato conteggiato perché il tuo commento sopra non ha "commento" nel titolo. Modificalo e premi su "CLICCA QUI" in alto nel messaggio di "attenzione" che compare sopra lo spazio in cui hai scritto il tuo commento, in modo che il sistema lo aggiusti da sé.Eleonora2 ha scritto: 13/07/2021, 12:21 Temistocle :
il mio voto non è stato conteggiato? Forse perché non l'ho dato! Mi adeguerò, prima o poi... Il fatto che tu non sia uno scrittore e che niente di nuovo ci sia sotto il sole, non significa che il testo non vada bene e che tu non possa migliorare! Capisco cosa voglia dire che il finale l'abbia trovato dopo altri mesi perché scrivi di getto. Così succede: l'idea, l'illuminazione, quando arriva, arriva.... prendi il mio commento come uno stimolo, non come un giudizio e buona fortuna per il futuro.
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Commento "Nato da un uomo e una donna"
Ti segnalo quelli che sono, purtroppo con molti altri, dei miei pallini.
1 - l'uso corretto della d eufonica (spiegazione esauriente nella guida)
2 - l'uso eccessivo del "che". Ci sono dei periodi in cui ne trovo anche 4 in tre righe.
Non sono un lettore di fantascienza, salvo il solito Azimov e pochi altri, ma visto il finale del tuo racconto, mi sorge spontanea una riflessione: "per ora gli "uomini" dovrebbero pensare a non distruggere definitivamente il pianeta, se ne sono capaci, cosa di cui dubito moltissimo.
Pensare agli umanoidi uguali agli umani, bistecche da altri pianeti e fantasie analoghe lasciamolo per l'appunto ai "bravi autori" : come noto amano avere la testa fra le nuvole! O no?
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Re: Commento "Nato da un uomo e una donna"
Grazie del commento. Io non sono né un 'bravo autore" né un 'autorè ma la domanda sulla peculiarità è di tutti gli scrittori di fs, da Asimov a Dick. Sui 'pallini': io cerco di usare una lingua che sia corretta dal punto di vista dell'italiano e colloquiale nello stesso tempo, ma forse non sempre ci riesco.Alberto Marcolli ha scritto: 15/07/2021, 14:19 È già stato segnalato di tutto e di più. Evidentemente i commentatori non ti mancano e col tempo magari ne avrò anch'io qualcuno, almeno spero.
Ti segnalo quelli che sono, purtroppo con molti altri, dei miei pallini.
1 - l'uso corretto della d eufonica (spiegazione esauriente nella guida)
2 - l'uso eccessivo del "che". Ci sono dei periodi in cui ne trovo anche 4 in tre righe.
Non sono un lettore di fantascienza, salvo il solito Azimov e pochi altri, ma visto il finale del tuo racconto, mi sorge spontanea una riflessione: "per ora gli "uomini" dovrebbero pensare a non distruggere definitivamente il pianeta, se ne sono capaci, cosa di cui dubito moltissimo.
Pensare agli umanoidi uguali agli umani, bistecche da altri pianeti e fantasie analoghe lasciamolo per l'appunto ai "bravi autori" : come noto amano avere la testa fra le nuvole! O no?
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Carosello
antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura
Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, Enrico Teodorani, Cristina Giuntini, Maria Rosaria Spirito, Francesco Zanni Bertelli, Serena Barsottelli, Alberto Tivoli, Laura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi, Angela Catalini.
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Masquerade
antologia AA.VV. di opere ispirate alla maschera nella sua valenza storica, simbolica e psicologica
A cura di Roberto Virdo' e Annamaria Ricco.
Contiene opere di: Silvia Saullo, Sandro Ferraro, Luca Cenni, Gabriele Pagani, Paolo Durando, Eliana Farotto, Marina Lolli, Nicolandrea Riccio, Francesca Paolucci, Marcello Rizza, Laura Traverso, Nuovoautore, Ida Daneri, Mario Malgieri, Paola Tassinari, Remo Badoer, Maria Cristina Tacchini, Alex Montrasio, Monica Galli, Namio Intile, Franco Giori.
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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Gara d'inverno 2023/2024 - La buona scuola / Profondo nord - e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 48 - Stelle
A cura di Marina Paolucci (con la supervisione di Lodovico Ferrari).
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Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2020 - (in bianco e nero)
A cura di Tullio Aragona.
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