Scrittore-Nonscrittore

[Angela Di Salvo]

Ho letto il tuo sfogo e ne ho colto la palese amarezza.
Il fatto è che molti, che si definiscono scrittori e pubblicano i loro lavoro (a pagamento o non), inevitabilmente perdono quella che dovrebbe essere considerata la maggiore qualità di una mente pensante e intelligente: l'umiltà. E invece di appagarsi del piacere della scrittura fine a se stessa, intesa come la capacità di esprimersi, di far vivere dal nulla storie e personaggi, di godere di questa stupefacente abilità che pare un miracolo o una magia, si diventa vanesi, esibizionisti, vogliosi solamente di gridare al mondo, a parenti, amici e conoscenti quanto sia grande il proprio talento e verso quali inimmaginabili alte mete stia navigando la propria geniale creatività. Un vero scrittore non si autoincensa, non si esalta, non invade internet nella plateale divulgazione a tutti i costi dei propri successi. Un vero scrittore sa quanti altri scrittori presenti e passati, lontani e vicini, più grandi di lui esistono in ogni parte del mondo. Un vero scrittore non giudica negativamente i lavori altrui nè li mette a confronto i suoi nel convincimento di avere appreso e realizzato al meglio la misteriosa e insondabile arte della scrittura.
Non è il successo o la pubblicazione il fine ultimo di questa meravigliosa attività cognitiva, ma il fervore intimo e intenso che vibra dentro di noi e che ci fa sentire vivi e palpitanti in un mondo di fantasmi o di persone indifferenti e ipocrite. La scrittura ci serve per conoscere meglio noi stessi e le nostre potenzialità, per dar forma, peso, colore e dimensione al mistero del nostro esistere.
Tutto il resto è solo contorno e "noia".

[Skyla74]

Io penso che una passione, qualunque essa sia (ad esempio la scrittura) sia tale al di là di risultati di pubblico o economici. Ho conosciuto tantissimi esordienti che credevano di essere fighissimi perché facevano trenta presentazioni all'anno, avevano 1000 contatti facebook... quando hanno finito di darci dentro (alla fine la nevrosi arriva per tutti) e la bolla di sapone è esplosa, hanno visto che erano tali e quali a prima, al limite con un po' di soldi in meno. I contatti facebook si sono dileguati, le catene di Sant'Antonio del "io ti dico che il tuo libro è bello così poi tu dici lo stesso del mio sul tuo blog"
interrotte. Alla fine hanno scoperto che scrivere non è che gli piacesse più di tanto, era l'aura dell'autore che li faceva sentire realizzati.

Invece io scrivo perché mi piace e chissenefrega delle celebrazioni e dei risultati e anche dell'ambiente che a volte è proprio quello che descrivi tu... si chiama forza di volontà anevrotica.
Finché scrivere ti appaga, ti dà soddisfazione senza forzature... vai tranquillo!

[dixit]

Che scrittori si tirano m3rda l'un l'altro per farsi concorrenza e se possono demorallizarsi a vicenda lo fanno! è guerra! Tu non te la prendere, se vuoi fare lo scrittore, cerca la tua rivincita, tira fuori dal cassetto il meglio di te e cerca l'editore che baci la terra su cui cammini!

[GTrocc]

Fai lo scrittore, fottitene e bevi di più

[GTrocc]

Bé dai, ci sono altri ottimi modi per autodistruggersi

[Exlex]

Uh, e io li conosco tutti, Trocc...
Io comunque voto per sei o sette Mojito

[GTrocc]

Azz! Bé dai, potrai dire di essere superiore a certi vizi umani

Uh io non riesco più a bere tanti mojito, dopo un po' mi viene la nausea
Preferisco gin, vodka o tequila, o tutti e tre uniti a formare il mitologico TGV!

[Roberto Guarnieri]

Ragazzi sfogatevi che sopra i quaranta l'alcool non lo si regge più così bene.
A me fa una rabbia!!

[Roberto Guarnieri]

sono d'accordo. Ed è anche vero che per vendere non basta scrivere un libro e pubblicarlo, bisogna anche promuoverlo con tutti i mezzi possibili. Qui da noi c'è una tizia che ha scritto una commedia in dialetto (una boiata per me) e sono sette giorni che sta sul giornale in cronaca locale, nemmeno fosse Dante Alighieri.
Però tutti a dire quanto è brava...

P.S. io bevo poco ma sempre di qualità (avevo l'hobby di fare cocktail)

[GTrocc]

Se tra un paio d'anni qualcuno si ricorderà come si chiama, allora è brava per davvero

[Skyla74]

Qui da noi c'è una tizia che ha scritto una commedia in dialetto (una boiata per me) e sono sette giorni che sta sul giornale in cronaca locale, nemmeno fosse Dante Alighieri.

