Sono solo un fattorino
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Sono solo un fattorino
Primo Maroni si portò le mani sulle sopracciglia, ingrigite dalle primavere passate, provando a non perdere la pazienza, in cerca di un filo conduttore, di una soluzione, che mettesse fine alla giornata.
Quella mattina il maresciallo Primo Maroni fu svegliato molto presto dallo squillo del telefono fisso, si alzò bofonchiando qualcosa di gutturale e incomprensibile, rispose con voce sonnolente e rauca, ringhiò e mise giù.
La faccia stropicciata stonava con la divisa ordinata e stirata in modo diligente e impeccabile. L'appuntato Nardò attendeva il maresciallo con una moka fumante e una tazzina in mano, il solito sorriso compiaciuto di sé, davanti l'ingresso di villa Mounier.
«Buongiorno maresciallo.»
«Non è per nulla un buon giorno, Nardò.» Il maresciallo strappò di mano caffettiera e ceramico, si versò da sé il caffè, ingollò il liquido amaro e, dopo aver restituito il materiale a Nardò, si avviò sul selciato che portava alla lussuosa abitazione del magnate francese, che, negli ultimi vent'anni, aveva reso grande un piccolo paese come Borgobello.
Renard Mounier era sempre stata una figura dal passato tanto misterioso quanto oscuro; era comparso dal nulla esattamente vent'anni prima confezionato dentro un elegante abito blu con camicia bianca, un borsone pieno zeppo di euro e un trolley. All'inizio attirò ovviamente l'attenzione degli abitanti del piccolo paese siciliano, poco più di duemila anime in tutto. Non ci fu paesano che non si chiese chi fosse quel tizio, cosa ci facesse nel bel mezzo del nulla siculo. Dopo un mese di ambientamento e di pratiche burocratiche, Renard Mounier fondò la Mouinier Enterpreises, capofila di una serie di aziende successive; il fiore all'occhiello era la Mounier Plaster, fabbrica di gesso.
Gli anni passavano e la politica ambiziosa e arrivista del francese fece la su fortuna, riuscendo a creare un impero, dando una nuova vita a Borgobello, passato da piccolo paese del arido entroterra siciliano a centro nevralgico dell'economia isolana, abitato adesso da quasi cinquantamila cittadini. Lo sfarzo, l'egoismo e l'egocentrismo erano sempre stati i tratti caratteristici di Mounier, tutti dovevano sapere chi fosse e quanto fosse potente, tuttavia il suo potere, adesso, si adagiava sulla scrivania in ebano, la vestaglia di seta sporca di sangue a causa del ravvicinato colpo di lupara che gli aveva spappolato il volto.
Il maresciallo indossò i guanti, toccò alcuni oggetti con noncuranza, e scambiò qualche parola circostanziale con gli uomini del R.I.S..
«Maresciallo, c'è qualcosa che dovrebbe vedere.» Affermò Nardò sulla soglia della scena del crimine.
Primo Maroni notò un uomo in divisa nera, con una striscia argento lungo il petto, di fianco all'appuntato, fece un cenno affermativo con il capo e si avvicinò ai due. Nardò e il capo della sicurezza si avviarono mostrando al maresciallo la strada fino alla sala delle registrazioni. Entrati nella stanza buia, colorata dal fievole bagliore dei monitor, l'uomo in divisa si presentò: «Giacomo D'Alessandro, capo della sorveglianza, piacere.»
«Maresciallo Maroni.» Rispose l'altro.
«Guardi, venga.» D'Alessandro indicò un monitor e iniziò a giocare con i tasti della tastiera «Queste sono le riprese dell'ingresso principale e del vialetto che lo collega all'abitazione. Ieri sera, intorno alle ventuno, un ragazzo con un cartone per pizza suonò al campanello.»
«Come potrebbe aiutarci? Secondo la scientifica il decesso è avvenuto un'ora e mezza dopo, circa.»
«La cosa strana è che Mounier non ha mai ordinato pizza a domicilio, ha sempre mandato qualcuno a ritirarla, quelle poche volte in cui la mangiava, non la amava particolarmente.»
«Dove sono gli uomini di servizio ieri sera? Voglio parlarci.»
«Be', stranamente ieri sera nessuno dei miei era in servizio.»
«Ecco, finalmente sono d'accordo con lei, questo è davvero molto strano» disse corrucciato «è sicuro che voglia essere d'aiuto, signor D'Alessandro? Ho come l'impressione che mi stia facendo perdere del tempo prezioso.»
«Cosa vuole insinuare, maresciallo?» Rispose il capo della sicurezza con sguardo di sfida.
«Io non insinuo, cerchi di moderare i toni. Nardò fatti consegnare questi filmati e rintraccia il ragazzo delle pizze.»
