Io
Descrizione: Capire la mia esistenza inizia nel momento in cui io so di sapere. Non posso non riconoscere come realtà l'unica cosa di cui sono sicuro: l'esistenza di me stesso a prescindere da qualsiasi realtà io possa percepire con i miei sensi.
Incipit: Ho saputo. Ho saputo dell'universo Che ha galassie all'infinito E stelle brillanti rosse E blu e le …
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Se questa è la realtà di ciascuno, non è peccare di egocentrismo?
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La differenza è che noi possiamo essere anche parte attiva e non solo passiva della realtà. Una pianta o un animale non interagiscono fuori dal loro spazio vitale nel loro tempo, hanno solo influenza e mantengono l'equilibrio nel proprio ambiente di riferimento di specie; noi invece possiamo interagire ed interagiamo (oltre che comprendere queste interazioni) grazie alle nostre scelte, dal momento che siamo e possiamo uscire dal nostro ambiente di specie.
Le scelte sono determinate non da intervento divino, ma per una semplice questione di relatività.
Se la realtà è finita e se noi possiamo vedere la luce che proviene dal passato di altre stelle vuol dire che quelle stelle hanno un loro futuro già scritto nel loro tempo che per noi resta solo osservabile sempre come loro passato.
Lo stesso se potessimo guardare la terra da anni luce di distanza, vedremmo sempre il nostro passato, ma se questo è vero allora il nostro futuro, quindi tutto ciò che ci capiterà adesso, tra un mese o tra vent'anni qui sul pianeta, diventerà poi solo il passato di chi potrebbe osservare la terra dal suo relativo presente.
Se però un fotone si muovesse in parallelo alla terra e potesse osservarla consapevolmente, vedrebbe la terra ferma in un tempo sempre presente nel relativo movimento nello spazio/tempo che il fotone impiega per superarla, dove esso attraversa quindi nel suo presente, sia il nostro passato che il nostro futuro, percependo entrambi però indistintamente sempre come suo presente, quindi già tutti esistenti.
Sarebbe per capirci come se i segmenti di spazio/tempo osservati fossero come tanti fotogrammi di una pellicola già stampata e quindi tutti già presenti nella loro coerente successione.
Il libero arbitrio sulle nostre scelte è relativo perciò solo alla distanza o velocità con cui questa scelta (informazione) viaggia dal punto di vista di chi la compie e di chi invece la osserva nel suo relativo presente, quindi se per noi è percepita o immaginata sempre come un evento posizionato verso il futuro e in realtà poi eseguita nel nostro passato, per chi osserva, essa può risultare invece o già passata o addirittura ancora presente.
Quindi per uno che osservasse la Terra da anni luce di distanza potrebbe osservare il nostro passato dal suo presente/passato relativo (quindi sempre e solo passato anche per chi sta al momento compiendo l'osservazione).
Ma dal punto di vista ipotetico di un fotone, ad essere visto e vissuto come tale, sarebbe sempre e solo il suo, e quindi anche nostro, presente o per essere più specifici, il nostro passato sarebbe tornato ad essere istantaneamente il suo presente e al contempo diventare già presente anche ciò che diventerà il nostro futuro. Ancora oggi a pensarci sembra assurdo, ma è così.
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… e chiedo: Quale resto?
Jacopo
Io ci sono e quello che percepisco esiste e appartiene alla mia realtà, ma questa sarebbe nulla se io non ci fossi.
Caro Jacopo se io muoio, tu scompari nel nulla insieme a me. A meno che dopo la morte nessuno scompaia; Chi mai lo può sapere con certezza?
La realtà materiale è universale per tutto il genere umano ed animale e se ne frega altamente se noi ci siamo o no. Lei continuerà ad esistere anche senza vita sul pianeta.
Mi si potrà dire che ognuno ha una personale percezione del reale ma… ma certamente non ne cambia la natura, natura che resta indifferente ai nostri destini.
Come dice una canzone: Sono solo parole!
(link)
Jacopo
Io non sono la natura, non sono l'universo e non sono Te. Tutto quello su cui ragioniamo ha valore solo se lo viviamo. Se non c'è nessuno che la osserva, che senso ha la realtà?
Parole, parole, parole che danno un senso al nostro pensare… o almeno così ci sembra.
Le tue pubblicazioni danno sempre uno spunto a che il pensiero si metta in moto!
Jacopo
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