La Perfezione. Breve racconto ribaldo

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Ombrone
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La Perfezione. Breve racconto ribaldo

Messaggio da leggere da Ombrone »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

La donna più bella della mia vita la conobbi grazie, o forse per colpa, di Lars. Niente di nuovo, molte cose della mia vita sono avvenute per merito o per colpa sua.
Eravamo a Stoccarda e il cliente aveva firmato, aveva firmato tutto e aveva firmato pure in fretta, e Lars voleva celebrare, assolutamente, non ammetteva rifiuti, nel miglior bordello della città, alcool e primo giro sul suo conto. Proposta allettante.
La sera stessa, seduti al bar della piscina termale, del XXX, nudo a parte l'asciugamano alla vita, i miei occhi vanno da una morbida curva all'altra, da una nudità procace a una provocante, e rifletto tra me e me della indubbia superiorità del paradiso islamico. Sono solo, vagamente. distratto dalla voce di Lars che continua a ronzare parlando di clausole e penali, articoli e codicilli, apparentemente incapace di concentrarsi su tanto sublime panorama.
Alla fine, valuto di aver fatto finta di ascoltarlo abbastanza, lo fermo, annunciandogli la mia ferma intenzione di compiere un peccato di lussuria a sue spese nel giro dei successivi minuti e lo lascio, addentrandomi, bicchiere in mano, in quell'oscuro paradiso di divanetti in penombra, in cerca della tentazione adatta.
Sono in tre appoggiate mollemente l'una a all'altra. Un dolce intreccio di gambe e di braccia che fa pensare a un dipinto orientalista di un Rosati o di un Gérôme. Una è del colore scuro della noce, una criniera riccia e corvina, gli occhi neri che brillano come le pietre dure di una collana, i seni pieni e i fianchi larghi. La seconda è una pallida bionda, dagli occhi azzurri, le gambe lunghe di una gazzella e il corpo esile e flessuoso. Stretta nel loro abbraccio la terza incrocia il mio sguardo con due occhi verdi da gatta, sotto una chioma fulva dai riflessi rossastri, la pelle abbronzata fino diventare un caldo bronzo dorato che marca curve dolci e perfette, i capezzoli scuri che già mi viene voglia di baciare.
Mi sorride senza muoversi, Mi dà il suo nom de guerre, Eva. Forse banale ma appropriato. È chiaro che sono suo, le altre tacciono. Gli dico il mio di nome, "Ittalliano" fa lei con troppe doppie, regalandomi un sorriso slavo che non arriva agli occhi. Mi dice di venire da Minsk. Le tendo la mano, lei la prende, si alza fluendo languida, lascia le compagne senza un saluto e mi guida a una delle camere del piano di sopra.
Basta quella mezz'ora per capire che non basta, non può bastare, che c'è ben altro da scoprire e da apprezzare.
Alzandomi, la esploro con lo sguardo e le propongo di continuare in camera da me, in albergo, fino alla mattina. Mi sorride, sembra compiaciuta. Fa il suo prezzo, nemmeno eccessivo.
Per inveterata abitudine, mi prendo il rischio di offenderla e oltre al piacere della carne mi concedo quello dello spirito, contrattando. Lei non se la prende e concede quel poco che sa, per lunga esperienza, basta a salvar l'amor proprio del cliente.
Avviso Lars che lo sto abbandonando, mi rivesto e salgo in un taxi con lei, che mi tiene la mano. Ci scambiamo poche parole, quelle di prassi, cosa ci faccio lì, che lavoro faccio e, ovviamente, se torno abitualmente. La mia, insincera, risposta è scontata: più volte l'anno. Caso mai la speranza di guadagnarsi un cliente abituale stimoli le prestazioni.
Quando arriviamo al mio albergo la hall è vuota e l'annoiato portiere di notte alza gli occhi, concedendosi uno sguardo su quelle gambe abbronzate che spuntano dalla gonna corta.
La porta della mia camera, che si chiude alle nostre spalle, apre un mondo da rivelare.
La notte la passo in una affannosa, disperata, ricerca di un qualsiasi difetto che la renda umana e reale. Non un singolo centimetro viene lasciato inesplorato. Fallisco. Gloriosamente.
La mattina dopo, mi concede, per l'ultima volta, la vista della sua perfezione, distesa orgogliosamente nuda sul letto disfatto, mentre facciamo colazione insieme.
Quando se ne va, non lascia niente altro che il ricordo, nemmeno il suo vero nome.
Rimane solo quello, il ricordo di una notte, a Stoccarda, dove, tra tutti i posti improbabili, la perfezione non l'ho solo sognata, l'ho toccata.
Ultima modifica di Ombrone il 13/02/2025, 15:00, modificato 1 volta in totale.
Yakamoz
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Messaggio da leggere da Yakamoz »