Senza nessun commiato, Primo Maroni lasciò la stanza, tornò sulla scena del crimine, si fece consegnare un rapporto dettagliato e si diresse in caserma. L'appuntato Nardò non tardò ad arrivare con il materiale richiesto; dopo innumerevoli visioni, un dettaglio colpì l' attenzione del maresciallo: mentre il cancello della villa si apriva, il ragazzo si voltò sulla destra, fece un cenno quasi impercettibile con la mano e alzò la testa in cerca di una telecamera o qualcosa di simile.
Il maresciallo compose il numero interno, attese un paio di squilli: «Nardò! Trovatemi quel ragazzo! È lui la chiave.»
«È già stato identificato, maresciallo.»
«Portatemelo qui!»
Mezz'ora dopo, il ragazzo sedeva nella piccola sala degli interrogatori guardandosi intorno alla ricerca di una grande specchio o quanto meno di qualche videocamera nascosta negli angoli, niente di tutto ciò, solo un tavolo d'acciaio e due paia di sedie dello stesso materiale, la stanza era illuminata da tre luci neon; il giovane si grattava il collo nervosamente.
Il maresciallo Primo Maroni entrò in stanza e si presentò, chiese al ragazzo le sue generalità e prese posto di fronte a lui.
«Conoscevi Renard Mounier?» Chiese secco il maresciallo dopo qualche minuto di pausa.
«Chi non conosce il re di Borgobello?»
«Intendo dire personalmente.»
«No. Sono solo un fattorino, non conosco gente così importante.»
«Sei solo un fattorino» ripeté a bassa voce Maroni «e deduco che anche ieri sera tu abbia lavorato, giusto?»
«Esatto, Signore. La domenica è il giorno migliore, si fanno belle mance.»
«Ricordi tutte le consegne?»
«La maggior parte, sì.»
«Come è stato, per un semplice fattorino, ritrovarsi davanti l'uomo, forse, più potente della città?»
«Ma io non me lo sono ritrovato davanti.»
«Non hai forse consegnato una pizza a domicilio a Renard Mounier?»
«Signor maresciallo, io ho consegnato la pizza a villa Mounier, sulla porta mi aspettava una donna.»
«Sapresti descriverla?»
«Oh cielo! Certo che sì, era la donna più bella che io abbia mai visto: capelli rossi, occhi verdi, labbra carnose e forme da top model. L'ho sognata tutta la notte.» Rispose concitato il ragazzo.
«E non hai notato nulla di strano?»
«No, Signore. Sono solo un fattorino, il mio compito è consegnare e farmi pagare. Easy.»
«Vuoi qualcosa da bere?»
«No, grazie.»
«Io invece ho proprio bisogno di un caffè, me li concedi cinque minuti?» Un sorriso tanto affabile quanto falso spuntò sul volto del maresciallo. Il ragazzo annuì semplicemente con il capo.
Maroni non bevve nessun maledetto caffè, tornò nel suo ufficio a controllare i video in suo possesso: ricordava bene, nessuna donna. Il ragazzo mentiva. Maroni portò la mano sulla fronte rugosa, la torturò sfregandola e infine fece cadere le stanche dita sulle sopracciglia, riaprì gli occhi e lo sguardo gli cadde su due video aperti contemporaneamente: gli orari non combaciavano, c'era un buco di un minuto e mezzo. Maroni prese il telefono: «Nardò! Convoca immediatamente D'Alessandro.»
«Comandi, Signore!»
Il maresciallo tornò nella sala degli interrogatori. Il ragazzo guardò perplesso l'uomo, qualcosa nello sguardo del maresciallo era cambiato, il giovane ne ebbe conferma dal tono di voce.
«Dunque, Cristoforo, ti andrebbe di raccontarmi la tua serata lavorativa dalle 20:30 alle 22:30» La risolutezza della voce mise a disagio Cristoforo, aveva la sensazione di correre un grosso rischio a breve.
«Cer-to» balbettò il fattorino «intorno alle venti e trenta il capo mi fece entrare in pizzeria dicendomi che era appena arrivato un ordine, l'avrei dovuto consegnare io. Passò non più di un quarto d'ora, misi la pizza nel bauletto del mio scooter, controllai l'indirizzo e partii. Intorno alle ventuno arrivai davanti la villa, suonai, si aprì il cancello e raggiunsi la casa di Mounier, consegnai la pizza alla donna, mi feci pagare e tornai diretto in pizzeria, potevano essere le nove e mezza massimo, nella restante ora feci altre tre consegne: una nel quartiere slavo, un'altra dai nigeriani e l'ultima in Via delle Fabbriche. Uscii dalla pizzeria con la mia paga alle 22:45, ne sono sicuro perché poco dopo chiamai un amico per bere una birra insieme, se vuole le mostro la chiamata e le consegne, tutte le tratte vengono salvate in backup sulla nostra App.»
«Vediamo.»
