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L'Eterno
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L'Eterno
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Dal titolo mi aspettavo qualcosa di religioso ma è stata una bella sorpresa trovare invece qualcosa di surreale!
Jacopo
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Re: Commento
Grazie mille per la valutazione! Corretto, l'idea che volevo trasmettere era legata alla sciocca ma genuina voglia di un giovane di volere altro; di non accontentarsi del presente, ma di nascondersi dietro il comodo scudo della finzione.
Data la brevità del testo, però, lascio il campo a tutte le possibili interpretazioni!
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Re: Commento
Salve, Jacopo e grazie del commentoJacopo Serafinelli ha scritto: ↑09/11/2023, 18:38 Leggendolo mi sono venuti alla mente due film: Shining e L'invenzione di Morel… in entrambi si vive una situazione come questa del racconto.
Dal titolo mi aspettavo qualcosa di religioso ma è stata una bella sorpresa trovare invece qualcosa di surreale!
Jacopo
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In effetti, la barriera reale/surreale viene superata da molti protagonisti di romanzi o film... io stessa ho ripensato a Una notte al museo, dove tutto prende vita dopo il tramonto!
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Re: Commento
Concordo pienamente!Andr60 ha scritto: ↑10/11/2023, 13:25 Curioso, a me era venuto subito in mente "Midnight in Paris" di W. Allen: certo, sarebbe bello fuggire dalla realtà quotidiana almeno per qualche ora. Però non sono d'accordo: scordarsi sia della propria sia di quella dei contemporanei di allora, che noi conosciamo e che sappiamo essere terribile, non fa che confermare che la storia è maestra di vita, peccato che non abbia scolari (cit.).
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Re: Commento
Grazie infinite, Raffaella! Sì, hai colto in pieno il messaggio del delicato mondo parallelo che, come un bel sogno, ti apre le porte e ti accoglie letterlamente con calore.Raffaella villaschi ha scritto: ↑12/11/2023, 21:30 Stupendo racconto. Però è bellissimo trovarsi negli anni 20 indietro nel tempo, delicato onirico, niente confuso, porta solo il nome Walter un amico che non voleva fare la vita di sempre, come un sogno in un cielo scuro pieno di stelle con la luna e poi il suo viaggio in un altro mondo..... Il mio voto è 5.
Grazie ancora!
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Re: L'Eterno
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Re: Commento
Grazie mille, Pietro! È proprio quello che mi ero prefissata di suscitare con questo racconto.Pietro Castellazzi ha scritto: ↑01/12/2023, 20:54 Un racconto molto originale, scritto decisamente bene. Breve ma di enorme effetto, cattura per la capacità di trasportare il lettore in un'altra epoca, ormai lontana, che illude e attira al tempo stesso, seppur effimera e a tratti malinconica.
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Re: L'Eterno
Un conflitto di visioni della vita insomma.
La struttura è valida, come il tema, e la prosa riesce ad accompagnare l'idea. Il racconto si apre con una brevissima prolessi, per poi tornare indietro nel tempo. I tempi verbali non sono sempre esatti. Mi spiego.
"Lui era un normale inquilino, anzi, un tempo lo consideravo mio amico. Frequentavamo lo stesso gruppo di studi e con questo ci ritrovavamo spesso per vedere un film o mangiare thailandese.
Tutto era nella norma, fino a quando Walter cominciò a svegliarsi la mattina turbato, pensieroso."
In questo periodo torni dalla prolessi al tempo passato. Ma tu già adoperi il passato come tempo della narrazione. Per questo motivo, secondo me, dovresti adoperare i trapassati, come in molti punti in modo corretto fai. E quindi: un tempo lo avevo considerato... Avevamo frequentato... aveva cominciato a svegliarsi e via discorrendo.
Altri piccoli appunti: l'orario a lettere e non a cifre, centennio, esiste, ma nell'uso comune chi lo adopera?