Racconto "goliardico/scanzonato" con una buona prosa e ritmo, che presenta temi che ricordano vagamente Bukowski (o Gnocca Travels, data l'ambientazione), sebbene non nello stile e linguaggio. Che è più trash, duro e simbolico nello scrittore americano di cognome polacco. In effetti, sembra inserirsi in quel genere, o sottogenere, di racconti. Forse una trama un po' più complessa avrebbe giovato. Si notano anche piccole sfumature "poetico/erotiche" che non sono affatto male, ma i personaggi – i due amici e le tre donne – risultano un po' "unidimensionali", quasi come maschere di loro stessi, scusami se lo dico. Sì, il racconto è scritto bene, ma oltre a ciò che c'è, io non riesco a leggere molto di più. "È la semplice storia di due amici che vanno a putt*!" Inoltre, le donne, descritte come tre "prede a pagamento", tipo la carne che compri dal macellaio, avrebbero potuto beneficiare di una maggiore profondità psicologica, anche solo appena tratteggiata, piuttosto che "fallica", soprattutto considerando come nel racconto siano viste simili a meri oggetti di desiderio e nulla più: aspetto che avrebbe potuto dare un senso più "autentico" (non negando che possa essere vera/plausibile) alla storia.

Le "Malefemmine" hanno anch'esse umanità, dignità, intelligenza e decoro: tutte cose che qui mancano.

Voto: 4, volendo premiare la prosa e una certa "vivacità/colore" del testo, ma il contenuto, senza voler essere moralisti, vale molto meno.

Auguri di buon anno, Ombrone,

Antonio

P.S. refusi:

"Sono in tre appoggiate mollemente l'una "a" all'altra…"

"Sono solo, vagamente "." distratto dalla voce… "

"Ho provato un senso di tristezza quando la ragazza dice: "Sono di Minsk…" Ma non era meglio sono di Mosca e mi chiamo Katjusha?"

Cлава России!
Ombrone
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Re: La Perfezione. Breve racconto ribaldo

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Grazie delle correzioni!
Spero che comunque ti sia piaciuto!

Ehm

Per quanto riguarda il resto....

Veramente mi disse di venire da Minsk e mi dette il nome di Eva
Vittorio Felugo
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Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

Racconto che non nasconde sorprese, perchè la trama è molto lineare, quasi banale. Ma il nocciolo, secondo me, è che la perfezione è un concetto relativo, e si può trovare ovunque, anche in una "donnina allegra" incontrata una volta e basta. È un sogno personale, e guai a svegliare chi sogna.
Mi è piaciuto.
Yakamoz
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Re: La Perfezione. Breve racconto ribaldo

Messaggio da leggere da Yakamoz »

Ombrone ha scritto: 03/01/2025, 9:27 Grazie delle correzioni!
Spero che comunque ti sia piaciuto!

Ehm

Per quanto riguarda il resto…

Veramente mi disse di venire da Minsk e mi dette il nome di Eva
Altra tua distrazione:

"Quando arriviamo al mio albergo (,) la hall è vuota e l'annoiato portiere di notte alza gli occhi, concedendosi uno sguardo su quelle gambe abbronzate che spuntano dalla gonna corta."

Il mio voto conferma che…

Ma ti ho dato una risposta più dettagliata quando ho risposto a Marino.
Leggila, sempre se ti fa piacere.

"Sono di Minsk…" Ma non era meglio sono di Mosca e mi chiamo Katjusha?"