Cristoforo mostrò tutto sul suo smartphone, coincideva con la sua versione, orari compresi «Sono solo un fattorino.»
Primo Maroni portò le mani sulle sopracciglia ingrigite «Va bene così, puoi andare» disse.
Tornato nel suo ufficio, il maresciallo trovò Giacomo D'Alessandro ad attenderlo.
«Signor D'Alessandro, vado subito al dunque senza perdere tempo.» Affermò acidamente Maroni «Guardi attentamente questi video, nota nulla di strano?» chiese voltando il monitor del computer verso l'uomo.
D'Alessandro si protese in avanti e osservò per alcuni istanti, poi rispose: «No, maresciallo.»
«Male, anzi malissimo!» Esclamò Maroni «Il fattorino dice di aver consegnato la pizza e una terza persona, non alla vittima, io però, nei suoi video, non vedo nessuna terza persona.»
«Per quanto ne sappia il capo era da solo ieri sera, non saprei cosa dirle.»
«Chi ha accesso ai video?»
«Nessun altro se non il capo della sicurezza, dunque io.»
«La questione si complica e diventa allo stesso tempo più interessante.» Un sorriso sardonico spuntò sul volto del maresciallo «Visto che non vede nulla di strano, signor D'Alessandro, le faccio notare un buco di un minuto e mezzo, come se le videocamere fossero state messe in pausa o, peggio ancora, come se i video fossero stati manomessi. Come se lo spiega?»
D'Alessandro sorrise, poi rispose: «Ogni mattina controllo i report sul mio cellulare, stamattina notai che c'era stato un problema con il contatore generale, infatti per quasi due minuti, anzi uno e mezzo, la luce era andata via, motivo per cui, stamattina, mi recai prima del solito a lavoro, alla ricerca del guasto. Ahimè, l'unica cosa che trovai fu il corpo esanime del capo, fui io ad allertare la caserma.»
«E mi dica, D'Alessandro» quell'uomo convinceva sempre meno il maresciallo «come mai la sorveglianza del cancello continuò a funzionare, nonostante la mancanza di corrente elettrica?»
«Perché un generatore di emergenza provvede alla corrente in caso di non funzionamento del contatore generale, per il signor Mounier quella parte della villa era la più importante, direi fondamentale.»
Primo Maroni, sorreggendosi il mento sui dorsi delle mani incrociate, guardava fisso negli occhi il capo della sicurezza «Si tenga a disposizione.»
«Sarà fatto, maresciallo. Posso andare?»
Il maresciallo rispose con un cenno della mano molto infastidito, indicando la porta.
Erano già le 19:00, Cristoforo sedeva su una panchina nel lato est della villa comunale, fumava nervosamente; sentì dei passi, erano due uomini con abiti scuri, uno di essi si mise alle sue spalle poggiandogli le mani sulle spalle, era Giacomo D'Alessandro, l'altro uomo, sconosciuto, si sedette al suo fianco, stringeva in mano una busta bianca dal contenuto corposo. Lo sconosciuto diede una pacca sulla coscia del ragazzo e disse: «Sei stato bravo.»
«Ho seguito le indicazioni di Giacomo.»
«Lo so, lo so.»
«Quella è per me?»
In risposta l'uomo tese la busta verso Cristoforo. D'Alessandro, agile come un felino, passò un filo attorno al collo del ragazzo, iniziando a tirare; Cristoforo tentò di divincolarsi alzandosi, il capo della sicurezza tirò con maggiore forza facendo leva con il ginocchio contro la schiena del fattorino, inarcandola, rendendo vano ogni tentativo di fuga. Dopo qualche minuto Cristoforo cadde sulle ginocchia, le sclere rosso sangue e la bocca, famelica d'ossigeno, spalancata. D'Alessandro trascinò il cadavere oltre una siepe, si voltò verso il complice e l'ultima cosa che vide fu il silenziatore di una 9 mm puntato dritto in fronte.
Un click, poi il nulla.
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Secondo me è un racconto (giallo) interessante, con del potenziale, ma risulta leggermente farraginoso e poco chiaro, forse andrebbe - almeno a gusto mio - rivisto in alcuni punti, reso più efficace, sia drammatizzando e creando maggiore suspense in alcune parti (l'interrogatiorio e non solo) sia tagliando le parti non strettamente necessarie. Mi riferisco a un discorso generale di revisione del testo, ma anche a singole frasi come - tanto per fare degli esempi - "Maroni non bevve nessun maledetto caffè" cosa ovvia, oppure ripetere tre o quattro volte le mani sulle sopracciglia ingigite, sappiamo già che sono grigie e in un racconto breve eviterei di ripetere troppe volte questa gestualità se non ha un significato particolare.
Per il resto ti segnalo alcune sciocchezze:
- "del arido entroterra" (non sono sicuro che sia meglio dell'arido...)