Una buona prova, a rileggerti
- Alberto Marcolli
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commento L'Eterno
"che si offrì di prendermi la giacca" - perché la giacca? era uscito con l'impermeabile.
ci sono tre "d" eufoniche.
Concordo con la segnalazione di Namio sui tempi verbali.
Il testo è sommerso da una pioggia di "che". Forse evitarne qualcuno? Io ci proverei, ma è un parere personale.
"centennio" - per me sarebbe meglio dire - cent'anni -
Idem per l'orario - meglio in lettere.
"Qualcosa accadeva durante le uscite notturne del mio coinquilino Walter." la frase anticipa un fatto che il lettore scoprirà più avanti. Meglio lasciare che sia lui a capirlo per conto suo, e pertanto io questa frase la toglierei. Inizierei così:
Il mio coinquilino Walter era una persona del tutto normale, che consideravo mio amico.
Concordo con Anto58. Il racconto suscita tante emozioni e riflessioni; evidenzia soprattutto quella voglia di fuggire tutte le notti dalla realtà, dal vissuto quotidiano, per rifugiarsi in un mondo perduto e impossibile da realizzare, ma aggiungo: mi è sembrato mancante di "pathos", l'impressione che mi ha lasciato la lettura è quella di una cronaca ben fatta, lucida e precisa, ma poco coinvolgente.
Voto 3
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Un conflitto di visioni della vita insomma.
La struttura è valida, come il tema, e la prosa riesce ad accompagnare l'idea. Il racconto si apre con una brevissima prolessi, per poi tornare indietro nel tempo. I tempi verbali non sono sempre esatti. Mi spiego.
"Lui era un normale inquilino, anzi, un tempo lo consideravo mio amico. Frequentavamo lo stesso gruppo di studi e con questo ci ritrovavamo spesso per vedere un film o mangiare thailandese.
Tutto era nella norma, fino a quando Walter cominciò a svegliarsi la mattina turbato, pensieroso."
In questo periodo torni dalla prolessi al tempo passato. Ma tu già adoperi il passato come tempo della narrazione. Per questo motivo, secondo me, dovresti adoperare i trapassati, come in molti punti in modo corretto fai. E quindi: un tempo lo avevo considerato... Avevamo frequentato... aveva cominciato a svegliarsi e via discorrendo.
Altri piccoli appunti: l'orario a lettere e non a cifre, centennio, esiste, ma nell'uso comune chi lo adopera?
Una buona prova, a rileggerti
Scusa, lo riposto perché lo avevo inserito erroneamente come risposta.
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Re: L'Eterno
Grazie del feedback, Namio. Apprezzatissimo!Namio Intile ha scritto: ↑09/12/2023, 12:27 Il tema potrebbe essere, a un primo sguardo, il desiderio di fuga dalla realtà. Ma Walter e Dan sembrano un po' sovrapponibili, come fossero la stessa persona, ma con due diverse anime, due diverse divergenti aspirazioni. Una attirata dalla "normalitò", dalle lezioni di fisica e dalle partite di calcetto, dalle cene con gli amici, l'altra dalla vita facile, dallo champagne, dalla buona musica e dalle compagnie brillanti. L'incontro scontro tra queste due diverse versioni di sé provoca la ricerca di Dan e si conclude con la separazione dei due. Dan sceglie la vita "difficile", come se solo quella realtà, quella cruda e senza fantasia, possa vincere. Walter viene abbandonato, come se quella vita che ha scelto non possa portarlo che al disastro.
Un conflitto di visioni della vita insomma.
La struttura è valida, come il tema, e la prosa riesce ad accompagnare l'idea. Il racconto si apre con una brevissima prolessi, per poi tornare indietro nel tempo. I tempi verbali non sono sempre esatti. Mi spiego.
"Lui era un normale inquilino, anzi, un tempo lo consideravo mio amico. Frequentavamo lo stesso gruppo di studi e con questo ci ritrovavamo spesso per vedere un film o mangiare thailandese.
