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Chi siamo noi?

(saggio filosofia, breve - per tutti)
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53 visite dal 28/07/2022, l'ultima: 1 giorno fa.
2 recensioni o commenti ricevuti
Autore di quest'opera:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
$ donatore 2023 (3 dal 2021)









Descrizione: La coscienza è un'illusione dell'IO?

Incipit: Io ho solo il mio cervello per capire se il funzionamento dello stesso mi permette di capire quello che…


Chi siamo noi?
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recensore:

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Recensione o commento # 1, data 09:59:22, 28/07/2022
Ciao Giancarlo, se così non fosse, come te lo spieghi chi crede ad una vita paradisiaca dopo la morte (non tu), come te lo spieghi che chi crede di andare in un determinato, a seconda del credo paradiso, uccide o ha ucciso, convintamente di fatto altra gente per questo? (vale ed è successo per qualsiasi credo religioso). Da dove arrivano queste convinzioni se un proprio io non è stato comunque ingannato, convinto da un'altro io di un'altra persona magari, ma in seguito però, sarebbe poi davvero riuscito a compiere o credere nelle determinate azioni portate a compimento se non si fosse auto convinto delle stesse come giuste verso il proprio sé o in vista di un sé Altro (pensiamo per dire alle torri gemelle) ? Mi sembra abbastanza evidente, ma se è vero che questo è un inganno (devo ancora poi finire il libro di Damasio, come sai sono in ferie e vado molto a rilento, ma già dalla copertina interna si deduceva lo stesso ragionamento da me intuito) allora, qualunque cosa che ci porti senza per questo cadere in questi estremi, a credere di sopravvivere fuori dal corpo, lo è alla stessa identica maniera, ma viene solo posto e sentito diversamente, dalla propria soggettività. Penso che avendo questo sé autobiografico, dovuto al corpo che comprende sé stesso, quindi una soggettività, se questa è il corpo e rappresenta in ogni sua emanazione il corpo (emozioni e quindi sentimenti), se io sono il corpo e il corpo sono io; mi sembra ovvio che comprendendo soggettivamente il fattore tempo in relazione al fattore morte, poi tutta la mia mente in cui il corpo si esprime cerca una risposta/soluzione al problema proprio per omeostasi. Non potendo fuggire fisicamente da questo, è del tutto logico a mio avviso creare mappature mentali astratte, quindi immagini ora percepite come più o meno reali ( credo dipenda da singolo a singolo il grado di percezione delle stesse) o quantomeno possibili di fuga, in un dubbio o una fede, una speranza per l'unica salvezza possibile riposta per evidenti motivi tutta in questa soggettività, in cui tutto il mio essere corporale e quindi anche mentale si riconosce tale, dalla propria futura, e sempre presente dipartita. Non è la coscienza che ci "inganna" ( questo aspetto a mio parere poi diventa essenziale non solo per trovare vie di fuga, ma anche per spostare di volta in volta i nostri possibili limiti posti sia singolarmente che come specie, fin dove ci resta possibile naturalmente), ma il sé autobiografico, la soggettività del corpo sul corpo che se orientato poi verso un io-spirituale di qualunque natura o risposta sia, porta a questa illusione della mente da noi percepita tale fino al suo disvelamento in essere ( che approfondirò poi nella lettura stessa del libro se ne rimarcherà come penso poi, l'importanza anche sociale e culturale che come ben sappiamo ha avuto nella nostra storia). In fondo questo tende solo al nostro benessere psicofisico interiore.

Poi ti faccio un esempio, citando un fatto di cronaca su un possibile inganno dell'io per risponderti che anche davanti allo specchio poi non sempre ci si riconosce se stessi per come in realtà siamo.

Se Anna Maria Franzoni ha ucciso suo figlio, ma non si sente minimamente colpevole, ma si sente assolutamente innocente, i casi sono solo 3, o mente coscientemente ed è stata la migliore attrice di questo mondo, o non ha oggettivamente compiuto il fatto, oppure in ultima analisi se invece avesse, come sembra evidente dalle prove compiuto il fatto, questo significa solo che il suo sé o io che dir si voglia, ha subito un processo per immagini di rimozione o inganno su sé stesso, accettando
quindi come ora reali, nuove mappature poi sovrapposte a quelle reali, che però reali a parte che per il soggetto, non lo sono, tacendo le prime in favore delle seconde, tutto "solo" per accettare di fatto la morte del figlio da lei portata in essere e il trauma da esso derivato ( un processo di omeostasi psicofisico quindi, per il proprio stato di sopravvivenza psicologica e quindi anche fisica al dolore e al senso di colpa probabilmente).