- dopo l'utilizzo di dialoghi e dei caporali non segui un metodo uniforme. A volte metti la maiuscola a volte no, a volte metti il punto per poi concludere la frase che invece andrebbe conclusa senza il punto (esempio: ...perdere tempo.» Affermò acidamente Maroni - affermò va in minuscolo e senza il punto nei caporali). DI situazioni del genere ce ne sono parecchie, tutte diverse, ti suggerisco di rivederle (compresa una che non ho proprio capito: "orari compresi «Sono solo un fattorino.»")
Scusa la pignoleria e la prolissità, spero possa esserti utile. Il racconto non è affatto male!
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Se nella villa è presente un servizio di sorveglianza, gestito peraltro da uomini di sicurezza privata è alquanto illogico che solo una parte di questa sorveglianza sia in grado di funzionare al venir meno della corrente, al di là del fatto che tutti si siano stranamente dileguati.
Il caso dovrebbe essere archiviato con Cristoforo, forse assassino "disarmato", e Giacomo complice tolti dalla scena.
Continua il "grattaciglia" per il maresciallo Maroni, complicandosi notevolmente.
Questo è pane per i denti della D.I.A.
Per me è 5.
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Commento: Sono solo un fattorino
Dal mio punto di vista avrei messo qualche aggettivo in meno e poi avrei omesso questo pezzo iniziale in quanto poco credidibile e molto Montalbano: "L'appuntato Nardò attendeva il maresciallo con una moka fumante e una tazzina in mano, il solito sorriso compiaciuto di sé, davanti l'ingresso di villa Mounier".
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Bravo.
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Comunque voto 4.
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Re: Commento
Ciao Leo, innanzitutto ti ringrazio per l'attenta lettura, perché se seiriuscito a trovare molti difetti vuol dire che tu lo abbia letto attentamente, spero che la tua attenzione sia scaturita anche da un certo interesse per la storia e che quindi il racconto non ti abbia annoiato, quindi nessuna pignoleria, anzi, io prima di essere un aspirante autore sono un lettore, molto esigente, quindi capisco e apprezzo a pieno il tuo punto di vista.Leonardo74 ha scritto: 01/03/2020, 16:30 Ciao.
Secondo me è un racconto (giallo) interessante, con del potenziale, ma risulta leggermente farraginoso e poco chiaro, forse andrebbe - almeno a gusto mio - rivisto in alcuni punti, reso più efficace, sia drammatizzando e creando maggiore suspense in alcune parti (l'interrogatiorio e non solo) sia tagliando le parti non strettamente necessarie. Mi riferisco a un discorso generale di revisione del testo, ma anche a singole frasi come - tanto per fare degli esempi - "Maroni non bevve nessun maledetto caffè" cosa ovvia, oppure ripetere tre o quattro volte le mani sulle sopracciglia ingigite, sappiamo già che sono grigie e in un racconto breve eviterei di ripetere troppe volte questa gestualità se non ha un significato particolare.
Per il resto ti segnalo alcune sciocchezze:
- "del arido entroterra" (non sono sicuro che sia meglio dell'arido...)
- dopo l'utilizzo di dialoghi e dei caporali non segui un metodo uniforme. A volte metti la maiuscola a volte no, a volte metti il punto per poi concludere la frase che invece andrebbe conclusa senza il punto (esempio: ...perdere tempo.» Affermò acidamente Maroni - affermò va in minuscolo e senza il punto nei caporali). DI situazioni del genere ce ne sono parecchie, tutte diverse, ti suggerisco di rivederle (compresa una che non ho proprio capito: "orari compresi «Sono solo un fattorino.»")
Scusa la pignoleria e la prolissità, spero possa esserti utile. Il racconto non è affatto male!
Per quanto riguarda l'interrogatorio e la suspance te ne do atto, avrei potutto un tantino impegnarmi di più, per il caffè non bevuto, volendo potrei toglierlo, invece per quanto riguarda la gestualità del maresciallo è voluto: quel gesto è suo, lo fa sempre quando non ci capisce nulla e dopo arriva sempre l'illuminazione, però il maresciallo tocca le sopracciglia solo una volta e l'ho scritto due volte per riallacciarmi all'inizio del racconto, così come la ripetizione di Cristoforo: all'inizio avevo scritto che lo aveva ripetuto per la terza volta, quindi volevo scandire le altre due volte, mentre la terza serviva da riallaccio appunto all'inizio.