Tutto era nella norma, fino a quando Walter cominciò a svegliarsi la mattina turbato, pensieroso."
In questo periodo torni dalla prolessi al tempo passato. Ma tu già adoperi il passato come tempo della narrazione. Per questo motivo, secondo me, dovresti adoperare i trapassati, come in molti punti in modo corretto fai. E quindi: un tempo lo avevo considerato... Avevamo frequentato... aveva cominciato a svegliarsi e via discorrendo.
Altri piccoli appunti: l'orario a lettere e non a cifre, centennio, esiste, ma nell'uso comune chi lo adopera?
Una buona prova, a rileggerti
Dunque, non nego che mettendo per iscritto il racconto, mi siano venuti in mente alcuni riferimenti al film "Fight Club", per esempio, in cui assistiamo ad un assurdo incontro tra il protagonista e quello che alla fine si rivelerà il suo alter ego.
Ho preferito non forzare questa chiave di lettura negli occhi del lettore (Dan e Walter come due facce della stessa medaglia), poiché io in primis non ero certa di volerlo.
Sono comunque sorpresa che tu abbia colto il possibile tema!
A queesto punto, una domanda... se è vero che i due ragazzi sono "sovrapponibili", chi ha fatto la scelta più coraggiosa nella strada da intraprendere?
Preso appunti anche sulle correzioni grammaticali e dei tempi verbali, grazie!
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Re: commento L'Eterno
Salve, Alberto.Alberto Marcolli ha scritto: ↑09/12/2023, 15:01 Chiedo scusa per il mio frettoloso commento.
"che si offrì di prendermi la giacca" - perché la giacca? era uscito con l'impermeabile.
ci sono tre "d" eufoniche.
Concordo con la segnalazione di Namio sui tempi verbali.
Il testo è sommerso da una pioggia di "che". Forse evitarne qualcuno? Io ci proverei, ma è un parere personale.
"centennio" - per me sarebbe meglio dire - cent'anni -
Idem per l'orario - meglio in lettere.
"Qualcosa accadeva durante le uscite notturne del mio coinquilino Walter." la frase anticipa un fatto che il lettore scoprirà più avanti. Meglio lasciare che sia lui a capirlo per conto suo, e pertanto io questa frase la toglierei. Inizierei così:
Il mio coinquilino Walter era una persona del tutto normale, che consideravo mio amico.
Concordo con Anto58. Il racconto suscita tante emozioni e riflessioni; evidenzia soprattutto quella voglia di fuggire tutte le notti dalla realtà, dal vissuto quotidiano, per rifugiarsi in un mondo perduto e impossibile da realizzare, ma aggiungo: mi è sembrato mancante di "pathos", l'impressione che mi ha lasciato la lettura è quella di una cronaca ben fatta, lucida e precisa, ma poco coinvolgente.
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Ti ringrazio per le precisazioni. Terrò conto di tutto la prossima volta, compresi i tempi verbali (sono solita utilizzare il passato nella maggior parte dei miei scritti, e spesso accade che mi sbagli proprio sul passato remoto/trapassato remoto, proprio come avete puntualizzato!)
- Maria Spanu
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Ovviamente è tutto soggettivo, il tuo racconto è surreale, onirico e molto simbolico.
L'ho apprezzato molto, continua così.
A presto!
- Laura Traverso
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Re: commento
Laura ti ringrazio di cuore del feedback. Apprezzatissimo!Laura Traverso ha scritto: ↑13/12/2023, 18:53 Come qualcuno ha detto, già dalle prime righe mi sono collegata col pensiero al bellissimo film di Woody Allen "midnight in Paris". Il racconto è assai piacevole e fantasioso: è un voler tornare al passato rifuggendo dal presente. Ci sono sì alcune parti forse da rivedere in merito alla stesura del testo, esempio "la sala pullulava ricchi aristocratici... manca "di". Poi, "lo guardai interrogato", non suona bene...Inoltre i tempi verbali che non sempre concordano. Ma a parte queste piccolezze, che segnalo dato che siamo qui per questo, per aiutarci a migliorare, il racconto è bello, la storia originale e significativa. Voto 4
Per le prossime volte, vedrò di perfezionare al meglio TUTTI gli aspetti del racconto, aiutandomi con le precisazioni tue e degli altri colleghi scrittori!
