La pressione dei polpastrelli sulla testa non la rendevano meno pesante, stringere le palpebre e le labbra non allontanava il dolore, le dita gelide tremavano tra i capelli sconvolti. Erano così fredde che forse gli avrebbero impedito di scoppiare.
Si morse le labbra, resistendo alla tentazione di gettare a terra il prezioso strumento, il suo tesoro, che non ne voleva sapere di far uscire un suono che non fosse stridente, che non lo mettesse in imbarazzo. Si limitò a guardarne la sagoma, che distaccava un poco dal lenzuolo bianco, aspettando che gli passasse la voglia di piangere, ma aveva poco tempo. Se la mamma fosse tornata e l'avesse sentito…
Avrebbe avuto bisogno di aiuto, di qualcuno che gli insegnasse, ma nella cameretta buia era solo. Il papà lo guardava, certo, lo ascoltava, e di certo non si burlava di lui, ma Alessio voleva fargli sentire la sua musica, non quello stupido rumore. Nel silenzio le quattro mura che lo circondavano, il soffitto che lo sovrastava sembravano piegarsi su di lui, invisibili, premere fino a togliergli il fiato.
Cercò l'archetto, trovandolo proprio lì dove l'aveva lasciato. Provò per un'ultima volta a strofinarlo sulle corde del violino.
"Basta!" singhiozzò, rabbrividendo "Se nessuno mi insegna non ce la faccio."
Si asciugò le lacrime e chinò la testa fino a sfiorare lo strumento, ci strofinò sopra la guancia, lo baciò.
"Perdonami se piango, papà. Il tuo regalo mi piace tantissimo, ma è difficile… Imparerò a suonarlo come volevi, te lo prometto. Solo che… ci metterò un po'."
Era già tardi. Alessio sentì il rumore del cancello che si apriva, in fretta ripose il violino nella sua scatola, con le ginocchia tremanti la portò fino al suo nascondiglio: il grande contenitore di plastica dei giocattoli, che scostò per fare spazio al suo scrigno prima che lo sommergessero.
"La mamma non è cattiva, è che ha sofferto tanto, vero papà?" bisbigliò "Ma se me lo porta via, poi come faccio a perdonarla? Non deve sapere niente, non glielo dire se ti sogna."
Le dita, le labbra gli formicolavano sempre di più, sudava, doveva anche fare pipì. Corse però prima alla finestra, spalancò la persiana. Il sole gli aggredì gli occhi, il vento freddo portò via le lacrime sparse sulle sue guance. Si pulì il volto con la mano e sorrise, lasciando che il pensiero di suo padre svanisse insieme al buio.
Respirò.
![Immagine](https://sites.google.com/site/tecnicasproyectivasorg/_/rsrc/1280874161475/tat/testderedacionconimagenlamina1.jpg)
Il Thematic Apperception Test (test di appercezione tematica, TAT) è un test di personalità di tipo proiettivo, che fa parte della categoria dei metodi tematici costruttivi, utilizzato in psicologia e psichiatria per l'indagine della personalità. Il bambino con il violino è una delle immagini che viene richiesto di osservare per due minuti perché sia lo stimolo di partenza del racconto da formulare nei sette minuti successivi.