Per quanto riguarda il discorso diretto sono d'accordo a metà, nel senso che purtroppo non esiste una regola valida e universale, spesso dipende dalle case editrici e ognuna ha il suometodo, anche se spesso si uniformano, quello di cui sono sicuro è che se le caporali sono precedute dai due punti la punteggiatura va all'interno( su questo sono tutti d'accordo o almeno i riferimenti che ho trovato io. Purtroppo c'è una grande confusione invece sulla punteggiatura all'interno delle caporali, se è fine soltanto al dialogo, e quindi dopo la caporale di chiusura proseguire in minuscolo, oppure seguire la regola grammaticale che dopo il punto va sempre la maiuscola. Ad onor del vero, nei discorsi diretti interroti(es: «Sono solo un fattorino» iniziò a dire «per questo consegno le pizze.») devo imparare a usare le virgole tra una caporale e l'altra, questo mi viene molto difficile.
Sai cosa trovo divertente? Che nella scorsa gara, Namio Intile mi riprese per come avevo scritto i dialoghi e usato le punteggiature, quindi mi ci sono pure impegnato a scriverli bene sotto questo aspetto, però forse ho fatto cilecca, infatti spero che possa dirci qualcosa in merito.
Per quanto riguarda l'ultima citazione: «Sono solo un fattorino.» era la conseguenza dell'azione, come a rimarcare che era innocente ed estraneo ai fatti, che un fattorino non è in grado di uccidere e che aveva fatto il suo lavoro bene, inoltre, come detto prima, serviva per riallacciarsi all'inizio del racconto.
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Re: Commento
Osservazione più che giusta, in effetti sarebbe una specie di controsenso, quindi non possiamo sapere se il capo della sicurezza abbia detto il vero o sia stata una scappatoia momentanea, il maresciallo non aveva ancora avuto tempo di controllare.Teseo Tesei ha scritto: 01/03/2020, 19:47 Osservazione:.
Se nella villa è presente un servizio di sorveglianza, gestito peraltro da uomini di sicurezza privata è alquanto illogico che solo una parte di questa sorveglianza sia in grado di funzionare al venir meno della corrente, al di là del fatto che tutti si siano stranamente dileguati.
Il caso dovrebbe essere archiviato con Cristoforo, forse assassino "disarmato", e Giacomo complice tolti dalla scena.
Continua il "grattaciglia" per il maresciallo Maroni, complicandosi notevolmente.
Questo è pane per i denti della D.I.A.
Per me è 5.
Le tue ultime due considerazioni mi hanno dato un'idea per la gara primaverile, staremo a vedere cosa viene fuori
Grazie per il bel voto
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Re: Commento
Diciamo che sono sempre stato un amante dei racconti Sci-Fi, per questo la passione nel scrivere quel tipo di racconti, per quanto riguarda il Crime, invece, ho sempre amato film e serie TV, ogni tanto provo anche a scrivere, c'è quando va male, quando un po' meglio.Namio Intile ha scritto: 02/03/2020, 10:37 E bravo Eliseo, un bel giallo vecchio tipo ambientato dalle nostre parti, finalmente. Mi pare che in terra di Sicilia sei più a tuo agio che sulla Luna. E non mi pare che ci sia un Camilleri di mezzo, che ogni volta che un siciliano scrive un giallo deve esser per forza imparentato con Montalbano. Mi domando, ma a Camilleri qualcuno l'ha letto mai? Perché mica è facile leggere la lingua di Camilleri. Il tuo racconto invece si legge benissimo, è scritto che è una meraviglia. Peccato che il maresciallo sia un Maroni d'importazione che non ci appartiene, perché mi stava pure simpatico. E peccato che tu abbia voluto chiudere così in fretta. Ma in questa gara dominano i corti, che ci vuoi fare. E per noi prolissi e barocchi isolani sono sempre cavoli amari quando si tratta di rendere essenziale l'esistenza. Pensa a qualche altro racconto del genere cercando di caratterizzare i personaggi e i fatti e di mettere in secondo piano il meccanismo, la tecnica, dell'omicidio. Quel 19:00 scrivilo per esteso.
Bravo.
Cammilleri faceva largo uso della licenza poetica e scriveva molto in dialetto, quindi sì, è un po' più complicato da leggere, io questa volta ho deliberatamente deciso di non usare termini siciliani, ho voluto rendere la lettura il più fluida possibile.
Per il nome del maresciallo ho immaginato un non siciliano emigrato, a causa del lavoro, verso la Sicilia dove poi si è stabilito.
Se avessi scritto tecnica e meccanismo sarebbe diventato molto lungo, quindi forse un po' frettoloso lo sono stato è vero, ma ci sono pur sempre dei limiti di battute e non volevo ritrovarmi a fare un taglia e cuci snaturando poi la storia e peggiorandola.
Per quanto riguarda le 19:00, prima di postare il racconto ho cercato di proposito come scrivere gli orari e sono venuto a conoscenza che quando l'orario è preciso va scritto a numeri, ora non so se le fonti siano più o meno attendibili, però mi fido e lo cambierò.
Quello che mi preme sapere è cosa ne pensi della punteggiatura nei dialoghi, perché nella scorsa gara mi avevi dato dei consigli e vorrei capire se sono nella direzione giusta o non c'ho capito nulla.