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Il Bene o il Male
Trenta modi di intendere il Bene, il Male e l'interazione tra essi.
Dodici donne e diciotto uomini hanno tentato di far prevalere la propria posizione, tuttavia la Vita ci insegna che il vincitore non è mai scontato. La Natura ci dimostra infatti che dopo un temporale spunta il sole, ma ci insegna altresì che non sempre un temporale è il Male, e che non sempre il sole è il Bene.
A cura di Massimo Baglione
Copertine di Giuliana Ricci.
Contiene opere di: Antonella Cavallo, Michele Scuotto, Nunzio Campanelli,
Rosanna Fontana,
Giorgio Leone,
Ida Dainese,
Angelo Manarola,
Anna Rita Foschini, Angela Aniello, Maria Rosaria Del Ciello,
Fausto Scatoli,
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Maria Rosaria Spirito,
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Luca Volpi,
Pietro Rainero, Marcello Colombo,
Cristina Giuntini.
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Le radici del Terrore
Antologia di opere ispirate agli scritti e all'universo lovecraftiano
Questa antologia nasce dalla sinergia tra le associazioni culturali BraviAutori ed Electric Sheep Comics con lo scopo di rendere omaggio alle opere e all'universo immaginifico di Howard Phillips Lovecraft. Le ventitrì opere selezionate hanno come riferimento la narrativa "lovecraftiana" incentrata sui racconti del ciclo di Cthulhu, già fonte di ispirazione non solo per scrittori affermati come Stephen King, ma anche in produzioni cinematografiche, musicali e fumettistiche. Il motivo di tanto successo è da ricercare in quell'universo incredibile e "indicibile", fatto di personaggi e creature che trascendono il Tempo e sono una rappresentazione dell'Essere umano e delle paure che lo circondano: l'ignoto e l'infinito, entrambi letti come metafore dell'inconscio.
A cura di Massimo Baglione e Roberto Napolitano.
Copertina di Gino Andrea Carosini.
Contiene opere di: Silvano Calligari, Enrico Teodorani,
Rona, Lellinux, Marcello Colombo,
Sonja Radaelli, Pasquale Aversano, Adrio the boss, Benedetta Melandri, Roberta Lilliu,
Umberto Pasqui,
Eliseo Palumbo, Carmine Cantile,
Andrea Casella, Elena Giannottu,
Andrea Teodorani, Sandra Ludovici, Eva Bassa,
Angela Catalini, Francesca Di Silvio,
Anna Rita Foschini, Antonella Cavallo, Arianna Restelli.
Special guests: gli illustratori americani e spagnolo Harry O. Morris, Joe Vigil and Enrique Badìa Romero.
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Blue Bull
Poliziesco ambientato a Chicago e Nuovo Messico
Un poliziesco vecchio stile, cazzuto, ambientato un po' a Chicago e un po' in New Mexico, dove un poliziotto scopre di avere un figlio già adulto e, una volta deciso di conoscerlo, si accorgerà che non sarà così semplice. Una storia dura e forse anche vera.
Frank Malick, attempato sergente della polizia di Chicago, posto finalmente di fronte alle conseguenze d'una sua mancanza commessa molti anni prima, intraprende un viaggio fino in Nuovo Messico alla ricerca di qualcosa a metà tra il perdono delle persone che aveva fatto soffrire e la speranza di un'improbabile redenzione.
Di Massimo Baglione e Cataldo Balducci.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Gara d'inverno 2021/2022 - La Strega, e gli altri racconti
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