Significa che la ragazza del tuo racconto non ha nome, identità, e una cosa che non ha nome non si conosce davvero.

Ho un modo di commentare, non sempre, un po' "pungente". Quindi non ci fare molto caso. Ma in realtà sono buono!

Ciao, Ombrone…

Antonio
Ombrone
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Re: La Perfezione. Breve racconto ribaldo

Messaggio da leggere da Ombrone »

Antonio.

Mi piace molto il tuo modo di commentare e apprezzo lo stile delle tue critiche, Non sono pungenti sono centrate e sono quello che stimola la riflessione e il miglioramento!

Ciao e grazi eancora

Roberto
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Ciao Ombrone,
non so valutare il tuo racconto, che è ben scritto, molto bene, ma mi trasmette un gelo assoluto. Scusa, un mio limite, il limite di uno che sa solo innamorarsi.
Ad altre storie!

P.S.: Visto che invece, poi, ho ammesso la sua potenza, non vedo perché non debba rendere valido il commento.
Ultima modifica di Marino Maiorino il 13/01/2025, 12:57, modificato 1 volta in totale.
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Ombrone
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Re: La Perfezione. Breve racconto ribaldo

Messaggio da leggere da Ombrone »

Ciao Marino.,

Capisco la tua posizione, è un rischio di cui ero ben cosciente quando ho scritto questo racconto e ho deciso di proporlo qui.

Diciamo che ci sono anche questi aspetti nell'animo umano e nelle umane esperienze.

Esiste lo spirito ed esiste la carne. Esiste l'amore ed esiste la lussuria. Il piacere di una notte e la passione di una vita.

Senza capire o almeno percepire l'altra, perdiamo qualcosa della grandezza dell'altra.

Sono esperienze che possiamo fare di persona, o tramite i racconti degli altri.

le storie servono a questo, lo spirito del narrare è comunicare esperienze ad altri (magari solo fantasie o fatti reali).

Ecco queste righe sono questo.

A rileggerci!
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Marino Maiorino
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Re: La Perfezione. Breve racconto ribaldo

Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Per carità, so bene che esiste la lussuria! È un mio peccato capitale!
Ma... con chi amo. È una lussuria totale; se si limitasse al solo lato fisico, sarebbe come goderne solo il 5%, al massimo.
Perciò, non credo (poi, boh, tutto può essere) di non capire o percepire l'altra, è che ne sono ingordo di un'ingordigia davvero peccaminosa proprio perché è dell'anima, non solo del corpo.
Sì, sono esperienze che possiamo fare anche tramite i racconti degli altri, e in effetti anche il mio malessere nel leggere il tuo racconto ne certifica la qualità: mi sono sentito a disagio come se mi fossi trovato lì in persona.
Il che... Mi fa capire il voto che devo attribuire.
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Ombrone
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Re: La Perfezione. Breve racconto ribaldo

Messaggio da leggere da Ombrone »

mi sono sentito a disagio come se mi fossi trovato lì in persona.

Non potevo ricevere complimento migliore

Grazie
Yakamoz
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Re: La Perfezione. Breve racconto ribaldo

Messaggio da leggere da Yakamoz »

"Una è del colore scuro della noce, una criniera riccia e corvina, gli occhi neri che brillano come le pietre dure di una collana, i seni pieni e i fianchi larghi. La seconda è una pallida bionda, dagli occhi azzurri, le gambe lunghe di una gazzella e il corpo esile e flessuoso. Stretta nel loro abbraccio la terza incrocia il mio sguardo con due occhi verdi da gatta, sotto una chioma fulva dai riflessi rossastri, la pelle abbronzata fino a diventare un caldo bronzo dorato che marca curve dolci e perfette, i capezzoli scuri che già mi viene voglia di baciare."