Comunque grazie per il voto e per il tempo
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Re: Commento: Sono solo un fattorino
La prossima puntata potrebbe arrivare presto, però non prometto nulla.ElianaF ha scritto: 01/03/2020, 21:38 Bello, ma rimango in attesa della prossima puntata, cosa succede poi?
Dal mio punto di vista avrei messo qualche aggettivo in meno e poi avrei omesso questo pezzo iniziale in quanto poco credidibile e molto Montalbano: "L'appuntato Nardò attendeva il maresciallo con una moka fumante e una tazzina in mano, il solito sorriso compiaciuto di sé, davanti l'ingresso di villa Mounier".
Per quanto riguarda nardò e la caffettira a me piace proprio perchè poco credibile, per da un qualcosa di inventato, non stavo riportando fatti realmente accaduti, quindi qualcosa di fantasioso ci sta sempre, però magari potevo trovare qualcos'altro.
Grazie per la lettura
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Re: Commento
Nessuna vendetta per partito preso e nessuna offerta che non andava rifiutata, il resto, con un po' di pazienza, arriverà. Spero di essere riuscito a trasmettere un po' di curiosità e di non aver lasciato l'amaro in bocca.Andr60 ha scritto: 02/03/2020, 15:26 Un racconto che si legge volentieri, anche se (come è stato già detto) forse avresti dovuto chiarire di più il movente dell'omicidio del riccone d'oltralpe. Cos'è, una reminiscenza dei Vespri? Oppure don Corleone gli ha fatto una proposta, e lui l'ha rifiutata?
Comunque voto 4.
grazie anche a te per il tempo dedicatomi.
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Re: Sono solo un fattorino
È un buon racconto, davvero.
Concentrati sempre sui personaggi: chi sono, cosa vogliono, soprattutto cosa provano. Al centro di una storia ci sono le persone, il resto è insalata.
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Re: Sono solo un fattorino
Per il resto mi impegnerò a caratterizzare meglio i personaggi.
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"mentre il cancello della villa si apriva, il ragazzo si voltò sulla destra, fece un cenno quasi impercettibile con la mano e alzò la testa in cerca di una telecamera o qualcosa di simile"
Riporto questa frase per due motivi: la prima perchè secondo me qui la scelta del tempo verbale non è giusta io avrei messo: il ragazzo si era voltato sulla destra, aveva fatto un cenno... e aveva alzato la testa in cerca..." e la seconda perchè questo dettaglio, che suggerisce agli inquirenti un coinvolgimento del ragazzo, poi viene trascurato.
"Non ci fu paesano che non si chiese chi fosse quel tizio" anche questa frase non mi sembra corretta.
Penso che sia molto difficile cimentarsi con un giallo, io non lo farei mai e quindi ti faccio i miei complimenti. Mi sembra un lavoro molto interessante al punto che io adesso io voglio sapere chi, come e perchè.
E questo è un problema: noi leggiamo questo pezzo come un racconto fine a se stesso. Se lo considero un racconto non funziona perchè lascia troppe cose in sospeso e cioè proprio "il chi, il come e il perchè". Se lo considero come il primo capitolo di un romanzo (e potrebbe essere perchè materiale per farlo funzionale c'è) dice troppe cose tutte insieme. Spero di essermi spiegata almeno un po'.
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Come hanno detto altri sento che manca una conclusione, il movente del personaggio che appare alla fine (mandante o esecutore che sia) e il ruolo della fantomatica donna (a meno che si tratti solo di una figura inventata da Cristoforo).
In attesa della seconda parte, ti dico che la prima mi è piaciuta.
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ciò significa che è di lettura gradevole.
ci sono dei refusi, già segnalati, come segnalata è la punteggiatura nei dialoghi.
splendide le descrizioni, sia a livello emozionale che scenografico. riesci a far vedere quello che accade: complimenti.
http://scrittoripersempre.forumfree.it/
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A parte ciò, bravo per come hai scritto il racconto incompleto. Infine una piccola osservazione, a mio gusto personale, non certo un precetto irrinunziabile. Quando parli al passato, se descrivi un’azione precedente potresti usare il trapassato prossimo e non il passato. Come pure, quando nei dialoghi parli al presente, se descrivi un’azione precedente potresti usare il passato prossimo anziché il passato remoto. Alla prossima, Eliseo, sempre con simpatia.