Anche questo chiaramente è un caso limite, ma è un procedimento a mio avviso simile o esplicativo del fatto di credere o auto convincerci di qualcosa che ci aiuti ad accettare la realtà per come essa ci si rivela posta, ma in maniera a noi sempre in qualche modo favorevole all'omeastasi, quindi tendere sempre alla nostra, in ogni forma data possibile, fisica quanto mentale, possibile sopravvivenza o migliore via di fuga adottabile per noi in divenire. Quindi la mente e il corpo che ora non risultano più sempre e necessariamente sentiti o percepiti come un unica entità, se osservati da un punto di vista di questa soggettività venutasi a creare.

Soggettività che, avvertendo ora consciamente il corpo quasi esclusivamente da un punto di vista di un sé autobiografico, cioè solo come una sua proprietà o possibile espressione, "dimentica" invece che sono e rimangono sempre indissolubilmente legati e parte uno dell'altro



recensore:

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Recensione o commento # 2, data 13:48:58, 28/07/2022
Aggiungo per mancanza di spazio nel commento precedente e poi mi taccio; invitandoti per questo a creare un argomento di discussione relativo a questo tuo testo sul forum, che nel caso della Franzoni poi il fatto potrebbe essere anche legato al non essere in realtà nemmeno in stato di totale o completa coscienza nel compiere il gesto, cioè sicuramente si cosciente da un punto di vista fisico del suo corpo, in relazione al movimento di questo e sicuramente comprensione e interazione tra soggetto e oggetto (il sé-nucleare per definirlo alla Damasio), perciò anche di una mente assolutamente funzionante e in grado di attuare coerentemente tutti questi processi corporei compreso l'omicidio, ma forse o almeno in parte priva di una soggettività, tale e realisticamente sentita in quel preciso momento, del corpo e sul corpo, da venire così a meno la funzione di reale giudizio soggettivo veramente responsabile sulle e delle azioni che il corpo stava in realtà compiendo.

Questo si traduce poi nel non riconoscersi realisticamente come colpevole dell'omicidio del figlio.

Ma in questo processo psicofisico, se questi fossero stati gli eventi, risulta comunque evidente che ci deve essere per forza stata una sovrascrizione delle mappe mentali venutesi a creare sia precedentemente che in seguito all'omicidio, tali da riuscire comunque a compiere un atto di questo tipo nel modo in cui è stato portato a compimento, ma nonostante questo, non riconoscersi poi da queste nuove mappe venutesi a creare in seguito, come anche quelle inerenti poi al ricordo di sé stessa, precedentemente al compiersi del fatto, come personalmente, emotivamente e quindi sentimentalmente responsabile o esecutrice del fatto stesso.

Perciò rimozione, inganno, illusione, dissociazione, dipendono a mio avviso principalmente dal grado di relazione che si viene a mantenere o viene a mancare tra la soggettività del sé, dal corpo creata, e sul corpo poi espressa, e il corpo stesso a cui il sé o l'io, che dir si voglia, indivisibilmente e indissolubilmente invece appartiene.

Comprendo il grosso peso dell'esempio portato in relazione al peso di questa discussione, ma penso che sia però idoneo, a prescindere da quanto emotivamente possa turbare chi legge, essendo questo purtroppo nel suo triste epilogo un fatto molto noto e discusso per spiegare il senso pratico di ciò che voglio esprimere. Io ora non sono certo un neuroscienziato, però credo che supportato da alcune determinate evidenze scientifiche oggi già presenti, anche se ancora non certo sufficenti a soddisfare l'intero complesso sistema funzionante di questi processi, possa questo ad ogni modo essere un discorso rilevante per quanto esso riluttante (e sottolineo che lo comprendo benissimo) per avere però qualche risposta o spunto di riflessione su questi determinati quesiti e temi.



recensore:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
$ donatore 2023 (3 dal 2021)

risposta dell'autore, data 15:21:20, 28/07/2022
Per chi volesse commentare: forum/viewtopic.php?t=6779





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