Gli articoli sui giornali si comprano un tot a spazio... di fatto la recensione di libro non è diversa dalla pubblicità di un amaro, tanto per stare sugli alcolici

[Exlex]

@Exlex: ti odio

Anche io mi odio

il tgv che prima significa tequila,gin e vodka, poi una volta attivato il suo potere speciale significa "Ti Guardo Vomitare"

Per questa, hai tutta la mia stima.

[Skyla74]

Io mi chiedo quanti siano quelli che le leggono, in ogni caso, sia che si tratti di autori famosi sia (e tanto meno) se si tratti di esordienti o sconosciuti.
Eppure le recensioni fanno bene. Illuminano sulla validità del libro, sul suo contenuto, sulla sua forma.

Concordo con te.
Io le recensioni le leggo ben volentieri, soprattutto visti i costi dei libri.
Però c'è un però. Per quanto riguarda gli scrittori diciamo "famosi" (=quelli che si trovano nelle librerie) mi trovo molto bene. C'è una tale vastità di siti a cui attingere, che prima o poi nella recensione di qualcuno salta fuori la nota positiva o il demerito che mi spinge a comprare il romanzo o meno.
Per quanto riguarda gli esordienti, trovo spesso le recensioni di parte, e mica per colpa loro! Il fatto è che per un esordiente è così difficile far arrivare il suo libro al lettore che spesso la recensione è fatta da chi gli "vuol bene" (amico). Nessunissima malafede, ci mancherebbe, solo che a volte manca l'obiettività...
Così mi regolo di conseguenza: ok la recensione, ma se conosco l'esordiente in questione vado sul sicuro, altrimenti aspetto un po'... e mi chiarisco le idee

[GTrocc]

Ma chi è 'sto genio?
Se è King, Welsh, Palahniuk, Ellroy, McBain, Gibson, Sterling hai torto [ps, ho inserito solo i vivi] hai torto, altrimenti hai fatto benissimo a non riconoscerlo
La fama è masturbazione, non ha un fine più alto del piacere personale

[Recenso]

Io scrivo (o meglio scriverò visto che finora ho solo abbozzi) per contrabbandare le mie idee, se poi dovessi riuscire a vendere ben venga ma non so se riuscirò a considerarmi una scrittrice. Mi sembra strana questa parola associata al mio nome

[Tuarag]

Secondo me lo puoi tranquillamente associare. Del resto chi suona uno strumento o dipinge non si definisce musicista o pittore?
Esserlo di professione (o di successo) è un'altra cosa.
Personalmente preferisco usare il termine autore, che nessuno può contestare. Mi diletto nella scrittura fin dall'adolescenza ma non ho mai inviato manoscritti a un Editore fino a circa un anno fa, quando ho deciso di inviare uno dei miei due romanzi (il terzo è in stesura) a prendere un po' di polvere presso qualche Casa Editrice. Il motivo che mi ha spinto a farlo è dovuto solo alla finestra temporale che introduce il soggetto del mio primo lavoro proprio in questi anni, altrimenti avrebbe continuato a prendere polvere solo a casa mia.

[Unanime Uno]

Io scrivo (o meglio scriverò visto che finora ho solo abbozzi) per contrabbandare le mie idee, se poi dovessi riuscire a vendere ben venga ma non so se riuscirò a considerarmi una scrittrice. Mi sembra strana questa parola associata al mio nome

Non dipenderà da te. Vendi molte copie e la parola scrittrice sarà il pubblico ad associarla al tuo nome.

[SimonaSalvatore]

Uno scrittore non è chi pubblica 3 o 300 libri!
La pubblicazione non ti incorona scrittore …
Uno scrittore è un’artista …
Un’artista è chi vomita arte …
Chi vomita arte non può scendere a basse considerazioni di natura “commerciale” …
Ma tu questo già lo sai!
Uno sfogo è più che legittimo, ma non farti più demoralizzare da uno sterile e vuoto “bla – bla – bla” …
Come hai ben detto tu “non sei uno che ha la diarrea in bocca, sei uno che scrive”!