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Ciao Eliseo, concordo su quanto dici, rispondo solo su questo punto perchè probabilmente mi sono espresso male io. Mi è parso che non ci sia omogeneità e uniformità non tra il tuo testo e le regole delle case editrici (come dici tu, ognuna ha le sue), bensì il tuo testo e il tuo testo, cioè alcune volte utilizzi un sistema, altre un altro. Mi pare di ricordare che a volte metti un punto (dentro le caporali) e poi riparti con il maiuscolo, ma altre no e parti lo stesso col maiuscolo perché ci sono le caporali. Un esempio a caso:Eliseo Palumbo ha scritto: 02/03/2020, 15:36 Ciao Leo, [...] Per quanto riguarda il discorso diretto sono d'accordo a metà, nel senso che purtroppo non esiste una regola valida e universale, spesso dipende dalle case editrici e ognuna ha il suometodo, anche se spesso si uniformano,
Primo Maroni, sorreggendosi il mento sui dorsi delle mani incrociate, guardava fisso negli occhi il capo della sicurezza «Si tenga a disposizione.» - Perchè "Si tenga" è maiuscolo? Non c'è un punto dopo sicurezza. Ci andrebbe però un punto, oppure i due punti e il minuscolo. Secondo me prova a ridarci un'occhiata, mi pare che di cosette del genere ce ne sono un po', se non ricordo male. Chiaramente è un dettaglio di poco conto, che non incide sul giudizio, ma che a un revisore o un editor potrebbero dar fastidio. Ciao!
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Re: Commento
Grazie per la lettura. Non é il primo capitolo di un romanzo ma. Come detto molto probabilmente nella prossima gara ci sarà un continuo, staremo a vedereStefyp ha scritto: 02/03/2020, 18:04 Anch'io come altri ti consiglierei qualche sforbiciata per rendere il racconto più fluido, alcune frasi sono molto lunghe con parecchi incisi. Interrompere con un punto secondo me sarebbe stato meglio.
"mentre il cancello della villa si apriva, il ragazzo si voltò sulla destra, fece un cenno quasi impercettibile con la mano e alzò la testa in cerca di una telecamera o qualcosa di simile"
Riporto questa frase per due motivi: la prima perchè secondo me qui la scelta del tempo verbale non è giusta io avrei messo: il ragazzo si era voltato sulla destra, aveva fatto un cenno... e aveva alzato la testa in cerca..." e la seconda perchè questo dettaglio, che suggerisce agli inquirenti un coinvolgimento del ragazzo, poi viene trascurato.
"Non ci fu paesano che non si chiese chi fosse quel tizio" anche questa frase non mi sembra corretta.
Penso che sia molto difficile cimentarsi con un giallo, io non lo farei mai e quindi ti faccio i miei complimenti. Mi sembra un lavoro molto interessante al punto che io adesso io voglio sapere chi, come e perchè.
E questo è un problema: noi leggiamo questo pezzo come un racconto fine a se stesso. Se lo considero un racconto non funziona perchè lascia troppe cose in sospeso e cioè proprio "il chi, il come e il perchè". Se lo considero come il primo capitolo di un romanzo (e potrebbe essere perchè materiale per farlo funzionale c'è) dice troppe cose tutte insieme. Spero di essermi spiegata almeno un po'.
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Re: Commento
Molto contento che ti sia piaciuto, il tuo parere conta molto, il seguito sto iniziando a elaborarlo in menteRoberto Bonfanti ha scritto: 02/03/2020, 19:44 Racconto ben scritto, hai gestito bene il meccanismo del giallo all’italiana e anche i personaggi mi sembrano interessanti e caratterizzati.
Come hanno detto altri sento che manca una conclusione, il movente del personaggio che appare alla fine (mandante o esecutore che sia) e il ruolo della fantomatica donna (a meno che si tratti solo di una figura inventata da Cristoforo).
In attesa della seconda parte, ti dico che la prima mi è piaciuta.
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Re: commento
Incuriosire chi mi legge é uno dei miei obiettivi, fare venire la voglia di continuare a leggere. Arriverà un seguitoLaura Traverso ha scritto: 03/03/2020, 23:24 il racconto, scritto bene anche se con qualche refuso (già segnalato), è coinvolgente. Concordo con alcuni dei commenti precedenti: lo avrei alleggerito un poco, rendendolo più scorrevole alla lettura, ma proprio a voler essere pignola. Alla fine si resta con la voglia di saperne di più... Aspetto il seguito.
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Re: commento
Grazie mille, mi fa piacere leggere queste parole e mi sono di incoraggiamento. A prestoFausto Scatoli ha scritto: 04/03/2020, 17:28 bello. esposto benissimo, scorrevole e fluente, nonostante la lunghezza si lascia leggere in maniera splendida.
ciò significa che è di lettura gradevole.
ci sono dei refusi, già segnalati, come segnalata è la punteggiatura nei dialoghi.
splendide le descrizioni, sia a livello emozionale che scenografico. riesci a far vedere quello che accade: complimenti.