Che malandrino che sei, Ombrone! (in senso buono lo dico) Ekphrasis (o Ecfrasi) si chiama questa parte della "retorica" atta a descrivere, paesaggi, monumenti, personaggi e altro. Per questo di ho dato 4. Ti ho scritto questa cosa per dare una ragione al mio voto.
Bobinsy
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Messaggio da leggere da Bobinsy »

La storia di una relazione, come si raccontano in certe trattorie, dove si fa il pranzo di lavoro.
Esaltando la perfezione del corpo, per far invidia ai commensali, e con nessuna concessione all'empatia.
Subito prima di un caffè ("corretto Sambuca, grazie, ed un Montenegro"), e tornare in auto, a curare i propri interessi.
Benchè scritto molto bene, non riesco a farmelo piacere
Questione di gusti, porta pazienza
Ombrone
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Re: La Perfezione. Breve racconto ribaldo

Messaggio da leggere da Ombrone »

Ciao Bobinsy,

grazie per il tuo commento e per avere letto.

Come ho già scritto in altri commenti sapevo che questo era un racconto rischioso.

Che sarebbe risultato sgradevole o inaccettabile, per molti, che sarebbe stato rifiutato (non posso fare a meno di notare i pochissimi voti rispetto alle letture, penso che molti abbiano letto ma non abbiano voluto votare), o che quanto meno avrebbe provocato disagio.

Francamente ottimo. Se scrivere per gli altri significa creare emozioni, sono contento di riuscirci. Sorridete o storcete la bocca, ma non rimanete indifferenti.

Ripeto cmq quello che ho già scritto:

Diciamo che ci sono anche questi aspetti nell'animo umano e nelle umane esperienze.
Esiste lo spirito ed esiste la carne. Esiste l'amore ed esiste la lussuria. Il piacere di una notte e la passione di una vita.
Senza capire o almeno percepire l'altra, perdiamo qualcosa della grandezza dell'altra.
Sono esperienze che possiamo fare di persona, o tramite i racconti degli altri.
le storie servono a questo, lo spirito del narrare è comunicare esperienze ad altri (magari solo fantasie o fatti reali).

A rileggerci!
Namio Intile
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

Ottimo racconto. Breve, ma non un racconto breve. Efficace, e forse per questo scarno. Il tema del racconto, a mio avviso, è la vista della perfezione. Che per l'autore è un momento puntuale, fugace, inessenziale, improvviso che sembra debba fare il paio colla felicità.
Perfezione e felicità nel racconto paiono rincorrersi, perché il protagonista perviene alla felicità nei paraggi della perfezione. Nessun dialogo, un io narrante che asseconda il punto di vista del protagonista. Mentre del protagonista non viene reso noto neanche il nome (ma si intuisce l'occupazione, quasi che l'occupazione sola possa indentificarci) e perciò rimangano quelli periferici di Lars e quello improbabile e fasullo di Eve (e anche qui se il nome è fasullo, non lo è la sua occupazione) .
E forse l'autore ci vuole siggerire che la perfezione, e quindi la felicità, sia improbabile e falsa e che la realtà si trova altrove, nelle occupazioni dei protagonisti.
Ti segnalo soltanto: Forse banale ma appropriato. È chiaro che sono suo, le altre tacciono. Gli dico il mio di nome, "Ittalliano" fa lei con troppe doppie, regalandomi un sorriso slavo che non arriva agli occhi, mi dice di venire da Minsk. Le tendo la mano, lei la prende, si alza fluendo languida, lascia le compagne senza un saluto e mi guida a una delle camere del piano di sopra.
Avrei anticipato il punto dopo Minsk a occhi.
Tutto qui.
Ottimo lavoro
A rileggerti
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Andr60
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Messaggio da leggere da Andr60 »

Un racconto ben scritto, a proposito del quale peraltro condivido le osservazioni di chi mi ha preceduto, soprattutto quelle di Marino. Non che io sia particolarmente puritano, ma è dalla zuppetta di Nanni Loy (cfr. "Specchio segreto") che non riesco a condividere alcunché.Saluti
Ombrone
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Re: La Perfezione. Breve racconto ribaldo

Messaggio da leggere da Ombrone »

Grazie del commento e del voto,

trovo correttissima la tua osservazione sulla punteggiatura. Provvedo a correggere.

Beh perfezione e felicità sono forse entrambe irraggiungibili se non per brevi fuggevoli momenti, che bisogna cogliere prima che svaniscano, come se fossero state solo un miraggio
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