[quaesitor]

Ora, spero che le mie parole vengano considerate offensive da nessuno, io sono (come voi, mi sembra di capire) un esordiente con alle spalle diverse centinaia di cartelle e nessuna pubblicazione.
Però non nego di avere una certa ambizione di migliorare e arrivare a pubblicare qualcosa di degno. Sinceramente la tua, psycochild, mi sembra una tendenza al solipsismo intellettuale (non prenderla come un'offesa), perché a mio parere in ciò che definisce uno scrittore dev'esserci la passione personale quanto il tentativo di comunicare agli altri, di influenzarli. Secondo me chi non tenta di pubblicare o comunque 'raggiungere' gli altri (che non vuole dire fare per forza il botto di vendite, ma vuol dire avere a cuore ciò che la tua opera può suscitare in chi ti legge) non è uno scrittore ma non per una supposta 'indegnità' intellettuale o mancanza di capacità letteraria, ma proprio perché sta facendo qualcosa di diverso da ciò che qualifica lo scrittore, appunto l'affrontare il mondo esterno-lettori.
Dici che nessuno può giudicare chi è uno scrittore e chi non lo è, ma per questo ci sono metri di giudizio estetici e contenutistici abbastanza semplici e condivisibili (oltre alla distinzione che ho fatto prima). Quello che non è e non sarà mai possibile giudicare sarà la motivazione del tuo scrivere, il perché ti piace farlo anche senza pubblicare, quello non può ovviamente togliertelo nessuno.
Ora, perdonate il paragone magari infelice, ma la dicotomia mi sembra molto simile alla differenza in ambito erotico tra masturbazione e sesso: la masturbazione È solipsistica, estremamente solipsistica. È sbagliata? No. È piacevole? Ovvio! (maciullerò personalmente chiunque se ne verrà fuori sostenendo il contrario ).
Il sesso da parte sua è più complesso, puoi non riuscire ad avere occasione di farlo, è difficile e a volte ben più faticoso, perché si entra in relazione con gli umori e i sentimenti di qualcuno che non siamo noi. Può essere anche scomodo e imbarazzante, ma se va come deve andare a godere non è solo il singolo.

In breve la tua posizione, psyco, mi sembra quella di un amatore (magari anche eccellente, non posso giudicare) che vuole rimanere tale. Io vivo un rapporto con la letteratura (nel mio caso fantascientifica) forse diverso, nel senso che mi possiede così a fondo da essere veramente quello a cui vorrei dedicare la mia vita (e quindi poter tirarci fuori un lavoro magari, anche se pagato come part time da spalatore di m*rda). Probabilmente il sogno s'infrangerà e mi toccherà diventare un operaio non specializzato che scrive come un dannato per farsi leggere da quattro gatti che lo assecondano per pietà, ma se partissi subito con il dare per scontata questa prospettiva tanto varrebbe che mi dessi all'ippica.

Spero di essermi fatto capire e auguri a tutti, ononasti o eteronasti letterari che vorrete essere (ripeto, nessuna delle due cose è sbagliata o 'inferiore', ma si tratta appunto di cose diverse)

[Massimo Baglione]

Hey! Questa discussione non me la ricordavo, bravi che l'avete riaperta!
Singolarmente, tutti i vostri interventi mi trovano d'accordo sulla linea del "pensiero personale", ovvero: ognuno si viva la sua arte come meglio lo fa sentire.
Personalmente mi avvicino molto all'interpretazione di quesitor.
L'arte è, appunto, arte, e non dovrebbe essere inserita in un contesto commerciale, ma... diamine! la competizione è ciò che Madre Natura usa da sempre per tirar fuori il meglio dalle sue Creature!
Per dirla in termini sportivi: noi siamo gli istruttori delle nostre opere, dobbiamo migliorarle e rinforzarle anche in campo, non solo nello spogliatorio. Per lo meno tentare, anche arrivando ultimi, ma tentare!

[quaesitor]

Sul discorso del contesto commerciale io non sarei così tranchant, Max. Di per sé la commercializzazione non rende l'arte indegna né la snatura (dopotutto la fatica e il tempo dietro una cosa fatta a regola d'arte richiedono una gratificazione, non credo che nessuno di noi ci sputerebbe sopra se gli venissero offerti mille euro per il romanzo che ha impiegato mesi a completare); ciò che la snatura è la tendenza soprattutto di certi editori a considerare come unica bussola la compensazione economica.

[Polly Russell]

Guarda Psyco che a farsi pubblicare non è che ci voglia molto, e non ci vuole molto nemmeno a raccimolare un migliaio di amici su FB!
Il problema è CHI ti pubblica e QUANTO i tuoi amici leggano!
Siamo pieni di editori che ti pubblicano gratis, qualunque boiata tu abbia scritto, perché tanto una cinquantina di amici cui far ordinare il "capolavoro" ce li hai e loro si accontentano di questo!
Le grandi editrici, quelle commerciali per intenderci, invece pare preferiscano puntare sul grosso nome, che sia anche uno scrittore non importa!