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Re: Commento
Ciao Giorgio, contento che ti sia piaciuto e dispiaciuto che tu sia rimasto con l'amaro. Per i tempi verbali appena ho 5 minuti do una rilettura e vedo cosa posso fare, grazie per il tempo e per averlo letto.Giorgio Leone ha scritto: 05/03/2020, 19:41 Allora, vado al ristorante e lo chef in persona mi porta un piatto all’apparenza fantastico. Mi descrive come l’ha preparato, ma quando ho l’acquolina in bocca se lo mangia e sparisce. Solo per farti capire come mi son sentito al termine della lettura del tuo testo. Infatti ho letto con interesse quello che sembrava proprio un bel giallo, scritto come si deve e più che appropriato per creare tensione e suspense, ma alla fine mi hai fatto solo sapere che, quello che probabilmente è il mandante, fa fuori gli esecutori materiali. Le stesse domande (a partire dal movente e dal ruolo della donna) se le sono poste altri, che attendono fiduciosi spiegazioni future, mentre io ci tenevo invece conoscerle ora.
A parte ciò, bravo per come hai scritto il racconto incompleto. Infine una piccola osservazione, a mio gusto personale, non certo un precetto irrinunziabile. Quando parli al passato, se descrivi un’azione precedente potresti usare il trapassato prossimo e non il passato. Come pure, quando nei dialoghi parli al presente, se descrivi un’azione precedente potresti usare il passato prossimo anziché il passato remoto. Alla prossima, Eliseo, sempre con simpatia.
A presto
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Re: Commento
Adesso é tutto più chiaro, e credo che tu abbia ragione, esattamente negli esempi che hai fatto ci ho pure pensato e provato a sistemarli, a mettere punti, virgole eccetera, dopo averlo letto e riletto, alla fine mi sembrava la soluzione più giusta e l ho lasciato così, ma forse ho cannato ahahahLeonardo74 ha scritto: 05/03/2020, 23:17 Ciao Eliseo, concordo su quanto dici, rispondo solo su questo punto perchè probabilmente mi sono espresso male io. Mi è parso che non ci sia omogeneità e uniformità non tra il tuo testo e le regole delle case editrici (come dici tu, ognuna ha le sue), bensì il tuo testo e il tuo testo, cioè alcune volte utilizzi un sistema, altre un altro. Mi pare di ricordare che a volte metti un punto (dentro le caporali) e poi riparti con il maiuscolo, ma altre no e parti lo stesso col maiuscolo perché ci sono le caporali. Un esempio a caso:
Primo Maroni, sorreggendosi il mento sui dorsi delle mani incrociate, guardava fisso negli occhi il capo della sicurezza «Si tenga a disposizione.» - Perchè "Si tenga" è maiuscolo? Non c'è un punto dopo sicurezza. Ci andrebbe però un punto, oppure i due punti e il minuscolo. Secondo me prova a ridarci un'occhiata, mi pare che di cosette del genere ce ne sono un po', se non ricordo male. Chiaramente è un dettaglio di poco conto, che non incide sul giudizio, ma che a un revisore o un editor potrebbero dar fastidio. Ciao!
Alla prossima e grazie ancora
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Apprezzabili anche la caratterizzazione dei personaggi e l'intreccio nel suo complesso, nonostante lo scioglimento sia, a mio avviso, poco incisivo se raffrontato con lo sviluppo centrale.
Sorvolo sui refusi già evidenziati e dettagliati da coloro che mi hanno preceduto nei commenti. Spero di rileggerti in futuro con lo stesso piacere.
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Re: Commento
Grazie per la lettura. Contento ti sia piaciutoSelene Barblan ha scritto: 07/03/2020, 14:02 Buon racconto, i personaggi sono ben descritti, i dialoghi sono efficaci, la storia intrigante seppur con un finale aperto e misterioso. Ci sono delle imperfezioni qua e là ma che non incidono sulla lettura. Voto 4
Scusa se rispondo in estremo ritardo
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Re: commento
Ciao Stefano.Stefano Giraldi Ceneda ha scritto: 18/03/2020, 18:06 Scritto molto bene e con dialoghi efficaci, il racconto di Eliseo riceve il mio plauso.
Apprezzabili anche la caratterizzazione dei personaggi e l'intreccio nel suo complesso, nonostante lo scioglimento sia, a mio avviso, poco incisivo se raffrontato con lo sviluppo centrale.
Sorvolo sui refusi già evidenziati e dettagliati da coloro che mi hanno preceduto nei commenti. Spero di rileggerti in futuro con lo stesso piacere.
Mi scuso per il ritardo della risposta.
Contento che il racconto sia piaciuto e che lo abbia letto con piacere.
Mi fa sempre piacere leggere di aver scritto dei buoni dialoghi.
Per quanto riguarda il finale, non so, può darsi che sia arrivato "troppo velocemente" ma non volevo rischiare di annoiare il lettore allungando il sugo volontariamente.
Il seguito o la spiegazione o l'antefatto di questo racconto si trova al seguente link: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... 148&t=5783
A presto
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"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
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A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.