Il colonnello
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commento
il tuo racconto non mi entusiasmato, ma potrebbe essere un mio problema legato ai gusti.
Sulla scrittura c'è poco da dire, scrivi bene e lo stile è pulito senza refusi. Più che un racconto sembra un diario o al limite un memoriale.
Voto 3, non posso dare un voto negativo a qualcosa che è scritto bene.
A rileggerti.
- Marino Maiorino
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Magari lo spettro del conflitto in Ucraina ci fa percepire l'accusa verso la guerra, ma la verità è che molte persone di "successo" conducono vite simili pur senza aver combattuto e aver svolto missioni, facendo i capitani d'impresa o la carriera in un ministero, spesso scavalcando colleghi, sfruttando gli operai o distruggendo la concorrenza (e le vite che ne dipendevano) con ogni mezzo.
Avrai capito che sono più intollerante verso quella comoda vita rilassata piuttosto che verso ciò che il colonnello ha fatto: non tollero il fine, non il mezzo, perché nella nostra società la gente non si fa scrupoli, quando ha individuato quel fine, e ricorre a qualunque mezzo pur di raggiungerlo.
Ma sto divagando: tu volevi evidentemente usare l'immagine del comodo colonnello che si gode la pensione insensibile a ciò che ha fatto (e a ciò che ha vissuto), e lì sta forse il punto che non sei riuscito a trasmettere, probabilmente perché è irreale che una persona così piena del proprio vuoto sia poi colpita dal nipotino.
Hai costruito un ottimo ritratto del vuoto del colonnello, nel quale i suoi interessi vengono elencati ma non sentiti, sono "un'altra cosa ancora", ma che non comunica niente se non status. Il punto è che personaggi così pensano anche in quel modo: sono talmente fieri e soddisfatti di sé, che lo sguardo del nipotino lo prendono come un'insolenza giustificata solo dall'età giovane e immatura, altro che "divinità impassibile"! Gli è morta la fedelissima moglie e lui fuma sigari, beve porto e ha mobili d'antiquariato! C...osa gli frega del nipotino? Magari si concede ancora qualche scappatella!
Altra nota riguarda la punteggiatura. A parte qualche virgola di troppo, suggerisco di spezzare i paragrafi, è necessario.
Il voto riflette il freddo che il personaggio mi ha comunicato.
Racconti alla Luce della Luna
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Re: Il colonnello
Re: Il colonnello
Passò la mattinata ad occuparsi di un bel roseto che era in giardino. Nel pomeriggio arrivarono i due suoi amici di una volta, Rogè e Maximillian. Il primo, un tipo segaligno e calvo, con un monocolo assicurato a una cordicella, era andato in pensione con il grado di tenente-colonnello, era più giovane dell'altro di una decina d'anni. Era un tipo basso e grassoccio, con lunghi capelli grigi e unti, sempre sudaticcio, con il grado di colonnello, come il nostro protagonista ed era appena andato in pensione. -
Ciao Eugene! (questo era il nome dal colonnello) – esclamò Maximillian ‐ Non ci si vedeva da anni – Rogè aggiunse – Già, è passato molto tempo dalla ultima volta che ci siamo visti! – Accomodatevi, accomodatevi - rispose l’ospitante, con evidente soddisfazione. I tre si chiusero nello stanzino dove il colonnello riceveva i rari visitatori e si ritirava spesso a fumare. Ben presto il locale si riempì di fumo. Da fuori si udivano le chiacchiere e le risate dei convenuti. – Ti ricordi di quella volta, in Algeria, in cui ti salvai la vita sparando a quel fante nemico che stava per pugnalarti? Disse Rogè Eccome se me lo ricordo! Esclamò il colonnello. Me la vidi proprio brutta, in quell'occasione. Era durante la guerra di Algeri, continuò.
Fu una carneficina, disse Rogè . – A proposito di stragi, disse il colonnello – non vi ha mai sfiorato l'idea che eravamo noi dalla parte del torto? – Stai scherzando, spero. – Ribatté Maximilian. Ah! Aha! Ho vinto! Esclamò, nel frattempo, Rogè E si prese l'intera posta. – Noi abbiamo combattuto contro dei ribelli e abbiamo servito la Patria. – Sì, scusa, era solo un dubbio estemporaneo. Dòpo aver salutato i due amici e congedatosi da loro, il colonnello anticipò la cena con un pasto frugale, salì al piano superiore e si coricò.
Passavano le ore, ma il sonno non arrivava. Nella sua mente si affollavano immagini e pensieri. Cercò di svuotare il cervello, ma tutto fu inutile.
Ricordava perfettamente l’occasione in cui ebbe salva la vita, grazie all'amico. Centinaia di algerini, disperati, assaltarono all’arma bianca, i soldati del Paese coloniale, rimasti senza munizioni. L'allora tenente Eugene fu assalito da un giovane nemico che stava per sopraffarlo. Si udì uno sparo: il giovane crollò a terra, senza riuscire nel suo proposito. Era stato Rogè a salvarlo, con una delle ultime pallottole rimaste. Il colonnello, quella notte, ricapitolò i numerosi ricordi di quel passato che, fino al giorno prima gli era apparso come glorioso. Ora, invece, lo vedeva con l’impietoso sguardo della verità, svelatagli dall' innocenza di un bambino.
- Massimo Baglione
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Re: Il colonnello
Ne ho approfittato per dare una veloce reimpaginata a tutto il testo, perché ne aveva un gran bisogno. Necessiterebbe comunque ancora di attenzioni.
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Prima parte, che possiamo chiamarla introduzione, piuttosto prolissa. Svolgimento e chiusura sono in pratica un tutt'uno, che arrivano come un macete. La parte centrale andava maggiormente articolata. Anche la trama, il messaggio che si voleva comunicare rimane piuttosto nell'ombra. Spero di rileggerti con un altro racconto in miglior spolvero, questo mi è piaciuto pochino.
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Re: Il colonnello
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